Disturbo evitante, terapia incentrata sulla persona
salve,
vorrei delle informazioni sull'approccio terapeutico "centrato sulla persona" di cui so molto poco, e vorrei chiedervi se, secondo voi, possa avere qualche beneficio e possa essere utile per la cura di disturbi quali il disturbo evitante di personalità, e la fobia sociale, del quale soffro in maniera molto forte con annessi disturbi depressivi.
vorrei delle informazioni sull'approccio terapeutico "centrato sulla persona" di cui so molto poco, e vorrei chiedervi se, secondo voi, possa avere qualche beneficio e possa essere utile per la cura di disturbi quali il disturbo evitante di personalità, e la fobia sociale, del quale soffro in maniera molto forte con annessi disturbi depressivi.
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Per i disturbi di personalità sono indicate le terapie centrate sulla persona, anche se magari qualche collega specializzato in tal senso potrà rispondere con più cognizione di causa.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
ha già fatto una valutazione psicologica?
Quale professionista ha fatto la diagnosi?
In generale tutti gli orientamenti psicoterapici sono ugualmente efficaci per il trattamento dei disturbi da lei citati, quindi anche la psicoterapia ad indirizzo rogersiano.
ha già fatto una valutazione psicologica?
Quale professionista ha fatto la diagnosi?
In generale tutti gli orientamenti psicoterapici sono ugualmente efficaci per il trattamento dei disturbi da lei citati, quindi anche la psicoterapia ad indirizzo rogersiano.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#3]
Gentile Utente,
il disturbo evitante della personalità è caratterizzato da vissuti di estraneità nelle relazioni interpersonali, di non appartenenza e di impossibilità di condivisione, mentre la fobia sociale dall'ansia che si sviluppa in circostanze ben precise (luoghi, oggetti e situazioni...).
In entrambi i casi l'evitamento è una strategia efficace per tenere lontano gli altri e le situazioni temute, ma implica il sottrarsi a tutte quelle situazioni che potrebbero esporre la persona al giudizio, ad essere rifiutato, ferito, ecc...
Poichè chi soffre di disturbo evitante della personalità ha il desiderio di appartenenza e di avviare relazioni, è una logica conseguenza quella di soffrire ed essere anche depressi per la situazione creata.
Ha intenzione di cominciare una psicoterapia o sta già facendo una terapia?
il disturbo evitante della personalità è caratterizzato da vissuti di estraneità nelle relazioni interpersonali, di non appartenenza e di impossibilità di condivisione, mentre la fobia sociale dall'ansia che si sviluppa in circostanze ben precise (luoghi, oggetti e situazioni...).
In entrambi i casi l'evitamento è una strategia efficace per tenere lontano gli altri e le situazioni temute, ma implica il sottrarsi a tutte quelle situazioni che potrebbero esporre la persona al giudizio, ad essere rifiutato, ferito, ecc...
Poichè chi soffre di disturbo evitante della personalità ha il desiderio di appartenenza e di avviare relazioni, è una logica conseguenza quella di soffrire ed essere anche depressi per la situazione creata.
Ha intenzione di cominciare una psicoterapia o sta già facendo una terapia?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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Ex utente
chiedo scusa per non aver risposto, ma non mi arrivavano notifiche e pensavo che il mio messaggio fosse stato ignorato. il mio ex terapeuta ha diagnosticato il disturbo evitante che, francamente, mi ero già ben accorto di avere. disturbo evitante e fobie assortite, oserei dire.
ho fatto psicoterapia cognitivo-comportamentale per due anni, ma non sono soddisfatto. ho cambiato dei comportamenti, sono cresciuto, ma le mie convinzioni non si sono smosse, mi sembra, di una virgola: provo ancora disgusto e disistima per me stesso.
a dirvi la verità sono ormai piuttosto depresso e molto pessimista nei confronti delle psicoterapie o delle terapie farmacologiche, anche se la fiammella della speranza non si è ancora spenta, ed odio totalmente ciò che sono e vorrei cambiare del tutto.
può una persona con un simile disturbo guarire del tutto? io purtroppo penso di no ma la mia mente non accetta nessun altro risultato che la totale guarigione.
ho fatto psicoterapia cognitivo-comportamentale per due anni, ma non sono soddisfatto. ho cambiato dei comportamenti, sono cresciuto, ma le mie convinzioni non si sono smosse, mi sembra, di una virgola: provo ancora disgusto e disistima per me stesso.
a dirvi la verità sono ormai piuttosto depresso e molto pessimista nei confronti delle psicoterapie o delle terapie farmacologiche, anche se la fiammella della speranza non si è ancora spenta, ed odio totalmente ciò che sono e vorrei cambiare del tutto.
può una persona con un simile disturbo guarire del tutto? io purtroppo penso di no ma la mia mente non accetta nessun altro risultato che la totale guarigione.
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Gentile Utente,
>>può una persona con un simile disturbo guarire del tutto? io purtroppo penso di no ma la mia mente non accetta nessun altro risultato che la totale guarigione<<
bisogna vedere cosa intende lei per "totale guarigione", la psicologia è molto diversa dalla medicina e il termine "guarigione" andrebbe rivisto, costruendo insieme al paziente obiettivi fattibili sia nel breve che nel lungo periodo.
>>può una persona con un simile disturbo guarire del tutto? io purtroppo penso di no ma la mia mente non accetta nessun altro risultato che la totale guarigione<<
bisogna vedere cosa intende lei per "totale guarigione", la psicologia è molto diversa dalla medicina e il termine "guarigione" andrebbe rivisto, costruendo insieme al paziente obiettivi fattibili sia nel breve che nel lungo periodo.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.4k visite dal 01/09/2013.
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