Bambino che non introietta le regole
Buongiorno,
mio figlio che oggi ha 8 anni è sempre stato difficile da gestire fin da piccolo:
- sempre in movimento
- non voleva mai andare a dormire
- non accettava le frustrazioni
. accettava solo alcune regole
Dopo 8 anni e una serie di consulti da cui si è capito che non è iperattivo, forse è iperemotivo, comunque dolce sensibile e intelligente, mi ritrovo a gestire periodi più semplici e altri più difficili in cui non so più come comportarmi.
Per esempio nell'ultimo periodo è molto agitato, salta, grida e di fronte ai miei richiami è infastidito perchè lo disturbo, ma tenta di ascoltarmi e mi promette che cercherà di non farlo più, poi dopo un minuto ricomincia. Stessa cosa per i piccoli dispetti alla sorellina che adora o per qualsiasi altra regola. Se mi arrabbio e grido o gli minaccio un castigo oppure gli do uno sculaccione ottengo più risultati. Il problema è che non vorrei arrivare a questo, anche perchè nell'arco di una giornata sono troppi gli interventi da fare. Sono esasperata, le ho provate tutte, il mio autocontrollo vacilla e dico delle cattiverie che so benissimo di non dover dire, ma non ce la faccio più.
ieri sera ennesima sceneggiata per andare a letto: "mamma ho paura.. non arrabbiarti perchè mi fai venire ancora più paura.." Gli ho risposto "non ce la faccio più devo andare a dormire anch'io" "no ti prego non lasciarmi qui da solo..." Dopo venti minuti su queste tematiche mi sono girata dandogli le spalle perchè mi stava salendo una rabbia terribile e ho detto queste parole "Dio dammi la forza, non ce la faccio più" Al che mio figlio si è girato sul letto dandomi le spalle e mi ha detto "Vai pure mamma, mi sono calmato. Dio sa che io sono un bambino buono, lui lo sa" Io gli ho "E tu lo sai?" "sì lo so anch'io".
Di fronte a queste scene non so cosa pensare.
A scuola i problemi sono gli stessi, ma c'è un'ottima collaborazione.
Da sei mesi c'è un nuovo problema: non sente lo stimolo delle feci e si accorge di dover andare in bagno perchè sente di essersi sporcato un pò. Quando si accorge di questo si sente a disagio perchè sa che non dovrebbe accadere e spera facendo finta di niente che nessuno se ne accorga. Spesso sembra che lui voglia dimenticare o non ricordare le cose brutte, quasi a nasconderle a se stesso.
Altri sono i momenti in cui è più tranquillo, mi ascolta, risponde subito quando lo chiamo e in generale lo sento più sereno. Ma non ho ancora capito da cosa dipenda. adesso siamo in vacanza da due mesi, siamo andati a fare delle belle passeggiate in montagna e anche al mare, ma mi dà l'idea che gli manchi sempre qualcosa...Gli unici momenti in cui lo vedo felice sono quando gioca con alcuni bambini, di solito tranquilli che gli danno pace e sicurezza, oppure quando facciamo dei giochi insieme, meglio se di contatto.
Vi ringrazio e spero di ricevere una risposta. Ne avrei proprio bisogno
mio figlio che oggi ha 8 anni è sempre stato difficile da gestire fin da piccolo:
- sempre in movimento
- non voleva mai andare a dormire
- non accettava le frustrazioni
. accettava solo alcune regole
Dopo 8 anni e una serie di consulti da cui si è capito che non è iperattivo, forse è iperemotivo, comunque dolce sensibile e intelligente, mi ritrovo a gestire periodi più semplici e altri più difficili in cui non so più come comportarmi.
Per esempio nell'ultimo periodo è molto agitato, salta, grida e di fronte ai miei richiami è infastidito perchè lo disturbo, ma tenta di ascoltarmi e mi promette che cercherà di non farlo più, poi dopo un minuto ricomincia. Stessa cosa per i piccoli dispetti alla sorellina che adora o per qualsiasi altra regola. Se mi arrabbio e grido o gli minaccio un castigo oppure gli do uno sculaccione ottengo più risultati. Il problema è che non vorrei arrivare a questo, anche perchè nell'arco di una giornata sono troppi gli interventi da fare. Sono esasperata, le ho provate tutte, il mio autocontrollo vacilla e dico delle cattiverie che so benissimo di non dover dire, ma non ce la faccio più.
ieri sera ennesima sceneggiata per andare a letto: "mamma ho paura.. non arrabbiarti perchè mi fai venire ancora più paura.." Gli ho risposto "non ce la faccio più devo andare a dormire anch'io" "no ti prego non lasciarmi qui da solo..." Dopo venti minuti su queste tematiche mi sono girata dandogli le spalle perchè mi stava salendo una rabbia terribile e ho detto queste parole "Dio dammi la forza, non ce la faccio più" Al che mio figlio si è girato sul letto dandomi le spalle e mi ha detto "Vai pure mamma, mi sono calmato. Dio sa che io sono un bambino buono, lui lo sa" Io gli ho "E tu lo sai?" "sì lo so anch'io".
Di fronte a queste scene non so cosa pensare.
A scuola i problemi sono gli stessi, ma c'è un'ottima collaborazione.
Da sei mesi c'è un nuovo problema: non sente lo stimolo delle feci e si accorge di dover andare in bagno perchè sente di essersi sporcato un pò. Quando si accorge di questo si sente a disagio perchè sa che non dovrebbe accadere e spera facendo finta di niente che nessuno se ne accorga. Spesso sembra che lui voglia dimenticare o non ricordare le cose brutte, quasi a nasconderle a se stesso.
Altri sono i momenti in cui è più tranquillo, mi ascolta, risponde subito quando lo chiamo e in generale lo sento più sereno. Ma non ho ancora capito da cosa dipenda. adesso siamo in vacanza da due mesi, siamo andati a fare delle belle passeggiate in montagna e anche al mare, ma mi dà l'idea che gli manchi sempre qualcosa...Gli unici momenti in cui lo vedo felice sono quando gioca con alcuni bambini, di solito tranquilli che gli danno pace e sicurezza, oppure quando facciamo dei giochi insieme, meglio se di contatto.
Vi ringrazio e spero di ricevere una risposta. Ne avrei proprio bisogno
[#1]
Gentile signora,
Lei dice di aver già chiesto molti consulti, immagino di persona. Si è rivolta ad uno psicologo o al neuropsichiatra infantile? Che cosa Le è stato detto? Oltre all'etichetta di iperemotività, Le hanno suggerito qualche strategia operativa da mettere in atto con Suo figlio?
E' il Suo unico figlio?
Suo marito che dice a riguardo?
Da quando il bimbo ha iniziato a manifestare questa iperemotività?
Lei dice di aver già chiesto molti consulti, immagino di persona. Si è rivolta ad uno psicologo o al neuropsichiatra infantile? Che cosa Le è stato detto? Oltre all'etichetta di iperemotività, Le hanno suggerito qualche strategia operativa da mettere in atto con Suo figlio?
E' il Suo unico figlio?
Suo marito che dice a riguardo?
Da quando il bimbo ha iniziato a manifestare questa iperemotività?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile Signora,
Mi ha fatto molto riflettere questa frase:
" Vai pure mamma, mi sono calmato. Dio sa che io sono un bambino buono, lui lo sa" Io gli ho "E tu lo sai?" "sì lo so anch'io"
C' è una sostanziale differenza tra " buono/ cattivo" e monello....
Da quanto leggo sembra che questi comportamenti inquieti ed irrequieti di suo figlio, si siano ormai cronicizzati ed il bambino si percepisce " cattivo ed inadeguato"
Uno dei rischi di noi genitori è quello di essere punitivi ed offensivi nei confronti dei figli, magari per stanchezza, a volte capita che il bambino si identifichi nel comportamento che non va.....diventando e sentendosi " inadeguato"
In questi casi è complesso poi correggerlo, perché il bambino non diffenzia se stesso dal comportamento inadeguato.
Provi a correggere il rimprovero, magari valorizzandolo e facendolo sentire bravo e sicuro di sè ....
Se la problematica dovesse persistere, provi a consultare uno psicologo di persona
Mi ha fatto molto riflettere questa frase:
" Vai pure mamma, mi sono calmato. Dio sa che io sono un bambino buono, lui lo sa" Io gli ho "E tu lo sai?" "sì lo so anch'io"
C' è una sostanziale differenza tra " buono/ cattivo" e monello....
Da quanto leggo sembra che questi comportamenti inquieti ed irrequieti di suo figlio, si siano ormai cronicizzati ed il bambino si percepisce " cattivo ed inadeguato"
Uno dei rischi di noi genitori è quello di essere punitivi ed offensivi nei confronti dei figli, magari per stanchezza, a volte capita che il bambino si identifichi nel comportamento che non va.....diventando e sentendosi " inadeguato"
In questi casi è complesso poi correggerlo, perché il bambino non diffenzia se stesso dal comportamento inadeguato.
Provi a correggere il rimprovero, magari valorizzandolo e facendolo sentire bravo e sicuro di sè ....
Se la problematica dovesse persistere, provi a consultare uno psicologo di persona
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Buongiorno vi ringrazio per le vostre risposte.
Credo sia necessario riportare più indicazioni quindi cercherò di essere sintetica. Ho portato mio figlio da una neuropsichiatra all'età di tre anni perchè non riuscivo a capire come mai fosse sempre così disobbediente e nervoso. Mi è stato risposto dopo tre incontri che non c'era nulla di importante e che il bimbo tendeva a nascondere i suoi lati più negativi come la rabbia. Poi a cinque anni l'ho portato presso un centro di diagnosi cognitiva e funzionale per capire come mai il bimbo non accettasse i limiti e non sapesse/volesse disegnare. Da questa osservazione risultav un bambino di buona intelligenza, con alcune lievi difficoltà di decodifica di ciò che vedeva in figure geometriche. Dal punto di vista emotivo non si era registrato nulla di evidente. Veniva consigliato un percorso di psicomotricità per una difficoltà più motoria che altro, ma anche qui nulla di rilevante. A sei anni ritorno alla ricerca di una risposta sull'atteggiamento di mio figlio ripeto non aggressivo ma oppositivo sulle regole e sui limiti. Trovo una psicomotricista con cui entro in sintonia perchè spiegatole il caso mi sembra che abbia già capito il mio problema. Porto il bimbo per una decina di sedute e il risultato è che secondo lei il bimbo è molto sensibile, risente molto di tutto ciò che lo circonda, mi fa l'esempio di una persona ubriaca: se l'ambiente è tranquillo riesce a controllarsi, se l'ambiente è agitato, perde ogni riferimento. Questo esempio calza a pennello su mio figlio.
Tutto ciò che ho fatto l'ho condiviso con mio marito che si allarma meno di me ma siamo molto in sintonia. Ho anche una bimba più piccola però molto più serena con cui non ci sono problemi ed è molto amata anche dal primogenito. Grazie e arrisentirci
Credo sia necessario riportare più indicazioni quindi cercherò di essere sintetica. Ho portato mio figlio da una neuropsichiatra all'età di tre anni perchè non riuscivo a capire come mai fosse sempre così disobbediente e nervoso. Mi è stato risposto dopo tre incontri che non c'era nulla di importante e che il bimbo tendeva a nascondere i suoi lati più negativi come la rabbia. Poi a cinque anni l'ho portato presso un centro di diagnosi cognitiva e funzionale per capire come mai il bimbo non accettasse i limiti e non sapesse/volesse disegnare. Da questa osservazione risultav un bambino di buona intelligenza, con alcune lievi difficoltà di decodifica di ciò che vedeva in figure geometriche. Dal punto di vista emotivo non si era registrato nulla di evidente. Veniva consigliato un percorso di psicomotricità per una difficoltà più motoria che altro, ma anche qui nulla di rilevante. A sei anni ritorno alla ricerca di una risposta sull'atteggiamento di mio figlio ripeto non aggressivo ma oppositivo sulle regole e sui limiti. Trovo una psicomotricista con cui entro in sintonia perchè spiegatole il caso mi sembra che abbia già capito il mio problema. Porto il bimbo per una decina di sedute e il risultato è che secondo lei il bimbo è molto sensibile, risente molto di tutto ciò che lo circonda, mi fa l'esempio di una persona ubriaca: se l'ambiente è tranquillo riesce a controllarsi, se l'ambiente è agitato, perde ogni riferimento. Questo esempio calza a pennello su mio figlio.
Tutto ciò che ho fatto l'ho condiviso con mio marito che si allarma meno di me ma siamo molto in sintonia. Ho anche una bimba più piccola però molto più serena con cui non ci sono problemi ed è molto amata anche dal primogenito. Grazie e arrisentirci
[#4]
Gentile signora,
se l'ambiente in cui è immerso il bambino è un ambiente in cui si respira ansia, è chiaro che il bimbo non sarà sereno...
Vuole dirci qualcosa di più a riguardo?
Per quali ragioni Lei è preoccupata/ ansiosa?
In linea generale, in casi del genere non si ottiene molto portando il bambino da vari specialisti, ma intervenendo sui genitori per rendere il clima a casa più disteso e adatto per un bimbo piccolo.
Saluti,
se l'ambiente in cui è immerso il bambino è un ambiente in cui si respira ansia, è chiaro che il bimbo non sarà sereno...
Vuole dirci qualcosa di più a riguardo?
Per quali ragioni Lei è preoccupata/ ansiosa?
In linea generale, in casi del genere non si ottiene molto portando il bambino da vari specialisti, ma intervenendo sui genitori per rendere il clima a casa più disteso e adatto per un bimbo piccolo.
Saluti,
[#5]
Gentile Signora,
i comportamenti di un bambino sono meglio comprensibili e decodificabili alla luce delle dinamiche interattive dei principali contesti di appartenenza, in primo luogo quello familiare.
Sono molto palpabili le sue fatiche e difficoltà nel gestire i comportamenti del suo bimbo.
Bisognerebbe capire meglio, alla luce di molti elementi rilevabili solo direttamente, in che modo si sono sviluppate le problematiche descritte, come sono state gestite e cosa alimenta e sostiene lo status quo per poi poter intervenire nella maniera più corretta.
A questo scopo e per quanto esposto, le suggerisco di rivolgersi a un terapeuta familiare (sistemico) che, valutata la situazione, saprà darvi indicazioni corrette e suggerirvi le migliori strategie per affrontare e gestire correttamente le difficoltà in atto con il vostro bambino.
Se necessita di ulteriori informazioni restiamo in ascolto.
Cordialità
i comportamenti di un bambino sono meglio comprensibili e decodificabili alla luce delle dinamiche interattive dei principali contesti di appartenenza, in primo luogo quello familiare.
Sono molto palpabili le sue fatiche e difficoltà nel gestire i comportamenti del suo bimbo.
Bisognerebbe capire meglio, alla luce di molti elementi rilevabili solo direttamente, in che modo si sono sviluppate le problematiche descritte, come sono state gestite e cosa alimenta e sostiene lo status quo per poi poter intervenire nella maniera più corretta.
A questo scopo e per quanto esposto, le suggerisco di rivolgersi a un terapeuta familiare (sistemico) che, valutata la situazione, saprà darvi indicazioni corrette e suggerirvi le migliori strategie per affrontare e gestire correttamente le difficoltà in atto con il vostro bambino.
Se necessita di ulteriori informazioni restiamo in ascolto.
Cordialità
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.6k visite dal 29/08/2013.
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