La paura del sesso
Buongiorno,
sono una ragazza di 21 anni ed ho una relazione da ormai 3 anni con un ragazzo che amo immensamente.
Premetto che ho sofferto per qualche anno di anoressia (con un'amenorrea durata anni), ma adesso sto bene. Sono guarita, normopeso, ed il ciclo è tornato, e questo grazie al mio coraggio e anche all'amore di questo fantastico ragazzo. Abbiamo rapporti da tempo, ma ultimamente cresce in me una forte paura degli "imprevisti". Facciamo sempre sesso protetto (preservativo) , ma ho continuamente paura che si rompa, si sfili, insomma... non la vivo serenamente e, di conseguenza, neanche lui.
Lo ammetto, sono una persona molto ansiosa che pensa sempre alle conseguenze, a volte incappando nella paranoia, mentre lui è una persona molto serena, che non si fa troppi problemi e vive la vita con una sana leggerezza.
Ma come di può vivere con questa sana leggerezza la vita? Qual è la "ricetta magica", se c'è?
Come ci si può lasciare andare ai piaceri della vita senza pensare sempre a quello che potrebbe accadere dopo?
Quando la scrupolosità è "troppa"?
Più cresco più mi accorgo di essere diventata come mia madre, una donna ansiosa che ha paura di tutto. Ecco quindi la domanda più importante per me: si può rompere la catena madre-figlia? Posso "non diventare come mia madre" anche se la sua influenza è durata 21 anni?
Grazie per la gentilezza sempre dimostrata. Un abbraccio!
sono una ragazza di 21 anni ed ho una relazione da ormai 3 anni con un ragazzo che amo immensamente.
Premetto che ho sofferto per qualche anno di anoressia (con un'amenorrea durata anni), ma adesso sto bene. Sono guarita, normopeso, ed il ciclo è tornato, e questo grazie al mio coraggio e anche all'amore di questo fantastico ragazzo. Abbiamo rapporti da tempo, ma ultimamente cresce in me una forte paura degli "imprevisti". Facciamo sempre sesso protetto (preservativo) , ma ho continuamente paura che si rompa, si sfili, insomma... non la vivo serenamente e, di conseguenza, neanche lui.
Lo ammetto, sono una persona molto ansiosa che pensa sempre alle conseguenze, a volte incappando nella paranoia, mentre lui è una persona molto serena, che non si fa troppi problemi e vive la vita con una sana leggerezza.
Ma come di può vivere con questa sana leggerezza la vita? Qual è la "ricetta magica", se c'è?
Come ci si può lasciare andare ai piaceri della vita senza pensare sempre a quello che potrebbe accadere dopo?
Quando la scrupolosità è "troppa"?
Più cresco più mi accorgo di essere diventata come mia madre, una donna ansiosa che ha paura di tutto. Ecco quindi la domanda più importante per me: si può rompere la catena madre-figlia? Posso "non diventare come mia madre" anche se la sua influenza è durata 21 anni?
Grazie per la gentilezza sempre dimostrata. Un abbraccio!
[#1]
Cara ragazza,
come lei giustamente sottolinea, quello che sembra emergere dalla sua mail è una forte ansia che non riesce a gestire in modo adeguato; a parte nel rapporto sessuale con il suo ragazzo, riscontra questa ansia anche in altri ambiti della sua vita?
Dove altro si manifesta questo stato ansioso?
Il rapporto con i propri genitori, e in particolare con la propria madre, influenza ogni essere umano, anche se in maniera differente.
Se ha sofferto di anoressia in passato, in una prospettiva psicodinamica il rapporto conflittuale con sua madre ha avuto sicuramente il suo grande peso.
Dice di essere guarita e, da quanto scrive, sembra che non si sia rivolta a nessuna struttura, nessun centro, nessun professionista per farsi aiutare ad uscirne. E' così?
"Rompere la catena", come lei dice, è qualcosa di possibile ma credo che sarebbe utile un consulto di persona con un collega della sua zona che possa aiutarla ad elaborare il suo vissuto relazionale così da permetterle di completare il processo di separazione/individuazione che, forse, in lei non si è mai opportunamente realizzato.
Un caro saluto
come lei giustamente sottolinea, quello che sembra emergere dalla sua mail è una forte ansia che non riesce a gestire in modo adeguato; a parte nel rapporto sessuale con il suo ragazzo, riscontra questa ansia anche in altri ambiti della sua vita?
Dove altro si manifesta questo stato ansioso?
Il rapporto con i propri genitori, e in particolare con la propria madre, influenza ogni essere umano, anche se in maniera differente.
Se ha sofferto di anoressia in passato, in una prospettiva psicodinamica il rapporto conflittuale con sua madre ha avuto sicuramente il suo grande peso.
Dice di essere guarita e, da quanto scrive, sembra che non si sia rivolta a nessuna struttura, nessun centro, nessun professionista per farsi aiutare ad uscirne. E' così?
"Rompere la catena", come lei dice, è qualcosa di possibile ma credo che sarebbe utile un consulto di persona con un collega della sua zona che possa aiutarla ad elaborare il suo vissuto relazionale così da permetterle di completare il processo di separazione/individuazione che, forse, in lei non si è mai opportunamente realizzato.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Gentile utente,
concordo con quanto scritto dal mio collega.
Inoltre è interessante che usi il termine "catena" definendo il rapporto con sua madre.
Le catene solitamente imprigionano, tengono bloccati.
Inoltre lei un po' assomiglierà a sua madre. Questo inevitabile proprio perché la sua influenza è durata 21 anni. Forse piuttosto che combattere queste "parti materne" che sono in lei dovrebbe accettarle, prendendo il "buono" che sua madre le ha lasciato.
Mi rendo conto che è difficile...
Restiamo in ascolto
concordo con quanto scritto dal mio collega.
Inoltre è interessante che usi il termine "catena" definendo il rapporto con sua madre.
Le catene solitamente imprigionano, tengono bloccati.
Inoltre lei un po' assomiglierà a sua madre. Questo inevitabile proprio perché la sua influenza è durata 21 anni. Forse piuttosto che combattere queste "parti materne" che sono in lei dovrebbe accettarle, prendendo il "buono" che sua madre le ha lasciato.
Mi rendo conto che è difficile...
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#3]
Gentile ragazza,
da un punto di vista cognitivo-comportamentale, l'ambiente in cui viviamo (quindi anche la famiglia) è il luogo degli apprendimenti e se la tua mamma è una donna ansiosa, è molto probabile che tu abbia appreso in maniera indiretta -osservando cioè questo modello e le sue reazioni davanti agli eventi della vita, anche quotidiani- che il mondo può essere fonte di pericoli. L'ansia è infatti l'emozione che percepiamo dinnanzi ad un pericolo.
Tuttavia anch'io ritengo che sarebbe opportuno agire sull'ansia e permettere ad un professionista della tua zona di aiutarti a capire come risolvere il problema e in che modo gestire l'ansia, per poter vivere la tua vita e quindi anche la sessualità senza tali fantasmi.
Saluti,
da un punto di vista cognitivo-comportamentale, l'ambiente in cui viviamo (quindi anche la famiglia) è il luogo degli apprendimenti e se la tua mamma è una donna ansiosa, è molto probabile che tu abbia appreso in maniera indiretta -osservando cioè questo modello e le sue reazioni davanti agli eventi della vita, anche quotidiani- che il mondo può essere fonte di pericoli. L'ansia è infatti l'emozione che percepiamo dinnanzi ad un pericolo.
Tuttavia anch'io ritengo che sarebbe opportuno agire sull'ansia e permettere ad un professionista della tua zona di aiutarti a capire come risolvere il problema e in che modo gestire l'ansia, per poter vivere la tua vita e quindi anche la sessualità senza tali fantasmi.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Utente
La ringrazio per la repentina risposta.
Questo stato ansioso si manifesta nelle cose che mi stanno particolarmente a cuore (rapporti amorosi, traguardi universitari...).
Il rapporto con mia madre mi ha sempre influenzata, nel senso che sin da quando ero bambina mia madre è sempre stata molto protettiva con me (ricordo di gite scolastiche a cui non potevo partecipare da sola se non con mia madre per paura che mi accadesse qualcosa, oppure la sua paura della bicicletta, per esempio). Insomma, delle cose "potenzialmente" rischiose.
Amo mia madre profondamente, e non la cambierei con nessun'altra al mondo, ma ammetto che lo stare a contatto con la sua ansia costante sia stata per me una difficoltà grande, che negli ultimi anni ho assorbito prepotentemente.
Non mi sono rivolta a nessuna struttura per guarire dall'anoressia, ma il miglioramento è stato graduale sia nel corpo che nella testa. L'ansia c'era già prima del disturbo alimentare, ed è rimasta anche dopo, sotto altre forme (ripeto: università, amore. famiglia...).
La mia più grande paura è quella di dover convivere "per forza" con questa ansia (perché non riesco a trovare il modo per "rompere la catena" di cui parlo o, come dice lei, forse non sono ancora riuscita ad indentificare me stessa come essere vivente indipendentemente dalle sensazioni di chi mi ha messa al mondo.
Questo stato ansioso si manifesta nelle cose che mi stanno particolarmente a cuore (rapporti amorosi, traguardi universitari...).
Il rapporto con mia madre mi ha sempre influenzata, nel senso che sin da quando ero bambina mia madre è sempre stata molto protettiva con me (ricordo di gite scolastiche a cui non potevo partecipare da sola se non con mia madre per paura che mi accadesse qualcosa, oppure la sua paura della bicicletta, per esempio). Insomma, delle cose "potenzialmente" rischiose.
Amo mia madre profondamente, e non la cambierei con nessun'altra al mondo, ma ammetto che lo stare a contatto con la sua ansia costante sia stata per me una difficoltà grande, che negli ultimi anni ho assorbito prepotentemente.
Non mi sono rivolta a nessuna struttura per guarire dall'anoressia, ma il miglioramento è stato graduale sia nel corpo che nella testa. L'ansia c'era già prima del disturbo alimentare, ed è rimasta anche dopo, sotto altre forme (ripeto: università, amore. famiglia...).
La mia più grande paura è quella di dover convivere "per forza" con questa ansia (perché non riesco a trovare il modo per "rompere la catena" di cui parlo o, come dice lei, forse non sono ancora riuscita ad indentificare me stessa come essere vivente indipendentemente dalle sensazioni di chi mi ha messa al mondo.
[#5]
Cara ragazza,
non è un caso che l'ansia si manifesti nelle cose cui tiene di più e che, forse, più o meno consapevolmente, vorrebbe tenere sotto controllo.
Credo che la tematica del controllo, dalle poche informazioni che si possono evincere dai suoi post, sia dominante nella sua vita.
Purtroppo non possiamo tenere tutto sotto controllo, la vita è fatta di imprevisti e forse questo aspetto della vita è anche il suo bello.
Pensi come potrebbe essere se potessimo sapere sempre ed in ogni momento cosa ci succederà e come!
Comprendo il suo malessere e credo di comprendere di quale natura possa essere stato, e possa ancora essere, il rapporto con sua madre.
Tuttavia questa catena si può spezzare; si affidi all'aiuto di un collega della sua zona e sono certo che ne trarrà grandi benefici.
Potrà trovare professionisti preparati e pronti ad accogliere il suo disagio anche presso le strutture pubbliche e i consultori della sua regione.
Un caro saluto
non è un caso che l'ansia si manifesti nelle cose cui tiene di più e che, forse, più o meno consapevolmente, vorrebbe tenere sotto controllo.
Credo che la tematica del controllo, dalle poche informazioni che si possono evincere dai suoi post, sia dominante nella sua vita.
Purtroppo non possiamo tenere tutto sotto controllo, la vita è fatta di imprevisti e forse questo aspetto della vita è anche il suo bello.
Pensi come potrebbe essere se potessimo sapere sempre ed in ogni momento cosa ci succederà e come!
Comprendo il suo malessere e credo di comprendere di quale natura possa essere stato, e possa ancora essere, il rapporto con sua madre.
Tuttavia questa catena si può spezzare; si affidi all'aiuto di un collega della sua zona e sono certo che ne trarrà grandi benefici.
Potrà trovare professionisti preparati e pronti ad accogliere il suo disagio anche presso le strutture pubbliche e i consultori della sua regione.
Un caro saluto
[#6]
Gentile Ragazza,
L' anoressia, solitamente non passa da sola, ma mediante la risoluzione delle " cause" che hanno fatto si che insorgesse e si mantenesse immodificata.
Il tema principale di chi soffre di disturbi oro/ alimentari è il " controllo", tema che lei sembra avere traslato anche sotto le lenzuola....
Forse lavorare sulla sua ansia e sul suo disagio globale, contribuirebbe a restituirle salute, qualità di vita e di coppia...
L' anoressia, solitamente non passa da sola, ma mediante la risoluzione delle " cause" che hanno fatto si che insorgesse e si mantenesse immodificata.
Il tema principale di chi soffre di disturbi oro/ alimentari è il " controllo", tema che lei sembra avere traslato anche sotto le lenzuola....
Forse lavorare sulla sua ansia e sul suo disagio globale, contribuirebbe a restituirle salute, qualità di vita e di coppia...
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.5k visite dal 28/08/2013.
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Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.