Tic "semivolontario"
Io dalle elementari ho una specie di "tic semivolontario".
Quando penso di non essere visto (per questo lo definisco semivolontario) vengo "attaccato" da periodi di movimenti spastici, di durata variabile ma sempre breve (da pochi secondi a qualche minuto). Scrollo le braccia, ma soprattutto le mani e le dita, spesso saltello, talvolta faccio strane smorfie.
Tutto questo è associato con un "picco" dell'emozionalità, nel senso che di solito sono troppo "lento" nel provare emozioni e reazioni emotive verso fatti o persone, ma questi periodi sono una sorta di "parafulmine" dell'emozionalità, nel senso che durante questi periodi mi "rifaccio" di tutto ciò che non ho provato prima. Rabbia, euforia, amore, orgoglio, tristezza, autocommiserazione... c'è di tutto (generalmente un'emozione/sentimento per volta, dipende a cosa pensavo prima di iniziare).
E tutto avviene in modo potente e condensato in quei pochi attimi.
Vorrei avere il vostro aiuto per capire di che cosa si tratta e se è curabile, perchè per quanto piacevole è imbarazzante, e forse è la causa della mia "lentezza emotiva" il fatto di scaricare le emozioni non su qualcuno come (a seconda dei casi) sarebbe giusto, ma nella solitudine su me stesso.
Quando penso di non essere visto (per questo lo definisco semivolontario) vengo "attaccato" da periodi di movimenti spastici, di durata variabile ma sempre breve (da pochi secondi a qualche minuto). Scrollo le braccia, ma soprattutto le mani e le dita, spesso saltello, talvolta faccio strane smorfie.
Tutto questo è associato con un "picco" dell'emozionalità, nel senso che di solito sono troppo "lento" nel provare emozioni e reazioni emotive verso fatti o persone, ma questi periodi sono una sorta di "parafulmine" dell'emozionalità, nel senso che durante questi periodi mi "rifaccio" di tutto ciò che non ho provato prima. Rabbia, euforia, amore, orgoglio, tristezza, autocommiserazione... c'è di tutto (generalmente un'emozione/sentimento per volta, dipende a cosa pensavo prima di iniziare).
E tutto avviene in modo potente e condensato in quei pochi attimi.
Vorrei avere il vostro aiuto per capire di che cosa si tratta e se è curabile, perchè per quanto piacevole è imbarazzante, e forse è la causa della mia "lentezza emotiva" il fatto di scaricare le emozioni non su qualcuno come (a seconda dei casi) sarebbe giusto, ma nella solitudine su me stesso.
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Gentile utente
La sua descrizione del collegamento fra questi suoi movimenti e la sua emozionalità "lenta", ma si potrebbe forse dire "trattenuta", è molto chiara. Ogni persona ha i suoi modi per sfogare l'eccesso di emotività. C'è chi va in palestra, chi corre, chi va a fare arrampicate e chi si butta da un aereo appeso a un paracadute.
Se questi suoi sfoghi, ammesso che di sfogo si tratti, rimangono confinati nel privato quando nessuno la sta vedendo e, soprattutto, raggiungono lo scopo, ossia la fanno sentire meglio, non vedo ragione di preoccuparsene eccessivamente.
D'altra parte, se lei sentisse che potrebbero esserci modi più adatti a lei per convogliare e scaricare la tensione, oppure semplicemente desiderasse approfondire e capire un po' meglio questo suo lato così personale e originale, può sempre richiedere un consulto psicologico, di persona. In questo caso le suggerirei di tener sempre presente l'aspetto di curiosità e "divertimento" nel farlo, più che avere l'atteggiamento di chi si sta accingendo ad affrontare una cosa "grave".
In altre parole dovrebbe considerare di star chiedendo un aiuto per migliorare qualcosa che di per sé è già funzionale, più che per curare un disturbo "anormale".
Cordiali saluti
La sua descrizione del collegamento fra questi suoi movimenti e la sua emozionalità "lenta", ma si potrebbe forse dire "trattenuta", è molto chiara. Ogni persona ha i suoi modi per sfogare l'eccesso di emotività. C'è chi va in palestra, chi corre, chi va a fare arrampicate e chi si butta da un aereo appeso a un paracadute.
Se questi suoi sfoghi, ammesso che di sfogo si tratti, rimangono confinati nel privato quando nessuno la sta vedendo e, soprattutto, raggiungono lo scopo, ossia la fanno sentire meglio, non vedo ragione di preoccuparsene eccessivamente.
D'altra parte, se lei sentisse che potrebbero esserci modi più adatti a lei per convogliare e scaricare la tensione, oppure semplicemente desiderasse approfondire e capire un po' meglio questo suo lato così personale e originale, può sempre richiedere un consulto psicologico, di persona. In questo caso le suggerirei di tener sempre presente l'aspetto di curiosità e "divertimento" nel farlo, più che avere l'atteggiamento di chi si sta accingendo ad affrontare una cosa "grave".
In altre parole dovrebbe considerare di star chiedendo un aiuto per migliorare qualcosa che di per sé è già funzionale, più che per curare un disturbo "anormale".
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 06/06/2008.
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