Paura di perdere le persone care
Gentili dottori,
vi scrivo per un problema che mi affligge. Ho 34 anni sono felicemente sposata da circa 3 anni e sono figlia unica…e qui arriva il problema. I miei genitori non sono più giovanissimi: mio padre ha 74 anni e mia madre 70. Sono due persone estremamente vitali ma che cominciano a risentire degli acciacchi dell’età: un anno fa mio padre è stato operato per un papilloma vescicale fortunatamente risultato begnigno mentre mia madre soffre di ipertensione e ipercolesterolemia. Il mio problema è questo: ogni volta che loro si devono sottoporre ai controlli e i risultati non sono all’interno dei range previsti io vado in tilt. Comincio a pensare alle cose peggiori, cerco qualsiasi tipo di informazione in internet con l’ovvio (me ne rendo conto) risultato di fare una grande confusione, piango come una fontana (lo sto facendo anche mentre vi scrivo), penso a loro che si godono la vita e che non potrebbero più farlo, penso a loro che sono ormai dopo quasi 40 anni di matrimonio praticamente simbiotici…e penso che non riuscirò a superare il momento del definitivo distacco da loro…Questa cosa comincia a farmi vivere male, in continuo stato di ansia che di sicuro non fa bene ne a me ne al mio matrimonio, visto che giustamente mio marito comincia a spazientirsi dal momento che lui (figlio unico come me) ha una mamma in carrozzina per una emorragia cerebrale e un papà cardiopatico con 3 by-pass.
Cosa posso fare per uscire da questa spirale di sconforto che mi attanaglia, senza peraltro motivi , me ne rendo conto, fondati? Come farò a superare il momento in cui veramente i problemi saranno reali e continuare a vivere la mia vita? Alle volte penso che preferirei avere io dei problemi piuttosto che loro, pur di non vederli soffrire…e penso che, nonostante voglia tanto dei bambini, non so se sia giusto che un domani loro possano soffrire per causa mia.
Vi prego datemi dei consigli…
vi scrivo per un problema che mi affligge. Ho 34 anni sono felicemente sposata da circa 3 anni e sono figlia unica…e qui arriva il problema. I miei genitori non sono più giovanissimi: mio padre ha 74 anni e mia madre 70. Sono due persone estremamente vitali ma che cominciano a risentire degli acciacchi dell’età: un anno fa mio padre è stato operato per un papilloma vescicale fortunatamente risultato begnigno mentre mia madre soffre di ipertensione e ipercolesterolemia. Il mio problema è questo: ogni volta che loro si devono sottoporre ai controlli e i risultati non sono all’interno dei range previsti io vado in tilt. Comincio a pensare alle cose peggiori, cerco qualsiasi tipo di informazione in internet con l’ovvio (me ne rendo conto) risultato di fare una grande confusione, piango come una fontana (lo sto facendo anche mentre vi scrivo), penso a loro che si godono la vita e che non potrebbero più farlo, penso a loro che sono ormai dopo quasi 40 anni di matrimonio praticamente simbiotici…e penso che non riuscirò a superare il momento del definitivo distacco da loro…Questa cosa comincia a farmi vivere male, in continuo stato di ansia che di sicuro non fa bene ne a me ne al mio matrimonio, visto che giustamente mio marito comincia a spazientirsi dal momento che lui (figlio unico come me) ha una mamma in carrozzina per una emorragia cerebrale e un papà cardiopatico con 3 by-pass.
Cosa posso fare per uscire da questa spirale di sconforto che mi attanaglia, senza peraltro motivi , me ne rendo conto, fondati? Come farò a superare il momento in cui veramente i problemi saranno reali e continuare a vivere la mia vita? Alle volte penso che preferirei avere io dei problemi piuttosto che loro, pur di non vederli soffrire…e penso che, nonostante voglia tanto dei bambini, non so se sia giusto che un domani loro possano soffrire per causa mia.
Vi prego datemi dei consigli…
[#1]
Cara signora,
Ci chiede ch fare. Rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta senza indugio.
E' probabile che lei non abbia mai superato la fase di dipendenza infantile, qualla che si supera qundo ci si forma una propria vita, dei propri affetti e pur mantenendo un normale affetto fiiale si guarda avanti.
Non si tratta di una cosa rara specialmente per i figli unici per i quali i genitori hanno costituito un riferimento unico.
Le faccio i migliori auguri..
Ci chiede ch fare. Rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta senza indugio.
E' probabile che lei non abbia mai superato la fase di dipendenza infantile, qualla che si supera qundo ci si forma una propria vita, dei propri affetti e pur mantenendo un normale affetto fiiale si guarda avanti.
Non si tratta di una cosa rara specialmente per i figli unici per i quali i genitori hanno costituito un riferimento unico.
Le faccio i migliori auguri..
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 21/08/2013.
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