Fine percorso formativo - ho voglia di spegnermi

Ho voglia di spegnermi.
Sono alla fine del mio percorso formativo manca l’aggiustamento della tesi, l’esame di teologia e la conclusione di una tesina.
Dovrei…devo farcela per fare tutto in questi ultimi 20 giorni.
Non mi sono concessa pause questa estate e come pensiero fisso c’è solo la tesi e gli esami.
Solo andata via solo 3 giorni con un gruppo di karatè di Mantova affiliato al nostro di Milano.
Sono stati 3 giorni belli, spensierati ma nello stesso tempo ansiosi per la tesi e per quello che non ho rispetto a quel gruppo di amici affiatati di cui purtroppo non farò mai parte.
Ora che sono tornata non faccio che pensare a quei momenti o perdermi online su qualche video divertente incapace di concentrarmi.

Continuo a pensare a tante cose…il tutto condito da un’incessante dose di capogiri e vertiggini che non se ne va…
Ogni volta che penso al futuro e a questi ultimi 3 obbiettivi da concludere mi dico di muovermi, che sono alla fine…che manca pochissimo ma invece di reagire come negli ultimi mesi…non faccio nulla.
Perfetto autosabotaggio. Tempismo peggiore.
Penso al tirocinio all’estero già programmato e penso a come andrà male e a come mi vedranno come incapace.
Penso al fidanzato mai avuto e alla mia tendenza ad infatuarmi di ragazzi irraggiungibili anche per età (troppo giovani). Forse il rammarico per un’adolescenza mai vissuta perché impegnata nello sport e in passatempi infantili…

Preferivo la fase di ansia-agitazione-attivazione che era però direzionata a qualcosa.
Ora in questo stato di bradipismo vorrei solo spegnermi. Non pensare più a nessuna questione. Smettere di immaginare una relazione con un ragazzo irraggiungibile, non lavorare più alla tesi che mi fa venire la nausea, non tentare di predire il futuro…

Ho dimenticato di dire di stare per laurearmi in psicologia. Tesi sulla creatività e le nuove tecnologie. Non sono pronta non so fare questo lavoro. E sono tutti qui pronti a dimostrarmelo. Sono tutti qui pronti a ridere….
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
È normale giunge alla soglia della laurea stanchi e spossati ed iniziare a fare bilanci....

Forse è solo stanca.

Da quanto scrive di lei, sembra che il suo percorso di vita sia stato sbilanciato a favore dell' aspetto cognitivo, più che affettivo.

A volte una sperequazione tra i due ambiti, può portare delle lacune e dei disagi.
Non ha mai avuto un fidanzato?
Tutti amori impossibili?
Si è mai chiesta se questa sia difficoltà correla con una possibile paura dell' initimità e della'Amore?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile ragazza,
mi associo alla collega dicendo che la la laurea è uno dei momenti più difficili per uno studente. Questo non solo per "l'ansia da prestazione" (sarà un buon lavoro? sarò in grado di discuterla? ecc.) ma anche perché è il momento in cui finisce il percorso di studi e ci dobbiamo confrontare con il mondo del lavoro. Per chi ha scelto il percorso universitario, come lei, studiare è naturale, è una costante. Adesso oltre a studiare (in questo mestiere non si finisce mai di essere studenti) dovrà mostrare a se stessa e agli altri quello che ha imparato, dovrà quindi scendere in campo. Ha paura dunque.
Scusi se mi permetto, paura di "crescere" forse?
Di lasciare casa per andare all'estero?
Di permettersi di innamorarsi di ragazzi della sua età per costruire un futuro?
Quando dico paura di crescere intendo il timore del nuovo, di un cambiamento importante. Il cambiamento nonostante tutti i nostri sforzi per arginarlo è l'unica costante della vita.
Non so molto di lei e delle motivi che la frenano, l'unica cosa che posso dirle è che cerchi di riflettere sul significato della sua crisi piuttosto che farsene investire.

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

complimenti per l'autodiagnosi! ;-)
Hai ragione: è un autosabotaggio, perchè -come sai- più cerchiamo di tenere a bada l'ansia, più l'amplifichiamo.
A parte tutte le altre considerazioni che abbiamo fatto sopra, questo concretamente ti sta impedendo di studiare e concentrarti se ho capito bene?
Forse, pur con i limiti di un consulto on line, tutto ciò, insieme ad altre scelte (non aver mai avuto un ragazzo e sognare storie impossibili sono aspetti fobici...), potrebbe essere oggetto di attenzione clinica perchè potrebbe nascondere un problema d'ansia che ti spinge a fare scelte precise (di evitamento del problema o rimandarlo, ad es. lo studio).

Anche tutti questi pensieri e rimuginii sulla tesi, sul futuro, sulle relazioni non fanno altro che allontanarti dal raggiungimento dei tuoi obiettivi, e potrebbero tradire un po' d'ansia.

Vorrei però normalizzare una parte della tua richiesta e dei tuoi timori.
Nessuno di noi, quando si è laureato in Psicologia, sapeva FARE nulla: lo sai bene che all'università si apprendono nozioni teoriche, che talvolta ci sembrano anche inutili e incomprensibili e che magari si capiscono a distanza di tempo o... quando si ha l'opportunità di mettere le mani in pasta o se si è seguiti bene da un tutor durante il tirocinio.

Mi pare quindi scontato che tu non sia pronta a "fare" questo lavoro: prima devi imparare a FARE questo lavoro. In altri termini hai tutta la teoria e adesso devi imparare a maneggiarla per poterla applicare.

Facile? Difficile? Si fa. Lo abbiamo fatto tutti e non vedo perchè tu non debba riuscirci. O meglio perchè tu voglia mettere davanti a tutto ciò le tue preoccupazioni. Preoccupazioni legittime, ma vorrei aiutarti a normalizzare un po' la situazione.

E' vero che laurearsi ha il significato di passaggio all'età adulta, e forse non sempre ce ne rendiamo conto in maniera così consapevole: anzi, spesso, proprio perchè come ti ha già detto il Collega la nostra vita continua con lo studio (es tirocinio, esame di stato, scuola di specializzazione, ecc...), questo passaggio potremmo percepirlo poco o in maniera più sfumata... ma qui a me pare una questione legata all'ansia che faresti bene a vedere con uno psicologo di persona.

All'Università che frequenti è presente lo psicologo, se credi.
Oppure presso una ASL della città, non dovresti avere problemi, nè incontrare liste d'attesa troppo lunghe.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Annalisa De Filippo Psicologo, Psicoterapeuta 113 4
Gentile Ragazza,

alle osservazioni dei Colleghi, aggiungo che le sue parole ("per quello che non ho rispetto a quel gruppo di amici affiatati di cui purtroppo non farò mai parte" "mi vedranno come incapace" "sono tutti qui pronti a ridere") fanno ipotizzare un problema di autostima, con ripercussioni negative in questa fase di passaggio della sua vita (fine percorso formativo) e sembra siano emerse paure e pensieri legati alla sua vita e al suo futuro non solo lavorativo ma anche affettivo.
Ma la consapevolezza di qualcosa che fa star male è il primo passo, e può essere "direzionata a qualcosa": la motivazione a occuparsi del proprio benessere.

Sperando di fare cosa gradita, segnalo il seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/495-autostima-una-perla-preziosa.html

Un saluto.

Dr.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta
www.centropianetapsicologia.com
www.psicologasestosangiovanni.com

[#5]
Utente
Utente
Credo che quello che mi stia succedendo sia lo stesso che è accaduto a Pasqua dopo un viaggio a Londra con mia mamma.
Avevo 10.000 cose da fare prima di partire ma sono andata via lo stesso. Li dovevo solo girare, vedere, fare fotografie e conoscere cose nuove.
Nessuna scadenza, esame o lunghe notti di lavoro.
Sono tornata e per 3 o 4 giorni ero in uno stato quasi depressivo. Non so se la definizione è corretta abbiamo fatto poco di clinica (altro motivo di ansia -__-'').

Guardavo le foto di Londra e piangevo, guardavo fuori dalla finestra e tutto mi sembrava così insignificante e inutile. Volevo solo tornare li. Ma per tornarci dovevo aver qualcosa da fare la.

Mi sono impegnata per trovare un posto per il tirocinio a Londra e ci sono riuscita.
Anche se l’università fa caos con i documenti e il professor contattato è una figura che ispira fiducia ma nello stesso tempo paura di giudizio (è amico del mio della tesi che mi ha "intimato" di non fare brutte figure e non rovinare la loro amicizia).
Dopo questa opportunità all'estero nel campo dei nuovi media e benessere sono ripartita più forte di prima.

Quello che mi succede è un po’ la stessa cosa. 3 giorni spensierati e di divertimento e poi sono ripiombata nel giro di due ore di macchina qui a casa da sola e senza neanche il conforto del gatto (se l’è tenuta mia nonna in montagna).
Ho davanti la tesi da mettere a posto e ci sono parti che mancano e di cui non riesco a recuperare la bibliografia e cose che sono troppo lunghe da non riuscire più a capire se servono o meno.
Una tesina sull’analisi del vocale verbale e non verbale ancora incompleta e teologia da fare che sono li solo per rompere le scatole. Se non ci fossero avrei tutto il tempo di concedermi un po’ di oblio.

La storia dell’amore è la stessa che va avanti da anni.
Vivo d’infatuazioni in pieno stile adolescenziale che non portano a nulla.
In quei 3 giorni ho rivisto uno dei ragazzi che mi piace (è fidanzato) e continuo a ricordare quei momenti in cui mi parlava e mi prestava attenzione e so che non lo rivedrò per un anno.
L’altro ragazzo più giovane è carino e dolce. Ma anche li dove voglio andare? Ha 17 anni e vive a 200 km da me!

Non sono mai entrata in intimità con un ragazzo che mi piacesse in modo completo e quel poco che è accaduto mi ha lasciato addosso un senso di sporco di tristezza per essere un misero ripiego, un pezzo di carne...

Sono uscita poche volte con dei ragazzi (a parte i miei amici) e tendenzialmente la cosa mi procura forti ansie.
L’intimità fisica mi attira nell’immaginario ma nella realtà è un mondo oscuro e piano anche di cose piacevoli ma anche spiacevoli.
Forse trovata una persona adatta non succederà più. Ma vedo la strada ancora lunga dal quel punto di vista e a 24 anni senza aver mai avuto un uomo è abbastanza patetico.

Lo so sto tirando fuori troppo. Troppe cose pensate per cui non c'è il tempo.
In questi 3 giorni ho perso il ritmo, la voglia e l’interesse per concludere tutto.
Cercherò di andare avanti lo stesso ma mi sembra di essere assonnata, intontita e stordita.
Non avrei mai pensato di rimpiangere lo stato ansioso-agitato in cui ero in questi mesi ma quantomeno le cose venivano fatte così!

[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Sono uscita poche volte con dei ragazzi (a parte i miei amici) e tendenzialmente la cosa mi procura forti ansie. "

Gentile ragazza, secondo me non solo uscire con i ragazzi ti procura ansia, ma anche altre situazioni che hai descritto.
Per questa ragione uno psicologo potrebbe aiutarti, ma di persona.

Che ne pensi?
[#7]
Utente
Utente
Ero passata dallo psicologo scolastico del mio istituto che mi ha poi rimandato al consultorio li vicino e da li ho fatto qualche seduta il 1 anno di università ma ho lasciato presto.
La motivazione era evitare di andare fino a Lodi tutte le settimane e dire ai miei dove spendevo quei 30 euro ogni volta (l'università è privata e costava parecchio per cui le finanze erano controllatissime).

La situazione non è lontanamente come era a quel tempo. E' andato tutto un pò a rotoli dal 2 anno di università in poi (i miei hanno divorziato) e quello che non avevo conquistato all'ora non l'ho certo adesso.
Il fatto è che adesso non mi posso mettere ad andare dallo psicologo con tutte ste cose da fare e con la partenza per Londra a metà ottobre. Un'interruzione per 6 mesi e delle sedute di 1 e mezzo non so cosa a potrebbero portare...
Magari potrei chiedere allo psicologo universitario dopo la laurea ma non vorrei incontrare qualche mia prof o tirocinante o peggio qualche compagno...
In ogni caso così non potrei andare avanti molto sopratutto da sola a Londra.

Scusatemi sto tirando fuori mille cose tutte insieme...credo stia abbastanza normale...

[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

hai mai pensato che potrebbe essere solo un alibi dire: "Il fatto è che adesso non mi posso mettere ad andare dallo psicologo con tutte ste cose da fare e con la partenza per Londra a metà ottobre."

Tutto ciò che stai tirando fuori a mio avviso potrebbe essere rivisto, riletto e sistemato (anche il di più che magari non occorre) con l'aiuto di uno psicologo.

Se provi a guardare su internet e vedere quali strutture ci sono nella tua città, potresti trovare anche associazioni oltre ai consultori, che erogano terapie a costi contenutissimi e, presso i consultori, addirittura gratis.

Pensaci.

Saluti,
[#9]
Utente
Utente
Non credo sia un'alibi ma una presa di coscienza che certe cose non si mettono a posto in poco tempo. E sapendo un pò della professione credo non sia ottimale iniziare le sedute e poi lasciarle in stand by per qualche mese.
Proverò lo stesso a chiedere in università sperando che il servizio sia aperto per me anche dopo la laurea o meglio ancora nel consultorio del mio paese.

La cosa positiva è che ho ripreso a lavorare anche se questi 4 giorni perduti richiederanno il doppio del lavoro.
Dovevo solo resistere qualche giorno in più ed era fatta e invece come al solito non ci sono riuscita.
Cercherò di finire dei tempi lo stesso. La motivazione è un po' tornata.

Grazie dell'aiuto...^_^