Difficoltà a superare una rottura

Salve a tutti. Circa 4 mesi fa è finito un rapporto con una persona per me molto importante (decisione presa da lui, in modo brutale e meschino) e da allora sono piombata nella tristezza. Ho fatto tante cose per cercare di reagire: sono partita per l'estero,per le vacanze,ho conosciuto nuove persone,ragazzi,mi sto concentrando nell'università e in altri progetti, eppure nulla. Soffro per la perdita, per l'abbandono,per quello che avevamo costruito e che lui ha deciso di distruggere, ho il cuore spezzato. Vedo qualcosa,faccio qualcosa,ed ho voglia di condividerla con lui,di sentire la sua voce,lo penso, ne sono gelosa,mi manca,penso alle nostre cose e alle nostre risate e non posso credere di essere diventata un nulla per lui. Piango più volte al giorno,sono sempre triste,schiva,tutto mi sembra incolore e insapore. Non leggo più,non guardo più film,non mi entusiasmano gli amici. Insomma sono veramente nell'angoscia più nera.
Come devo fare? Quanto ci metterà il mio cuore a farsene una ragione? Cosa altro devo tentare? Dovrei dimenticarmi di una persona che mi ha fatta soffrire,mi ha rifiutata,eppure non me ne faccio capace.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Cara ragazza,

quanto è durata la vostra relazione per quale motivo è finita?
Ci sono state in passato delle crisi? Come sono state affrontate?

La separazione in questi casi implica del tempo, molto spesso ci vogliono mesi per metabolizzare un'evento così importante. Sarebbe opportuno poter comprendere le ragioni dell'altro, il suo punto di vista, questo ti può sicuramente aiutare.

>>decisione presa da lui, in modo brutale e meschino<<
in che modo?



Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazza,
è la stessa persona di cui parlava in un precedente consulto?
Poiché se la stessa fosse, denunciava già una situazione di sofferenza nel rapporto e la difficoltà a lasciarlo malgrado tutto.

Il dolore, il senso di mancanza, quando si chiude un rapporto sentimentale sono per così dire "fisiologici", il tempo però aiuta ad elaborare, stemperare la sofferenza e a ricominciare a vivere.

Perché secondo lei però rimpiange in questo modo una persona con la quale non stava così bene, almeno stando a quanto detto da lei in precedenza e che ha deciso di troncare in modo brutale e meschino?

La sofferenza che denuncia ora per la rottura, sembrerebbe aggiuntiva a quella precedente e probabilmente più profonda , che forse le impediva di lasciare questo ragazzo nonostante lei avesse definito la sua relazione malsana...ipotizzo.

Se così fosse incontrare direttamente un nostro collega potrebbe esserle utile.

Un caro saluto





Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Salve Dottore. Grazie per la sua risposta. Ha ragione, sono stata povera di dettagli ma non volevo allungare la lettera.

Lo conosco da circa 4 anni, il nostro rapporto è iniziato un anno e mezzo fa. E' durato un annetto e qualche mese. Lo ha fatto in modo brutale perché non lo ha detto di persona, è stato improvviso ed ha usato parole che mi hanno veramente ferita. Aggiungiamo quindi alla disperazione dell'abbandono pure l'autostima che cade a pezzi.

Mi ha fatta sentire sbagliata, inadeguata, non abbastanza per lui. Non è stata la prima volta. Nel nostro rapporto non c'è mai stata una parità : lui è sempre stato il meno preso, io la più coinvolta. Lui il più forte emotivamente, quello che si faceva sentire di meno, quello che decideva cosa fare e come farlo, io quella che pur di non perderlo lo assecondava, si accontentava, lo rincorreva, spesso evitava di arrabbiarsi seppur ferita. Sono stata debole, lo sono ancora (cosa che mi ha rinfacciato più volte), e non ho avuto mano ferma, mi sono fatta mettere spesso i piedi in testa. La mia dignità l'ho accantonata, orgoglio pure. Stima in me stessa zero. Anche adesso accadono le stesse dinamiche : ogni tanto in questi mesi è riapparso, io lì pronta ad accoglierlo, ora è sparito di nuovo diventando gelido ed io soffro.
E allora c'è da chiedersi perché il mio cuore fatichi a dimenticare tutto ciò. Perché? Perché continuo a dormire male, a sognarlo,a piangere lacrime su lacrime? dopo quasi 4 mesi non dovrei essermene fatta una ragione?
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Utente
Utente
Dottoressa Rinella,

sì la persona è la stessa del precedente consulto. Il motivo è che lui mi faceva sentire apprezzata suppongo, voluta (in quei momenti in cui il rapporto andava bene) e questo mi manca. Forse ho bisogno di conferme, di dosi di autostima da parte degli altri. Non lo so il perché. Voglio comunque specificare che la persona in questione non è un mostro, ma come scritta nella precedente risposta al dottor Del Signore, si era creato uno squilibrio nel rapporto dove io rappresentavo la parte debole, lui il forte, il sicuro, il meno preso. E ne soffro ancora adesso. Non so dove sbattere la testa. Ora sono calma, sono più tranquilla, ma ho dei momenti veramente neri di disperazione e di mancanza, dove penso all'abbandono, a ciò che ha fatto, e non me ne faccio capace. Il mio cervello lo sa, il mio inconscio o come lo si voglia chiamare non riesce.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Cara ragazza,

quattro mesi non sono poi molti per elaborare una separazione.

Ti invito comunque a riflettere sul fatto che hai descritto una relazione "sbilanciata" da un punto di vista emotivo, questo pone le basi per una "dipendenza affettiva" dove il partner più bisognoso preferisce non perdere il legame piuttosto che elaborare e riflettere sulla relazione stessa, su come è nata e si è evoluta.

Questo è molto importante per comprendere la vera natura del bisogno dell'altro.



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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
Alla sua giovane età è facile confondere le dosi di autostima e nutrimento del narcisismo che derivano da una relazione di coppia, con l' Amore vero.
C sono inoltre delle relazioni che terminano, se pur con dolore, ma con una certa capacità di elaborare la fine, altre( come la sua) , dove si vive una " lacerazione" dal mondo dell' altro, più che un allontanamento.

Deve avere pazienza, il tempo l' aiutrà ad elaborare il lutto di questa perdita e soltanto attraversando il dolore più cupo e sordo, entrerà in contatto con parti vere e mai nate di sè, poi tornerà il sereno.
Coraggio!



Le allego qualche lettura sull' amore

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Gentili dottori,
grazie mille per le vostre risposte, mi aiutano a riflettere più lucidamente in questo momento di confusione.
Sono d'accordo con il dottor Del Signore, poiché la mia era una vera dipendenza affettiva. Vivevo in funzione della chiamata, del messaggio, quando non c'erano ero lì sul letto a piangere e non avevo voglia di far nulla. Ho sfiorato la depressione, ma ne sono scampata. Ho una grande paura però di piombarci adesso, perché il modo in cui sto reagendo è del tutto inaspettato pure per me stessa - 4 mesi non sono un tempo lungo , però non dovrei almeno aver iniziato a farmene una ragione? Perché sento continuamente la sua mancanza? Sono intrappolata negli scherzi della mia mente, penso 24h su 24 a lui, al rapporto, all'abbandono, a tutte le cose brutte e negative che mi ha fatto, vado sui vari profili dei social (in questo senso la tecnologia aiuta poco) e sto lì a vedere cosa fa, cosa gli scrivono le altre ragazze e tutte queste sciocchezze, e mi rodo di gelosia e dolore. Sono piena di se, ma e rimorsi, che mi perseguitano, piango, ci penso e rimugino su di continuo. Neanche di notte trovo pace, perché lo sogno sempre. Insomma quanto ci metterò a farmene una ragione? Come posso lasciar andare tutto? Avrei voglia di dare una testata contro il muro per dimenticare tutto.

Dottoressa Randone, io spero vivamente che il tempo mi aiuti, mi faccia calmare, io il dolore sto cercando di viverlo e non reprimerlo, quando mi vien da piangere lo faccio, accolgo tutta la sofferenza, dato che comunque distrarmi non funziona. Sto tentando di fare un'analisi su me stessa e di capire cosa non è andato, se ho tutto questo dolore che almeno mi faccia crescere. Ma ho davvero paura di non uscirne.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Se proprio la variabile tempo non bastasse, uno psicologo potrebbe aiutarla nell' elabrazione dell' accaduto e nella comprensione di cosa realmente non è andato nella sua coppia e dentro di lei