Paura dell'abbandono
Sono una ragazza di 28 anni; fino ai 20 anni circa ho avuto relazioni di poco conto e grandi amori sognati e immaginati. Poi a 20 anni mi sono fidanzata per la prima e unica volta con un uomo che in realtà non amavo ne tanto meno mi attraeva, ma volevo essere "grande" avere una relazione seria e costruire una casa e una famiglia. Chiaramente non ha funzionato e dopo 6 anni di noia e una mia relazione parallela durata un anno con un uomo sposato e molto più grande di me, ci siamo lasciati.
Ho sofferto molto, non tanto per la fine della storia con il mio ragazzo quanto per la fine della storia con il mio amante.
Ho avuto una forte depressione e poi ho cominciato un percorso personale importante e mi sono rialzata. Ho imparato ad essere autonoma, indipendente, felice di quello che ho, ho imparato ad avere di nuovo obbiettivi e a portarli avanti.
Però adesso sono single da due anni e le mie relazioni sono un disastro. Con qualsiasi tipo di uomo esca, dallo stronzo al bravo ragazzo (quello che piace alle mamme per capirsi), da quello più grande di me a quello più giovane, dal tipo alternativo al tipo "normale" non riesco ad andare oltre il 3-4 appuntamento. Mi rendo conto a questo punto che il problema sono io. Non capisco come ma anche gli uomini che sembrano più interessati a un certo punto si mettono in fuga e ogni volta ci soffro molto perchè finendo così sul nascere queste storie, resto sempre con la brutta sensazione di non aver mai avuto la possibilità di vedere come sarebbe andata. Quello di cui riesco a rendermi conto è solo che dopo che sono uscita con un uomo mi sento in diritto di avere qualcosa di più di quello che loro mi danno (un sms in più, una telefonata in più, un' attenzione in più) e ogni volta che espongo questa mia cosa gli uomini si mettono in fuga.
Da li poi comincia il terrore che la cosa non stia funzionando che abbia incontrato l'ennesimo uomo sbagliato e un'ansia fortissima dovuta alla paura che lui se ne possa andare.
E questo immancabilmente succede ogni volta e così ogni uomo che frequento dopo la seconda o terza uscita mi dice sempre la solita cosa "non voglio storie serie". Tutti mi mettono un limite, un paletto sul nascere.
La mia ansia aumenta e d solito poi la relazione va a rotoli, o meglio l'altro sparisce o sceglie di chiudere
E questo mi capita con tutti i tipi di uomini anche con quelli seri che hanno sempre avuto relazioni.
So che i dati a disposizione sono davvero pochi, ma vorrei capire che cosa attivo ogni volta, quale meccanismo innesco, perchè ogni frequentazione ripete sempre il medesimo copione e in questo copione c'è anche inclusa la mia delusione e sofferenza, le stesse brutte sensazioni dovute al rifiuto e alla quasi certezza ormai che io non troverò mai un ragazzo che mi ami e che rovinerò sempre tutto
Poetete darmi indicazione sulle cose a cui dovrei fare attenzione per capire da quale problema sono afflitta e per trovare un' eventuale soluzione?
Grazie per le risposte e gli spunti che mi fornir
Ho sofferto molto, non tanto per la fine della storia con il mio ragazzo quanto per la fine della storia con il mio amante.
Ho avuto una forte depressione e poi ho cominciato un percorso personale importante e mi sono rialzata. Ho imparato ad essere autonoma, indipendente, felice di quello che ho, ho imparato ad avere di nuovo obbiettivi e a portarli avanti.
Però adesso sono single da due anni e le mie relazioni sono un disastro. Con qualsiasi tipo di uomo esca, dallo stronzo al bravo ragazzo (quello che piace alle mamme per capirsi), da quello più grande di me a quello più giovane, dal tipo alternativo al tipo "normale" non riesco ad andare oltre il 3-4 appuntamento. Mi rendo conto a questo punto che il problema sono io. Non capisco come ma anche gli uomini che sembrano più interessati a un certo punto si mettono in fuga e ogni volta ci soffro molto perchè finendo così sul nascere queste storie, resto sempre con la brutta sensazione di non aver mai avuto la possibilità di vedere come sarebbe andata. Quello di cui riesco a rendermi conto è solo che dopo che sono uscita con un uomo mi sento in diritto di avere qualcosa di più di quello che loro mi danno (un sms in più, una telefonata in più, un' attenzione in più) e ogni volta che espongo questa mia cosa gli uomini si mettono in fuga.
Da li poi comincia il terrore che la cosa non stia funzionando che abbia incontrato l'ennesimo uomo sbagliato e un'ansia fortissima dovuta alla paura che lui se ne possa andare.
E questo immancabilmente succede ogni volta e così ogni uomo che frequento dopo la seconda o terza uscita mi dice sempre la solita cosa "non voglio storie serie". Tutti mi mettono un limite, un paletto sul nascere.
La mia ansia aumenta e d solito poi la relazione va a rotoli, o meglio l'altro sparisce o sceglie di chiudere
E questo mi capita con tutti i tipi di uomini anche con quelli seri che hanno sempre avuto relazioni.
So che i dati a disposizione sono davvero pochi, ma vorrei capire che cosa attivo ogni volta, quale meccanismo innesco, perchè ogni frequentazione ripete sempre il medesimo copione e in questo copione c'è anche inclusa la mia delusione e sofferenza, le stesse brutte sensazioni dovute al rifiuto e alla quasi certezza ormai che io non troverò mai un ragazzo che mi ami e che rovinerò sempre tutto
Poetete darmi indicazione sulle cose a cui dovrei fare attenzione per capire da quale problema sono afflitta e per trovare un' eventuale soluzione?
Grazie per le risposte e gli spunti che mi fornir
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
forse c'è qualcosa nel Suo atteggiamento che mette gli uomini sulla difensiva: quel <<mi sento in diritto di avere qualcosa di più di quello che loro mi danno>> che fa pensare a una relazione "faticosa" da portare avanti.
Probabilmente l'idea che l'altro debba essere la soluzione alle proprie carenze non dà gli effetti desiderati, ma anzi talvolta produce effetti contrari a quelli attesi.
Ci sono aspetti che non si possono "caricare" sull'altro e che si debbono affrontare da sé; in questo la consultazione con uno/a psicologo/a può essere d'aiuto.
forse c'è qualcosa nel Suo atteggiamento che mette gli uomini sulla difensiva: quel <<mi sento in diritto di avere qualcosa di più di quello che loro mi danno>> che fa pensare a una relazione "faticosa" da portare avanti.
Probabilmente l'idea che l'altro debba essere la soluzione alle proprie carenze non dà gli effetti desiderati, ma anzi talvolta produce effetti contrari a quelli attesi.
Ci sono aspetti che non si possono "caricare" sull'altro e che si debbono affrontare da sé; in questo la consultazione con uno/a psicologo/a può essere d'aiuto.
[#2]
Gentile ragazza,
il dato che mi ha colpito in particolar modo è la durata del suo primo rapporto: sei anni con un uomo che non amava definendo il tutto una "noia mortale".
"Essere in relazione" sembrerebbe per lei una cosa importantissima da non riuscire ad esserci. Sì lo so sembra strampalato detto così ma provi a pensarci per un attimo. Per lei un'uscita con un "uomo x", una prima uscita, è carichissima di tutto: di ansia, di attese, di speranze e tutto ciò lo si avverte, è nell'aria,lei lo comunica non volendo al suo partner che si sente appesantito e carico di responsabilità tanto da voler fuggire via appena possibile.
Lo ammetto ho forzato la mano, non la conosco e non posso sapere come procedono i suoi incontri ma dalla sua descrizione mi sono immaginato una situazione del genere...
Viva questi incontri con maggior leggerezza e voglia di divertirsi e stare bene, anche solo per una sera. Sono convinto che quando si sta bene in due ci si ricerca anche per le prossime uscite, quando cioè la serata si traduce in momenti di serenità, risate e soprattutto leggerezza. Detto questo valuti bene a chi darà l'opportunità di continuare la frequentazione; selezioni l'uomo che davvero le fa battere il petto e che la fa sentire bene, altrimenti il rischio è quello di trascorrere un periodo di tempo di nuovo con una persona con cui si annoia e che non le interessa e ripeterebbe il copione pregresso soltanto per la sua volontà di essere in relazione.
Cordialmente
il dato che mi ha colpito in particolar modo è la durata del suo primo rapporto: sei anni con un uomo che non amava definendo il tutto una "noia mortale".
"Essere in relazione" sembrerebbe per lei una cosa importantissima da non riuscire ad esserci. Sì lo so sembra strampalato detto così ma provi a pensarci per un attimo. Per lei un'uscita con un "uomo x", una prima uscita, è carichissima di tutto: di ansia, di attese, di speranze e tutto ciò lo si avverte, è nell'aria,lei lo comunica non volendo al suo partner che si sente appesantito e carico di responsabilità tanto da voler fuggire via appena possibile.
Lo ammetto ho forzato la mano, non la conosco e non posso sapere come procedono i suoi incontri ma dalla sua descrizione mi sono immaginato una situazione del genere...
Viva questi incontri con maggior leggerezza e voglia di divertirsi e stare bene, anche solo per una sera. Sono convinto che quando si sta bene in due ci si ricerca anche per le prossime uscite, quando cioè la serata si traduce in momenti di serenità, risate e soprattutto leggerezza. Detto questo valuti bene a chi darà l'opportunità di continuare la frequentazione; selezioni l'uomo che davvero le fa battere il petto e che la fa sentire bene, altrimenti il rischio è quello di trascorrere un periodo di tempo di nuovo con una persona con cui si annoia e che non le interessa e ripeterebbe il copione pregresso soltanto per la sua volontà di essere in relazione.
Cordialmente
Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com
[#3]
Gentile Utente,
sono pienamente d'accordo con i Colleghi che mi hanno preceduta e anch'io sono stata colpita da due aspetti soprattutto:
1) Lei scrive: "...ogni volta che espongo questa mia cosa gli uomini si mettono in fuga...". Si metta nei panni di una persona che esce con Lei per 3/4 volte e che si sente dire che si aspetta di più: non crede di trasmettere un senso di costrizione? In fondo dopo 3/4 uscite la relazione è davvero molto superficiale, eppure Lei parte in quarta non tanto per un genuino interesse verso la persona (almeno questa è l'impressione che mi trasmette) quanto per il Suo desiderio (per carità, legittimo) di avere una relazione. Invece se vivesse la relazione davvero con minor impegno e come Le è stato detto con ... leggerezza, non solo avrebbe modo di passare dei piacevoli momenti e costruire una relazione (magari anche solo d'amicizia), ma avrebbe Lei stessa più tempo a disposizione per capire se A LEI piace l'altro, se eventualmente Lei ha voglia di costruire una storia con la persona che ha incontrato, se avete idee e progetti comuni, ecc...
Quando abbiamo paura e siamo in ansia tendiamo a fare di tutto per difenderci e chissà se Lei non abbia la tendenza a diventare un po' troppo pressante verso queste persone, magari proprio per scongiurare il loro abbandono e il loro rifiuto?
Tra l'altro il tema del rifiuto, che Lei nomina spesso, mi pare un po' creitico per Lei e forse Lei ha questa ipersensibilità che viene da lontano, ma di cui è bene esserne consapevoli...
2) dall'altra parte però ci sono anche gli uomini che Lei frequenta e pare abbiano tutti le stesse caratteristiche, dallo stronzo al bravo ragazzo... cioè mi domando se Lei non esca con uomini poco interessati a storie serie ADESSO, non importa se in passato loro ne hanno avute. Ci ha mai pensato?
sono pienamente d'accordo con i Colleghi che mi hanno preceduta e anch'io sono stata colpita da due aspetti soprattutto:
1) Lei scrive: "...ogni volta che espongo questa mia cosa gli uomini si mettono in fuga...". Si metta nei panni di una persona che esce con Lei per 3/4 volte e che si sente dire che si aspetta di più: non crede di trasmettere un senso di costrizione? In fondo dopo 3/4 uscite la relazione è davvero molto superficiale, eppure Lei parte in quarta non tanto per un genuino interesse verso la persona (almeno questa è l'impressione che mi trasmette) quanto per il Suo desiderio (per carità, legittimo) di avere una relazione. Invece se vivesse la relazione davvero con minor impegno e come Le è stato detto con ... leggerezza, non solo avrebbe modo di passare dei piacevoli momenti e costruire una relazione (magari anche solo d'amicizia), ma avrebbe Lei stessa più tempo a disposizione per capire se A LEI piace l'altro, se eventualmente Lei ha voglia di costruire una storia con la persona che ha incontrato, se avete idee e progetti comuni, ecc...
Quando abbiamo paura e siamo in ansia tendiamo a fare di tutto per difenderci e chissà se Lei non abbia la tendenza a diventare un po' troppo pressante verso queste persone, magari proprio per scongiurare il loro abbandono e il loro rifiuto?
Tra l'altro il tema del rifiuto, che Lei nomina spesso, mi pare un po' creitico per Lei e forse Lei ha questa ipersensibilità che viene da lontano, ma di cui è bene esserne consapevoli...
2) dall'altra parte però ci sono anche gli uomini che Lei frequenta e pare abbiano tutti le stesse caratteristiche, dallo stronzo al bravo ragazzo... cioè mi domando se Lei non esca con uomini poco interessati a storie serie ADESSO, non importa se in passato loro ne hanno avute. Ci ha mai pensato?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Gentile Ragazza,
nei legami d' Amore, solitamente si cerca nell' altro quello che a noi manca.
L' Amore ha una funzione riparativa di antiche ferite, lenitiva di recenti sofferenze, nutre e fa nascere e crescere parti psichiche, che in altro modo e luogo, sarebbero mai nate.
L' Amore è scambio e circolarità di emozioni e sensazioni, ma se lei non sta bene con se stessa, questa dimensione " relazionale" avrà difficoltà ad instaurarsi......
Da quanto scrive sembra che ci sia una tendenza a ripetere dei " copioni relazionali disfunzionali" ed a cercare nell' altro, quello che a lei manca...
Forse un percorso di maggiore conoscenza di sè sarebbe utile.
Le allego qualche lettura sull' amore, ma nel mio blog ne trova altre.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html
nei legami d' Amore, solitamente si cerca nell' altro quello che a noi manca.
L' Amore ha una funzione riparativa di antiche ferite, lenitiva di recenti sofferenze, nutre e fa nascere e crescere parti psichiche, che in altro modo e luogo, sarebbero mai nate.
L' Amore è scambio e circolarità di emozioni e sensazioni, ma se lei non sta bene con se stessa, questa dimensione " relazionale" avrà difficoltà ad instaurarsi......
Da quanto scrive sembra che ci sia una tendenza a ripetere dei " copioni relazionali disfunzionali" ed a cercare nell' altro, quello che a lei manca...
Forse un percorso di maggiore conoscenza di sè sarebbe utile.
Le allego qualche lettura sull' amore, ma nel mio blog ne trova altre.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.7k visite dal 16/08/2013.
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