Lo so, voglio vivere
Vorrei sapere se c'è via d'uscita per me. Non c'è la faccio più, ho sempre un peso sul cuore che spesso mi impedisce di respirare. All'età di 5 anni, sono stata portata via dal luogo di nascita per essere deportata qui in italia. Mi hanno separata ( i miei genitori) dall'unica persona che mi ha fatto da mamma per tutto il tempo che sono stata in svizzera. Ho sempre (da sempre) desiderato e progettato di scappare in svizzera, ma c'è sempre stato qualcosa che me lo ha impedito. Ora dopo 40 anni mi rendo conto di non avere avuto un infanzia, non ho ricordi. Ho tre figlie e ... non lo so, voglio vivere.
[#1]
Gentile Signora,
ci parla di un dolore antico, di uno sradicamento dal suo luogo natio e un allontanamento da un affetto importante, un vuoto forse mai colmato.
Sono passati molti anni da allora, ora dice di avere tre figlie, cosa è successo nel frattempo? Come mai non è riuscita né a mettere in atto i suoi progetti, né ad adattarsi ed integrarsi?
Com'è la sua vita adesso? Ci può dire di più?
Come vanno le cose in famiglia, i rapporti con le sue figlie?
<ho sempre un peso sul cuore che spesso mi impedisce di respirare.>
Ci può dire qualcosa di più in merito?
Perdoni le molte domande ma sono utili per poterle dare una risposta maggiormente compiuta, pur nei limiti di un consulto on line.
ci parla di un dolore antico, di uno sradicamento dal suo luogo natio e un allontanamento da un affetto importante, un vuoto forse mai colmato.
Sono passati molti anni da allora, ora dice di avere tre figlie, cosa è successo nel frattempo? Come mai non è riuscita né a mettere in atto i suoi progetti, né ad adattarsi ed integrarsi?
Com'è la sua vita adesso? Ci può dire di più?
Come vanno le cose in famiglia, i rapporti con le sue figlie?
<ho sempre un peso sul cuore che spesso mi impedisce di respirare.>
Ci può dire qualcosa di più in merito?
Perdoni le molte domande ma sono utili per poterle dare una risposta maggiormente compiuta, pur nei limiti di un consulto on line.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
Ha ragione, il vuoto non è mai stato colmato. E' stato talmente doloroso per me il distacco che all'inizio per parecchio tempo avevo sempre febbre e non capivano perchè i medici. Solo dopo parecchio un medico disse ai miei che probabilmente era nostalgia, così i miei decisero di far venire in Italia la signora che mi aveva fatto da mamma per 5 anni. Veniva un paio di mesi all'anno, per qualche anno. Nel frattempo ho passato tutti i giorni a pianificare e sognare il mio ritorno a "casa Mia" (la Svizzera). Ho tutti i libri di scuola disegnati a penna con case con i tetti spioventi, mucche e montagne. Avevo giurato a me stessa che una volta compiuto 18 anni sarei andata via per sempre visto che i miei non volevano. Purtroppo 6 mesi prima del mio 18° compleanno ho conosciuto mio marito e ho deciso di rimandare. Nel frattempo mi lavoravo lui, nella speranza di convincerlo a venire con me. Niente da fare. Mi sono fidanzata a marzo del 96 ad agosto del 91 avevamo programmato di sposarci, a febbraio del 90, proprio il giorno di san Valentino, riceviamo la telefonata che mi diede il colpo di grazia. La mia amata "mamma" era morta. E' crollato tutto e sono iniziati i rimpianti e i rimorsi e... la mia fine. Dopo 11 anni di matrimonio finalmente sono riuscita a tornare in Svizzera e portare tutta la mia famiglia. Non mi è mai piaciuto stare qui. Odio tutto, il paesaggio, la gente, tutto. La mia vita adesso? Uno strazio. Sono sempre triste, sempre con un nodo alla gola e una palla al piede. Purtroppo la situazione economica non mi aiuta, mi sarebbe piaciuto tornare ogni anno, avere dei contatti. Stare nella mia casa, che tra l'altro se mio padre non fosse stato testa dura com'è, avrei anche avuto di mia proprietà la casa dov'ero cresciuta. Invece...
Per quanto riguarda il peso sul cuore, è proprio quello che sento. E' come se avessi un macigno sul petto che mi impedisce di respirare. Se vuole farmi altre domanda, faccia pure, non c'è problema. Intanto grazie per avermi risposto.
Per quanto riguarda il peso sul cuore, è proprio quello che sento. E' come se avessi un macigno sul petto che mi impedisce di respirare. Se vuole farmi altre domanda, faccia pure, non c'è problema. Intanto grazie per avermi risposto.
[#3]
Gentile signora,
talvolta siamo noi con la narrativa che facciamo degli eventi e della nostra storia a costruire una storia piena di problemi e di aspetti negativi.
Lei si è raccontata per tanti anni che, tornando a casa Sua in Svizzera, avrebbe recuperato la gioia che provava nella prima infanzia.
E' certa che le cose sarebbero andate così davvero?
Forse qui non è stata in grado di adattarsi per una sorta di mancanza di flessibilità, ma in genere quando ci illudiamo che -cambiando città, paese, continente, ecc..- potremmo cambiare anche noi dentro e sentirci più felici ci stiamo solo illudendo...
Io Le suggerirei di rivedere la Sua storia di vita con uno psicologo psicoterapeuta che riesca ad aiutarLa a trovare senso e significato in tutto ciò che ha fatto e che fa.
Un cordiale saluto,
talvolta siamo noi con la narrativa che facciamo degli eventi e della nostra storia a costruire una storia piena di problemi e di aspetti negativi.
Lei si è raccontata per tanti anni che, tornando a casa Sua in Svizzera, avrebbe recuperato la gioia che provava nella prima infanzia.
E' certa che le cose sarebbero andate così davvero?
Forse qui non è stata in grado di adattarsi per una sorta di mancanza di flessibilità, ma in genere quando ci illudiamo che -cambiando città, paese, continente, ecc..- potremmo cambiare anche noi dentro e sentirci più felici ci stiamo solo illudendo...
Io Le suggerirei di rivedere la Sua storia di vita con uno psicologo psicoterapeuta che riesca ad aiutarLa a trovare senso e significato in tutto ciò che ha fatto e che fa.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 16/08/2013.
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