Scelta universitaria

Buonasera,
più che ho un aiuto,magari cerco solo conforto :) !
Il mio cruccio riguarda la scelta universitaria: finite le superiori,ad indirizzo umanistico, confusa riguardo al mio futuro scelsi di fare diversi test d'ingresso: psicologia,storia e lauree paramediche.
l'ultima la scelsi come ripiego,solo perchè rispetto le prime due dava più certezza di trovare un lavoro e oltrettutto ,visto che si potevano scegliere 3 corsi, scelsi convinta il primo (logopedia), lasciando al caso gli altri.
Ovviamente sono entrata ,nelle lauree paramediche! e per di + nella terza opzione.
da due anni faccio radiologia, ma sono due anni che mi chiedo il perchè! l'unica cosa che mi rincuora è la certezza del lavoro,che oggi è già un bel traguardo.
solo che fare una professione ospedaliera,è una misssione,ci vuole passione..e io ne ho solo in alcune diagnostiche,tipo 3 sulle 10 nelle quali dovrei lavorare!come mammografia e moc,dove c'è abbastanza contatto con i pazienti,dove posso parlare ed ascoltare.
A volte mi chiedo se me ne pentirò per tutta la vita..chissà..


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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente
Certamente saprà che molti giovani non sono affatto sicuri del percorso di studi che intraprendono. Come lei, cercano di basarsi su criteri di passione e probabilità che lo studio porti poi a un'occupazione.

Quindi è in buona compagnia. Ciò che però la distingue, è che lei si è presa la briga di inserire il suo dubbio in un forum come questo. Trovo la sua scelta molto apprezzabile.

Nel compiere la propria scelta a volte i giovani danno più peso al primo fattore (la passione) e a volte al secondo (la probabilità di trovare lavoro). Entrambi hanno le loro giustificazioni, ma vorrei che riflettesse bene sul motivo che l'ha indotta a continuare a studiare, dopo la scuola dell'obbligo.

Immagino che tale motivo si possa ricondurre, in un modo o nell'altro, alla volontà di fare qualcosa che la appassionasse davvero e che le desse maggiori soddisfazioni rispetto, poniamo, ad essersi subito trovata un lavoro qualsiasi dopo le medie. Se uno decide di studiare, con quello che costa in termini di soldi e fatica, non dovrebbe farlo per far contento qualcuno ma per se stesso.

È giusto considerare la facilità d'occupazione ma a parte il fatto che recarsi tutti i giorni a fare un lavoro che magari abbiamo trovato facilmente, ma che non ci piace, è stressante, dovrebbe considerare che quando si ha davvero passione per qualcosa, e si continua a insistere, alla fine il modo spuntarla in genere si trova. Mio padre mi diceva sempre: "Non importa che lavoro farai, se lo farai davvero bene e con passione non resterai mai disoccupato".

Se a questa frase si può rimanere un po' scettici, ciò non è perché essa non è vera ma perché purtroppo, spiace dirlo, oggi c'è una mancanza diffusa di passione, di voglia di fare le cose.

D'altra parte tenga presente che scegliere un percorso rispetto a un altro non decide per sempre il suo destino: può sempre decidere di cambiare direzione. E ciò è vero sia durante che dopo la fine degli studi.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile ragazza, quanto ti capisco!

Tutti gli studenti universitari (del presente o del passato) che hanno letto il tuo consulto probabilmente hanno rivissuto un certo periodo della loro gioventù, quando di fronte alle prime difficoltà universitarie (tra cui la scelta della facoltà) sono emerse tutta una serie di domande, più filosofiche che pratiche però:

- cosa voglio fare?
- chi sono?
- dove andrò?
- avrò scelto bene?

COme si può rispondere a queste domande in modo obiettivo? Solo il tempo darà la risposta. E questo vale anche per altre scelte importanti della vita di ciascuno di noi: prova a pensare al tuo futuro relazionale!

Insomma, porsi delle domande di fronte alle proprie scelte è un buon inizio, ma non deve essere la fine di un processo decisionale

Servono i fatti, e sui fatti stessi potrai basare le considerazioni più oggettive

E decidere di conseguenza

buono studio