Famiglia - il mio caro papino
Buona sera, sono qui perché purtroppo non ce la facci opiù.
Cercherò di spiegare il tutto brevemente, ma cercando comunque di non tralasciare nulla.
Il mio problema principale è la mia famiglia, dalla quale dipendono le mie altre relazioni (fidanzato, compagni di classe, amici, ecc.).
Soprattutto negli ultimi anni ho iniziato a non sopportare più la mia famiglia, soprattutto mio padre con cui purtroppo non ho mai avuto un buon rapporto. Non posso fare un discorso con lui che iniziamo a discutere e la conversazione finisce con mio padre che urla e mi offende, dandomi della stupida, dell'ignorante. Questo solo perché penso alle cose diversamente da come fa lui, mentre mio padre vuole, anzi pretende, che io pensi alla stessa sua stessa maniera. Mio padre non si limita a questo, l'estate scorsa siamo stati dai nostri parenti. Qui mio padre non faceva altro che sottolineare come io, in confronto alle mie cugine, non valessi nulla. Non ero abbastanza femminile come loro, non aiuto abbastanza in casa come fanno loro e via dicendo. Nonostante io cerchi di non farci troppo caso, mi ritrovo davanti allo specchio e sentirmi uno schifo. Non sono mai riuscita a soddisfare mio padre. Ci tiene alla scuola e io ho una media dell'8/9, tiene al mio comportamento, sono educata, non uso parolacce, non bevo, non fumo e non utilizzo altre sostanze, non frequento luoghi caotici e bizzarri come discoteche, pub o chissà che altro. Non sono mai stata fuori dopo la mezzanotte e pensandoci, rare volte dopo le 23.
Mio padre non accetta neppure il mio ragazzo. Perché? Perché ha paura di restarci male (lui, perché si affezione) se noi due ci lasciamo. Queste sono state le sue parole (non dette a me in faccia, ma a mia mamma, utilizzandola come tramite). Io non riesco a capire perché a 18 anni io non posso uscire tranquillamente col mio ragazzo, passarci una giornata intera o anche invitarlo a casa. Spesso devo mentire e dire che sono con delle amiche per poter uscire. Il bello è che mio padre non sa neppure che io non ho amiche. Ho sempre ignorato la mia incapacità di relazionarmi efficacemente con gli altri, anche perché, nonostante abbia provato ad adattarmi ed a cambiare, mi sono ritrovata a non riuscire a legare con nessuno. Ho solo ora il mio ragazzo con cui non posso inspiegabilmente uscire. Non posso neppure farmi accompagnare a casa da lui! Mio papà dà degli ordini, ma non spiega, non riesco a capirlo, ma non posso neppure chiedergli di spiegarsi. Mi ritroverei a litigare o comunque a sentire altre offese.
Tanto per aggiungerne un'altra. un giorno mi ha anche detto che forse era meglio se io non fossi mai esistita, ora lui non avrebbe sposato mia mamma e chissà che vita felice avrebbe fatto.
Io non so che rapporto ci sia fra i miei, litigano spesso, forse per la diversità d'età (lei 39, lui 56). Non si scambiano baci o carezze, dormono a malapena insieme.
Credo che entrambi si siano pentiti di essersi sposati.
Cercherò di spiegare il tutto brevemente, ma cercando comunque di non tralasciare nulla.
Il mio problema principale è la mia famiglia, dalla quale dipendono le mie altre relazioni (fidanzato, compagni di classe, amici, ecc.).
Soprattutto negli ultimi anni ho iniziato a non sopportare più la mia famiglia, soprattutto mio padre con cui purtroppo non ho mai avuto un buon rapporto. Non posso fare un discorso con lui che iniziamo a discutere e la conversazione finisce con mio padre che urla e mi offende, dandomi della stupida, dell'ignorante. Questo solo perché penso alle cose diversamente da come fa lui, mentre mio padre vuole, anzi pretende, che io pensi alla stessa sua stessa maniera. Mio padre non si limita a questo, l'estate scorsa siamo stati dai nostri parenti. Qui mio padre non faceva altro che sottolineare come io, in confronto alle mie cugine, non valessi nulla. Non ero abbastanza femminile come loro, non aiuto abbastanza in casa come fanno loro e via dicendo. Nonostante io cerchi di non farci troppo caso, mi ritrovo davanti allo specchio e sentirmi uno schifo. Non sono mai riuscita a soddisfare mio padre. Ci tiene alla scuola e io ho una media dell'8/9, tiene al mio comportamento, sono educata, non uso parolacce, non bevo, non fumo e non utilizzo altre sostanze, non frequento luoghi caotici e bizzarri come discoteche, pub o chissà che altro. Non sono mai stata fuori dopo la mezzanotte e pensandoci, rare volte dopo le 23.
Mio padre non accetta neppure il mio ragazzo. Perché? Perché ha paura di restarci male (lui, perché si affezione) se noi due ci lasciamo. Queste sono state le sue parole (non dette a me in faccia, ma a mia mamma, utilizzandola come tramite). Io non riesco a capire perché a 18 anni io non posso uscire tranquillamente col mio ragazzo, passarci una giornata intera o anche invitarlo a casa. Spesso devo mentire e dire che sono con delle amiche per poter uscire. Il bello è che mio padre non sa neppure che io non ho amiche. Ho sempre ignorato la mia incapacità di relazionarmi efficacemente con gli altri, anche perché, nonostante abbia provato ad adattarmi ed a cambiare, mi sono ritrovata a non riuscire a legare con nessuno. Ho solo ora il mio ragazzo con cui non posso inspiegabilmente uscire. Non posso neppure farmi accompagnare a casa da lui! Mio papà dà degli ordini, ma non spiega, non riesco a capirlo, ma non posso neppure chiedergli di spiegarsi. Mi ritroverei a litigare o comunque a sentire altre offese.
Tanto per aggiungerne un'altra. un giorno mi ha anche detto che forse era meglio se io non fossi mai esistita, ora lui non avrebbe sposato mia mamma e chissà che vita felice avrebbe fatto.
Io non so che rapporto ci sia fra i miei, litigano spesso, forse per la diversità d'età (lei 39, lui 56). Non si scambiano baci o carezze, dormono a malapena insieme.
Credo che entrambi si siano pentiti di essersi sposati.
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
purtroppo molte persone sono incapaci di condurre una conversazione in modo pacato, ed evidentemente Suo padre ne fa parte.
Non è la differenza di età che porta al litigio, ma è l'incapacità di "accorgersi" che vi sono anche gli altri, con i loro personali punti di vista con cui ci si deve confrontare.
L'impressione è che Suo padre non sia contento di se stesso e ricerchi in Lei la compensazione delle proprie delusioni; infatti <<ha paura di restarci male>> e probabilmente questa paura lo accompagna costantemente.
Effettivamente, è molto difficile capire una persona che <<dà degli ordini, ma non spiega>>; forse è stato abituato così nel rapporto col proprio padre, e perciò la possibilità che Lui cambi atteggiamento è molto remota.
Nel frattempo, Le consiglierei di preoccuparsi maggiormente di iniziare a costruire la Sua vita, programmando il "viaggio" verso un'esistenza autonoma, consistente nell'avere amicizie, affetti e un'occupazione.
Ci vorranno tempo e fatica, ma saranno necessari per progredire; dimostrerà così a Suo padre che ne è capace, e magari col tempo il vostro rapporto potrebbe cambiare.
purtroppo molte persone sono incapaci di condurre una conversazione in modo pacato, ed evidentemente Suo padre ne fa parte.
Non è la differenza di età che porta al litigio, ma è l'incapacità di "accorgersi" che vi sono anche gli altri, con i loro personali punti di vista con cui ci si deve confrontare.
L'impressione è che Suo padre non sia contento di se stesso e ricerchi in Lei la compensazione delle proprie delusioni; infatti <<ha paura di restarci male>> e probabilmente questa paura lo accompagna costantemente.
Effettivamente, è molto difficile capire una persona che <<dà degli ordini, ma non spiega>>; forse è stato abituato così nel rapporto col proprio padre, e perciò la possibilità che Lui cambi atteggiamento è molto remota.
Nel frattempo, Le consiglierei di preoccuparsi maggiormente di iniziare a costruire la Sua vita, programmando il "viaggio" verso un'esistenza autonoma, consistente nell'avere amicizie, affetti e un'occupazione.
Ci vorranno tempo e fatica, ma saranno necessari per progredire; dimostrerà così a Suo padre che ne è capace, e magari col tempo il vostro rapporto potrebbe cambiare.
[#2]
Cara ragazza,
immagino non sia facile per nulla sentirsi aggredita e sotto giudizio costantemente. E immagino quanto dolore possa averle recato la frase che suo padre le ha detto "sarebbe meglio che non fossi mai esistita" e ha inoltre aggiunto "così non avrei mai sposato la mamma". Da quanto mi sembra di capire i suoi genitori si sono sposati per via della gravidanza e sposarsi perchè costretti da un evento esterno (seppur bellissimo quale la nascita di un figlio) sicuramente non porta un matrimonio molto lontano e verso la felicità. (che già altrimenti sono rari)
Sembra da quanto scrive che suo padre voglia scaricare su di lei la sua frustrazione di una vita che non è come la vorrebbe. Ha rintracciato in lei la causa primaria di ogni sua insoddisfazione e capisce da sola che questo atteggiamento non è un atteggiamento sano e di cui lei può farsene una colpa cedendo alle sue parole e sentendosi "uno schifo".
Come erano i rapporti con suo padre quando lei era più piccola? I rapporti con sua madre invece come sono?
Anche io come il dott. Repici la invito a costruirsi la sua vita indipendentemente dalle direttive di suo padre, inizi a coltivare le amicizie che sono davvero preziose in questo ciclo vitale (fatto anche di ribellioni verso i genitori e non per forza obbedienza cieca ad ogni loro capriccio e sentimento di possesso)
In bocca al lupo e ci tenga aggiornati se lo desidera,
cordialmente
immagino non sia facile per nulla sentirsi aggredita e sotto giudizio costantemente. E immagino quanto dolore possa averle recato la frase che suo padre le ha detto "sarebbe meglio che non fossi mai esistita" e ha inoltre aggiunto "così non avrei mai sposato la mamma". Da quanto mi sembra di capire i suoi genitori si sono sposati per via della gravidanza e sposarsi perchè costretti da un evento esterno (seppur bellissimo quale la nascita di un figlio) sicuramente non porta un matrimonio molto lontano e verso la felicità. (che già altrimenti sono rari)
Sembra da quanto scrive che suo padre voglia scaricare su di lei la sua frustrazione di una vita che non è come la vorrebbe. Ha rintracciato in lei la causa primaria di ogni sua insoddisfazione e capisce da sola che questo atteggiamento non è un atteggiamento sano e di cui lei può farsene una colpa cedendo alle sue parole e sentendosi "uno schifo".
Come erano i rapporti con suo padre quando lei era più piccola? I rapporti con sua madre invece come sono?
Anche io come il dott. Repici la invito a costruirsi la sua vita indipendentemente dalle direttive di suo padre, inizi a coltivare le amicizie che sono davvero preziose in questo ciclo vitale (fatto anche di ribellioni verso i genitori e non per forza obbedienza cieca ad ogni loro capriccio e sentimento di possesso)
In bocca al lupo e ci tenga aggiornati se lo desidera,
cordialmente
Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com
[#3]
Cara Ragazza,
Come già suggerito dai Colleghi, non vi sono altre soluzioni se non quelle di " mantenere una giusta distanza tra lei e suo padre".
Immagino che lei desideri approvazione, pacche sulla spalla, abbracci......ma se suo padre ha questa modalità verbale e di comportamento, è difficile modificarlo e, spesso si instaurano dinamiche che si ripropongono immodificate e dolorosamente presenti nel tempo..
Il rapporto con la figura paterna, quindi con il "genitore eterologo", è fondamentale al fine di una futura serena ed equilibrata relazione con l'altro sesso.
Le suggerisco una consulenza psicologica de visu, per far chiarezza tra dolore,desiderio e futuri legami.
Come già suggerito dai Colleghi, non vi sono altre soluzioni se non quelle di " mantenere una giusta distanza tra lei e suo padre".
Immagino che lei desideri approvazione, pacche sulla spalla, abbracci......ma se suo padre ha questa modalità verbale e di comportamento, è difficile modificarlo e, spesso si instaurano dinamiche che si ripropongono immodificate e dolorosamente presenti nel tempo..
Il rapporto con la figura paterna, quindi con il "genitore eterologo", è fondamentale al fine di una futura serena ed equilibrata relazione con l'altro sesso.
Le suggerisco una consulenza psicologica de visu, per far chiarezza tra dolore,desiderio e futuri legami.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Gentile ragazza,
anch'io ti suggerisco una consulenza di persona con uno psicologo e ti spiego anche perchè.
Tu scrivi: "Io non riesco a capire perché a 18 anni io non posso uscire tranquillamente col mio ragazzo, passarci una giornata intera o anche invitarlo a casa. Spesso devo mentire e dire che sono con delle amiche per poter uscire. "
Non sappiamo perchè il papà si comporta così. Forse, molto semplicemente, è controllante con te perchè lui stesso è ansioso. Oppure perchè non può contare (o così crede lui) sulla tua mamma per tenerti d'occhio come lui vorrebbe.
Non dici nulla della mamma. Che tipo è?
Come ti tratta? Come ti trovi con lei?
La mamma interviene quando il papà ti dice tutte quelle cose che ti feriscono? In che modo?
Inoltre, vorrei farti notare che se i dati inseriti sono corretti, sei sottopeso. Il cibo può essere in alcuni contesti uno strumento di controllo e di seduzione nelle relazioni che non funzionano bene o/e che sono invischiate.
Come mai non hai amiche?
Com'è la relazione col tuo ragazzo?
anch'io ti suggerisco una consulenza di persona con uno psicologo e ti spiego anche perchè.
Tu scrivi: "Io non riesco a capire perché a 18 anni io non posso uscire tranquillamente col mio ragazzo, passarci una giornata intera o anche invitarlo a casa. Spesso devo mentire e dire che sono con delle amiche per poter uscire. "
Non sappiamo perchè il papà si comporta così. Forse, molto semplicemente, è controllante con te perchè lui stesso è ansioso. Oppure perchè non può contare (o così crede lui) sulla tua mamma per tenerti d'occhio come lui vorrebbe.
Non dici nulla della mamma. Che tipo è?
Come ti tratta? Come ti trovi con lei?
La mamma interviene quando il papà ti dice tutte quelle cose che ti feriscono? In che modo?
Inoltre, vorrei farti notare che se i dati inseriti sono corretti, sei sottopeso. Il cibo può essere in alcuni contesti uno strumento di controllo e di seduzione nelle relazioni che non funzionano bene o/e che sono invischiate.
Come mai non hai amiche?
Com'è la relazione col tuo ragazzo?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Utente
Buonasera.
Vi ringrazio infinitamente per le vostre risposte e mi scuso per non aver aggiunto troppi dettagli. Purtroppo il limite di caratteri è quello.
Per il Dr. Repici:
Spesso ho pensato anche io che mio padre fosse rimasto deluso da qualcosa in passato o che non sia "contento di se stesso", ma non per questo trovo giusto il suo comportamento nei suoi confronti. Credo che sarebbe stato più semplice, una volta superata la difficoltà iniziale, mettere a parte il suo passato e cercare di creare un rapporto più armonioso con me. Questo non accade ovviamente con i miei due fratelli più piccoli (14 e 9 anni) che vengono decisamente trattati meglio di me. Non ho mai capito neppure questa netta distinzione che fa fra me e i miei due fratelli. Questo mi fa pensare che sia io la causa della sua insoddisfazione o infelicità, e non qualcosa successo in passato o il suo rapporto con i suoi genitori.
Per quanto riguarda la mia "esistenza autonoma", diciamo che c'ho pensato. Come ha detto Lei è alquanto remota la possibilità che mio padre possa cambiare. Purtroppo non è neppure facile: nonostante il suo comportamento nei miei confronti, non permetterebbe mai che io mi allontanassi maggiormente. Credo che il motivo più semplice sia perchè devo aiutare mia madre nei lavori di casa e i miei due fratelli nei loro compiti di scuola.
Per il Dr. Bruzzese:
Concordo con le sue parole. io non so il motivo per cui i miei si siano sposati, ma credo che, se non fosse stato per la gravidanza di mia madre ora non sarebbero legati in matrimonio. Concordo anche con la parte successiva, collegandomi a ciò che ho detto anche al Dr. Repici. Ho pensato che potessi essere io la causa della sua "frustrazione" e sì, me ne sento davvero in colpa, anche se non credo di avergli fatto nulla di male. Che sia solo la mia esistenza che l'ha portato a sposarsi con mia madre? non lo so.
Passo ora a rispondere alle sue domande.
Alla prima le dico che sinceramente non ricordo perfettamente. So solo che mio papà mi ha sempre trattato come inferiore a mio fratello (quando ancora non era nato il più piccolo), non ha mai passato troppo tempo a giocare o a parlare con me. Quindi è sempre stato distante da me. Non mi ha mai detto di volermi bene e ricordo l'imbarazzo provato a dirglielo (io a lui) prima di andare a dormire, non sentendo ricambiare il mio "Ti voglio bene". Non credo di aver mai ricevuto troppi complimenti per ciò che facevo, ma mi ha sempre rimproverata per quel che non gli andava bene.
Per quanto riguarda il rapporto con la madre scriverò in fondo al post, in risposta anche al Dr. Pileci.
Per Dr. Rondone:
"Immagino che lei desideri approvazione, pacche sulla spalla, abbracci......".
Con queste parole ha centrato perfettamente il mio, appunto, desiderio. Mi accontenterei anche di un solo "brava" quando me lo merito, non premi o regali! una sola parola carina da parte sua mi farebbe davvero felice.
Detto questo devo ammettere che provo anche una certa invidia nei confronti delle altre ragazze che ridono e scherzano col loro padre. Io non potrei mai dire a mio padre, per esempio: "che sciocco che sei!". Si metterebbe ad urlare e ,se fosse stato qualche anno fa, sarebbe passato anche alle mani. Ora si limita a sbattere i pugni sul tavolo, a rompere qualcosa o lanciare piatti.
Per Dr. Pileci:
Rispondo per prima cosa alla questione del peso: sono 169 cm x 54 kg. Purtroppo il sito non permette di mettere i dati precisi. Ho selezionato quindi quelli più vicini al reale. Fatto sta che il mio modo di mangiare è piuttosto irregolare per quanto riguarda il tempo. Non faccio colazione, il pranzo può essere dalle 12 alle 15, mentre la cena può capitare anche verso le 22, se non addirittura saltato. durante il giorno, fra un pasto ed un altro sono sempre alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare, so che non dovrei, e cerco anche di trattenermi dal mangiare inutilmente.
Passando alle ultime domande (poi tornerò su mia madre):
- "Come mai non hai amiche?"
Devo dirle che non ho mai capito come mai non ce le abbia. Credo di non essere io capace a relazionarmi con gli altri, nonostante faccia meno fatica con i ragazzi che con le ragazze. Quando ero piccola (io abito in un quartiere), i figli dei miei vicini di casa si divertivano a chiamarmi fuori, chiedendomi di giocare con loro, e poi scappavano da me, prendendomi in giro e chiudendomi fuori dalla loro casetta. (c'erano delle case vecchie che andavano ristrutturate e finché i lavori non iniziavano alcuni miei vicini di casa utilizzavano gli appartamenti per tenerci cose che non gli servivano).
Quando poi ho cominciato a frequentare le elementari, mentre le altre bambine avevano iniziato fin dai primi giorni a giocare insieme, io me ne stavo a disparte. Sono stata costretta ad inserirmi solo perché me lo avevano costretto le maestre.
Alle medie invece (non ho capito perchè) non stavo simpatica a molta gente, quindi mi sono praticamente limitata a poche persone ma con le quali ho finito per litigare per, essendo alle medie motivi sciocchi.
Alle superiori è stato un po' più complesso perché ho trovato in classe due ragazzi (un ragazzo che per apparire si vantava della sua omosessualità e la sua amica a cui non andava bene nulla, capace solo di pensare che qualcuno parlasse male di lei). Questi due si divertivano a metterci uno contro l'altro, prima una persona e poi l'altra così un giorno è toccato anche a me. Mi avevano anche accusato di aver rubato i trucchi di un'altra mia compagna di classe (e io non mi trucco, l'avrei fatto solo per dispetto. Alla fine era stato proprio questo ragazzo il ladro). Nonostante adesso non ci siano più, è rimasta alla classe una brutta immagine di me. Non hanno mai cercato di chiarire, così ho preferito non tornare più al discorso e lasciare che credessero ciò che volessero. E dire che ho sempre cercato di aiutare chi ne aveva bisogno, ma alla fine ho ricevuto tutt'altro che un grazie.
Per quanto riguarda fuori dalla scuola, be'... Non ho mai avuto modo di conoscere altra gente al di fuori della mia classe. Non ho mai avuto nessuno che mi presentasse qualcun altro. Il mio ragazzo per esempio l'ho conosciuto casualmente su facebook.
Una volta andavo quotidianamente ad un maneggio dove avevo iniziato a legare con qualcuno, ma mia mamma ha fatto in modo che smettessi di andarci e a mio papà riteneva questa mia passione una perdita di tempo.
- "Com'è la relazione col tuo ragazzo?"
Inizio col dire che col mio ragazzo non riesco a parlare o a raccontargli perfettamente tutto, ma credo di sapere il perché. Credo sia la persona che ho più vicino in questo momento, ci sto bene, ma ho per questo ho paura di dirgli qualcosa di sbagliato, di non piacergli, di allontanarlo in qualche modo, o comunque di perderlo. Ora sono 2 anni e mezzo che stiamo insieme, non abbiamo mai litigato così tanto da farci passare per la mente di lasciarci, ma è anche vero che, per evitare che una cosa del genere accada, non gli dico diverse cose, cercando di evitare il discorso o distorcendo la realtà dei fatti. So che è sbagliato, ma ogni volta che mi prometto di dirgli tutto quanto ci ricasco e lo rifaccio. Per il resto credo che sia l'unica relazione con un'altra persona che sta andando tutto sommato bene. Lui comunque è sempre stato gentile e premuroso nei miei confronti, anche se comunque delle volte si è arrabbiato anche con me, chiedendomi lui stesso scusa, anche se era colpa mia.
- Per quanto riguarda mia madre:
Devo dire che mia madre è, soprattutto in questi due ultimi anni, sempre indaffarata col lavoro. Sia di mattina che di sera. Al pomeriggio è presente a casa al massimo per 3 ore, mentre alla sera ritorna a casa alle 23. Per cui la vedo pochissimo. Soprattutto perchè al pomeriggio, con una scusa o un'altra, trovo il modo per potermi allontanare di casa.
Passa il suo tempo libero giocando al pc, certe volte ignorando i miei fratelli. Anche per questo da parte sua mi sento... trascurata. Lei dice che vorrebbe essere come un'"amica" per me, ma non ci parliamo quasi mai e quando le dico io qualcosa lei non mi ascolta.
Faccio subito un esempio: è dalla quinta elementare circa che mi manca di vista e, nonostante glielo abbia confessato (dopo tanti ripensamenti per la paura che lei e mio padre si arrabbiassero) non ha mai preso in considerazione il mandarmi dall'oculista. Ora mi ritrovo a non vedere praticamente nulla (per poter leggere questa pagina devo stare vicino allo schermo, ad una distanza massima di circa 30cm, altrimenti mi appare tutto sfocato). Aggiungendo il fatto che faccio un artistico e passo 20 ora minimo alla settimana a disegnare, la mia vista lentamente mi dice addio. Dopo che mi ha ignorato non ho più avuto il coraggio di ripeterglielo. Non avrebbe senso. Lo stesso per le prove allergiche. Mi sono ritrovata tutta la primavera e l'estate con un qualcosa di simile ad un raffreddore. devo girare sempre con i fazzoletti. Quando ho chiesto anche di questo mi ha detto che ci sono le medicine di mio fratello (che soffre di lieve asma e di allergia ad acari e polvere) e che potevo utilizzare quelle. non le ho mai utilizzate. So che potrei andare tranquillamente da sola dalla dottoressa a richiedere un appuntamento per fare delle prove, ma mia madre che ignora i miei problemi in questo modo non mi fa stare affatto bene.
Purtroppo è abile anche a promettere molte cose e a non mantenere nessuna promessa. Semplice esempio: mi ha promesso, in cambi di non andare più al vecchio maneggio, di pagarmi due lezioni al mese di equitazione in un altro centro. Ora è da più di un anno che non ci vado. Io glielo ricordo ma lei mi ignora, fa finta di nulla.
- "La mamma interviene quando il papà ti dice tutte quelle cose che ti feriscono? In che modo?"
io credo che mia mamma abbia il terrore di mio papà. Non vuole litigarci, nonostante non perde tempo a brontolare (parlandone con me) di quanto non lo sopporti. ovviamente quando mio padre mi aggredisce, lei non interviene, preferisce stare zitta. Ne parla al massimo in privato. Ogni tanto si sente quando discutono animatamente in camera. il tutto si conclude ovviamente con mia madre che dà ragione a mio padre e poi viene a riferirmi cosa ha detto suo marito, modificando parole più pesanti in alcune più delicate, cercando anche di rendere più "carino" mio padre, facendo sembrare che lui si preoccupi di me. Io non le credo. So com'è fatta, so che mente ogni volta che può. Purtroppo non si rende conto che, una volta capito questo dettaglio e dopo essere stata spesso testimone delle sue bugie, non credo più alle sue parole. Spesso mi ritrovo a non sapere neppure io se crederle oppure no. Mi spiego: io vorrei crederle perché mia madre è mia madre, non riesco a capacitarmi che sia proprio lei la prima a mentirmi.
Mi scuso se sono stata prolissa, includendo magari dei dettagli insignificanti o comunque di poco conto, o se ho ripetuto più volte le stesse cose. Ho cercato di scrivere ciò che pensavo e quel che mi passava per la testa, cercando di rispondere il più chiaramente possibile alle vostre domande.
Vi ringrazio ancora.
P.s.: per quanto riguarda la consulenza con uno psicologo, ci avevo già pensato ma... sono timida. So che sarebbe la cosa migliore da fare, ma penso sempre di arrivare di fronte e non riuscire a dir nulla, o comunque poco.
Vi ringrazio infinitamente per le vostre risposte e mi scuso per non aver aggiunto troppi dettagli. Purtroppo il limite di caratteri è quello.
Per il Dr. Repici:
Spesso ho pensato anche io che mio padre fosse rimasto deluso da qualcosa in passato o che non sia "contento di se stesso", ma non per questo trovo giusto il suo comportamento nei suoi confronti. Credo che sarebbe stato più semplice, una volta superata la difficoltà iniziale, mettere a parte il suo passato e cercare di creare un rapporto più armonioso con me. Questo non accade ovviamente con i miei due fratelli più piccoli (14 e 9 anni) che vengono decisamente trattati meglio di me. Non ho mai capito neppure questa netta distinzione che fa fra me e i miei due fratelli. Questo mi fa pensare che sia io la causa della sua insoddisfazione o infelicità, e non qualcosa successo in passato o il suo rapporto con i suoi genitori.
Per quanto riguarda la mia "esistenza autonoma", diciamo che c'ho pensato. Come ha detto Lei è alquanto remota la possibilità che mio padre possa cambiare. Purtroppo non è neppure facile: nonostante il suo comportamento nei miei confronti, non permetterebbe mai che io mi allontanassi maggiormente. Credo che il motivo più semplice sia perchè devo aiutare mia madre nei lavori di casa e i miei due fratelli nei loro compiti di scuola.
Per il Dr. Bruzzese:
Concordo con le sue parole. io non so il motivo per cui i miei si siano sposati, ma credo che, se non fosse stato per la gravidanza di mia madre ora non sarebbero legati in matrimonio. Concordo anche con la parte successiva, collegandomi a ciò che ho detto anche al Dr. Repici. Ho pensato che potessi essere io la causa della sua "frustrazione" e sì, me ne sento davvero in colpa, anche se non credo di avergli fatto nulla di male. Che sia solo la mia esistenza che l'ha portato a sposarsi con mia madre? non lo so.
Passo ora a rispondere alle sue domande.
Alla prima le dico che sinceramente non ricordo perfettamente. So solo che mio papà mi ha sempre trattato come inferiore a mio fratello (quando ancora non era nato il più piccolo), non ha mai passato troppo tempo a giocare o a parlare con me. Quindi è sempre stato distante da me. Non mi ha mai detto di volermi bene e ricordo l'imbarazzo provato a dirglielo (io a lui) prima di andare a dormire, non sentendo ricambiare il mio "Ti voglio bene". Non credo di aver mai ricevuto troppi complimenti per ciò che facevo, ma mi ha sempre rimproverata per quel che non gli andava bene.
Per quanto riguarda il rapporto con la madre scriverò in fondo al post, in risposta anche al Dr. Pileci.
Per Dr. Rondone:
"Immagino che lei desideri approvazione, pacche sulla spalla, abbracci......".
Con queste parole ha centrato perfettamente il mio, appunto, desiderio. Mi accontenterei anche di un solo "brava" quando me lo merito, non premi o regali! una sola parola carina da parte sua mi farebbe davvero felice.
Detto questo devo ammettere che provo anche una certa invidia nei confronti delle altre ragazze che ridono e scherzano col loro padre. Io non potrei mai dire a mio padre, per esempio: "che sciocco che sei!". Si metterebbe ad urlare e ,se fosse stato qualche anno fa, sarebbe passato anche alle mani. Ora si limita a sbattere i pugni sul tavolo, a rompere qualcosa o lanciare piatti.
Per Dr. Pileci:
Rispondo per prima cosa alla questione del peso: sono 169 cm x 54 kg. Purtroppo il sito non permette di mettere i dati precisi. Ho selezionato quindi quelli più vicini al reale. Fatto sta che il mio modo di mangiare è piuttosto irregolare per quanto riguarda il tempo. Non faccio colazione, il pranzo può essere dalle 12 alle 15, mentre la cena può capitare anche verso le 22, se non addirittura saltato. durante il giorno, fra un pasto ed un altro sono sempre alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare, so che non dovrei, e cerco anche di trattenermi dal mangiare inutilmente.
Passando alle ultime domande (poi tornerò su mia madre):
- "Come mai non hai amiche?"
Devo dirle che non ho mai capito come mai non ce le abbia. Credo di non essere io capace a relazionarmi con gli altri, nonostante faccia meno fatica con i ragazzi che con le ragazze. Quando ero piccola (io abito in un quartiere), i figli dei miei vicini di casa si divertivano a chiamarmi fuori, chiedendomi di giocare con loro, e poi scappavano da me, prendendomi in giro e chiudendomi fuori dalla loro casetta. (c'erano delle case vecchie che andavano ristrutturate e finché i lavori non iniziavano alcuni miei vicini di casa utilizzavano gli appartamenti per tenerci cose che non gli servivano).
Quando poi ho cominciato a frequentare le elementari, mentre le altre bambine avevano iniziato fin dai primi giorni a giocare insieme, io me ne stavo a disparte. Sono stata costretta ad inserirmi solo perché me lo avevano costretto le maestre.
Alle medie invece (non ho capito perchè) non stavo simpatica a molta gente, quindi mi sono praticamente limitata a poche persone ma con le quali ho finito per litigare per, essendo alle medie motivi sciocchi.
Alle superiori è stato un po' più complesso perché ho trovato in classe due ragazzi (un ragazzo che per apparire si vantava della sua omosessualità e la sua amica a cui non andava bene nulla, capace solo di pensare che qualcuno parlasse male di lei). Questi due si divertivano a metterci uno contro l'altro, prima una persona e poi l'altra così un giorno è toccato anche a me. Mi avevano anche accusato di aver rubato i trucchi di un'altra mia compagna di classe (e io non mi trucco, l'avrei fatto solo per dispetto. Alla fine era stato proprio questo ragazzo il ladro). Nonostante adesso non ci siano più, è rimasta alla classe una brutta immagine di me. Non hanno mai cercato di chiarire, così ho preferito non tornare più al discorso e lasciare che credessero ciò che volessero. E dire che ho sempre cercato di aiutare chi ne aveva bisogno, ma alla fine ho ricevuto tutt'altro che un grazie.
Per quanto riguarda fuori dalla scuola, be'... Non ho mai avuto modo di conoscere altra gente al di fuori della mia classe. Non ho mai avuto nessuno che mi presentasse qualcun altro. Il mio ragazzo per esempio l'ho conosciuto casualmente su facebook.
Una volta andavo quotidianamente ad un maneggio dove avevo iniziato a legare con qualcuno, ma mia mamma ha fatto in modo che smettessi di andarci e a mio papà riteneva questa mia passione una perdita di tempo.
- "Com'è la relazione col tuo ragazzo?"
Inizio col dire che col mio ragazzo non riesco a parlare o a raccontargli perfettamente tutto, ma credo di sapere il perché. Credo sia la persona che ho più vicino in questo momento, ci sto bene, ma ho per questo ho paura di dirgli qualcosa di sbagliato, di non piacergli, di allontanarlo in qualche modo, o comunque di perderlo. Ora sono 2 anni e mezzo che stiamo insieme, non abbiamo mai litigato così tanto da farci passare per la mente di lasciarci, ma è anche vero che, per evitare che una cosa del genere accada, non gli dico diverse cose, cercando di evitare il discorso o distorcendo la realtà dei fatti. So che è sbagliato, ma ogni volta che mi prometto di dirgli tutto quanto ci ricasco e lo rifaccio. Per il resto credo che sia l'unica relazione con un'altra persona che sta andando tutto sommato bene. Lui comunque è sempre stato gentile e premuroso nei miei confronti, anche se comunque delle volte si è arrabbiato anche con me, chiedendomi lui stesso scusa, anche se era colpa mia.
- Per quanto riguarda mia madre:
Devo dire che mia madre è, soprattutto in questi due ultimi anni, sempre indaffarata col lavoro. Sia di mattina che di sera. Al pomeriggio è presente a casa al massimo per 3 ore, mentre alla sera ritorna a casa alle 23. Per cui la vedo pochissimo. Soprattutto perchè al pomeriggio, con una scusa o un'altra, trovo il modo per potermi allontanare di casa.
Passa il suo tempo libero giocando al pc, certe volte ignorando i miei fratelli. Anche per questo da parte sua mi sento... trascurata. Lei dice che vorrebbe essere come un'"amica" per me, ma non ci parliamo quasi mai e quando le dico io qualcosa lei non mi ascolta.
Faccio subito un esempio: è dalla quinta elementare circa che mi manca di vista e, nonostante glielo abbia confessato (dopo tanti ripensamenti per la paura che lei e mio padre si arrabbiassero) non ha mai preso in considerazione il mandarmi dall'oculista. Ora mi ritrovo a non vedere praticamente nulla (per poter leggere questa pagina devo stare vicino allo schermo, ad una distanza massima di circa 30cm, altrimenti mi appare tutto sfocato). Aggiungendo il fatto che faccio un artistico e passo 20 ora minimo alla settimana a disegnare, la mia vista lentamente mi dice addio. Dopo che mi ha ignorato non ho più avuto il coraggio di ripeterglielo. Non avrebbe senso. Lo stesso per le prove allergiche. Mi sono ritrovata tutta la primavera e l'estate con un qualcosa di simile ad un raffreddore. devo girare sempre con i fazzoletti. Quando ho chiesto anche di questo mi ha detto che ci sono le medicine di mio fratello (che soffre di lieve asma e di allergia ad acari e polvere) e che potevo utilizzare quelle. non le ho mai utilizzate. So che potrei andare tranquillamente da sola dalla dottoressa a richiedere un appuntamento per fare delle prove, ma mia madre che ignora i miei problemi in questo modo non mi fa stare affatto bene.
Purtroppo è abile anche a promettere molte cose e a non mantenere nessuna promessa. Semplice esempio: mi ha promesso, in cambi di non andare più al vecchio maneggio, di pagarmi due lezioni al mese di equitazione in un altro centro. Ora è da più di un anno che non ci vado. Io glielo ricordo ma lei mi ignora, fa finta di nulla.
- "La mamma interviene quando il papà ti dice tutte quelle cose che ti feriscono? In che modo?"
io credo che mia mamma abbia il terrore di mio papà. Non vuole litigarci, nonostante non perde tempo a brontolare (parlandone con me) di quanto non lo sopporti. ovviamente quando mio padre mi aggredisce, lei non interviene, preferisce stare zitta. Ne parla al massimo in privato. Ogni tanto si sente quando discutono animatamente in camera. il tutto si conclude ovviamente con mia madre che dà ragione a mio padre e poi viene a riferirmi cosa ha detto suo marito, modificando parole più pesanti in alcune più delicate, cercando anche di rendere più "carino" mio padre, facendo sembrare che lui si preoccupi di me. Io non le credo. So com'è fatta, so che mente ogni volta che può. Purtroppo non si rende conto che, una volta capito questo dettaglio e dopo essere stata spesso testimone delle sue bugie, non credo più alle sue parole. Spesso mi ritrovo a non sapere neppure io se crederle oppure no. Mi spiego: io vorrei crederle perché mia madre è mia madre, non riesco a capacitarmi che sia proprio lei la prima a mentirmi.
Mi scuso se sono stata prolissa, includendo magari dei dettagli insignificanti o comunque di poco conto, o se ho ripetuto più volte le stesse cose. Ho cercato di scrivere ciò che pensavo e quel che mi passava per la testa, cercando di rispondere il più chiaramente possibile alle vostre domande.
Vi ringrazio ancora.
P.s.: per quanto riguarda la consulenza con uno psicologo, ci avevo già pensato ma... sono timida. So che sarebbe la cosa migliore da fare, ma penso sempre di arrivare di fronte e non riuscire a dir nulla, o comunque poco.
[#6]
Psicologo
Gentile Utente,
innanzitutto non dimentichi mai un aspetto fondamentale: Lei non ha NESSUNA colpa, proprio nessuna.
Sta invece scontando ingiustamente le conseguenze della mentalità dei Suoi genitori e di un matrimonio evidentemente infelice, ed è ammirevole il modo in cui sopporta tutto questo.
Per quanto riguarda gli psicologi, ci sono anche nel servizio pubblico, quindi li può contattare facilmente, ma è consigliabile che si faccia assistere da un/a professionista.
E' importante avere qualcuno disposto ad ascoltare.
Lo stesso vale per la vista: non può continuare a sforzare gli occhi in quel modo.
Quindi, vada dal medico e si faccia prescrivere una visita oculistica, che si può fare anche in ospedale.
Soprattutto, abbia cura di se stessa, sia Lei la prima persona a farlo e non si trascuri; ha bisogno di essere forte per sostenere una situazione del genere.
Infine, non abbia paura di essere respinta dal Suo ragazzo: se lui è intelligente capirà al volo la situazione e Le starà vicino; allarghi anche la cerchia delle Sue conoscenze, perché è una cosa che contribuisce a rafforzare la personalità.
innanzitutto non dimentichi mai un aspetto fondamentale: Lei non ha NESSUNA colpa, proprio nessuna.
Sta invece scontando ingiustamente le conseguenze della mentalità dei Suoi genitori e di un matrimonio evidentemente infelice, ed è ammirevole il modo in cui sopporta tutto questo.
Per quanto riguarda gli psicologi, ci sono anche nel servizio pubblico, quindi li può contattare facilmente, ma è consigliabile che si faccia assistere da un/a professionista.
E' importante avere qualcuno disposto ad ascoltare.
Lo stesso vale per la vista: non può continuare a sforzare gli occhi in quel modo.
Quindi, vada dal medico e si faccia prescrivere una visita oculistica, che si può fare anche in ospedale.
Soprattutto, abbia cura di se stessa, sia Lei la prima persona a farlo e non si trascuri; ha bisogno di essere forte per sostenere una situazione del genere.
Infine, non abbia paura di essere respinta dal Suo ragazzo: se lui è intelligente capirà al volo la situazione e Le starà vicino; allarghi anche la cerchia delle Sue conoscenze, perché è una cosa che contribuisce a rafforzare la personalità.
[#7]
Gentile ragazza,
ritengo che in casa i tuoi genitori si stiano comportando in questa maniera perchè funzionano così, semplicemente, e perchè a loro volta hanno avuto un modello genitoriale da cui hanno appreso qualcosa.
Però la situazione non ti è d'aiuto per poter stare bene e crescere, ecco perchè è indicato un consulto psicologico di persona, magari presso lo Spazio Giovani o il consultorio.
Pensaci! Sei maggiorenne e non devi chiedere a nessuno il permesso, nè qualcuno verrà a saperlo in quanto la consulenza è chiaramente sotto il segreto professionale.
Buona giornata,
ritengo che in casa i tuoi genitori si stiano comportando in questa maniera perchè funzionano così, semplicemente, e perchè a loro volta hanno avuto un modello genitoriale da cui hanno appreso qualcosa.
Però la situazione non ti è d'aiuto per poter stare bene e crescere, ecco perchè è indicato un consulto psicologico di persona, magari presso lo Spazio Giovani o il consultorio.
Pensaci! Sei maggiorenne e non devi chiedere a nessuno il permesso, nè qualcuno verrà a saperlo in quanto la consulenza è chiaramente sotto il segreto professionale.
Buona giornata,
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 12.9k visite dal 09/08/2013.
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