Ansia, attacchi di panico
Buongiorno Dottori,
a novembre 2012 ho avuto il mio primo attacco di panico mentre ero al lavoro. I sintomi erano tremolio al petto, tachicardia, gambe molli e tremolanti, sensazione di giramento di testa. Andato al PS, mi hanno effettuato ECG ed ecografia al cuore, escludendomi patologie e mi hanno somministrato gocce per tranquillizzarmi.Da quel momento, preoccupato dal fatto che potesse succedere di nuovo, ho deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia (prima seduta a gennaio 2013). Con il Dottore ci vediamo una volta alla settimana perciò siamo arrivati a circa una ventina di sedute. Mi sembra che non sto traendo benefici, o meglio, inizialmente forse sì, perchè avevo qualcuno che capisse cosa stessi provando e mi sembrava di fare una bella cosa perchè avevo preso di petto la situazione in cui mi sono venuto a trovare. Però il fatto che talvolta soffro ancora di attacchi di panico e il fatto di non "vedere una fine" (e il Dottore non riesce a darmi un termine alle sedute) mi sta scoraggiando e non poco. Ora è quasi un mese che non vado più perchè il Dottore rientrerà dalle ferie solo a settembre e forse anche questa interruzione mi crea maggiore disagio. Mi sento gambe molli e stanche, testa vuota e che sembra girare (tipo vertigini/sbandamento), mal di pancia (mi capita spesso di andare in bagno), tachicardia e non riesco a tranquillizzarmi se non a casa mia. Durante il giorno però lavoro e spesso devo convivere con questa cosa, rispondere al telefono, parlare coi colleghi... Non prendo farmaci, lo psicoterapeuta dopo qualche seduta mi ha detto che io non ne ho bisogno (anche perchè ho 26 anni), porto con me solamente il tubetto di valeriana che prendo al bisogno (anche se forse è più una cosa di testa e non agisce veramente sui disturbi che provo). Ho smesso anche di fare attività fisica, per paura che mi potesse succedere qualcosa, però forse mi servirebbe per non pensare ad altro. Ora in questo periodo in cui non vado a fare la terapia, mi sto ponendo domande: servirà la psicoterapia? E se cambiassi psicoterapeuta? Dovrei prendere qualche farmaco/ansiolitico perlomeno per alleviare i sintomi che l'ansia mi provoca? Dovrei effettuare qualche altra visita? Tra l'altro sono anche ipocondriaco e il Dottore che mi sta seguendo dice che ho una "personalità fobica" e mi allarmo per ogni minima cosa. Sarei grato se mi rispondeste, almeno per ricevere un ulteriore consiglio. Il dottore di base, quando gli riferisco qualche sintomo, mi tranquillizza e dice di non pensarci, che mi agito per qualsiasi cosa (ed è vero). Inoltre tutta questa situazione mi mette stanchezza, arrivo alla sera proprio stanco sia fisicamente che psicologicamente e ho voglia solo di andare a letto. Vi ringrazio per la risposta.
a novembre 2012 ho avuto il mio primo attacco di panico mentre ero al lavoro. I sintomi erano tremolio al petto, tachicardia, gambe molli e tremolanti, sensazione di giramento di testa. Andato al PS, mi hanno effettuato ECG ed ecografia al cuore, escludendomi patologie e mi hanno somministrato gocce per tranquillizzarmi.Da quel momento, preoccupato dal fatto che potesse succedere di nuovo, ho deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia (prima seduta a gennaio 2013). Con il Dottore ci vediamo una volta alla settimana perciò siamo arrivati a circa una ventina di sedute. Mi sembra che non sto traendo benefici, o meglio, inizialmente forse sì, perchè avevo qualcuno che capisse cosa stessi provando e mi sembrava di fare una bella cosa perchè avevo preso di petto la situazione in cui mi sono venuto a trovare. Però il fatto che talvolta soffro ancora di attacchi di panico e il fatto di non "vedere una fine" (e il Dottore non riesce a darmi un termine alle sedute) mi sta scoraggiando e non poco. Ora è quasi un mese che non vado più perchè il Dottore rientrerà dalle ferie solo a settembre e forse anche questa interruzione mi crea maggiore disagio. Mi sento gambe molli e stanche, testa vuota e che sembra girare (tipo vertigini/sbandamento), mal di pancia (mi capita spesso di andare in bagno), tachicardia e non riesco a tranquillizzarmi se non a casa mia. Durante il giorno però lavoro e spesso devo convivere con questa cosa, rispondere al telefono, parlare coi colleghi... Non prendo farmaci, lo psicoterapeuta dopo qualche seduta mi ha detto che io non ne ho bisogno (anche perchè ho 26 anni), porto con me solamente il tubetto di valeriana che prendo al bisogno (anche se forse è più una cosa di testa e non agisce veramente sui disturbi che provo). Ho smesso anche di fare attività fisica, per paura che mi potesse succedere qualcosa, però forse mi servirebbe per non pensare ad altro. Ora in questo periodo in cui non vado a fare la terapia, mi sto ponendo domande: servirà la psicoterapia? E se cambiassi psicoterapeuta? Dovrei prendere qualche farmaco/ansiolitico perlomeno per alleviare i sintomi che l'ansia mi provoca? Dovrei effettuare qualche altra visita? Tra l'altro sono anche ipocondriaco e il Dottore che mi sta seguendo dice che ho una "personalità fobica" e mi allarmo per ogni minima cosa. Sarei grato se mi rispondeste, almeno per ricevere un ulteriore consiglio. Il dottore di base, quando gli riferisco qualche sintomo, mi tranquillizza e dice di non pensarci, che mi agito per qualsiasi cosa (ed è vero). Inoltre tutta questa situazione mi mette stanchezza, arrivo alla sera proprio stanco sia fisicamente che psicologicamente e ho voglia solo di andare a letto. Vi ringrazio per la risposta.
[#1]
Gentile Utente,
quale orientamento terapeutico segue il suo curante?
Diagnosi? Obiettivi terapeutici?
Quali benefici ha avuto all'inizio del percorso? E poi?
Si è stabilita una buona relazione con il suo terapeuta?
Gli ha esposto le sue perplessità?
quale orientamento terapeutico segue il suo curante?
Diagnosi? Obiettivi terapeutici?
Quali benefici ha avuto all'inizio del percorso? E poi?
Si è stabilita una buona relazione con il suo terapeuta?
Gli ha esposto le sue perplessità?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile utente che tipo di psicoterapia ha effettuato? NON tutte sono elettive per il panico.
(..)Ho smesso anche di fare attività fisica, per paura che mi potesse succedere qualcosa,(..)
ci sono orientamenti terapeutici che le spiegano, in termini molto pragmatici, che certe scelte non fanno altro che incrementare il problema, la rinuncia ad una attività conferma la presenza di un malessere che non può far altro che crescere.
le consiglio questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3607-e-la-lotta-contro-l-ansia-che-crea-ansia.html,
saluti
(..)Ho smesso anche di fare attività fisica, per paura che mi potesse succedere qualcosa,(..)
ci sono orientamenti terapeutici che le spiegano, in termini molto pragmatici, che certe scelte non fanno altro che incrementare il problema, la rinuncia ad una attività conferma la presenza di un malessere che non può far altro che crescere.
le consiglio questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3607-e-la-lotta-contro-l-ansia-che-crea-ansia.html,
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Utente
Gentili Dottori,
innanzitutto grazie per le Vostre risposte.
Il mio è uno psicologo clinico specialista in psicoterapia, e la sua psicanalisi è di scuola junghiana. Soprattutto nelle prime sedute in cui iniziavamo a conoscerci, gli ho esposto tutti i miei stati d'animo e le mie esperienze passate (belle e meno belle) che possono avermi condotto ad avere questi disturbi e, quasi come se mi fossi liberato da un peso, mi sembrava di stare un po' meglio (meno disturbi "tangibili", come ad es. palpitazioni, tachicardia, ecc.). La diagnosi di disturbi da attacco di panico è emersa dopo poche sedute, anche se un obiettivo vero e proprio non è stato prefissato, o forse non sono stato io a capirlo. Lui mi ripete sempre che devo imparare a conoscermi fino in fondo per "andare incontro" a quella parte di me che prima non conoscevo ma che c'è sempre stata. Diciamo che mi ispira fiducia, anche se a volte ci sono momenti di silenzio perchè io finisco di raccontare una cosa e lui non mi sprona molto facendo domande... E' giusto? Lui dice che anche questi momenti di silenzio aiutano a riflettere. Non gli ho esposto proprio tutte le mie perplessità sulla terapia, ma gli ho detto che ci sono giorni in cui sembra vada bene e altri meno bene, ma la sua risposta è di avere pazienza e che la psicoterapia è in grado di risolvere il problema, anche definitivamente.
Quanto all'attività fisica, io sono arbitro di calcio, ho mancato una promozione a livello nazionale e devo averne pagato le conseguenze... Ora mi agita anche arbitrare una partita di ragazzini, senza contare il fatto che sono restìo ad andare ad allenarmi per paura che mi possa venire qualcosa, anche se so bene che forse è proprio grazie all'attività fisica e fare ciò che mi piace potrebbe essere un principio di soluzione. Secondo voi è giusto proseguire questo percorso di psicoterapia o si può pensare di iniziarne uno nuovo?
Grazie ancora per le Vostre risposte.
innanzitutto grazie per le Vostre risposte.
Il mio è uno psicologo clinico specialista in psicoterapia, e la sua psicanalisi è di scuola junghiana. Soprattutto nelle prime sedute in cui iniziavamo a conoscerci, gli ho esposto tutti i miei stati d'animo e le mie esperienze passate (belle e meno belle) che possono avermi condotto ad avere questi disturbi e, quasi come se mi fossi liberato da un peso, mi sembrava di stare un po' meglio (meno disturbi "tangibili", come ad es. palpitazioni, tachicardia, ecc.). La diagnosi di disturbi da attacco di panico è emersa dopo poche sedute, anche se un obiettivo vero e proprio non è stato prefissato, o forse non sono stato io a capirlo. Lui mi ripete sempre che devo imparare a conoscermi fino in fondo per "andare incontro" a quella parte di me che prima non conoscevo ma che c'è sempre stata. Diciamo che mi ispira fiducia, anche se a volte ci sono momenti di silenzio perchè io finisco di raccontare una cosa e lui non mi sprona molto facendo domande... E' giusto? Lui dice che anche questi momenti di silenzio aiutano a riflettere. Non gli ho esposto proprio tutte le mie perplessità sulla terapia, ma gli ho detto che ci sono giorni in cui sembra vada bene e altri meno bene, ma la sua risposta è di avere pazienza e che la psicoterapia è in grado di risolvere il problema, anche definitivamente.
Quanto all'attività fisica, io sono arbitro di calcio, ho mancato una promozione a livello nazionale e devo averne pagato le conseguenze... Ora mi agita anche arbitrare una partita di ragazzini, senza contare il fatto che sono restìo ad andare ad allenarmi per paura che mi possa venire qualcosa, anche se so bene che forse è proprio grazie all'attività fisica e fare ciò che mi piace potrebbe essere un principio di soluzione. Secondo voi è giusto proseguire questo percorso di psicoterapia o si può pensare di iniziarne uno nuovo?
Grazie ancora per le Vostre risposte.
[#4]
Gentile Utente,
come già detto non tutte le forme di psicoterapia sono eleggibili per curare i disturbi d'ansia e gli attacchi di panico.
Tra i trattamenti d'elezione vi sono le terapie attive e focalizzate che permettono sì al pz di comprendere come funziona il problema (non è necessario andare a scavare nel passato per far ciò), ma anche di accostare una parte comportamentale che permetta al pz di esporsi a ciò che genera ansia e panico e quindi, dietro la guida del terapeuta, mettere in pratica nuove e più funzionali strategie di gestione del sintomo.
In altre parole con l'esposizione a ciò che si teme è possibile superare gradualmente l'ansia.
Tra i trattamenti di questo tipo rientra la terapia di tipo cognitivo-comportamentale ad es.
Saluti,
come già detto non tutte le forme di psicoterapia sono eleggibili per curare i disturbi d'ansia e gli attacchi di panico.
Tra i trattamenti d'elezione vi sono le terapie attive e focalizzate che permettono sì al pz di comprendere come funziona il problema (non è necessario andare a scavare nel passato per far ciò), ma anche di accostare una parte comportamentale che permetta al pz di esporsi a ciò che genera ansia e panico e quindi, dietro la guida del terapeuta, mettere in pratica nuove e più funzionali strategie di gestione del sintomo.
In altre parole con l'esposizione a ciò che si teme è possibile superare gradualmente l'ansia.
Tra i trattamenti di questo tipo rientra la terapia di tipo cognitivo-comportamentale ad es.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,
lei scrive "La diagnosi di disturbi da attacco di panico è emersa dopo poche sedute, anche se un obiettivo vero e proprio non è stato prefissato, o forse non sono stato io a capirlo"...Quali sono gli obiettivi che Lei vorrebbe raggiungere? Ha provato a parlarne apertamente con il suo terapeuta?
Per quanto riguarda il tipo di terapia sono d'accordo con i colleghi che Le hanno già risposto. Le consiglio inoltre di leggere questo articolo.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Cordiali saluti
lei scrive "La diagnosi di disturbi da attacco di panico è emersa dopo poche sedute, anche se un obiettivo vero e proprio non è stato prefissato, o forse non sono stato io a capirlo"...Quali sono gli obiettivi che Lei vorrebbe raggiungere? Ha provato a parlarne apertamente con il suo terapeuta?
Per quanto riguarda il tipo di terapia sono d'accordo con i colleghi che Le hanno già risposto. Le consiglio inoltre di leggere questo articolo.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.8k visite dal 06/08/2013.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.