Ipersalivazione e ansia

Gentili dottori, alcuni mesi fa ho avuto una vera e propria crisi di panico (legata al pensiero di cibo avvelenato). Il giorno dopo è cominciata una continua salivazione che oltre a creare disagio, mi spaventa (ho il timore che ingoiare troppa saliva possa comportare nausea e vomito in pubblico). Ho contattato il mio medico che ha pensato più che altro a un reflusso gastroesofageo (in effetti quando ingurgito molta saliva il bruciore appare, o meglio le due cose sembrano contemporanee) e ho fatto delle analisi per chiarire eventuali assenza di infezioni. In più ho cominciato delle sedute presso una psicologa (purtroppo allo stato attuale non mi sembra mi stiano dando molto, anzi talvolta è frutto di maggiore ansia). Dallo psicologo dovevo in realtà già andare perché ho tutta una serie di paure che in momenti di ansia diventano delle vere fissazioni. E purtroppo anche la salivazione lo è diventata (soprattutto quando sto in casa, oppure sono al lavoro). Mentre ho notato che la situazione migliora quando passeggio (in giro certo non posso mettermi a sputacchiare da tutte le parti), quando esco con i miei amici, quando mangio (è normale: lì devo ingoiare per forza). Vorrei anche ricordare che il periodo in cui è cominciato questo disturbo avevo fatto diverse notti di lavoro (riposando poco) e venivo da anni di dieta ferrea (ho un rapporto con il cibo complicato e il terrore del vomito talvolta è presente, salivazione o meno). Ora mi chiedo: possibile che tutto sia legato all'ansia? Come posso superare questo momento (ne ho superati altri legati ad altre fissazioni in passato ma ora come ora mi sento debolissimo caratterialmente e di testa). Basta la psicologia (tra l'altro dalla quale mi sembra non stia ricevendo benefici). Che devo fare per recuperare serenità? Grazie in anticipo a chi vorrà rispondere.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> possibile che tutto sia legato all'ansia?
>>>

Sì, è assolutamente possibile che dipenda da un'ossessività eccessiva, cioè dall'ansia.

Le psicoterapie più indicate sono quelle focalizzate e attive, cioè dove si ricevono compiti specifici da mettere in atto. Una psicoterapia adatta può essere efficace e risolutiva, da sola. Che tipo di terapia sta facendo?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Le dico la verità, egregio dottor Santonocito, neppure ho capito il tipo di terapia. La mia psicologa segue una disciplina (o qualcosa di simile) chiamata Gestalt. In nove sedute abbiamo parlato tanto di me, per focalizzare gli ambiti di intervento. Solo che per adesso questa focalizzazione ancora non è avvenuta e l'unico compito è stato quello di scrivere le dieci cose che desidererei per stare tranquillo. Solo che dopo non ne abbiamo più parlato. Sa, in realtà già non ho piena fiducia nella psicoterapia e purtroppo la mia psicologa non mi sta facendo cambiare idea. Tra l'altro lei che ne pensa? Ne ho proprio bisogno? Quando ho la mente impegnata fino in fondo sto davvero bene. Peccato che talvolta non sia così ed ecco che timori e paure tornano alla carica. Grazie per la risposta.
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Non possiamo dirle se lei abbia bisogno di terapia, perché ciò equivarrebbe ad averle fatto una diagnosi, cosa impossibile da fare online.

Però le confermo quanto sopra: ansia e ossessioni si possono debellare con la psicoterapia, che però dev'essere preferibilmente di tipo attivo e focalizzato: ha ricevuto compiti specifici da attuare fra le sedute? Se sì, dii che tipo?

Due esempi di terapia molto adatte all'ansia sono la comportamentale e la breve strategica. Legga qui per informarsi:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Se non è convinto o soddisfatto della terapia attuale, deve riportare le sue perplessità alla terapeuta. Che ovviamente deve essere psicoterapeuta, non solo psicologa.
[#4]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Egregio dottore, come ho scritto ho avuto solo il compito di scrivere le dieci cose che desidero di più. Però una volta scritta, la lista è rimasta lì, senza approfondimenti di alcun tipo. Comunque si, è anche psicoterapeuta. Spero di uscire da questo problema, in certi casi la situazione è fastidiosa (sebbene dall'esterno non si noti nulla): è come un cane che si morde la coda: più provo a non pensarci e più ci penso, e più ci penso più i sintomi aumentano e più aumentano e più provo a non pensarci.... forse nell'ansia conta anche il lavoro che faccio, sono infermiere e da due anni sono stato spostato in un reparto molto più stressante dei precedenti e per il quale mi sento anche un po' inadeguato nonostante l'esperienza maturata. In più vivo in una famiglia composta da persone ansiose e depresse, nella quale sono tornato a vivere (in passato lavoravo fuori) visto che sono tuttora single a causa di diverse situazioni finite in modo negativo.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Indipendentemente dalle "cause" per cui si è ansiosi, l'ansia può essere affrontata e risolta, ma occorre una terapia specifica. Dal punto di vista di una terapia come la breve strategica, stilare una lista dei desideri può essere utile, ma magari in una fase successiva. Finché si è stretti nella morsa dell'ansia con sintomi fisici come il panico o preoccupazioni ossessive che spingono a compiere gesti ripetitivi e ritualizzati, occorre ricevere prescrizioni specifiche volte a spezzare il circolo vizioso che mantiene in vita il problema.

Che lei abbia "imparato" l'ansia in famiglia, che sia geneticamente predisposto all'ansia o che faccia un lavoro stressante conta fino a un certo punto; i sintomi dell'ansia possono essere risolti comunque. Poi, una volta eliminato lo stato acuto, se ci sono aggiustamenti da fare nella propria vita di tipo lavorativo, adattivo o relazionale questi possono e devono certamente essere fatti, sempre con l'aiuto del terapeuta, ma il lavoro iniziale dev'essere specifico per l'ansia.

Le suggerisco di valutare l'ipotesi di cambiare forma di psicoterapia.
[#6]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Purtroppo allo stato devo attendere: ha delle situazioni personali e non tornerà al lavoro prima di ottobre. Un'ultima domanda: in passato ho già sofferto di periodi in cui avevo disturbi (ereutofobia, emetofobia, paura di sentire suoni strani, deglutizione continue, mancanza d'aria ecc ecc) tutti singolarmente e tutti prima o poi passavano,alternandosi con periodi tranquilli senza disturbi psicosomatici e ansiosi. Per poi tornare, sempre in modo singolo. Ora vivendo fuori e in un ambiente lavorativo più tranquillo era da anni che ero più sereno. Non si potrebbe sconfiggere l'ansia anche riprendendo a fare quello stile di vita che ha corrisposto a un periodo più sereno? Oppure l'ansia rimane sempre dentro ed è pronta a riaffiorare?
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
È la seconda che ha detto.

Finché la tendenza ansiosa di base non viene sconfitta, l'ansia potrà ripresentarsi in uno qualunque dei tantissimi modi in cui essa è solita manifestarsi.

"Cambiare stile di vita", per l'ansioso, equivale spesso con l'evitare le situazioni ansiogene, ma l'evitamento alimenta e fa peggiorare l'ansia, lungi dal risolverla.

Guarire dall'ansia patologica significa non vivere più le situazioni ansiogene come tali, ma come normali. Finché si sente il bisogno di evitare, vuol dire che l'ansia è sempre là al suo posto.
Reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo è la risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago: sintomi, cause, terapie, complicanze e quando bisogna operare.

Leggi tutto