Rapporto di coppia in crisi
Vorrei conoscere la Vs opionione su una situazione di crisi del nostro matrimonio.Mia moglie è coetanea di 40 anni, con cui abbiamo costruito una famiglia con due bambini.Stiamo insieme da 14 anni.Ho scoperto che intrattiene una relazione "virtuale"con un uomo di 52 anni.Abbiamo discusso in modo chiaro e molto diretto,con rispetto dei reciproci sentimenti.E' apparso evidente ad entrambi che la relazione "virtuale" è originata da problemi tra di noi.Li abbiamo reciprocamente manifestati.Tralascio le sue mancanze perchè non mi impediscono di amarla e desiderarla come moglie con tutto il cuore.Lei ha espresso di provare per me un grandissimo affetto, che nonostante il suo carattere introverso, opposto al mio, mi manifesta anche in questo periodo, teneramente e sessualmente, ma di non essere più sicura che questo fortissimo affetto sia amore e volermi come un marito (desiderebbe un uomo più "vecchio" di età. ). Abbiamo riconosciuto che gli ultimi anni, in cui alcune problemi economiche non permettevano un sereno vivere, abbiamo ignorato le rispettive esigenze e rischieste di aiuto. Io adesso le ho comprese e sto cercando di smussare in modo pratico e tangibile questi miei difetti, anche perchè, se accadrà l'irreparabile, sarà l'unica cosa che mi renderà migliore dopo questa esperienza (dopo i miei splendidi figli). Il problema, seppure 30 giorni di quieto vivere non possono metttere ordine in anni di incomprensioni, è dato da questa relazione "virtuale" ( non si sono mai incontrati, volendo crederle, ed il contatto sentimentale non è andato oltre l'invio da parte di mia moglie di alcune foto osè per sedurlo dopo qualche mese). Il contatto virtuale dura ancora adesso. Seppure non lo cerca (sempre volendo crederle) questo fenomeno di uomo, pur non muovendosi, consapevole della sudditanza sentimentale di mia moglie nei suoi confronti, ogni tanto si fa sentire, confondendola ancora.Le ho detto che non può pensare veramente di lasciare tutto per uomo che non ha mai visto, e nella cui regione non potrebbe traferirsi a vivere, anche se incredibilmente lo ha considerato (lo considera?) l'uomo della sua vita (uno mai visto? Mai frequentato?Uno che non ha fatto un metro per vederla live?).Io credo abbia trasferito in lui tutto quanto lei desiderasse che non sono riuscito a darle ma le ho fatto capire che dovremmo darci del tempo per vedere come questa nuova serenità può aiutarci. Le persone possono cambiare.Avremo almeno tentato di salvare qualcosa che abbiamo costruito con fatica e su cui abbiamo investito la ns vita. Le ho detto che credo non avere più le farfalle non vuol dire non amare. Non far saltare tutto per uno sconosciuto.Sapendo che non è stato lui il problema ma il nostro rapporto.Se non fosse stato lui sarebbe stato un altro, perchè il problema ero io, era nostro. Vuole pensarci, vivendo ancora insieme a me, ma è molto confusa, anche perchè questo chiama ancora. Come aiutarla e come aiutarmi?... anche per non pensare quando usa il suo cellulare
[#1]
Gentile Utente,
se da una parte Lei sembra fare un quadro abbastanza completo, manca comunque il punto di vista di Sua moglie. E' difficile dirLe qualcosa, primo perchè Lei ha ancora ha detto poche cose di sé, ed ancor meno ci sono informazioni su Sua moglie, non come la vede Lei, ma come essa vede se stessa e la storia.
Rifletta su una cosa. Lei scrive di aver scoperto questo chatting... ma prima di scoprire la chat, aveva già scoperto i problemi matrimoniali? Oppure i problemi matrimoniali motivo della chat già c'erano, ma non li vedevate o li dichiaravate.
Questo per dirLe che a maggior ragione in questa situazione è meglio un intervento familiare laddove è la coppia ad andare insieme.
Sa che per assurdo ed in modo un pò paradossale Lei chiedendo aiuto in questo luogo virtuale sta attuando lo stesso comportamento attuato da Sua moglie: coinvolge un terzo virtuale nella Vostra storia. Lei cerca il terzo virtuale professionale, mentre la moglie cerca il terzo virtuale emotivo\protettivo.
Però, così facendo siete due individui che operano autonomamente.
In un rapporto professionale rivolto alla coppia, sarebbe la coppia, contemporaneamente coinvolta. Inoltre si avrebbe un'informazione più completa data proprio dall'osservarvi come vi comportate dal vivo mentre interagite. Questo, ad esempio manca.
Che ne pensa?
se da una parte Lei sembra fare un quadro abbastanza completo, manca comunque il punto di vista di Sua moglie. E' difficile dirLe qualcosa, primo perchè Lei ha ancora ha detto poche cose di sé, ed ancor meno ci sono informazioni su Sua moglie, non come la vede Lei, ma come essa vede se stessa e la storia.
Rifletta su una cosa. Lei scrive di aver scoperto questo chatting... ma prima di scoprire la chat, aveva già scoperto i problemi matrimoniali? Oppure i problemi matrimoniali motivo della chat già c'erano, ma non li vedevate o li dichiaravate.
Questo per dirLe che a maggior ragione in questa situazione è meglio un intervento familiare laddove è la coppia ad andare insieme.
Sa che per assurdo ed in modo un pò paradossale Lei chiedendo aiuto in questo luogo virtuale sta attuando lo stesso comportamento attuato da Sua moglie: coinvolge un terzo virtuale nella Vostra storia. Lei cerca il terzo virtuale professionale, mentre la moglie cerca il terzo virtuale emotivo\protettivo.
Però, così facendo siete due individui che operano autonomamente.
In un rapporto professionale rivolto alla coppia, sarebbe la coppia, contemporaneamente coinvolta. Inoltre si avrebbe un'informazione più completa data proprio dall'osservarvi come vi comportate dal vivo mentre interagite. Questo, ad esempio manca.
Che ne pensa?
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#2]
Utente
Egr. Dott. Bellizzi,
ho sintetizzato i concetti che mia moglie mi ha manifestato in giorni di lunghe discussioni nella seguente frase "un grandissimo affetto, che nonostante il suo carattere introverso, opposto al mio, mi manifesta anche in questo periodo, teneramente e sessualmente, ma di non essere più sicura che questo fortissimo affetto sia amore e volermi come un marito (deriderebbe un uomo più "vecchio" di età.)". Oltre questo non c'è molto altro perché Le ribadisco, è molto confusa sul da farsi. Pensa che continuare con me voglia dire rinunciare a quella nuova vita che aveva sognato (unicamente lei) con l'altro virtuale e non essere libera di scegliere anche sbagliando. Ma ci sono dei bambini, c'è un marito che di certo non odia. Ho cercato di dirLe che non si può tentare una nuova vita con un altro mai conosciuto e se va male pazienza. Non può rischiare tutto in questo modo, a mio avviso, un po' adolescenziale. Ma come fa una persona a scegliere se è confusa, e sopratutto non a scegliere tra continuare una relazione, magari con nuove prospettive, ed una clandestina ma fondata sull'aver già frequentato l'altro. Ma scegliere di buttare all'aria tutto per provare con una persona mai vista, sapendo che io non posso e non voglio certo aspettarla a casa per sapere se questo incontro l'ha soddisfatta o meno. Sarebbe impensabile per me. E poi non basta certo un incontro per conoscere una persona. In merito alle Sue domande:
1) Non avevo scoperto i problemi matrimoniali ma avevo avuto sentore che negli ultimi mesi qualcosa non andava, pur ricevendo sempre la stessa risposta (va tutto bene, è un periodo); i problemi già c'erano e non ne parlavamo.
2) Mia moglie sa che ho scritto per questo consulto ma non vuole seguire alcuna terapia perchè dice che possiamo cavarcela da soli e che nessuno potrà dirle mai di come scoprire se mi ama come intende lei l'amore oppure no.
Io vorrei soltanto farle capire che sta affrettando i tempi e che è una scelta che non può prendere in poco tempo ed "infastidita" da questo terzo virtuale. E sopratutto darle le chiavi per poter riflettere su cosa vuole. L'importante non sarà che risponde si ma che la scelta sia fatta in modo maturo e sensato. Se dovrò andare via non posso certo legarla a me. Ma le chiavi per ragionare, credo, non siano così facili da individuare. Le domande cui rispondersi non sono così immediate da focalizzare in mezzo a tanta confusione.
Sarà un periodo molto delicato.
La ringrazio comunque per la risposta che mi ha voluto manifestare.
Cordiali saluti
ho sintetizzato i concetti che mia moglie mi ha manifestato in giorni di lunghe discussioni nella seguente frase "un grandissimo affetto, che nonostante il suo carattere introverso, opposto al mio, mi manifesta anche in questo periodo, teneramente e sessualmente, ma di non essere più sicura che questo fortissimo affetto sia amore e volermi come un marito (deriderebbe un uomo più "vecchio" di età.)". Oltre questo non c'è molto altro perché Le ribadisco, è molto confusa sul da farsi. Pensa che continuare con me voglia dire rinunciare a quella nuova vita che aveva sognato (unicamente lei) con l'altro virtuale e non essere libera di scegliere anche sbagliando. Ma ci sono dei bambini, c'è un marito che di certo non odia. Ho cercato di dirLe che non si può tentare una nuova vita con un altro mai conosciuto e se va male pazienza. Non può rischiare tutto in questo modo, a mio avviso, un po' adolescenziale. Ma come fa una persona a scegliere se è confusa, e sopratutto non a scegliere tra continuare una relazione, magari con nuove prospettive, ed una clandestina ma fondata sull'aver già frequentato l'altro. Ma scegliere di buttare all'aria tutto per provare con una persona mai vista, sapendo che io non posso e non voglio certo aspettarla a casa per sapere se questo incontro l'ha soddisfatta o meno. Sarebbe impensabile per me. E poi non basta certo un incontro per conoscere una persona. In merito alle Sue domande:
1) Non avevo scoperto i problemi matrimoniali ma avevo avuto sentore che negli ultimi mesi qualcosa non andava, pur ricevendo sempre la stessa risposta (va tutto bene, è un periodo); i problemi già c'erano e non ne parlavamo.
2) Mia moglie sa che ho scritto per questo consulto ma non vuole seguire alcuna terapia perchè dice che possiamo cavarcela da soli e che nessuno potrà dirle mai di come scoprire se mi ama come intende lei l'amore oppure no.
Io vorrei soltanto farle capire che sta affrettando i tempi e che è una scelta che non può prendere in poco tempo ed "infastidita" da questo terzo virtuale. E sopratutto darle le chiavi per poter riflettere su cosa vuole. L'importante non sarà che risponde si ma che la scelta sia fatta in modo maturo e sensato. Se dovrò andare via non posso certo legarla a me. Ma le chiavi per ragionare, credo, non siano così facili da individuare. Le domande cui rispondersi non sono così immediate da focalizzare in mezzo a tanta confusione.
Sarà un periodo molto delicato.
La ringrazio comunque per la risposta che mi ha voluto manifestare.
Cordiali saluti
[#3]
<Sapendo che non è stato lui il problema ma il nostro rapporto.Se non fosse stato lui sarebbe stato un altro,.. perchè il problema era nostro>
Gentile Utente,
condivido questa affermazione, in effetti quando in una coppia un partner volge l'attenzione a una terza persona, in genere è perché nel rapporto c'è qualche problema, qualcosa di non affrontato, esplicitato chiaramente e risolto, ma accantonato <Abbiamo riconosciuto che gli ultimi anni, in cui alcune problemi economiche non permettevano un sereno vivere, abbiamo ignorato le rispettive esigenze e rischieste di aiuto.>
< Il problema, seppure 30 giorni di quieto vivere non possono metttere ordine in anni di incomprensioni> Certamente, lei sembra abbia una certa consapevolezza di quanto è accaduto e sta accadendo, ma questo non comporta in automatico sapere come far fronte alla situazione e arrivare, in un modo o nell'altro, a mettere in <ordine anni di incomprensioni> e risolvere il problema in atto. Mi sembra che, nonostante ne abbiate parlato, siate ancora in alto mare e che un aiuto sia più che mai opportuno
Per questo sarebbe davvero più che mai utile che vi rivolgeste a un terapeuta di coppia che, in un contesto protetto e non giudicante, vi possa aiutare a mettere le vostre questioni sul piatto, comprendere cosa fare del vostro matrimonio, trovare un nuovo possibile equilibrio.
Tanto più importante perché avete figli che dovrebbero essere tutelati in ogni caso dai vostri problemi di coppia.
Ne parli ancora con sua moglie e se restasse della stessa idea, le suggerisco di rivolgersi lei in prima persona a uno specialista (esperto in terapia di coppia) potrebbe darle anche indicazioni per coinvolgere sua moglie in un consulto.
Cordiali saluti
Gentile Utente,
condivido questa affermazione, in effetti quando in una coppia un partner volge l'attenzione a una terza persona, in genere è perché nel rapporto c'è qualche problema, qualcosa di non affrontato, esplicitato chiaramente e risolto, ma accantonato <Abbiamo riconosciuto che gli ultimi anni, in cui alcune problemi economiche non permettevano un sereno vivere, abbiamo ignorato le rispettive esigenze e rischieste di aiuto.>
< Il problema, seppure 30 giorni di quieto vivere non possono metttere ordine in anni di incomprensioni> Certamente, lei sembra abbia una certa consapevolezza di quanto è accaduto e sta accadendo, ma questo non comporta in automatico sapere come far fronte alla situazione e arrivare, in un modo o nell'altro, a mettere in <ordine anni di incomprensioni> e risolvere il problema in atto. Mi sembra che, nonostante ne abbiate parlato, siate ancora in alto mare e che un aiuto sia più che mai opportuno
Per questo sarebbe davvero più che mai utile che vi rivolgeste a un terapeuta di coppia che, in un contesto protetto e non giudicante, vi possa aiutare a mettere le vostre questioni sul piatto, comprendere cosa fare del vostro matrimonio, trovare un nuovo possibile equilibrio.
Tanto più importante perché avete figli che dovrebbero essere tutelati in ogni caso dai vostri problemi di coppia.
Ne parli ancora con sua moglie e se restasse della stessa idea, le suggerisco di rivolgersi lei in prima persona a uno specialista (esperto in terapia di coppia) potrebbe darle anche indicazioni per coinvolgere sua moglie in un consulto.
Cordiali saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Gentile Utente,
> dice che possiamo cavarcela da soli
Qui potrebbe obiettarLe che il terzo nella coppia l'ha portato lei, e che quindi da soli non lo si risolve, ma si cerca altro. E che, piuttosto che un terzo dalle incognite capacità risolutive, un terzo "professionista" della coppia offre maggiori garanzie di essere un aiuto per uscirne da soli.
> Le domande cui rispondersi non sono così immediate da focalizzare in mezzo a tanta confusione.
Certo, ognuno ha i proprio tempi ed i propri modi di elaborare.
L'altro aspetto che dovrebbe esplorare riguarda quel *comportamento adolescenziale* che qualche volta si manifesta all'avvicinarsi della menopausa; la moglie ha fatto dei check up medici?
40 anni rappresentano un momento di cambiamento, in cui si passa dalla *tarda adolescenza* [mi permetta il gioco di parole] all'età adulta.
[Questo parafrasando un'intervista di Vladimir Luxiria in cui si definiva un quaranteenager e raccontava la sua tarda adolescenza fatta di serate in discoteca alternate agli impegni politici e di lavoro.]
Ora, ho bisogno di premetterLe qualcosa alle parole che seguono.
Provo a descrivere il moglie-pensiero parafrasando ciò che Lei scrive.
Quindi, è più probabile che quanto segue sia una mia fantasia, che non una lettura della realtà. Sono spunti di riflessione da verificare. E possono essere sbagliati, e quindi suscettibili di correzione.
Sulla tarda adolescenza e passaggio all'età adulta, potrebbe emergere da
>rinunciare a quella nuova vita che aveva sognato
Nel senso, che fatto il bilancio di ciò che ha, alla soglia dei 40, sogna una nuova vita. Forse la nuova vita che sogna riguarda anche altro, o meglio, sta prendendo coscienza dei limiti dell'attuale vita
> Ma ci sono dei bambini, c'è un marito che di certo non odia.
Con il quale ha una vita sessuale che è segnale di grande affetto, ma non è sicura sia amore.
Cosa avrebbe da offrire un compagno più vecchio? Se escludiamo il sesso (lo fa già con Lei, quindi non manca), cosa apporterebbe l'uomo più vecchio?
> dice che possiamo cavarcela da soli
Qui potrebbe obiettarLe che il terzo nella coppia l'ha portato lei, e che quindi da soli non lo si risolve, ma si cerca altro. E che, piuttosto che un terzo dalle incognite capacità risolutive, un terzo "professionista" della coppia offre maggiori garanzie di essere un aiuto per uscirne da soli.
> Le domande cui rispondersi non sono così immediate da focalizzare in mezzo a tanta confusione.
Certo, ognuno ha i proprio tempi ed i propri modi di elaborare.
L'altro aspetto che dovrebbe esplorare riguarda quel *comportamento adolescenziale* che qualche volta si manifesta all'avvicinarsi della menopausa; la moglie ha fatto dei check up medici?
40 anni rappresentano un momento di cambiamento, in cui si passa dalla *tarda adolescenza* [mi permetta il gioco di parole] all'età adulta.
[Questo parafrasando un'intervista di Vladimir Luxiria in cui si definiva un quaranteenager e raccontava la sua tarda adolescenza fatta di serate in discoteca alternate agli impegni politici e di lavoro.]
Ora, ho bisogno di premetterLe qualcosa alle parole che seguono.
Provo a descrivere il moglie-pensiero parafrasando ciò che Lei scrive.
Quindi, è più probabile che quanto segue sia una mia fantasia, che non una lettura della realtà. Sono spunti di riflessione da verificare. E possono essere sbagliati, e quindi suscettibili di correzione.
Sulla tarda adolescenza e passaggio all'età adulta, potrebbe emergere da
>rinunciare a quella nuova vita che aveva sognato
Nel senso, che fatto il bilancio di ciò che ha, alla soglia dei 40, sogna una nuova vita. Forse la nuova vita che sogna riguarda anche altro, o meglio, sta prendendo coscienza dei limiti dell'attuale vita
> Ma ci sono dei bambini, c'è un marito che di certo non odia.
Con il quale ha una vita sessuale che è segnale di grande affetto, ma non è sicura sia amore.
Cosa avrebbe da offrire un compagno più vecchio? Se escludiamo il sesso (lo fa già con Lei, quindi non manca), cosa apporterebbe l'uomo più vecchio?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.1k visite dal 05/08/2013.
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