Perdita totale di autostima

Gentili Dottori, mi rivolgo a voi sperando di poter capire cosa mi sta succedendo. Non sono mai stato bravo con i riassunti, spero di essere il più chiaro possibile.

Sono un ragazzo omosessuale che, dalla pubertà in avanti, ha sempre vissuto con un macigno nel cuore: il rifiuto del proprio corpo. Mi sono sempre visto brutto, repellente e ripugnante. Per tanto tempo sono riuscito a tenere sotto controllo queste brutte sensazioni attraverso lo studio, la musica e varie altre attività, semplicemente non ci pensavo. Negli anni passati ho conosciuto alcuni ragazzi, conoscenze poi sempre svanite nel nulla o non più proseguite, ma non mi sono mai demoralizzato più di tanto, so che fa parte "del gioco". Tuttavia da circa 9 mesi la mia vita è cambiata improvvisamente, conoscendo un ragazzo con il quale ho proseguito la frequentazione e di cui mi sono innamorato, ma innamorato davvero (ovviamente il ragazzo in questione è omosessuale). Il nostro rapporto è pian piano migliorato, sono successe tantissime cose che mi hanno illuso che anche lui ricambiasse i miei sentimenti, ma lo scorso mese, dichiarandomi, ho avuto la conferma definitiva che mi sbagliavo. È stato un colpo atroce, un lutto, come se fosse morta una parte di me. Questo ha scatenato tutte le mie insicurezze ed ora mi ritrovo in uno stato di totale apatia: non riesco più a trovare piacere in quello che faccio, non riesco più a concentrarmi, ho delle crisi di pianto improvvise e soprattutto non riesco più a vedere un futuro per la mia vita. Mi sento tagliato fuori dalla possibilità di avere una relazione a causa del mio aspetto fisico, mi sento costretto a vivere una vita di quieta sofferenza e sto avendo dei comportamenti che mi preoccupano molto, ma che nello stesso tempo non riesco ad evitare: non accendo più la luce in bagno, non metto più gli occhiali da vista quando sono in casa e faccio una gran fatica ad alzarmi alla mattina in quanto dormendo vorrei evitare di vivere. Come se non bastasse, l'altro giorno, per la prima volta, ho pensato alla morte come unica via d'uscita per sfuggire ad una vita di delusioni e rifiuti, ma nell'istante successivo mi sono reso conto che avevo bisogno di aiuto.

Non so se quanto ho scritto è sufficiente, però vorrei chiedervi come posso fare per uscire da questo circolo vizioso che sta corrodendo la mia anima giorno dopo giorno: vorrei poter ritrovare i colori della vita.

Grazie per questo servizio gratuito che offrite online.
[#1]
Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6
Caro ragazzo,

Vorrei intanto dirle che mi spiace per questo periodo di sofferenza che sta attraversando e le sue parole sono state molto toccanti e forti (lutto, atroce, morte di una parte di sè). Ha detto che questo amore non corrisposto ha riacceso delle sue vecchie insicurezze legate ad una sua non accettazione sul piano fisico e credo che bisognerebbe partire proprio da quì...

Ha amici che in questo periodo tentano di starle vicino?
I suoi rapporti con la famiglia come sono?

Ha considerato l'idea di affrontare questo periodo nero con l' aiuto dal vivo di uno psicologo? Potrebbe in questa sede affrontare una volta per tutte queste insicurezze che si porta dietro e tentare di riprendersi i colori della vita ! Glielo auguro davvero !

Cordialmente,






Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
I colori della vita sono lì fuori che aspettano di essere visti....

Sentirsi belli e seduttivi grazie agli occhi dell' amore è naturale e conseguenziale, ma stare bene con se stessi soltanto "per e con" l' altro, diventa un pericoloso boomerang.......

Sembra quello che è successo a lei, da brutto è diventato bello perchè innamorato, l' amore rende belli, felici, radiosi, a colori......ma non può nutrire un' autostima vacillante....
Per quello ci vuole,uno psicologo, a rapporto con se stessi e con la propria fisicità risistemato , verranno tutti gli amori possibili....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Utente
Utente
Grazie di cuore per le vostre risposte.

Dr. Bruzzese, sì ho amici che in questo momento mi stanno molto vicino e sono Amici con la A maiuscola perché da quando hanno saputo della mia omosessualità (circa 1 anno fa) i nostri rapporti, sebbene fossero già perfetti, sono addirittura migliorati. L'anno scorso per me è stato "l'anno dei coming out", l'anno in cui mi sono aperto alle persone più care ed in cui riponevo la massima fiducia e nessuno mi ha abbandonato. Tutte queste conferme mi hanno poi dato il coraggio di dichiararmi anche con i miei genitori, che invece non hanno reagito molto bene: inizialmente hanno detto le solite "frasi fatte" di circostanza ma poi hanno vomitato frasi come: "A noi la sola idea fa schifo", "Non è possibile che tu lo sia perché non sei femminile, ti sei fatto il lavaggio del cervello autoconvincendoti di esserlo", "Non ti rendi conto che questa tua scelta ti porterà ad una vita di solitudine" (come se la mia fosse una scelta) e tante altre. Adesso la situazione si è placata, sanno quello che mi è successo ma l'unica cosa che sanno dire è "Dai su, sforzati, non è mica la fine del mondo". Ho come il sospetto che per loro sia stato un sollievo che il mio sentimento non fosse corrisposto e questo aggiunge altra sofferenza. In effetti non ho mai avuto un rapporto così intimo con i miei genitori, fin da quando ho memoria mi hanno sempre detto cosa dovevo fare, come farlo, che le scelte che prendevo erano sempre sbagliate, che non avrei dovuto studiare Matematica ma Giurisprudenza (anche se mi sono laureato con lode), non hanno mai voluto sostenere davvero la mia predisposizione per la musica e la composizione, insomma non hanno mai dato troppo peso alle mie parole ed alle mie inclinazioni.

Dr.ssa Randone, lei ha ragione, tuttavia io non mi sono sentito "bello" essendomi innamorato, mi sono sentito vivo come mai mi ero sentito prima. Ho sempre dedicato più tempo allo studio che alla vita vera, conoscere questo ragazzo e proseguire la frequentazione mi ha fatto vivere emozioni che non avevo mai vissuto prima: anche il solo fatto di andarlo a prendere in macchina sotto casa per me era fantastico. Abbiamo condiviso tantissimo insieme, ci siamo aiutati molto l'un l'altro (lui dice che grazie a me ha superato ostacoli che sembravano insormontabili) ed io ho sperato che per la prima volta potesse succedere anche a me una cosa bella nella vita, ma nel momento in cui ho esposto i miei sentimenti, tra mille dubbi e mille paure, il sogno è crollato e mi sono sentito morire. Il solo fatto di espormi è stato difficilissimo e adesso mi sento in colpa per aver rovinato tutto anche se lui mi ha detto che sono una persona stupenda, che si è affezionato tantissimo e comunque non mi vuole perdere (anche se penso possano essere le solite frasi di circostanza per alleggerire il colpo).

Nel pieno della mia illusione d'amore tutto aveva assunto un significato speciale, anche il solo fatto di andare al supermercato per fare la spesa sapendo che sarebbe venuto a cena da me. Mi svegliavo alla mattina con una forza immensa, desideroso di vivere e di vederlo, ogni cosa, ogni minima cosa era diventata significativa. Adesso invece non riesco quasi più ad alzarmi dal letto e sento un vuoto immenso che non riesco a colmare. È bruttissimo sentirsi soli anche se si hanno molti amici vicino.

La vita a volte sa essere molto ingiusta.
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

anche secondo me dovrebbe partire dalle insicurezze che sentiva prima dell'incontro con questo ragazzo, perchè- nonostante il significato che Lei ha attribuito alla perdita di questo ragazzo- io ritengo (pur con i limiti del consulto on line) che questo episodio sia stato il catalizzatore per portare a galla le Sue insicurezze e il Suo modo di funzionare.

Forse, nel tempo, Lei ha memorizzato uno schema relazionale di un certo tipo, ovvero uno schema secondo il quale Lei è brutto e indegno e quindi si comporta di conseguenza: preferisce lo studio (che è impegnativo ma che tutela dalla vita vera, fatta anche di sofferenza e delusioni) rispetto a vivere la propria vita.

Io capisco perfettamente quella che Lei definisce "illusione d'amore", ma purtroppo (o per fortuna) la vita è fatta anche di questo. Chiunque venga lasciato, soffre. Ma - in altre circostanze e modi di funzionamento mentale- tale sofferenza potrebbe essere circoscritta alla situazione e non spingersi oltre. Ad esempio l'autostima sana non si modifica in base ai successi/insuccessi, ecc.. altrimenti c'è un problema, nè dipende da ciò che fanno gli altri.

Quindi a mio avviso dovrebbe lavorare su questi aspetti di sè.

Mi rendo conto che è prematuro sentirlo ora, ma in futuro dovrà imparare anche a fare tesoro di tali esperienze negative, perchè Le saranno utili a capire meglio, ad orientarsi e a scegliere in maniera più consapevole.

Le faccio tanti auguri per il Suo futuro,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
Utente
Utente
Dr. Pileci ha ragione, devo lavorare sulla mia autostima perché come ha detto Lei è dipendente da ciò che fanno o dicono gli altri quindi non è sana ed attualmente è completamente assente. Però ormai mi sento talmente sconfortato che non vedo possibilità di miglioramento, ormai non penso riuscirò più a scardinare i pensieri negativi che ho su me stesso e che la vita ha sempre confermato. Mi sembra una battaglia persa in partenza. Io vorrei solo sentirmi normale ed avere una vita felice, ma non ho più speranza che questo accada.

Seguirò i vostri consigli e mi rivolgerò direttamente ad un professionsta nella mia zona, sperando davvero che questa oscurità possa sparire. Spero di farcela, spero almeno di usare l'unica cosa positiva che ho, l'intelligenza, per uscire da questa situazione e non diventare uno di quei tanti ragazzi che vengono ricordati con un lancio di palloncini nel cielo.
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

poichè Lei è una persona molto giovane, vale la pena andare a sistemare tutto ciò che in questo momento nel Suo modo di pensare e di agire è disfunzionale, proprio perchè impregnato di un certo negativismo.

Questo è un obiettivo percorribile con una psicoterapia.
Se non è già in vacanza, può provare a prenotare un colloquio psicologico presso l'ospedale della Sua città.

Mi faccia sapere in futuro e soprattutto mi raccomnado: non si lasci scoraggiare dalle prime difficoltà. Possiamo incontrarle tutti nella vita, ma io ritengo che un aspetto fondamentale per raggiungere un successo terapeutico sia proprio l'apertura col curante sulle proprie difficoltà, la determinazione e la perseverazione.

In bocca al lupo!
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