Insicurezza

Buongiorno,

mi trovo ad essere dipendente dalle persone amate. Ho avuto solo due relazioni sentimentali ed entrambe sono finite. Quando è finita la prima sono rimasto degli anni senza aver nessun'altra relazione (sono stato lasciato per un altro uomo). Non riuscivo ad amare nessuna donna e nemmeno ad avere un rapporto di tipo fisico. Solo amicizia e niente altro. Con la seconda relazione sono stato lasciato per motivi inerenti la mia personalità (così mi è stato detto). Tuttavia di nuovo, ed ancora ,non riesco a trovare pace e si stanno riproponndo le stesse difficoltà sperimentate in precedenza. Tra le altre cose in entrambi i rapporti mi sono trovato ad assecondare ogni richiesta che mi veniva fatta rispetto a spostamenti, tipologia di cibo, sport, visioni del mondo, ecc. Purtroppo alla fine ricevevo sempre e continue richieste che nuovamente tentavo di soddisfare temendo di perdere la persona amata, cosa che si è puntualmente verificata. In entrambi i casi ho cercato di mantenere la comunicazione dichiarando il fatto che l'affetto che provavo era sincero e che, fatta salva la libertà del rifiuto, non potevo concepire l'idea che due persone che sono state tanto vicine potessero smettere perfino di comunicare e parlarsi! in entrambi i casi è accaduto proprio così e mi sono sentito dire che sono troppo buono e che non era possibile restarmi amico.
Penso a questo punto di avere dei problemi di personalità, se qualcuno può darmi dei consigli ringrazio sentitamente.
Cordialità
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

se le difficoltà delle quali ci ha parlato si sono ripresentate nel tempo con donne diverse è altamente probabile che compariranno anche in una futura relazione, perché è presente uno schema di comportamento che lei attua quando si trova in coppia per paura di perdere la sua compagna.

E' perciò importante che lavori su di sé con l'aiuto di un professionista per modificare quegli aspetti della sua personalità che rendono problematica la vita di relazione e impossibile la costruzione di rapporti realmente paritari.

Si è chiesto per qual motivo tende ad annullarsi per accontentare tutte le richieste della sua compagna?

Cosa ci può dire del rapporto con sua madre?
Anche lei pretendeva obbedienza per darle affetto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
nella mia famiglia mia madre è la figura di riferimento. Siamo stati educati al rispetto delle regole, delle persone e all'impegno. Tuttavia non mi p mai sembrato che mia madre pretendesse obbedienza in cambio di affetto, c'è sempre stata in ogni caso ed ha sempre supportato le nostre scelte.
Si mi sono interrogato moltissimo su cosa mi spinga a questa modalità di relazione! devo dire che ho una paura grandissima di perdere la persona con cui ho un rapporto! soffro tantissimo, proprio anche a livello fisico, non dormo la notte se questa persona si arrabbia. Devo dire che pure io mi arrabbio, mi capita allora di "giudicare" chi mi sta vicino e di dire cose spiacevoli, mai insulti, ci tengo a precisare! solo che pochissimo tempo dopo aver detto o scritto queste cose mi trovo a telefonare o a scrivere messaggi nella paura di aver detto o scritto cose troppo "giudicanti"... di fatto si viene a creare una situaizone dove da un lato sembra che io non abbia stima di quella persona e dall'altro il fatto che sono innamorato di lei. Mi sembra di non riuscire a comunicarMI!!! nel senso che amo davvero quella persona anche se ne vedo sia i lati positivi che quelli negativi, ma che anche questi accetto. Cosi mi sento dare dell'incoerente. E' ovviamente un pò piu complesso ma rimane il fatto che è come se allontanassi quella persona mentrre in realtà vorrei tenerla più vicina ed essere relamente come lei vorrebbe che fossi... di fatto ho perso entrambe queste persone. Mi capita anche la notte di avere come delle crisi di "astinenza", cioè un senso di vuoto grandissimo per la loro mancanza, una sofferenza dell'animo dolorosissima! razionalmente accetto la perdita, accetto che posso esser rifiutato e spero che lor siano felici ma sentimentalmente vengo travolto dal dolore e dai sensi di colpa per aver detto o fatto la cosa sbagliata o no aver detto o fatto qualcosa!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

anch'io credo sarebbe opportuno iniziare a cambiare con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta.

Quando scrive: " si stanno riproponndo le stesse difficoltà sperimentate in precedenza...." a che cosa si riferisce nello specifico? Che tipo di difficoltà incontra?

"Tra le altre cose in entrambi i rapporti mi sono trovato ad assecondare ogni richiesta che mi veniva fatta rispetto a spostamenti, tipologia di cibo, sport, visioni del mondo, ecc."
Dovrebbe imparare con l'esperienza che non è affatto necessario assecondare le richieste altrui per essere amati... Lei ha sperimentato infatti che -nonostante i Suoi sforzi- non è riuscito ad evitare proprio ciò che tanto teme.
In realtà annientarsi così per compiacere qualcun altro è sempre poco attraente, perchè dall'esterno può sembrare che Lei non abbia una buona stima di sè e di amor proprio. Forse è per questa ragione che L'hanno definito "incoerente".

Si occupi prima di se stesso. Quando sarà in grado di farlo, saprà anche accettare di poter ricevere l'amore di qualcun altro.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Forse c'è qualcosa che le sfugge, perché solitamente sono le relazioni primarie a modellare quelle successive e l'instaurazione di un attaccamento insicuro alla figura di riferimento può provocare le conseguenze che lei descrive.
Spesso si è consapevoli solo di una minima parte degli aspetti fondanti la propria esistenza adulta, è una cosa normale (e per questo in certi casi l'assistenza di uno psicologo è fondamentale).

Cosa ci può dire del rapporto fra i suoi genitori?

Da piccolo ha sofferto di ansa da separazione (paura dell'abbandono)?
Ricorda uno o più episodi nei quali ha sofferto per un rifiuto causato dalla sua non totale compiacenza?
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Utente
Utente
Cerco di rispondere in buon ordine:
- Si infatti mi è stato detto che sono insicuro e che manco di personalità. E' che davanti alla persona che amo mi sento "insufficiente"! Mi sono sempre chiesto se non sia possibile mettere a nudo le proprie insicurezze e poter essere amati comunque? personalmente mi sono innamorato di queste due persone non certo perchè erano perfette ma perchè le ho accettate per quello che erano. E' mai possibile che ci si "debba nascondere" anche con gli affetti piu cari? che si debba sembrare sempre forte, scuro di sè? è strano ma io ho sempre avuto ottimi risultati (nello studio, sul lavoro, nello sport, ecc) quando ho incontrato persone che mi davano fiducia e considerazione! non che avevano un pregiudizio positivo eccessivo ma che "credevano" nel mio potenziale.

- Il rapporto tra i miei genitori è stato, almeno per quello che mi ricordo, molto conflittuale quando ero da bambino. E si, mi capitava di svegliarmi la notte con crisi di panico e di ansia. Se non ricordo male fin verso i 15 anni e poi in età adulta mi è accaduto un paio di volte anche da sveglio. Mio padre è stata una figura molto assente, non sono mai riuscito a costruire una relazione con lui e diverse volte sono stato picchiato. Mio padre nel tempo è mogliorato molto e io non ho nessuna recriminazione nei suoi confronti, tuttavia non riesco a parlare con lui. Ricordo che da bambino diceva sempre che non ero capace di far nulla, anche quando venivano degli amici a casa.

- non ricordo rifiuti per non esser stato copiacente da bambino, ma ricordo bene il bisogno di essere accettato dagli altri! è da adulto che mi sono sentito rifiutato e con il senso di fallimento. Nela prima relazione e in quest'ultima. Il fatto è che anche adesso sto cercando di fare ciò che posso per riallacciare il contatto ma piu tento di farlo piu vengo rifiutato... Per esempio ho fatto regali, spedito fiori, scritto lettere, ecc ecc.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"è da adulto che mi sono sentito rifiutato e con il senso di fallimento."

Secondo il modello cognitivo-comportamentale è sufficiente apprendere da un episodio vissuto male e attribuire un determinato significato (qui di fallimento personale) per andare in giro nel mondo con questa etichetta addosso.

Lei però ha spiegato molto bene il Suo senso di inadeguatezza: dice di sentirsi "insufficiente"... Non Le pare di avere dunque una bassissima autostima? E poi perchè Lei "accetta" (termine sul quale bisognerebbe aprire un bel capitolo...) gli altri coi propri difetti e non crede che gli altri potrebbero AMARE Lei con i Suoi difetti e limiti?

Lei probabilmente non si rende conto che sta facendo di tutto per mettere in atto proprio ciò che teme: Lei desidera molto essere amato per ciò che è davvero, ma NON si comporta così. Al contrario cerca di compiacere l'altro, di accontentarlo anche a Suo discapito.

Invece dovrebbe proprio fare il contrario di ciò che fa: farsi conoscere per chi è davvero e fare, in presenza dell'altro, ciò che vuole Lei e non compiacere gli altri.

Chi ci compiace dopo poco tempo ci annoia e lo mettiamo da parte; ci attrae piuttosto chi è se stesso e si mostra per chi è, anche se non ce le dà tutte vinte. Infatti Lei per primo è attratto da queste persone e non se le toglie dalla testa...

Cordiali saluti,


Sull'accettare gli altri, la parentesi che aprirei riguarda proprio il fatto che Lei si accontenta, più che innamorarsi di qualcuno. Anche questo tradisce una bassa autostima.
Se c'è qualcosa che non Le va bene in una persona cara o che frequenta, può tranquillamente farlo presente, in maniera garbata e gentile, non deve "accettare" e mandar giù qualcunque cosa.
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Utente
Utente
Intanto vi ringrazio per le cortesi e gentili risposte, ve ne sono davvero grato!

1.perchè Lei "accetta" (termine sul quale bisognerebbe aprire un bel capitolo...) gli altri coi propri difetti e non crede che gli altri potrebbero AMARE Lei con i Suoi difetti e limiti?
Perche nei fatti sono stato rifiutato perche trovato "inadeguato".

2.Chi ci compiace dopo poco tempo ci annoia e lo mettiamo da parte;
Si infatti in quest'ultima relazione mi è stato detto che le sono diventato indifferente e che non è più interessata a me e che non ho personalità. Ma mi chiedo, e le chiedo: da questo punto di vista sono proprio io il "problema"? è mai possibile che cura, dedizione, amore siano scambiati per mancanza di personalità? io certo ho moltissimi difetti e devo dire che ho prestazioni sub-ottimali quando qualcuno non crede in me. Tuttavia è mai possibile che ci si debba "imporre" per essere riconosciuti come "valore"?! io non riesco ad essere diverso da come sono... con le due persone che ho amato non sono mai riuscito ad "impormi", difatto in quest'ultima relazione davanti a scelte non condivise le ho sempre detto: non condivido la tua scelta ma la rispetto. Anche le ho detto: sentiti libera di fare cio che ritieni giusto. Cosi il risultato è che mi sono trovato piu volte ad aspettare questa persona in appuntamenti con ritardi di anche un'ora. E il fatto è che non mi pare che abbia una personalità "forte" eppure quando ho cercato di farle presente che non è carino lasciar aspettare un apersona per così tanto tempo mi sono sentito rispondere in malo modo. Da allora ho sempre accettato i ritardi che si sono sempre verificati. E' solo un esempio banale. Ora per esempio le scrivo messaggi esprimendo affetto e non ricevo mai risposte, è come se parlassi da solo...
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Utente
Utente
E ora io comunque ho perso questa persona che non ritornerà mai più... e ogni giorno che passa è un dolore...ogni risposta non ricevuta è un pugno nello stomaco... la vlta scorsa ci ho messo anni, sentivo cosi tanto dolore che ho cercato di non provare amore più per nessuna donna. Certamente non intendo amore filiaco ma amore eros. Ho pensato spesso ad una cosa singolare e piuttosto strana... pur con le debite differenze ma siamo tutti mossi a compassione quando un cane aspetta allo stesso posto e alla stessa ora il padrone che non ritorna... ma se lo fa una persona allora non va bene. Mi chiedo dunque cosa sia l'amore. Mi auguro solo che un giorno tutto questo finisca.
Vi ringrazio per la vostra pazienza e per le cortesi risposte che mi aiutano a fare un passo in più di comprensione....
Cordiali saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

forse non mi sto spiegando bene.
Queste relazioni sono terminate perchè la spiegazione che Lei si è dato e che Le hanno fornito è stata quella di non avere una personalità forte.
Ma, prima di questo (che è l'ultimo step o forse la conseguenza), Lei dice di aver fatto di tutto per compiacere l'altro.

Allora Le chiedo come mai gli altri non si sentono in dovere di compiacerLa, ma mostrano anche i propri difetti e Lei dice che Le va bene così, e quando si tratta di Lei non riesce a mostrarsi per chi è davvero, ma parte una gara per compiacere l'altro.

Non Le pare una disparità di trattamento?
Soprattutto immagino quanta fatica, quanta frustrazione e quanta sofferenza richiede il grande sforzo di compiacere sempre l'altro...


Quanto al resto: "è mai possibile che cura, dedizione, amore siano scambiati per mancanza di personalità?"
Sì! Certamente sì!
Se Lei diventa un accuditore in un rapporto sentimentale combina un disastro! Le spiego il perchè. Chi ci accudisce è la mamma, non il partner. L'accudimento in una coppia (fatta eccezione se il partner ha la febbre altissima o una malattia e necessita di cure) spegne la sessualità e il desiderio.
Se Lei diventa, peggio ancora, un accuditore "compulsivo", ovvero lo fa a prescindere dalle esigenze degli altri, finirà per farsi odiare. Chi Le chiede di accudire in questa maniera?
La Sua paura di perdere l'altro.

Faccia attenzione perchè questa paura La spinge a comportarsi in maniera spiacevole, almeno se vediamo la scena dall'esterno.
Lei indubbiamente lo fa con le migliori intenzioni, dal Suo punto di vista, ma io vorrei mostrarLe che lo fa in parte perchè crede di esorcizzare la paura di essere lasciato.

Invece, provi ad immaginare di imparare a conoscere la partner e capire in questa maniera ciò di cui lei ha bisogno relamente, che NON coincide necessariamente col Suo bisogno di essere presente e premuroso a tutti i costi.

Poi gli esempi che fa sono tutt'altro che banali.
Lei fa presente che non è gentile farLa aspettare per un'ora e Le viene risposto in malo modo. Di conseguenza che fa? ACCETTA i ritardi successivi???
Scusi, ma un po' di amor proprio e di rispetto per se stesso?
Se Lei non lascia gli altri apettare un'ora, perchè non riesce ad usare la stessa premura per se stesso?

Infine, per quanto riguarda: "sentiti libera di fare cio che ritieni giusto.", avrei almeno due considerazioni: la prima riguarda la competizione e l'aggressività che comunque è presente in una coppia e che deve essere sana e ben dosata. Se Lei risponde così non è uno che lascia la libertà, ma uno che trasmette "fai tu, scegli tu, prendi tu la responsabilità". Una persona di carattere sa certamente scegliere e non lascia la responsabilità totalmente all'altro, neppure sulla scelta del piatto da ordinare al ristorante o del film da vedere.
In altre parole potrebbe essere disarmante ricevere questa risposta. Da donna posso dirLe che sarebbe opportuno che Lei, come uomo, sappia dimostrare di saper scegliere e di prendersi la responsabilità, anche in aspetti apparentemente banali, come ad es. la scelta di un film.

La seconda riguarda il fatto di essere visto come persona senza personalità. "Rispetto la tua scelta, non la condivido, io DESIDERO fare così". Non si tratta di imporsi, nè di prevaricare.
Si tratta solo di assertività.

"Ora per esempio le scrivo messaggi esprimendo affetto e non ricevo mai risposte, è come se parlassi da solo..."
E' un controsenso: questa donna l'ha trattato come uno zerbino e ha permesso che Lei aspettasse un'ora, senza sentirsi dire da Lei che il Suo tempo è altrettanto prezioso, e Lei scrive messaggi d'affetto?
Sente davvero affetto per questa donna?
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Utente
Utente
- Razionalmente lei ha perfettamente ragione... me ne rendo conto... ma sentimentalmente non riesco a gestire questa dinamica! comunque quella dell'orario è solo l'esempio minore!
E non credo di provare affetto per questa donna, penso di amarla... e penso che l'ho persa e ormai non c'è più niente da fare... ancora una volta razionalmente me ne rendo conto.. ma sentimentalmente non riesco a farvi fronte!! e si, non l'ho mai fatta aspettare, anzi se dovevo incontrarla in qualche posto, poichè non siamo della stessa città e abitiamo molto lontano, partivo abbondantemente in anticipo per essere puntuale e non le dicevo che ero partito un'ora prima di quello che avrebbe richiesto il normale percorso.

Lei parla di competizione ed aggressività, comprendo che siano presenti, alla fine la nostra parte biologica è pur sempre legata al mondo animale... ma allora l'amore siamo destinati ad una lotta senza fine, ad un confronto che piu che accettazione è competizione?! in questo caso temo davvero di non esser in grado di comprendere... la cura dell'altro, l'affettività, l'amore... cosa sono? sa mi ritrovo spesso a pensare ch "l'amore" non trova alcuna ragione evolutiva? l'amore nel senso più ampio ovviamente, l'amore che può essere per l'arte, come la compassione, ma pure l'amore per l'altra persona... nessuna ratio mi sembra avere poichè non è necessario per nulla e per niente! si riproducono anche le forme biolgiche che non provano amore, e pure si organizzano in società efficienti, mi vengono in mente le formiche per esempio... la bellezza si al contrario trovo che abbia delle fondate ragioni nella storia biologica... ma l'amore... mi pare piuttosto un'affezione dell'animo.. e da quello che mi dice... che posto può avere se devo LOTTARE con qualcuno per farmi amare ed accettare?! ma comprendo razionalmente chiò che mi ha detto e trovo che, pur nella complessità che non è qui esprimibile, la mia storia ha i carismi che lei ha indicato. La ringrazio... sarebbe bello che lei potesse anche indicarmi come poter porre rimedio a questo "dolore" e a ripristinare una nuova possibilità di relazione con questa persona. Ma so che non è possibile! :-) grazie davvero!
E comunque si, svuota di energie e forze dover sempre compiacere l'altro perchè è una rincorsa ad un ostacolo che si alza sempre di più ed il risultato finale è proprio quello che ha indicato lei: "finisce per farsi odiare", infatti ho finito per farmi odiare, non ricevere risposte, divenire indifferente...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

una possibilità di cambiamento può essere rappresentata da un percorso psicoterapico che riesca non solo a mostrare come funziona Lei ma soprattutto a modifcare i comportamenti e i pensieri disfunzionali che Le impediscono di uscire dall'impasse.

Vorrei precisare che idee come "che posto può avere se devo LOTTARE con qualcuno per farmi amare ed accettare?! " Le mettono la zappa sui piedi. Perchè dovrebbe lottare per ricevere amore?

Certamente può corteggiare una donna e cercare di conquistarla.
Però vorrei ancora soffemarmi, perchè lo usa spesso e immagino sia proprio così nella Sua testa, sul termine "accettare".

Ma Lei davvero vorrebbe essere "accettato" da qualcuno?
"Accettare" rimanda l'idea di subire, di accontentarsi.
Credo dovrebbe cambiare prospettiva anche su questo aspetto.

Un trattamento con uno psicologo psicoterapeuta di persona potrebbe metterLa nelle condizioni di modificare l'idea che Lei ha di se stesso e del Suo valore personale (che mi pare purtroppo molto basso dal Suo punto di vista...)

Cordiali saluti,
[#12]
Utente
Utente
si, vorrei essere accettato! Accettare per me ha questo senso: ti amo, ti voglio bene, per quello che sei, così come sei con i tuoi pregi e i tuoi difetti, con le tue debolezze e i tuoi punti di forza. Rispetto molto la sua competenza e professionalità e penso che ha ragione sul fatto che ho bisogno di aiuto ma le chiedo se non è un desiderio di ogni essere vivente quello di esser accettato nel modo che le ho espresso?! Penso che quando si dice "ti voglio bene" si stia spesso dicendo "voglio il mio bene", cioè ti voglio bene perche strumentalmente mi restituisci qualcosa. .. Invece non dovrebbe solo significare che quella forza che mi fai nascere dentro e che non so nemmeno bene da dove viene mi fa dire: voglio il tuo bene! Mah.. Grazie per la sua pazienza!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"è strano ma io ho sempre avuto ottimi risultati (nello studio, sul lavoro, nello sport, ecc) quando ho incontrato persone che mi davano fiducia e considerazione! non che avevano un pregiudizio positivo eccessivo ma che "credevano" nel mio potenziale"

"io certo ho moltissimi difetti e devo dire che ho prestazioni sub-ottimali quando qualcuno non crede in me"

Probabilmente non se ne rende conto, ma vede il rapporto con gli altri in termini non paritari (come se fosse un bambino che deve dimostrare qualcosa all'adulto al quale si accompagna) e si concentra molto sul livello di prestazione che è in grado di assicurare all'altro, sentendosi di conseguenza responsabile dell'andamento della relazione che fallisce se lei non è "abbastanza" buono/capace/dedito e così via.

In questo modo prende su di sè tutta la responsabilità che invece in una coppia è condivisa e rende molto facile all'altro agire di conseguenza, sentendosi deresponsabilizzato e aumentando le pretese per poi stancarsi nel momento in cui lei sbaglia qualcosa o diventa troppo compiacente.

Ha insomma imparato che la situazione di partenza è il rifiuto e che dipende solo da lei farsi accettare, reagendo come un bambino all'atteggiamento più o meno fiducioso dell'altra persona nei suoi confronti (non parlo solo delle donne, ma degli altri in generale).

Chiaramente il fatto che suo padre è stato assente e violento quando era presente (sia fisicamente, sia psicologicamente) la influenza sotto diversi punti di vista: non solo non ha un modello da seguire, ma si è sentito dire per anni di esser un incapace e quindi una persona che si deve sforzare molto per dimostrare di valere qualcosa. Il giudizio dei genitori è fondamentale e un bambino non può che credervi e conformarsi, non avendo gli strumenti per opporvisi.
Lo subisce e assimila come verità.

Penso che per questi motivi lei scelga donne che stanno al suo gioco, ma che alla fine si stancano, e che in ultima analisi le confermano che non vale un granchè e poi la rifiutano.

E' quindi vero che molto dipende da lei, ma non nel senso che ha fino ad oggi dato a questa affermazione: non è un problema di prestazione, ma di autostima e di immagine di Sé.
Non posso che suggerirle sentitamente di intraprendere una psicoterapia per lavorare su tutti questi aspetti e modificare la modalità con la quale si relaziona agli altri.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"si, vorrei essere accettato! Accettare per me ha questo senso: ti amo, ti voglio bene, per quello che sei, così come sei con i tuoi pregi e i tuoi difetti, con le tue debolezze e i tuoi punti di forza. "

Gentile Utente,

se rilegge questa frase, si rende conto della confusione: Lei vuole essere amato così com'è, ma si fa in quattro per compiacere l'altro... perchè se si mostrasse così com'è davvero (ammesso che Lei sappia com'è e cosa vuole), ha il timore di essere rifiutato.

Un cordiale saluto,
[#15]
Utente
Utente
Graize per le sue parole.
Mi redo conto della confusione e condivido tutto quanto mi ha suggerito. Tuttavia penso di sapere abbastanza bene come sono, anche se devo dire con sincerità che i risultati positivi accrescono l'autostima mentre quelli negativi temo di no! sul cosa voglio sono convinto che ci sia una base di necessità che accomuna un pò tutti gli esseri umani: trovare un pò di serenità ed essere amati.
La ringrazio davvero molto!
[#16]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Spero che deciderà di chiedere un aiuto per trovare quella serenità che forse le manca da sempre.

Ci aggiorni sulle novità.
Le faccio tanti auguri,