Problemi nella relazione
Buongiorno, premetto che sono reduce di un grave lutto familiare avvenuto un anno fa. Nei mesi scorsi ho cominciato ad andare da una psicologa che ha identificato nella mancata elaborazione dell'evento la mia attuale depressione. Ho una relazione da un anno e mezzo con un mio coetaneo che reputo un ragazzo eccezionale ma del quale non riesco più a sentirmi innamorata e non so se per la mia "condizione" o se a prescindere. Con lui, sempre un anno fa, lo stesso anno in cui è venuto a mancare dopo una grave malattia mio padre, sono andata in vacanza assieme alla sua famiglia, e lì ci sono stati episodi che hanno lasciato il segno dentro di me: è nato un grande conflitto con sua sorella che mi ha trattato veramente come uno straccio ed un'intrusa; i suoi genitori non sono stati sgarbati ma non mi hanno mai rivolto una minima attenzione od un "Come stai?", facendomi sentire lì non in quanto persona ma come "accompagnatrice del figlio-appendice". Io temo che da tali atteggiamenti, uniti all'indifferenza ( magari solo apparente) generale rispetto a un gesto compiuto dalla sorella che, nonostante fossimo nella stessa casa ( io, il mio ragazzo, lei e il suo) ha fatto come se non ci fossimo facendo versi a squarciagola durante i suoi rapporti sessuali notturni e fattoglielo presente dal mio fidanzato con cui fino a poco fa aveva un rapporto molto molto assiduo ( confidenze molto molto intime, vedersi nudi come se nulla fosse etc. ), si sia insediato un seme "marcio" nella mia relazione di coppia che ora forse sta maturando. Mi rivolgo a voi perchè il consiglio più ovvio che mi è sempre stato rivolto è "fregatene della sua famiglia": io non ci riesco proprio. Aggiungo che io e lui, abbiamo caratteri che tendono spesso a entrare in collisione: questo unito alla mia insofferenza verso la sua famiglia ed insieme al mio malessere attuale mi pesa sempre più, facendomi stare sempre più male. Vorrei innamorarmi ancora di lui perchè è una persona che credo valga davvero ma non ci riesco, sono sempre negativa e molto triste e mi sento come fossi "nel fango". Certo se potessi mandare indietro il tempo eviterei quella sconvolgente convivenza con i suoi parenti, troppo prematura e assidua, ma dato che è impossibile non so come fare: sto cominciando a pensare che l'unica via di uscita sia quello di lasciarlo ( liberandolo dal peso della mia insoddisfazione e liberandomi - forse - da questo forte malessere). Spero di essere stata abbastanza chiara: GRAZIE.
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Gentile Ragazza,
immagino che di tutto ciò abbia già parlato con la psicologa che la segue (e se invece non è così, la invito caldamente a farlo...): se le sue aspettative sono quelle di trovare qualcuno che le dica come comportarsi, mi spiace, ma sono costretta a deluderle.
Fortunatamente per Lei, sta già incontrando di persona una Collega ed è in quel contesto che dovrebbe effettuare il percorso che pian piano la porterà a comprendere cosa Lei vuole fare, che direzione vuol dare a questa storia. Tutto ciò naturalmente all'interno di un discorso più ampio che comprende anche le altre difficoltà che sta attraversando e i relativi stati d'animo negativi.
Non è perché ciò che chiede non sia degno di nota, anzi, ma proprio perché l'aiuto che le può arrivare a distanza non è confrontabile con quello che potrà ottenere grazie a chi la conosce direttamente.
Saluti.
immagino che di tutto ciò abbia già parlato con la psicologa che la segue (e se invece non è così, la invito caldamente a farlo...): se le sue aspettative sono quelle di trovare qualcuno che le dica come comportarsi, mi spiace, ma sono costretta a deluderle.
Fortunatamente per Lei, sta già incontrando di persona una Collega ed è in quel contesto che dovrebbe effettuare il percorso che pian piano la porterà a comprendere cosa Lei vuole fare, che direzione vuol dare a questa storia. Tutto ciò naturalmente all'interno di un discorso più ampio che comprende anche le altre difficoltà che sta attraversando e i relativi stati d'animo negativi.
Non è perché ciò che chiede non sia degno di nota, anzi, ma proprio perché l'aiuto che le può arrivare a distanza non è confrontabile con quello che potrà ottenere grazie a chi la conosce direttamente.
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
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Utente
Innanzitutto grazie di cuore per l'attenzione, non metto assolutamente in discussione la validità del professionista che mi sta affiancando da qualche mese ma, forse perchè sono cocciuta di natura, non mi sembra che cambi mai nulla di una virgola. Per rispondere alla dottoressa Pileci, quest'anno non andrò in vacanza con i suoi genitori, nemmeno senza la sorella che per me rappresenta il vero problema. Mi spiace molto gravare molto sul mio ragazzo con commenti che spesso risultano ripetitivi e pesanti su quanto "certi accaduti" ( anche datati, visto che progressivamente ho smesso di frequentare volentieri la sua abitazione, ci vado solo di tanto in tanto) abbiano aggravato il mio stato d'animo. DI nuovo grazie.
[#5]
Utente
Credo che l'unica pecca del mio percorso sia la sua lentezza. Vorrei avere qualche direttiva in più, qualche "compito", qualche scadenza e qualche obiettivo. Io non ho problemi a constatare e descrivere le problematiche che attraverso... so che non è compito di uno psicologo dire come comportarsi, ma io vorrei essere indirizzata in modo da poter far chiarezza nella mia testa. Vorrei qualche cosa che non posso ottenere, cioè che l'intera famiglia mi volesse bene e d'altra parte voler bene alla sua famiglia, perchè ad oggi non è propriamente così: determinati precedenti hanno solo determinato il sedimentarsi di un mio astio verso l'intero nucleo famigliare. Anche in modo infantile forse: l'odio verso una persona che si dilaga a chi ha intorno (lui compreso). Ritenevo questa storia l'unica cosa a cui potermi aggrappare, la sola cosa bella e perfetta dato che la mia famiglia si è disgregata ( con mio fratello non ho mai avuto grande rapporto e mia mamma ha perso la testa e ha cominciato a comportarsi da ragazzina): ora questa storia, purtroppo anche, ma non solo, per colpe che non sono mie e sue, è l'ennesimo tassello scomposto.
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"Credo che l'unica pecca del mio percorso sia la sua lentezza. Vorrei avere qualche direttiva in più, qualche "compito", qualche scadenza e qualche obiettivo. Io non ho problemi a constatare e descrivere le problematiche che attraverso... so che non è compito di uno psicologo dire come comportarsi, ma io vorrei essere indirizzata in modo da poter far chiarezza nella mia testa..."
Gentile Utente,
in realtà esistono anche trattamenti psicoterapici e/o di sostegno che sono attivi e focalizzati e che dipendono dal problema.
E' inutile accanirsi mettendo in atto un comportamento che non è efficace; lo psicoterapeuta può all'occorrenza suggerire ma anche prescrivere compiti da fare tra una seduta e l'altra e che hanno l'obiettivo di far sperimentare al pz. un nuovo modo di essere e di relazionarsi.
In altre parole il comportamento diverso è in grado di influenzare pensieri ed emozioni e viceversa.
Non è la sola consapevolezza che può produrre un cambiamento, ma il terapeuta deve mostrare al pz. e facilitare il cambiamento.
Ad esempio, bisognerebbe capire se c'è un margine di azione in questa famiglia e che cosa si possa fare (anche il non fare nulla o porsi in maniera diversa... capendo come).
"Vorrei qualche cosa che non posso ottenere, cioè che l'intera famiglia mi volesse bene e d'altra parte voler bene alla sua famiglia..."
Magari questo non è realmente possibile, ma non dipende da Lei.
Ad ogni modo, viva la Sua storia sentimentale serenamente, senza la pretesa di controllare i guai di casa Sua: se le relazioni con Suo fratello e Sua mamma e la famiglia in generale si sono rovinate, non significa che lo saranno anche le relazioni in futuro.
E' invece probabile che questa ansia di controllare la Sua storia e le relazioni possa in realtà creare più danni che altro.
Ne parli con il terapeuta.
Saluti,
Gentile Utente,
in realtà esistono anche trattamenti psicoterapici e/o di sostegno che sono attivi e focalizzati e che dipendono dal problema.
E' inutile accanirsi mettendo in atto un comportamento che non è efficace; lo psicoterapeuta può all'occorrenza suggerire ma anche prescrivere compiti da fare tra una seduta e l'altra e che hanno l'obiettivo di far sperimentare al pz. un nuovo modo di essere e di relazionarsi.
In altre parole il comportamento diverso è in grado di influenzare pensieri ed emozioni e viceversa.
Non è la sola consapevolezza che può produrre un cambiamento, ma il terapeuta deve mostrare al pz. e facilitare il cambiamento.
Ad esempio, bisognerebbe capire se c'è un margine di azione in questa famiglia e che cosa si possa fare (anche il non fare nulla o porsi in maniera diversa... capendo come).
"Vorrei qualche cosa che non posso ottenere, cioè che l'intera famiglia mi volesse bene e d'altra parte voler bene alla sua famiglia..."
Magari questo non è realmente possibile, ma non dipende da Lei.
Ad ogni modo, viva la Sua storia sentimentale serenamente, senza la pretesa di controllare i guai di casa Sua: se le relazioni con Suo fratello e Sua mamma e la famiglia in generale si sono rovinate, non significa che lo saranno anche le relazioni in futuro.
E' invece probabile che questa ansia di controllare la Sua storia e le relazioni possa in realtà creare più danni che altro.
Ne parli con il terapeuta.
Saluti,
[#7]
Utente
La ringrazio infinitamente, il nocciolo (o uno dei fulcri) della questione, al di là delle difficoltà che ho potuto incontrare con la sua famiglia e che non sono poi così fuori dall'ordinario, è proprio la mia ansia, quella a cui fa riferimento nelle ultime righe. Parallelamente a ciò, vi è un'apatia, uno scarso eccitamento nei confronti di qualunque cosa, che mi fa sentire di essere rotta, inadatta, da buttare: così finisco per il naufragare in balia di tutti i miei problemi. Vorrei con tutto il cuore ritrovare la voglia di vivere, la voglia di fare l'amore che avevo ( ogni appetito è assopito ma questo in particolare mi fa sentire ancora più un "relitto"), ma non trovo nulla a cui aggrapparmi: all'inizio sentivo che quest'ancora era il mio ragazzo, ora no, ma non credo per colpa sua, bensì perchè forse doveva ancora scatenarsi quanto descritto.
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Gentile Utente,
il benessere non si misura in base all'ancora di salvezza cui aggrapparsi, ma le risorse deve trovarle in se stessa.
Se adesso attraversa un momento di crisi, può pensare di rivolgersi personalmente ad uno psicologo psicoterapeuta presso la Sua ASL per una valutazione psicologica accurata e per poter trovare strategie più funzionali.
Che ne pensa?
il benessere non si misura in base all'ancora di salvezza cui aggrapparsi, ma le risorse deve trovarle in se stessa.
Se adesso attraversa un momento di crisi, può pensare di rivolgersi personalmente ad uno psicologo psicoterapeuta presso la Sua ASL per una valutazione psicologica accurata e per poter trovare strategie più funzionali.
Che ne pensa?
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Per questa ragione sarebbe opportuna una diversa valutazione della situazione, soprattutto dal momento in cui non vede quei cambiamenti concordati.
Da qui possiamo solo darLe delle indicazioni e/o delle informazioni, ma non aiutare in termini terapeutici...
Saluti,
Da qui possiamo solo darLe delle indicazioni e/o delle informazioni, ma non aiutare in termini terapeutici...
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 1.6k visite dal 28/07/2013.
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