Crisi personali
Salve a tutti,
premetto che ciò per cui sto richiedendo un consulto non so se sia un reale problema o meno, ma volevo comunque saper il parere di alcuni esperti. Sono una ragazza di 19 anni, in genere le persone che mi conoscono bene mi definiscono abbastanza matura per la mia età e ho una mentalità che tende molto al razionale, mi spiego meglio. Crescendo, non so per quale motivo, ho imparato ad accantonare i sentimenti, e quasi a sopprimerli a volte, perchè gli ho sempre ritenuti fonte solo di problemi e di sofferenza. Così facendo, con il tempo e con le prime relazioni sentimentali ho cominciato ad avere un problema... premetto che non ho avuto molte relazioni, ma la cosa comune a tutte quante è il conflitto che sorge in me stessa dopo un pò di tempo che mette in crisi i miei sentimenti. Succede sempre che entro in crisi da sola, senza che per esempio dall' altra parte ci siano dei problemi, e anche piccole cose le colgo come campanelli di allarme. Per spiegarmi meglio non riesco mai a capire i miei sentimenti, e penso che sia una cosa "anomala" dato che tutte le persone a cui lo dico, si straniscono e non mi capiscono. Per entrare nell' esempio attuale, ora mi frequento da circa 4 mesi con un ragazzo, per cui provo sentimenti molto profondi, e di ciò ne ho varie prove che colgo analizzando i miei comportamenti e molti altri fattori.. il fatto è che quando tutto sembra andare benissimo iniziano a venirmi i dubbi su ciò che provo: mi ossessiona perennemente la paura di soffrire (nonostante non abbia avuto sofferenze particolari in passato) o di far soffrire, e allo stesso tempo cerco per "anticipare" la nascita di problemi nella relazione, di analizzare continuamente ogni mio singolo comportamento, per paura di illudermi di essermi innamorata, o di amare in realtà il pensiero di essere amata, o di essere capita, o di essere trattata bene, e non la persona di per se. Non riesco a vivere serenamente nessun sentimento, come fanno tutte le persone nonostante non ci siano problemi nel rapporto, ma tutto nasce da me, da crisi che mi prendono personalmente. Questa cosa mi capita sempre quando ho una relazione sentimentale, e non capisco se questa sia una reazione normale, o magari è qualcosa di fondato che mi serve a capire che se sorgono dubbi significa che non amo realmente la persona con cui sto, o è causato da un problema o un blocco che mi riguarda esclusivamente e che mi impedisce di vivere serenamente un "rapporto"? Inoltre volevo aggiungere che ho periodi in cui entro in crisi da sola, al di la di problemi sentimentali o altro, e metto in dubbio le mie certezze, la mia personalità e ogni cosa della mia vita, e l' ultima "crisi" è durata ben 5 mesi, e anche se ne sono in un certo senso uscita, da un lato sono cambiata in molti aspetti del mio carattere, ma risento di alcuni vuoti che essa a creato nella mia personalità. Non so se definirle crisi esistenziali, ma l'ultima è stata per me molto pesante, tanto da farmi quasi entare in depressione.
premetto che ciò per cui sto richiedendo un consulto non so se sia un reale problema o meno, ma volevo comunque saper il parere di alcuni esperti. Sono una ragazza di 19 anni, in genere le persone che mi conoscono bene mi definiscono abbastanza matura per la mia età e ho una mentalità che tende molto al razionale, mi spiego meglio. Crescendo, non so per quale motivo, ho imparato ad accantonare i sentimenti, e quasi a sopprimerli a volte, perchè gli ho sempre ritenuti fonte solo di problemi e di sofferenza. Così facendo, con il tempo e con le prime relazioni sentimentali ho cominciato ad avere un problema... premetto che non ho avuto molte relazioni, ma la cosa comune a tutte quante è il conflitto che sorge in me stessa dopo un pò di tempo che mette in crisi i miei sentimenti. Succede sempre che entro in crisi da sola, senza che per esempio dall' altra parte ci siano dei problemi, e anche piccole cose le colgo come campanelli di allarme. Per spiegarmi meglio non riesco mai a capire i miei sentimenti, e penso che sia una cosa "anomala" dato che tutte le persone a cui lo dico, si straniscono e non mi capiscono. Per entrare nell' esempio attuale, ora mi frequento da circa 4 mesi con un ragazzo, per cui provo sentimenti molto profondi, e di ciò ne ho varie prove che colgo analizzando i miei comportamenti e molti altri fattori.. il fatto è che quando tutto sembra andare benissimo iniziano a venirmi i dubbi su ciò che provo: mi ossessiona perennemente la paura di soffrire (nonostante non abbia avuto sofferenze particolari in passato) o di far soffrire, e allo stesso tempo cerco per "anticipare" la nascita di problemi nella relazione, di analizzare continuamente ogni mio singolo comportamento, per paura di illudermi di essermi innamorata, o di amare in realtà il pensiero di essere amata, o di essere capita, o di essere trattata bene, e non la persona di per se. Non riesco a vivere serenamente nessun sentimento, come fanno tutte le persone nonostante non ci siano problemi nel rapporto, ma tutto nasce da me, da crisi che mi prendono personalmente. Questa cosa mi capita sempre quando ho una relazione sentimentale, e non capisco se questa sia una reazione normale, o magari è qualcosa di fondato che mi serve a capire che se sorgono dubbi significa che non amo realmente la persona con cui sto, o è causato da un problema o un blocco che mi riguarda esclusivamente e che mi impedisce di vivere serenamente un "rapporto"? Inoltre volevo aggiungere che ho periodi in cui entro in crisi da sola, al di la di problemi sentimentali o altro, e metto in dubbio le mie certezze, la mia personalità e ogni cosa della mia vita, e l' ultima "crisi" è durata ben 5 mesi, e anche se ne sono in un certo senso uscita, da un lato sono cambiata in molti aspetti del mio carattere, ma risento di alcuni vuoti che essa a creato nella mia personalità. Non so se definirle crisi esistenziali, ma l'ultima è stata per me molto pesante, tanto da farmi quasi entare in depressione.
[#1]
Gentile Ragazza,
dalle sue parole sembra esserci una certa tendenza ansiosa a monitorare tutto, dal suo sentire, a quello altrui, a quello che potrebbe accadere, al suo perché....
A volte il farsi troppe domande sull'amore è una strategie difensiva per non amare realmente...
Sembra inoltre, con il beneficio della distanza, che le sue difficoltà non correlino alle dinamiche della sua coppia, ma che siano presenti anche altrove.
Uno psicologo potrebbe aiutarla a far chiarezza dentro di lei ed a trovare serenità e qualità di vita
dalle sue parole sembra esserci una certa tendenza ansiosa a monitorare tutto, dal suo sentire, a quello altrui, a quello che potrebbe accadere, al suo perché....
A volte il farsi troppe domande sull'amore è una strategie difensiva per non amare realmente...
Sembra inoltre, con il beneficio della distanza, che le sue difficoltà non correlino alle dinamiche della sua coppia, ma che siano presenti anche altrove.
Uno psicologo potrebbe aiutarla a far chiarezza dentro di lei ed a trovare serenità e qualità di vita
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Cara ragazza,
le sue "strategie" sembrano interventi preventivi per arginare gli stati d'ansia e cercare di avere un controllo maggiore sulle dinamiche di coppia. Per comprendere bene quali sentimenti si provano per un'altra persona è necessario il confronto, quindi il sentimento dovrebbe essere espresso e condiviso con l'altro.
Essere troppo analitici è un mezzo che le da l'illusione della padronanza e non le permette però di vivere serenamente le sue relazioni di coppia.
le sue "strategie" sembrano interventi preventivi per arginare gli stati d'ansia e cercare di avere un controllo maggiore sulle dinamiche di coppia. Per comprendere bene quali sentimenti si provano per un'altra persona è necessario il confronto, quindi il sentimento dovrebbe essere espresso e condiviso con l'altro.
Essere troppo analitici è un mezzo che le da l'illusione della padronanza e non le permette però di vivere serenamente le sue relazioni di coppia.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#3]
Ex utente
Quindi ne deduco che il problema è in me, e magari i miei sentimenti sono veri, e non sono un' illusione, perchè temo sempre di apprezzare il fatto che una persona mi ami, e che mi apprezzi a sua volta, piuttosto che la persona stessa.... questo ancora non riesco a chiarirlo in me a volte. Riguardo al fatto di esprimerli i sentimenti, per quello non trovo problemi nel comunicarli, o condividerli, e così è stato anche in questa relazione. Solo che rimane appunto il fatto che quando mi ritrovo da sola a pensare metto tutto in dubbio, e nasce una grande paura di portare avanti qualcosa alla cui base c'è un egoismo piuttosto che un sentimento vero, e quindi il rischio di far soffrire l' altro. Comunque sia, leggendo anche di esperienze altrui, a me sembra di aver sviluppato quei meccanismi di "difesa" tipici di chi ha sofferto molto in amore, quando, come ho già detto non ho avuto molte relazioni (tre per la precisione) e non ho avuto sofferenze o altro, e questo mi sembra strano... non capisco da dove nasce tutta questa ansia. Pensate che possa essere una predisposizione normale della mia personalità oppure è la conseguenza di qualche evento represso o di cui non sono consapevole?
Vi ringrazio molto per le vostre gentili risposte.
Vi ringrazio molto per le vostre gentili risposte.
[#4]
Cara ragazza,
>>perchè temo sempre di apprezzare il fatto che una persona mi ami, e che mi apprezzi a sua volta, piuttosto che la persona stessa.... questo ancora non riesco a chiarirlo in me a volte.<<
quale è la differenza? Questo modo di riflettere si traduce in un pensiero ossessivo, ossia in un'attenzione eccessiva per il dettaglio con il rischio di perdere di vista la globalità dell'esperienza. E' importante stare con l'altro e vedere come va senza strategie preventive troppo elaborate.
>>Solo che rimane appunto il fatto che quando mi ritrovo da sola a pensare metto tutto in dubbio, e nasce una grande paura di portare avanti qualcosa alla cui base c'è un egoismo piuttosto che un sentimento vero, e quindi il rischio di far soffrire l' altro.<<
anche qui come sopra. Sono pensieri ricorsivi che lei usa come "difesa". Se lei ha timore di essere "egoista" con i suoi partner, probabilmente teme che essi lo possano a loro volta essere con lei.
>>perchè temo sempre di apprezzare il fatto che una persona mi ami, e che mi apprezzi a sua volta, piuttosto che la persona stessa.... questo ancora non riesco a chiarirlo in me a volte.<<
quale è la differenza? Questo modo di riflettere si traduce in un pensiero ossessivo, ossia in un'attenzione eccessiva per il dettaglio con il rischio di perdere di vista la globalità dell'esperienza. E' importante stare con l'altro e vedere come va senza strategie preventive troppo elaborate.
>>Solo che rimane appunto il fatto che quando mi ritrovo da sola a pensare metto tutto in dubbio, e nasce una grande paura di portare avanti qualcosa alla cui base c'è un egoismo piuttosto che un sentimento vero, e quindi il rischio di far soffrire l' altro.<<
anche qui come sopra. Sono pensieri ricorsivi che lei usa come "difesa". Se lei ha timore di essere "egoista" con i suoi partner, probabilmente teme che essi lo possano a loro volta essere con lei.
[#5]
Ex utente
Quindi lei che comportamento mi consiglierebbe di adottare? Dovrei "lasciarmi più andare"? Oppure devo risolvere o correggere in me la radice di certi comportamenti? Non capisco se a volte subentra pure il fatto che idealizzo troppo il sentimento di amore, oppure se dubitando dei miei sentimenti, come dicono, significa che non amo veramente la persona con cui sto. Capisco che magari l' essere troppo analitici, è negativo, però io non riesco a farne a meno, e tutto ritorna ad un discorso che non voglio soffrire ne far soffrire, e non so il motivo. Grazie molte per i chiarimenti comunque!
[#6]
Cara ragazza,
>>tutto ritorna ad un discorso che non voglio soffrire ne far soffrire<<
questo è il punto sul quale dovrebbe lavorare.
>>Quindi lei che comportamento mi consiglierebbe di adottare? Dovrei "lasciarmi più andare"? Oppure devo risolvere o correggere in me la radice di certi comportamenti?<<
purtroppo non possiamo rispondere queste domande, bisognerebbe fare prima una consulenza psicologica vis à vis.
"Idealizzare troppo" implica un distacco eccessivo dalle cose. Nelle prime fasi dell'innamoramento può succedere che ci sia una certa tendenza all'idealizzazione, ma successivamente si deve comprendere che la persona reale è molto spesso diversa dall'ideale.
>>tutto ritorna ad un discorso che non voglio soffrire ne far soffrire<<
questo è il punto sul quale dovrebbe lavorare.
>>Quindi lei che comportamento mi consiglierebbe di adottare? Dovrei "lasciarmi più andare"? Oppure devo risolvere o correggere in me la radice di certi comportamenti?<<
purtroppo non possiamo rispondere queste domande, bisognerebbe fare prima una consulenza psicologica vis à vis.
"Idealizzare troppo" implica un distacco eccessivo dalle cose. Nelle prime fasi dell'innamoramento può succedere che ci sia una certa tendenza all'idealizzazione, ma successivamente si deve comprendere che la persona reale è molto spesso diversa dall'ideale.
[#7]
Ex utente
Lei quindi intende che dovrei riflettere sulla mia prima affermazione? Riguardo a ciò penso, che io sia una persona codarda, e che ho sempre avuto la paura di soffrire, ma penso sia una cosa infondata perchè non ho avuto chissà che esperienze negative fin' ora. Lei pensa che io abbia un blocco? E se si a cosa potrebbe essere dovuto?
Riguardo alla consulenza, ho già avuto esperienze con psicologi, quindi potrei riprovarne una, se vedo che non riesco ad andare avanti da sola in serenità.
La ringrazio per la sua pazienza.
Riguardo alla consulenza, ho già avuto esperienze con psicologi, quindi potrei riprovarne una, se vedo che non riesco ad andare avanti da sola in serenità.
La ringrazio per la sua pazienza.
[#8]
Gentile Ragazza,
anche in precedenti consulti sembrava evidenziare una certa tendenza all'ansia, oltre a problemi legati all'insicurezza.
<ma penso sia una cosa infondata perchè non ho avuto chissà che esperienze negative fin' ora.> Si però ci ha detto di essere cresciuta in un contesto nel quale veniva sottolinata l'importanza di stare attenti ai pericoli, a questo e a quello, forse nel quale una certa ansia era presente, mi corregga se erro.
Credo che incontrare di persona un nostro collega le potrebbe davvero tornare utile.
<ho già avuto esperienze con psicologi>
Ci potrebbe dire quali esperienze?
anche in precedenti consulti sembrava evidenziare una certa tendenza all'ansia, oltre a problemi legati all'insicurezza.
<ma penso sia una cosa infondata perchè non ho avuto chissà che esperienze negative fin' ora.> Si però ci ha detto di essere cresciuta in un contesto nel quale veniva sottolinata l'importanza di stare attenti ai pericoli, a questo e a quello, forse nel quale una certa ansia era presente, mi corregga se erro.
Credo che incontrare di persona un nostro collega le potrebbe davvero tornare utile.
<ho già avuto esperienze con psicologi>
Ci potrebbe dire quali esperienze?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#9]
Ex utente
Si è vero ha ragione, è corretto ciò che dice, non ci avevo pensato però. Riguardo alla mia esperienza, è stata qualche mese fa, ho frequentato una psicologa, però ho fatto circa tre sedute, e diciamo che l' ho trovato utile fino ad un certo punto, perchè per fortuna i problemi che ho non sono gravi da richiedere tempo o eccessiva serietà penso, ed è finita che già alla terza seduta in pratica non sapevo più cosa dire, o di cosa parlare dato che avevo parlato in quelle precedenti di ciò che mi "affliggeva", e lei mi era stata utile nel chiarirmi alcune cose. Per il resto da quella volta ho pensato di andarci solo quando ne avrei avuto realmente bisogno, nel momento in cui non posso cavarmela da sola nel superare una mia "crisi" interna ecco.
[#10]
<ho frequentato una psicologa, però ho fatto circa tre sedute, e diciamo che l' ho trovato utile fino ad un certo punto,
Tre sedute non sono che l'inizio , non comprendo bene dunque come mai così all'inizio non sapeva cosa dire, cosa le ha detto la psicologa? Quale riscontro ha avuto da lei? Non ha prospettato una continuazione, un percorso?
<perchè per fortuna i problemi che ho non sono gravi da richiedere tempo o eccessiva serietà penso,> ciò che sarebbe opportuno fare lo può valutare direttamente lo specialista incontrandola direttamente. Si tratta comunque di affrontare in modo proprio, gestire e risolvere le proprie difficoltà ritrovando migliore benessere e qualità di vita e tre sedute non sono minimamente sufficienti.
Le suggerisco di leggere questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
e questo per orientarsi nella scelta dello specialista
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Un caro saluto
Tre sedute non sono che l'inizio , non comprendo bene dunque come mai così all'inizio non sapeva cosa dire, cosa le ha detto la psicologa? Quale riscontro ha avuto da lei? Non ha prospettato una continuazione, un percorso?
<perchè per fortuna i problemi che ho non sono gravi da richiedere tempo o eccessiva serietà penso,> ciò che sarebbe opportuno fare lo può valutare direttamente lo specialista incontrandola direttamente. Si tratta comunque di affrontare in modo proprio, gestire e risolvere le proprie difficoltà ritrovando migliore benessere e qualità di vita e tre sedute non sono minimamente sufficienti.
Le suggerisco di leggere questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
e questo per orientarsi nella scelta dello specialista
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Un caro saluto
[#11]
Ex utente
Allora in pratica all' inizio mi è stato facile parlare, infatti in due sedute sono riuscita ad esporre tutto il mio problema e a parlarne con lei, e lei mi ha fatto accorgere di alcune caratteristiche della mia personalità, e in realtà non mi ha prefissato alcun percorso, però da quello che ho capito dovevo frequentarla regolarmente. Solo che dopo già tre sedute avevo esaurito ciò che avevo da dire sul mio problema, e poi piano piano ho pensato che ciò con cui mi ha per cosi dire "illuminato" mi bastava per andare avanti da sola, perchè comunque sapevo che nessuno di da delle soluzioni, ma solo delle indicazioni più che altro. La cosa che mi ha fatto smettere, è stato che quello che dicevo dopo un pò non era più importante e se non parlavo io, lei non sapeva che dirmi, e quindi a mia volta non sapevo cosa dovevo dire, perciò ho pensato che non avevo un reale e grave problema di cui discutere. E pure la stessa cosa penso che sia quella che ho ora. Lei pensa che questo è un problema serio? O può essere una cosa che con il tempo può passare, o che magari è normale per la mia età? Comunque ora leggerò gli articoli, la ringrazio.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 2k visite dal 26/07/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.