Complesso di elettra?
Buongiorno,
vorrei un parere di uno specialista.
Ho 30 anni, mio padre è morto quando ne avevo 12. Il rapporto con lui è stato molto brutto per me da un punto di vista emotivo: non mi considerava molto, non ricordo carezze, sorrisi, abbracci o complimenti per tutto l'arco dell'infanzia. Lui era la figura dominante in casa, severo, di morale rigida, piuttosto autorevole e teneva moltissimo allo studio (quest'ultima cosa era la parte per me migliore perché da quel punto di vista non davo problemi ai miei genitori). Mio padre giocava e stava sempre con mio fratello, di 2 anni più piccolo...erano sempre insieme,se lo portava anche a lavoro. Mi ricordo che da bambina prima di dormire piangevo, rimuginavo, sognavo ad occhi aperti, avevo paura del futuro (per quel che ne potevo capire), avevo la fobia dei cani, del bui, dell'acqu e di esibirmi davanti agli altri, avevo l'amico immaginario e tendevo a fare cose di nascosto (piccolezze). Per qualche hanno ho sofferto anche di cleptomania nei confronti di oggetti in miniatura ( qualunque cosa che nella realtà avesse una misura normale, se era in miniatura, mi stimolava a rubarla, soprattutto in casa di altri bambini; quando succedeva, stavo bene ma l'euforia svaniva dopo poco, fino al disinteresse completo). Questa mania è sparita da sola negli anni, senza ricadute di nessun genere. Sempre quando ero bambina, dai 7 agli 8-10 anni, tendevo a imitare mio padre, volevo essere come lui (es. le pose nelle fotografie) forse per attirare l'attenzione, in più "mi fissavo" con altre bambine che secondo me potevano essere "i tipi preferiti" di mio padre (quindi le riempivo di complimenti, non volevo essere come loro, solo fantasticavo che potessero piacere a mio padre).
Mia madre invece era una figura "tranquilla", un po' anaffettiva, non era tipo da coccole, e neanche ho mai in tutta la mia vita, sentito di essere o voler esserecome lei ( a volte mi è capitato di vederla più come una zia che come una mamma, nonostante le voglia bene, l ho sempre sentita diversa da me).
Ora che ho 30 anni, nonostante sia molto ambiziosa (amo le lingue straniere, mi piace leggere, viaggiare ed essere intraprendente), non ho molta autostima, mi sento sempre in colpa per ogni minima cosa, sono intollerante alla monotonia fino alla nausea e alla disperazione, sono suscettibile alle critiche, sono sospettosa e non riesco a legare in amicizia con le donne (in loro vedo cattiveria) Intraprendo i percorsi, ma faccio fatica ad arrivare al "gradino successivo" o a completare.
Chiudo con l'ultima cosa: per circa 6 anni consecutivi (dai 22 anni), ho fatto sempre il solito incubo: dormo in camera con mia madre (nella realtà e nl sogno, ambientazione identica), all'improvviso vengono degli animali feroci carichi di odio che mi azzannano gambe e braccia, chiamo 3 volte mia madre che è accanto a me che dorme serenamente...ma niente, imploro alle bestie di mollarmi finché non mi sveglio di colpo.
Come posso stare meglio con me stessa?
vorrei un parere di uno specialista.
Ho 30 anni, mio padre è morto quando ne avevo 12. Il rapporto con lui è stato molto brutto per me da un punto di vista emotivo: non mi considerava molto, non ricordo carezze, sorrisi, abbracci o complimenti per tutto l'arco dell'infanzia. Lui era la figura dominante in casa, severo, di morale rigida, piuttosto autorevole e teneva moltissimo allo studio (quest'ultima cosa era la parte per me migliore perché da quel punto di vista non davo problemi ai miei genitori). Mio padre giocava e stava sempre con mio fratello, di 2 anni più piccolo...erano sempre insieme,se lo portava anche a lavoro. Mi ricordo che da bambina prima di dormire piangevo, rimuginavo, sognavo ad occhi aperti, avevo paura del futuro (per quel che ne potevo capire), avevo la fobia dei cani, del bui, dell'acqu e di esibirmi davanti agli altri, avevo l'amico immaginario e tendevo a fare cose di nascosto (piccolezze). Per qualche hanno ho sofferto anche di cleptomania nei confronti di oggetti in miniatura ( qualunque cosa che nella realtà avesse una misura normale, se era in miniatura, mi stimolava a rubarla, soprattutto in casa di altri bambini; quando succedeva, stavo bene ma l'euforia svaniva dopo poco, fino al disinteresse completo). Questa mania è sparita da sola negli anni, senza ricadute di nessun genere. Sempre quando ero bambina, dai 7 agli 8-10 anni, tendevo a imitare mio padre, volevo essere come lui (es. le pose nelle fotografie) forse per attirare l'attenzione, in più "mi fissavo" con altre bambine che secondo me potevano essere "i tipi preferiti" di mio padre (quindi le riempivo di complimenti, non volevo essere come loro, solo fantasticavo che potessero piacere a mio padre).
Mia madre invece era una figura "tranquilla", un po' anaffettiva, non era tipo da coccole, e neanche ho mai in tutta la mia vita, sentito di essere o voler esserecome lei ( a volte mi è capitato di vederla più come una zia che come una mamma, nonostante le voglia bene, l ho sempre sentita diversa da me).
Ora che ho 30 anni, nonostante sia molto ambiziosa (amo le lingue straniere, mi piace leggere, viaggiare ed essere intraprendente), non ho molta autostima, mi sento sempre in colpa per ogni minima cosa, sono intollerante alla monotonia fino alla nausea e alla disperazione, sono suscettibile alle critiche, sono sospettosa e non riesco a legare in amicizia con le donne (in loro vedo cattiveria) Intraprendo i percorsi, ma faccio fatica ad arrivare al "gradino successivo" o a completare.
Chiudo con l'ultima cosa: per circa 6 anni consecutivi (dai 22 anni), ho fatto sempre il solito incubo: dormo in camera con mia madre (nella realtà e nl sogno, ambientazione identica), all'improvviso vengono degli animali feroci carichi di odio che mi azzannano gambe e braccia, chiamo 3 volte mia madre che è accanto a me che dorme serenamente...ma niente, imploro alle bestie di mollarmi finché non mi sveglio di colpo.
Come posso stare meglio con me stessa?
[#1]
Cara Utente,
è possibile che una parte dei problemi che riferisce dipendano dalla freddezza e poi scomparsa di suo padre, ma anche l'assenza di una madre che sopperisse alle sue mancanze e le desse affetto è degna di nota e non ha sicuramente agevolato una crescita serena.
Quello che ci descrive è un quadro decisamente complesso formato da figure genitoriali che non le sono state vicine come avrebbero dovuto, un lutto importante, carenza di autostima, fobie, comportamenti patologici come la cleptomania e discrete difficoltà a relazionarsi con gli altri.
Quanto meno: ci ha detto di essere in difficoltà con le donne, ma con gli uomini come si trova?
Per dipanare la matassa e mettere ordine è necessario che si affidi di persona ad uno psicologo, perché da qui possiamo darle solo qualche spunto di riflessione.
Ci pensi seriamente, perché dopo così tanti anni di sofferenza può iniziare a sentirsi in diritto di occuparsi di sé stessa e di lavorare per costruire quella serenità che le è finora mancata.
è possibile che una parte dei problemi che riferisce dipendano dalla freddezza e poi scomparsa di suo padre, ma anche l'assenza di una madre che sopperisse alle sue mancanze e le desse affetto è degna di nota e non ha sicuramente agevolato una crescita serena.
Quello che ci descrive è un quadro decisamente complesso formato da figure genitoriali che non le sono state vicine come avrebbero dovuto, un lutto importante, carenza di autostima, fobie, comportamenti patologici come la cleptomania e discrete difficoltà a relazionarsi con gli altri.
Quanto meno: ci ha detto di essere in difficoltà con le donne, ma con gli uomini come si trova?
Per dipanare la matassa e mettere ordine è necessario che si affidi di persona ad uno psicologo, perché da qui possiamo darle solo qualche spunto di riflessione.
Ci pensi seriamente, perché dopo così tanti anni di sofferenza può iniziare a sentirsi in diritto di occuparsi di sé stessa e di lavorare per costruire quella serenità che le è finora mancata.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
grazie dottoressa per la sua risposta, sto già pensando di affidarmi a qualcuno che mi guidi, è solo questione di dover aspettare un po' per motivi personali.
Per quanto riguarda gli uomini, beh, fino a un po' di tempo fa ero aggressiva durante le litigate, però in generale ho difficoltà a capire se sono io inadeguata a chi sto accanto (forse sono troppo "tutto", rischiando di mettere a disagio lui) oppure se è lui che è inadatto a me ( merito di più? mi sto accontentando? potrei avere di meglio?) insomma, pensieri ambivalenti. Ora sono fidanzata e riesco a controllarmi molto di più, sto cercando di migliorare. Sono solo sicura di non capire cosa sia l'amore disinteressato, cioè mi affeziono, voglio bene e so essere fedele nonostante le fantasticherie, ma tendo a "pretendere" senza saper dare. Insomma, non sono molto brava a esprimere le emozioni, credo (lo dico con ironia) di aver "disimparato" come si fa a trattare le persone, o forse non l'ho mai saputo fare. Non saprei.
Che tipo di percorso terapeutico mi consiglia? ce ne sono molti.
Grazie
Per quanto riguarda gli uomini, beh, fino a un po' di tempo fa ero aggressiva durante le litigate, però in generale ho difficoltà a capire se sono io inadeguata a chi sto accanto (forse sono troppo "tutto", rischiando di mettere a disagio lui) oppure se è lui che è inadatto a me ( merito di più? mi sto accontentando? potrei avere di meglio?) insomma, pensieri ambivalenti. Ora sono fidanzata e riesco a controllarmi molto di più, sto cercando di migliorare. Sono solo sicura di non capire cosa sia l'amore disinteressato, cioè mi affeziono, voglio bene e so essere fedele nonostante le fantasticherie, ma tendo a "pretendere" senza saper dare. Insomma, non sono molto brava a esprimere le emozioni, credo (lo dico con ironia) di aver "disimparato" come si fa a trattare le persone, o forse non l'ho mai saputo fare. Non saprei.
Che tipo di percorso terapeutico mi consiglia? ce ne sono molti.
Grazie
[#3]
"tendo a "pretendere" senza saper dare"
Questo può dipendere dal fatto che magari si aspetta una sorta di risarcimento per le mancanze di suo padre da parte del suo partner.
E' una dinamica piuttosto diffusa che si instaura quando ci sono state serie mancanze da parte del genitore eterologo.
Riguardo all'espressione delle emozioni immagino che l'autoritarismo di suo padre abbia smorzato ogni manifestazione spontanea da parte sua sul piano emotivo, e che quindi le occorra un lavoro su di sé per imparare nuovamente a distinguere e ad esprimere le emozioni che forse ora sente in maniera confusa o solo nel momento in cui sono moto acute.
Personalmente le consiglierei un percorso di psicoterapia psicodinamica/psicoanalitica che la aiuti a riparare quanto deve essere riparato nella sua vita di relazione.
Questo può dipendere dal fatto che magari si aspetta una sorta di risarcimento per le mancanze di suo padre da parte del suo partner.
E' una dinamica piuttosto diffusa che si instaura quando ci sono state serie mancanze da parte del genitore eterologo.
Riguardo all'espressione delle emozioni immagino che l'autoritarismo di suo padre abbia smorzato ogni manifestazione spontanea da parte sua sul piano emotivo, e che quindi le occorra un lavoro su di sé per imparare nuovamente a distinguere e ad esprimere le emozioni che forse ora sente in maniera confusa o solo nel momento in cui sono moto acute.
Personalmente le consiglierei un percorso di psicoterapia psicodinamica/psicoanalitica che la aiuti a riparare quanto deve essere riparato nella sua vita di relazione.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.7k visite dal 24/07/2013.
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