Manipolazione nella coppia

Gentili dottori,
vi consulto poiché non ho la possibilità di accedere a nessuno specialista al momento, e come ogni crisi ansiolitica sento l'urgenza di un aiuto.

Mi sono trovata di fronte la situazione tra me e il mio ragazzo, in cui discutere sul nostro futuro adesso che dovremmo andare a vivere insieme nella città, che lui ha deciso a causa dei suoi "obblighi", e che io ho dovuto accettare perchè io non ho obblighi e quindi potendo scegliere sarebbe stato giusto che scegliessi stare con lui (che importava di quello che voglio io, e se importava più di lui allora mi avrebbe lasciata).

Si dimostra sempre molto limitante rispetto alle mie esigenze, se io voglio fare questo viaggio sola per studio o lavoro a lui non sembra "giusto", perché per lui tutto si fa insieme e se lui non può è mio "dovere" accettarlo e reprimere tutto che alla fine posso sempre cercare alternative valide, altrimenti sono quella che delude, che non ama, che non rinuncia per lui...se voglio uscire un pomeriggio sola o con un'amica, sono egoista e non m'importa nulla perché non voglio stare con lui su skype (è una relazione a distanza), anche se lui si che esce periodicamente anche fosse solo per fare sport con i suoi amici.

Infine, abbiamo parlato sulla futura eventualità di avere un figlio, e ho detto chiaramente che non sono sicura di volerlo, perchè ho altre aspirazioni, perchè non voglio rovinare il mio corpo, perchè è un mio diritto e non penso che solo perchè sono una donna debba essere una madre. Come controbattuta ho avuto una chiusura totale, mi ha attaccata dicendo che sono una delusione, che non ho valori, che "ho idee strane nella testa", e non ha intenzione di stare più con me. Che secondo lui sono "di quelle" che credono di volere un ragazzo a lato per manovralo come un gioco (??) e che in conclusione sono molto ingiusta, cattiva, e falsa, perchè all'inizio avevo lasciato intendere che si che volevo una figlio.

Adesso, mi ritrovo attonita e con una rabbia indicibile per essere stata abbandonata con questa motivazione, non riesco ad accettare come, dopo avermi detto che sono ciò che più ama al mondo, mi possa lasciare con tanta disinvoltura. Ma il vero problema, è il conflitto enorme che ho dentro, da un lato credo di non meritare queste accuse, però dall'altro sono a un passo da richiamarlo perchè inizio a sentirmi in colpa, vedo solo il suo viso megliore, quello che mi ha illuso sempre, e non posso accettare ciò che è appena successo, sicuramente sono io che ho sbagliato qualcosa.
Non so come calmarmi e come comportarmi, vi chiedo se da fuori attraverso il mio racconto emerge qualcosa che io non capto, magari sono davvero problematica come lui mi vuol far credere e che ho idee strane. Però come accettare che chi ti ama (o chi dice di farlo) possa lasciarti per questa motivazione, senza neanche la possibilità di un dialogo e per sopra, dandomi la colpa di tutto, questo era quello che più ci teneva, che fosse chiaro che fosse tutta colpa mia.



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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Gli amori possono anche terminare, senza spiegazioni logiche o caccia alle streghe.
Andando a ritroso nella vostra coppia, cosa C' era che non andava?
Quali sono secondo lei, i motivi che hanno spinto il suo partner a tenere un comportamento così, lei che spiegazione si è data?

Se non ricordo male, dai suoi pressi consulti, lei ha già effettuato o tentato di effettuare una psicoterapia, per quali motivi?

Le allego qualche lettura sull' amore ed i legami in crisi

Amore
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1719-i-preliminari-della-separazione-e-la-separazione.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
La ringrazio per i link,

credo però che quello che cercavo di esporre non era la necessità di una caccia alle streghe, piuttosto volevo capire il mio malessere, perchè sono sempre io che finisco con sentirmi in colpa, mentre dall'altra parte non c'è nessun minimo ripensamento o messa in discussione della propria posizione. E credo, che io mi lasci manipolare inconsciamente dall'atteggiamento punitivo e accusatorio che lui o chiunque operi nei miei confronti, questo mi porta a uno stato di confusione, e non sopporto questo peso di colpevolezza fino al punto di fare io il passo indietro e ripensare tutto pur di avere quella persona ancora con me.

La terapia che iniziai l'ho lasciata poichè mi sono trasferita, ma gli incontri non avevano una vera e propria "terapia".
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Nella richiesta di febbraio ci aveva segnalato di essere andata in cura a causa di "una relazione tossica". È la stessa a cui si riferisce oggi? Come è andata a finire la terapia? Che risultati?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Si è la stessa relazione, la terapia non ha dato nessun risultato anche perchè ho dovuto interromperla,nel frattempo credevo che i problemi lamentati nei precedenti consulti fossero stati affrontati, ma non è stato così come credevo. E' durato poco, e i suoi atteggiamente sono tornati come prima. E anche i miei,certo.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Ma il vero problema, è il conflitto enorme che ho dentro, da un lato credo di non meritare queste accuse, però dall'altro sono a un passo da richiamarlo perchè inizio a sentirmi in colpa>

Gentile Ragazza,
lo vorrebbe richiamare perché vorrebbe sentirsi sollevata dalle colpe che le vengono attribuite? A quanto parrebbe si sente molto confusa, da una parte crede di non meritare le accuse, dall'altro i dubbi la assalgono <sicuramente sono io che ho sbagliato qualcosa>
Ci pensi bene nel richiamarlo poiché non farebbe altro che confermargli, pur non volendo, le sue (di lui) inesistenti, dal mio punto di vista, ragioni.

Già ci aveva scritto in merito a questo ragazzo e al rapporto asimmetrico e tossico che stava vivendo. Lei si rende conto di questo, ma ancora tornerebbe indietro...dovrebbe riuscire a comprendere meglio cosa la spingerebbe di nuovo verso questa persona, forse non solo i bei ricordi, il viso migliore quello che l'ha illusa... forse la speranza di poter gestire, controllare, cambiare il rapporto oltre a quanto ho detto all'inizio?

<E' durato poco, e i suoi atteggiamente sono tornati come prima.> Questo dovrebbe indurla a riflettere.


Come mai il percorso è terminato? Ha esaurito il numero di incontri previsto o cosa?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Cara Dottoressa,

non riesco a capire se quello che mi spinge sia il bisogno di controllare, ma posso supporre di si, è certo che ho bisogno di liberarmi dalle colpe, più lo penso più lo vedo chiaro, ma è talmente frustrante soccombere alla accuse altrui, io non ho detto nulla di male, lo so, non è deludente il fatto di non voler affrontare la maternità, è deludente e ingiusto che qualcuno (non provvisto di utero tra l'altro) possa giudicarmi per quello. Io credo che lui voglia del potere e del controllo su di me, e me lo faccia passare sotto forma di "scelta comune", (come può essere comune la scelta di affrontare una gravidanza? Io credo sia un evento tra i più solitari al mondo e spetta a me in prima persona l'ultima parola), mi ribello a questo ma non riesco ad arrivare fino in fondo poichè il senso di colpa, la sensazione dell'abbandono mi spingono indietro. E in pratica, non ho elaborato il metodo per afforntarlo, poichè anche arrivo con la logica, non raggiungo la pratica..

La terapia in cui ero, è terminata solo perchè ho lasciato la città, ma era comunque iniziata da poco per dare dei risultati.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Leggendo nella richiesta, diceva che era rimasta sorpresa e infastidita dalla presenza di un assistente nelle sedute. Forse la sorprenderà sapere che in certi approcci psicoterapeutici è frequente la presenza di più persone durante la terapia, addirittura ve ne possono essere altre dietro uno specchio unidirezionale o dietro le videocamere che riprendono tutto (sempre dietro autorizzazione scritta del paziente, è chiaro; nel suo caso avrebbero almeno dovuto chiedere il suo permesso per far presenziare l'altro). Senza contare i tirocinanti, di cui il servizio pubblico fa largo uso.

Il fastidio che aveva sentito potrebbe essere dovuto alla parte di sé che ha bisogno di mantenere il controllo, non solo, ma potrebbe esserci anche una sfumatura persecutoria che le ha fatto percepire il suo partner come controllante in senso negativo.

Per questi motivi, potrebbe essere prematuro o fuorviante parlare di problemi coppia se prima non riesce a raggiungere un equilibrio che le permetta di superare certe problematiche come individuo.

Può leggere qui per capire meglio cosa intendo:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3520-equilibrio-psichico-ed-equilibrio-in-amore-vanno-di-pari-passo.html
[#8]
Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27
Gentile
Il cammino della nostra esistenza si dipana lungo un continuum di esperienze trasformatrici, prime fra tutte quelle amorose.
L'amore è un fenomeno che può essere osservato da una moltitudine infinita di prospettive, ma la persona che meglio di ogni altra può sentirne e leggerne gli effetti è colui o colei che lo sta vivendo.
Una delle caratteristiche più significative dell'esperienza amorosa è la sensazione di non poter opporre alcuna resistenza al turbinio di emozioni che assale nel viverla.
Tutto ciò che lei dice è interessantissimo, a partire dal rispetto per se stessa fino al senso di colpa che la assale quando cerca di farsi valere e merita senz'altro un approfondimento da un/a collega, le basta poco e se non può fare una psicoterapia privata, può cercare nel consultorio, o in qualche progetto annesso al SSN.
Le consiglio intanto una lettura molto istruttiva: Donne che corrono con i lupi Edizioni Frassinelli, poi la esorto ad utilizzare il turbamento che prova per attivare tutte le risorse e le energie fino ad ora inespresse che hanno solo bisogno di essere indirizzate nel modo giusto, ma le occorre un piccolo aiuto. Sola ma non da sola.
Scriva ancora se vuole

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)