Dubbi sulla morale terapeutica

Soffro da 5 anni di panico legato alla paura di impazzire, perdere il controllo delle mie azioni temendo che io possa gettarmi nel vuoto anche se mai ho cercato di metterlo in pratica. Sono in terapia farmacologica, ho provato la terapia strategica senza successo ed ora sono in analisi da 2 anni. Quest’ultima ha migliorato molti aspetti della vita, ma non ha risolto il disturbo cosi ho iniziato a dubitare e l’arrivo di alcune spese improvvise (Dentista) mi ha portato a parlarne con la terapista ma le risposte mi hanno turbato.
IO: Vorrei approfittare della pausa estiva (1 mese fissato dalla dot.) per estenderla di qualche mese e vedere come reagisco, se peggioro o no.
DT: Lei NON PUO’ decidere quando interrompere la terapia, questo non è un processo che si può interrompere bruscamente e le sue motivazioni non sono valide.
IO: Be, in verità ho avuto delle spese improvvise e ho bisogno di un po’ di respiro finanziario (la terapia mi costa 800 euro al mese e i suoi assegni sono gli unici in cui scrivo anche i centesimi !!!)
DT: Be se vuole posso venirle in contro e attendere un po’ il suo pagamento.
IO: Non è un problema di quando pagare ma di QUANTO, immagino che uno sconto non sia possibile.
DT: Be certo le sedute che fa me le deve pagare e io non faccio sconti.
IO: Allora riduciamo almeno le sedute ad una volta la settimana (ora sono due sedute a settimana)
DT: Questo non è possibile, io lavoro così, esiste un sistema che va seguito e rispettato.
IO: Quindi mi sta dicendo che dovrei trascurare i miei denti per non fermare la terapia?
DT: I denti sono meno importanti della salute psicologica, fossi in lei li trascurerei.
IO: Ma i denti come la psiche me li porto dietro nella vita per molti anni e almeno con i denti ho una certezza di cura, qua non abbiamo obbiettivi, scadenze.
DT: Qui non stiamo facendo terapia strategica, questo è un processo naturale di cambiamento, non vi sono obbiettivi, deve sentirsi lei quando è arrivato e comunque in questo momento non è in condizione di interrompere la terapia. (percepita come una minaccia, “se molli vai nel panico”).
IO: Silenzio
La sensazione è che questa persona sia estremamente Avida tanto da farmi fare assegni con i centesimi ,farmi pagare comunque la seduta se per un motivo valido non riesco a partecipare. Es. ho subito un infortunio che mi ha impedito di muovermi, gentilmente una seduta mi è stata abbuonata (quella in cui ero in ospedale) 2 le ho pagate comunque e 2 me le ha fatte recuperare facendo 3 sedute settimana. (Alla faccia del protocollo terapeutico).
Anche di questo ho provato a “trattare” ma dice che TUTTI i suoi colleghi fanno pagare le sedute mancate, non fanno sconti, variazioni.
Quello che so è che lo psichiatra se non mi presento (motivi seri)mi sposta l’appuntamento, idem il fisioterapista e il dentista.
Secondo voi lo fa per la mia guarigione oppure devo pensare al plagio finalizzato alla guadagno?
Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Grazie
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

tanti dubbi la Sua mail li fa venire anche a me...
Partiamo con ordine.

Lei dice che da cinque anni soffre d'ansia e di attacchi di panico e non ha ancora risolto... la terapia strategica quali obiettivi aveva posto? Li avete raggiunti? Cosa non ha funzionato di quel trattamento?

Per quanto riguarda il percorso d'analisi, Lei dice che non avete obiettivi... non avete fissato gli obiettivi terapeutici su cui lavorare? Su che cosa state lavorando, allora, per curare l'ansia?

Quanto al resto, dipende dal terapeuta. Non avete sottoscritto un contratto (obbligatorio) che fissa tutti i termini (pagamento sedute, cadenza, parcella, regole, ecc...)?

Se posso permettermi, infine, percorsi di cura così lunghi per l'ansia non sono indicati, perchè oltre alla questione economica (per nulla trascurabile) è indispensabile che ci siano risultati in tempi stretti, per poter affermare che un trattamento sia efficace e per non trascurare neppure l'efficienza dello stesso.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile utente,
per le sedute non effettuate non c'è una regola fissa, c'è chi fa pagare il costo dell'intera seduta, chi una parte..

Se la Terapia Strategica non ha funzionato, potebbe dipendere anche dal terapeuta che non ha saputo individuare la problematica principale di interesse e da affrontare.
Può avvenire non di rado, se non si ottengono risultati, che lo psicoterapeuta strategico invii ad altro collega dello stesso indirizzo che può riuscire dove il primo ha fallito. In generale cmq lo psicoterapeuta strategico è tenuto a dire che il fallimento potrebbe derivare da più fattori tra cui errori del terapeuta stesso e che il disturbo è probabilmente risolvibile con altri terapeuti.

Le allego il link di un mio articolo che può essere chiarificatore al riguardo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3386-come-risolvere-gli-attacchi-di-panico-inconscio-e-terapia-breve-strategica.html

cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#3]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

dovrebbe verificare il contratto terapeutico stipulato con la dott. in questione e verificare quanto pattuito.

Comunque esiste una carta dei diritti del consumatore delle prestazioni psicologiche che può leggere qui. Certo, l'adesione è volontaria o meno.
https://areariservata.psy.it/PDF/CartaDeiDirittiDelConsumatore.pdf

Tra l'altro il fatto che dentista sia prestazione medica, sulla base dell'articolo 3 comma 3 della legge 56/89, lo psicoterapeuta è tenuto alla reciproca informazione con il medico curante (in questo caso il dentista) e non sta di certo al DT la valutazione autonoma di eventuali prognosi nel rimandare le cure dentistiche.

Può comunque telefonare all'Ordine degli Psicologi o dei Medici, a seconda di dove è iscritta la collega e chiedere spiegazioni ed eventualmente fare una segnalazione.

Può chiedere una versione scritta del contratto terapeutico, ed in caso del diniego del professionista, valutare se è opportuno proseguire.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#4]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Secondo voi lo fa per la mia guarigione oppure devo pensare al plagio finalizzato alla guadagno?<<

mi sembra di comprendere che lei ha iniziato un percorso psicoanalitico (la psicoanalisi non una psicoterapia, hanno regole e modalità molto diverse). Le regole del setting da lei descritte sono corrette da un punto di vista deontologico e metodologico.

Se lei non si trova bene con questo trattamento dovrebbe semplicemente interrompere e consultare un'altro Collega, magari con un approccio più vicino alle sue possibilità economiche e di tempo.


Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#5]
Utente
Utente
Grazie dell’interessamento e dei “consigli”, cercherò di rispondere a tutte le vostre domande.
Dr. Angela Pileci , la terapia strategica aveva come obbiettivo il debellare gli attacchi di panico che si manifestavano nel trovarmi in luoghi elevati quali palazzi, ponti ecc. Purtroppo terminate le 10 sedute pattuite come termine ultimo, ho solo alleviato la situazione ma non completamente debellata e comunque rimaneva una cura farmacologica importante. Non so cosa non abbia funzionato, sicuramente non ho saputo trovare il coraggio di affrontare le mie paure negli esercizi assegnatomi. Riguardo alla terapia attuale, l’obbiettivo è sicuramente stare meglio, il quando sembra non essere di nessuna importanza. Il lavoro è quello di analizzare il passato per scovare il perché del sintomo odierno. Per quanto riguarda il contratto ricordo di aver firmato qualcosa, ma all’epoca ero talmente spaventato e disperato che avrei firmato qualunque cosa.
Dr. Valentina Sciubba, mi ritrovo in quanto lei ha affermato e scritto nell’articolo, in effetti alla fine delle 10 sedute, visto il fallimento, sono stato indirizzato dal professor G.Nardone il quale mi avrebbe preso in cura, ma non ho mai trovato il coraggio di attraversare l’appenino e comunque sarebbe rimasto un importante problema logistico essendo io di Torino.
Dr. Fernando Bellizzi, grazie delle sue indicazioni, ma la mia condizione psicologica debole, mi fa preferire un approccio più umano alla questione e meno legislativo, comunque farò tesoro delle sue indicazioni sempre utili.
Dr. Giuseppe Del Signore, si , psicoanalitico ed anche io avevo intuito che ha un setting particolare, però la sensazione di “Non poter decidere” se terminare o rallentare una terapia mi suona strana ed anche la pressione psicologica nel continuare a frequentare mi fanno dubitare. Inoltre è così pericoloso interrompere bruscamente la terapia????

Grazie
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

alcune precisazioni: è chiaro che quando finisce la terapia (forse solo 10 sedute sono poche...), il pz. non deve finire di mettere in pratica tutto ciò che ha imparato in terapia e ritengo, sebbene io mi occupi di terapia cognitivo-comportamentale, che il terapeuta debba essere molto chiaro e spiegare tutto ciò al pz. In altri termini si tratta di abituarsi ad affrontare la propria ansia e a non mettere in atto le vecchie strategie che non funzionavano (quella che definiamo esposizione con prevenzione della risposta).
Se Lei lascia andare tutto e si rivolge all'analista, mi pare di capire che forse il Suo atteggiamento sia di chi vuole che il terapeuta faccia tutto e questo non va bene, soprattutto nelle terapie attive e focalizzate, dove la fatica (ma anche i risultati) è tutta del pz., sebbene aiutato dal terapeuta.

Inoltre, per i disturbi d'ansia NON è necessario ricercare le cause nel passato, anche perchè potrebbero non esserci. E' decisamente più indicato risolvere il problema che Le impedisce di fare ciò che abitualmente vorrebbe fare e ripristinare un equilibrio più funzionale e flessibile.

Cambiare terapeuta non ha controindicazioni.
Personalmente non sono propensa ai cambiamenti, perchè è meglio parlarne prima col curante. Se, tuttavia, le vostre conversazioni sono quelle che ha riportato sopra, forse è il caso di cambiare, tornando dal vecchio terapeuta, se si è trovato bene, e capire insieme come procedere. Tenga però presente che lo sforzo del pz. prosegue anche dopo la fine della terapia.

Un cordiale saluto,
[#7]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>“Non poter decidere” se terminare o rallentare una terapia mi suona strana ed anche la pressione psicologica nel continuare a frequentare mi fanno dubitare. Inoltre è così pericoloso interrompere bruscamente la terapia????<<

"Rallentare" significa modificare il setting e in linea di massima questo non è possibile per il percorso che sta facendo. In termini psicoanalitici questa fase del trattamento potrebbe essere letta come una "resistenza al trattamento" e andrebbe spiegata all'interno dello stesso.

Un conto è dire "pressione psicologica" (ha un'accezione molto negativa in psicologia), altro è esigere il rispetto di un setting che lei ha condiviso per circa due anni.

Per quanto riguarda "terminare" il trattamento, questo può farlo in qualsiasi momento (su questo deve sentirsi autonomo). Quanto possa essere "pericoloso" (meglio dire controproducente) o "utile" per lei l'interruzione non possiamo saperlo.




[#8]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile utente,
ritengo comunque che due anni siano un periodo più che sufficiente per identificare le "paure inconsce"che in genere sottostanno agli Attacchi di Panico e di cui parlo nel mio articolo, per cui seppure non siano state affrontate con le tecniche della Strategica Breve, come indico nello stesso articolo, tuttavia l'averle scandagliate e analizzate avrebbe dovuto portare dei risultati, mentre lei dice che il disturbo è rimasto.
A mio avviso perciò o non sono state identificate correttamente, o non sono stati sufficientemente applicati altri strumenti terapeutici, diversi da quelli usati dalla Strategica Breve, ma che comunque siano in grado di risolvere o migliorare il disturbo.
Ha mai chiesto una prognosi, ovvero una previsione sui tempi di risoluzione del problema "attacchi di panico"?
Cordiali saluti
[#9]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)Il lavoro è quello di analizzare il passato per scovare il perché del sintomo odierno (..)
gentile utente questa lettura le sarà utile
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1399-panico-e-ossessioni-quali-terapie.html

saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Qui non stiamo facendo terapia strategica, questo è un processo naturale di cambiamento, non vi sono obbiettivi, deve sentirsi lei quando è arrivato e comunque in questo momento non è in condizione di interrompere la terapia. (percepita come una minaccia, “se molli vai nel panico”)
>>>

Questo tipo di comunicazione è un doppio legame. Da una parte le si dice "questo è un processo naturale di cambiamento, deve sentire lei quando è arrivato", dall'altra le si dice "non è in condizione d'interrompere la terapia" (e non deve, perché qui funziona in modo diverso).

Se cerca in rete, vedrà che il doppio legame è una comunicazione paradossale capace di confondere ancora di più le persone (o di aiutarle, a seconda di come viene usato).

>>> sicuramente non ho saputo trovare il coraggio di affrontare le mie paure negli esercizi assegnatomi
>>>

In tal caso è questo il motivo probabile per cui la TBS non ha funzionato.

La terapia strategica funziona solo se il paziente è motivato a uscire dal suo problema e a seguire alla lettera le indicazioni del terapeuta. In quel caso, funziona. Diversamente no.

Ulteriore chiarimento: il limite delle 10 sedute non è tassativo, viene concordato SOLO per prevedere il caso in cui, dopo 10 sedute, non si sia ancora visto nessun segno di miglioramento. Se ci sono progressi, si segue il paziente fino alla risoluzione del problema. Diversamente, di solito le ragioni più probabili per cui la terapia non funziona sono o che il paziente non esegue le prescrizioni, o che il terapeuta non è riuscito a presentarle in modo tale da essere eseguite. Oppure il terapeuta ha sbagliato proprio le prescrizioni, ma non sembra questo il suo caso.

La brutta notizia, purtroppo, è che i problemi come i suoi di solito possono essere risolti solo se si è disposti a FARE delle cose in modo diverso da quanto si sta facendo. Parlando e basta non si esce dall'ansia.

Il collega strategico le ha proposto un piano graduale per esporsi e affrontare la sua fobia, oppure no?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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