Innamorarsi e legarsi alle persone dopo essersi lasciati

Sono uno studente di 21 anni che frequenta l'università. Ho passato gli ultimi tre anni del liceo dietro una ragazza che mi piaceva tantissimo, di cui, presumo, mi ero innamorato ancor prima di esserci stato veramente insieme. Verso la fine del liceo, dopo varie peripezie, sono riuscito a stare insieme con questa ragazza (cioè ci siamo fidanzati), ma vedevo che lei era distante da me, non si lasciava andare e così, preso da non so cosa, la lasciai dicendole che ci saremmo rincontrati in futuro quando lei era pronta per innamorarsi, per lasciarsi andare con me, nel frattempo ognuno avrebbe vissuto la propria vita. Ecco, io poi non sono riuscito a vivere la mia vita, ma anzi, ho vissuto il successivo anno e mezzo(oramai all'università) con il pensiero di lei ancora vivo in me, praticamente ancora pensavo a lei.
Circa due mesi dopo che ci lasciammo incontrai un'altra ragazza che mi affascinava e con cui poi, dopo pochissimo che l'ebbi conosciuta, mi misi insieme. Però mentre stavo con lei pensavo ancora alla prima... e questo mi ha portato al non riuscire a lasciarmi andare con questa nuova ragazza, praticamente stavo con lei solo con la testa, senza esserci con il cuore; ho sempre saputo che c'era qualcosa di lei che mi attraeva, ho sempre saputo di "doverci" stare insieme, ma per lei alla fine non sono riuscito a provare niente nei quasi due anni di relazione (che qualche mese fa è finita) non sono riuscito a darle amore, nè qualsiasi altra cosa, perché ero completamente bloccato a livello emozionale per colpa della storia precedente.

Quando mi sono lasciato sono tornato a vedere la prima ragazza e ho chiarito tutti i miei dubbi e adesso di lei non me ne importa più niente e non ci penso neanche per sbaglio! Dell'altra ragazza invece, la seconda, le prime settimane che ci siamo lasciati non ho provato niente, nè malinconia(pur essendo io una persona molto malinconica!!) nè dolore, probabilmente perché ancora affetto dal "blocco emozionale". Passate le due settimane però in me è come sorto qualcosa, è come se si fossero palesati i miei sentimenti, e una parte di me la ama profondamente e vorrebbe stare con lei tutta la vita e avere dei figli insieme e crescerli insieme (pensieri che quando sono stato con lei neanche una volta mi sono passati per la testa).
Adesso io mi chiedo, non che sto ricascando, in qualche modo, nella situazione di fine liceo? Non è che adesso penserò a lei anche quando starò con qualcun'altra?

Vorrei chiedervi un parere su questo mio comportamento, da cosa potrebbe essere generato? E' forse una paura che ho di legarmi alle persone e quindi le allontano, ma dopo averle allontanate in qualche modo creo in me un loro surrogato? Se c'è questa paura che origini potrebbe avere?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro ragazzo,

se quello che descrivi è successo una sola volta, e non rappresenta la ripetizione di qualcosa che ti è accaduto in passato, penso proprio che non si possano trarre conclusioni sul tuo conto semplicemente prendendo in considerazione la dinamica che ci illustri.

Riguardo in particolare alla conclusione della vicenda:

"Dell'altra ragazza invece, la seconda, le prime settimane che ci siamo lasciati non ho provato niente, nè malinconia nè dolore, probabilmente perché ancora affetto dal "blocco emozionale". Passate le due settimane però in me è come sorto qualcosa, è come se si fossero palesati i miei sentimenti"

è possibile che la spiegazione sia molto semplice: hai accantonato la possibilità di una storia con una ragazza della quale eri innamorato in attesa che lei ti contraccambiasse, anche se non eri pronto a troncare, e per questo hai continuato a penare a lei, idealizzandola molto probabilmente a partire da quanto avevate vissuto assieme per poi accorgerti che non era (più) quella che pensavi, che non ti suscitava più quelle emozioni.

Una volta deluso dalla prima ragazza hai disinvestito emotivamente quelle energie psichiche che si sono rese disponibili per investire in una nuova relazione, e hai rivalutato la seconda ragazza.
In che situazione siete rimasti?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Caro ragazzo, mi domando quanto possano aver giocato l'orgoglio ferito, anche un certo narcisismo,in questo tuo comportamento, perchè essere rifiutati è duro e mette in crisi l'autostima, crea dubbi, disconferme , lascia un conto aperto con la vita.. forse la seconda storia pur non vissuta col cuore è stata un balsamo e un rimedio a livello inconscio.. tutto questo ti ha impedito di "ascoltarla" questa storia, proteso com'eri al quella che si chiama "difesa del sè".. Tutto complicato, complesso e anche fonte di dolore, ma è così, per tappe che cresciamo..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazzo,
non ci dice chiaramente come e perché è finita anche la seconda storia. E' molto importante il perchè si decida di interrompere una storia. Le metto il link di un mio articolo che ha delle attinenze con quanto ci ha raccontato
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2664-le-storie-sentimentali-non-chiuse.html

cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Utente
Utente
Grazie delle risposte, adesso risponderò io alle vostre domande.
@Magda Muscarà Fregonese: Ha scritto tutte cose che condivido. Io vorrei scoprire se in me c'è qualcosa di più oltre quello che lei ha scritto, se per caso questi problemi che sono sorti derivano da traumi subiti (abbandoni e cose del genere), perché adesso difficilmente riesco a convincermi che è solo una "tappa" del mio "viaggio".

@Flavia Massaro: In che situazione siete rimasti?
@Valentina Sciubba: non ci dice chiaramente come e perché è finita anche la seconda storia.

Prima di tutto ringrazio la Dr Sciubba per l'articolo che ha chiarito già qualche mio vecchio dubbio. Ma torniamo a noi. La mia ultima relazione è finita perché, vi riporto le testuali parole della mia (ex)compagna:

Sono riuscita a stare con te per due anni in questa situazione animata semplicemente dall'amore che provo per te, con la speranza che tu capissi e che tu cambiassi. Poi peró la coscienza del fatto che le delusioni non facevano che aumentare e le speranze non diventavano niente piú che sogni irrealizzabili mi ha portato a smettere di sperare e alla decisione di lasciarsi. Per quanto riguarda il tuo rimpianto spero tanto che sia di gran lunga piú forte di quello di quando sei tornato da me ad aprile chiedendomi di tornare insieme e dicendo che volevi vivere pienamente tutto quello che non avevi vissuto con me. Devo riconoscere che sono diventata piuttosto scettica nei tuoi confronti dopo quell'avvenimento, soprattutto dopo che mi ero raccomandata con te di non ritornare come prima. Una delusione sempre piú grande si é impossessata di me e non sono piú riuscita a sopportare di stare con te in quelle condizioni. E ti avverto già da ora che se un giorno ci rimetteremo insieme non ti dovrai nemmeno provare a prendermi per il culo come hai fatto.
[...] Ma questo non significa che sono felice di non stare più con te, significa che sono felice di non stare più con un morto che cammina, con una pentola a pressione chiusa ermeticamente, che non vive, e che non si gode tutto ció che ha di bello intorno. Dato che la speranza in me é una caratteristica parecchio radicata, con una parte di me spero ancora, spero ancora che un giorno tu ti libererai da tutto e potrai finalmente VIVERE e, perché no, forse, VIVERE insieme a me.

Questo è un estratto fra le lettere che ci siamo scambiati dopo essersi lasciati. Non ci siamo lasciati bruscamente, diciamo che era già, in qualche modo "successo"(ad Aprile c'eravamo già allontanati ed io avevo provato a lasciarmi andare di più con lei, ma senza risultati sufficienti). Dunque quando lei non ce l'ha più fatta, e io vedevo che lei soffriva per me senza che io riuscissi a "smuovermi", abbiamo deciso di interrompere i rapporti perché così insieme non si poteva più stare. Da quel momento in poi abbiamo deciso di non vedersi più e di non sentirci più (cancellata da facebook, skype, ecc), se non tramite mail per chiarimenti. Poi alla fine ci siamo rivisti, due volte a distanza di due settimane una dall'altra e lei mi ha (ri)detto che mi ama ancora e che mi amerà sempre e che: "non stiamo insieme soltanto per una questione di fattibilità e non per altro".
Dunque in che situazione siamo rimasti? Di fatto ci siamo lasciati e ognuno vivrà la sua vita, ma implicitamente ci siamo detti che più in là con gli anni ci saremmo forse incontrati di nuovo(con la speranza che io saprò "VIVERE" appunto)... ed è questa mia speranza di rincontrarla, di posticipare la nostra relazione(perché adesso non so quanto sarebbe "giusto" tornare insieme) che mi riporta all'errore della prima relazione, quando posticipando ho poi di fatto rovinato tutto ciò che è venuto dopo.
Adesso sinceramente non so cosa fare, mi sono promesso di trattenermi dal contattarla, o almeno, prima di cambiare le cose con lei, volevo farmi una vacanza da solo; incontrare almeno una nuova ragazza e capire se, anche per una sera sola, riuscissi a lasciarmi andare e di conseguenza capire come cambierebbero i miei rapporti(consci e inconsci) con la mia ex... una sorta di "test" dei miei sentimenti verso di lei.
Cosa dovrei/potrei fare? Quale comportamento avere?
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27
Gentile
ognuna delle Dottoresse che le ha risposto sopra. le ha offerto una parte della verità e lei mettendo insieme il tutto potrà avere una visione globale. Da qualche giorno porto l'esempio dei ciechi e dell'elefante, ogni cieco dà una descrizione del problema diversa, ma tutti insieme ne tratteggiano i contorni.
Detto questo, non posso che aggiungere che alle sue domande l'unico che può rispondere è lei. Ogni risposta non è nè sopra, nè sotto, nè al di là di noi, ma semplicemente in noi, basta avere qualcuno che ci aiuta a trovarla.
L'innamoramento è un male bellissimo, che nemmeno noi prendiamo in considerazione perché rientra nelle sfera delle esperienze da provare nella vita, fa vivere emozioni che quasi stordiscono, ma innamorarsi dopo che le storie sono finite, è altro. Può essere soltanto un momento di crescita, come le ha detto una collega, oppure il sintomo di qualcosa di cui lei soffre, come le ha accennato un'altra collega e come lei stesso accenna, oppure altro ancora.
Se sente di avere bisogno di approfondire, così come sembra dato che ha chiesto aiuto, non esiti a contattare un/a collega, forse a prato ci sono anche dei progetti annessi al SSN, si informi. Vedrà che l'esperienza la porterà alla consapevolezza che è semplicemente la strada per vivere il presente senza stare troppo ancorati al passato o troppo proiettati nel futuro.
Cordialità

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazzo,
penso che le convenga consultare uno psicologo e lavorare un po' su di sé per capire come mai si è incastrato in una situazione del genere.
Sarà lo psicologo a capire e ad aiutarla a capire se ci sono criticità che hanno favorito questa situazione, al fine ovviamente di smussarle o superarle per una migliore gestione dei suoi rapporti sentimentali.

Dubito molto che il "test" di cui parla possa servire a qualcosa.
cordiali saluti
[#7]
Utente
Utente
Gentili dottoresse grazie per le risposte.

Dr Paola Dei, quello che dice è chiarissimo in me, infatti sto cercando più punti di vista possibili per definire questa cosa. Sto andando da una psicologa e mi sto chiarendo un po' di dubbi, ma volevo sentire più voci possibili.

Vorrei sapere quali sono i traumi/le malattie/altro che possono portare questi sintomi, voglio farmi un'idea di quello che potrei, o no, avere. A scopo informativo, ovviamente parlandone poi con la mia psicologa. Io non capisco perché non riesco a "staccarmi" dai rapporti sentimentali quando sono finiti e perché, dopo che mi lascio con qualcuno, una parte di lui continua a essere presente, come se non riuscissi a superare il fatto che ci siamo lasciati.


Comunque, VORREI AGGIUNGERE UNA COSA MOLTO IMPORTANTE. Si dà il caso che proprio ieri mi ha chiamato la mia ex, mi ha chiesto come stavo, come procedeva ecc. Poi io le ho chiesto quali erano le sue idee su di me e lei mi ha detto che adesso non vuole tornare con me, che vuole laurearsi, farsi delle storie, andare a vivere all'estero e altri progetti, ha aggiunto che vuole che anche io abbia delle relazioni, vuole che io viva la mia gioventù. E poi ha concluso dicendomi che vorrebbe continuare a sentirmi di tanto in tanto e che fra qualche anno, quando non avremo più "20anni", vuole riprovare a stare insieme, ma questa volta, ha detto, "sul serio, con l'intento di farsi una famiglia".

Bene, adesso io ho paura, ho paura di questa cosa perché mi è già capitata e, non lo nego, questi ultimi due anni sono stati i peggiori della mia vita, ultimamente sono stato veramente male, io che sono stato sempre una persona piena di amore verso le cose, verso le persone, piena di speranza e sempre ottimista, ecco, io ho sperimentato cosa significa non sentire un senso nella propria vita, per la prima volta nei momenti di profonda tristezza in me non si è accesa nessuna luce, nessuna fiammella che mi spingesse avanti. Io ho perso la fiducia nell'amore. E so che lei è innamorata di me, ancora, tanto, ma ho paura a fidarmi del suo sentimento, ho paura che un giorno lei non mi ami più e così io soffrirò tantissimo. Ho bisogno di qualcuno che mi dica statisticamente quante storie sono nate in questo modo, quante siano le possibilità che una cosa del genere si verifichi. Ecco, io ho bisogno di essere consolato, di qualcuno che mi dica: "se sei innamorato fallo, perché può davvero succedere" oppure "ma te sei un cretino, tu sei stato il suo primo amore, siete due illusi!"
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27
Gentile
Alla sua giovane età dubbi, timori e paure fanno parte del percorso di crescita. Non si giudichi troppo e si faccia invece delle belle carezze emotive, quelle di cui lei stesso ammette di avere bisogno. Non é la rassicurazione "spicciola" che potrà aiutarla ma il sentire e riconoscere in se stesso anche pregi e virtù oltre ai difetti, che per altro tutti abbiamo. Accettare ogni parte di noi stessi conoscendola ed essendone consapevoli è uno dei compiti più ardui dell'essere umano, però è un bel viaggio che lei ha già cominciato con coraggio ed umiltà. Le domande che pone qui, potranno avere la loro risposta durante questo viaggio, fatto di tappe, incontri e scoperte. Come potrei toglierle tutto questo dicendole anticipatamente le risposte con così pochi elementi? I disturbi di cui lei chiede motivazioni, possono derivare da molteplici cause o concause e vanno esaminati ed elaborati dopo una diagnosi esatta ed accurata, compito che lasci fare alla sua psicoterapeuta.
Lei invece viva, si accetti, riconosca oltre alle mancanze, anche le sue qualità che sono chiare fra le righe dei suoi post, accolga le paure e le elabori in seduta di volta, in volta, ma soprattutto chieda carezze quando ne ha bisogno. Carezza sincere da chi può fargliene, non quelle definite " di plastica" che non le servono ma anzi....peggiorano la sua paura..
Come riconoscerle? Ascoltando se stesso.
Dia una occhiata all'articolo nelle news psicoblog in home page di medicitalia.it, che ho scritto con il titolo: Tu chiamale se vuoi....emozioni..Purtroppo non posso mandarle il link perché ho un tablet con una specie di pennino con il quale non ho ancora dimestichezza. (Anche noi non siamo perfetti)
Mille auguri
[#9]
Utente
Utente
Ho letto, la ringrazio.