Voglia di non vivere

Buongiorno

Sono un ragazzo di 22 anni. Da più di 3 anni non riesco più a trovare la pace dentro di me. Quello che faccio ogni giorno non mi piace e non voglio guardare il tempo scorrere e non sentire nulla. Sono iscritto all'università e mi mancano quasi 7 materie ma non riesco a continuare. Tre anni fa andai a Londra e li mi sentii bene, libero. Ero con amici e per la prima volta mi sentii libero. Dovetti abbandonare i miei amici e qui ora non ho molti amici.
Quando tornai in Italia,il peso di questa vita diventò pesante ed io non ho più la forza di resistere, di sopportare questo bruciore dentro. La notte dormo male, ed è per questo il mio corpo ne risente( ho delle occhiaie terribili). A volte ho la voglia di uccidermi, ma in passato mi fermai, decisi di spegnere delle sigarette sulla mano. Mi fermai li, ma ora ho paura di non avere la forza di resistere. Oggi seppi di essere stato bocciato in un esame scritto e questo peso non si alleggerisce. Quello che studio non mi interessa, vado all'università per gli altri ,non per me.
Quando guardo le persone, io mi rendo conto che le persone come me non meritano la serenità. Vorrei indirizzarmi verso il mio obiettivo, ma nessuno crede in me, e poi questa pesantezza che non mi fa vivere e che non mi fa apprezzare il tempo.
Non so cosa fare.
Vi ringrazio.
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Dr.ssa Rosa Francesca Capozza Psicologo, Psicoterapeuta 47
Gentile utente, dalle sue parole emerge un sentimento di disperazione e profonda inadeguatezza. Riferisce questo a partire da 3 anni or sono. E' successo qualcosa di particolare 3 anni fà? A Londra si sentiva libero, di cosa si sente prigioniero nella sua quotidinità? I tentavivi o anche solo l'ideazione suicidaria e una frase molto dura "mi rendo conto che le persone come me non meritano la serenità" che ha riportato, che cosa l'ha indotta a pensare tutto questo per sè? Probabilmente questa che sta attraversando è una fase delicata della sua vita, in cui sente di fare cose che non la intererssano ( cosa le impedisce di cambiare e scegliere quello che le piacerebbe?) e bruciare dentro di se un senso di inutilità, ed è importante che sia sostenuto in maniera approfondita da uno specialista. Ha pensato di rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta per affrontare il suo dolore che appare consistente e pervasivo?

Dr.ssa Rosa Francesca Capozza
Psicologa-Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia della Salute

[#2]
Utente
Utente
Quando ero a Londra mi sentivo libero perché potevo vivere libero senza la famiglia( che io adoro). Li ero libero perché potevo vivere e lavorare per conto mio, parlare inglese ( che è la mia passione). La quotidianità che vivo in questi tre anni mi sta uccidendo. Mi sento male ogni volta che racconto i miei desideri e i sguardi delle persone che esprimono il loro parere senza parlare. I miei non capiscono ed io sono stanco di provarci. Vorrei chiedere un consulto ma non so cosa potrebbe cambiare.
[#3]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Caro ragazzo,

come la Collega le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo che dopo aver fatto una valutazione accurata del suo caso le indicherà il trattamento più adeguato.

Sarebbe il caso di fare, eventualmente, anche una valutazione psichiatrica. Questo perché mi sembra che il suo stato di malessere stia diventando molto invalidante. Il trattamento psicoterapico integrato con una cura psicofarmacologica è il più indicato in queste situazioni.




Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#4]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Caro ragazzo,

credo che, lei per primo, dovrebbe cominciare a credere in se stesso e nei suoi sogni.

Se la vita che conduce non le piace, cosa le impedisce di cambiarla?

Quando dice che va all'università per gli altri, a chi si riferisce? Alla sua famiglia?
E' stata una sua scelta quella di continuare gli studi?

Teme, forse, di deludere le aspettative di qualcuno se decidesse di cominciare a fare qualcosa che le piace di più?

<<Vorrei chiedere un consulto ma non so cosa potrebbe cambiare.>>

Forse varrebbe la pena di provarci, per cominciare a prendersi cura della sua vita che merita di essere vissuta con maggiore serenità.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#5]
Utente
Utente
Vorrei rivolgermi ad uno psicologo o psicoterapeuta in modo tale da ottenere risposte perché ho paura che i farmaci non possono aiutarmi in questo ed io non voglio essere come una pianta. Ho paura dei farmaci.
[#6]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Caro ragazzo,

non è detto che lei debba necessariamente assumere farmaci e soprattutto di farlo in una condizione di passività ("come una pianta"). Può anche scegliere in autonomia di avvalersi del solo intervento dello psicologo/psicoterapeuta.



[#7]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
le sigarette spente sulla sua mano, le sono servite per non sentire il dolore psichico, quando il dolore è troppo forte, cupo, sordo, ingravescente...l'unica apparente soluzione è mortificare il corpo, che diventa sede e contenitore di tantissimo altro....

Con il dolore fisico si effettua uno spostamento dal dolore psichico, insopportabile, a quello fisico, sicuramente arginabile....


Uno psicologo può darle una mano nella lettura del suo disagio, partendo dalle possibili cause ed unitamente alla relazione ed all'alleanza terapeutica che si verrà a creare, trovare soluzioni e strategie adattive, che saranno sicuramente già dentro di lei e che aspettano di venir fuori.

Spesso cambiare città, equivale simbolicamente ad andare via:
via dal quotidiano, dagli effetti, dalle sofferenze....ma sono dimensioni dell'esistenza che si porteranno comunque in valigia, se non adeguatamente elaborate ....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#8]
Dr.ssa Rosa Francesca Capozza Psicologo, Psicoterapeuta 47
Gentile utenete, dice che non sa cosa potrebbe cambiare rivolgendosi ad uno psicologo/psicoterapeuta. Potrebbe cambiare decisamente questo senso di immobilismo che la paralizza e la atterrisce. Potrebbe cominciare a vedere quali siano realmente i "nodi" e soprattutto come affrorntarli per cominciare a vivere la vita che lei stesso vorrebbe per sè. Dal suo racconto emergono anche diffusi sentimenti di colpa e disistima che la inducono a ritenersi "indegno" di serenità. La sfida che deve affrontare è quindi con se stesso. Un terapeuta sarà cruciale per lei in questo importante impegno. Le consiglio vivamente di non perdere tempo.
Cordialmente
[#9]
Utente
Utente
A breve andrò dallo psicologo ma in realtà nutro sfiducia che qualcosa cambi. Ogni volta che vedo la luce, la stessa luce mi crolla addosso e ritorno nel buio, come prima. Io effettuerò la visita ma con la sensazione che nessuna cosa cambierà. Infondo ci sono persone fortunate ed altre no.
Vi ringrazio dell'attenzione.
[#10]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Caro ragazzo,

>>Infondo ci sono persone fortunate ed altre no<<
in psicologia non possiamo riflettere in termini di "fortuna".

In realtà ci sono persone che decidono di fare qualcosa per aiutarsi e altre no. Altre si lamentano passivamente per il loro stato di malessere, altre invece hanno una posizione più attiva e decidono di voler cambiare la loro condizione.



[#11]
Utente
Utente
Vorrei aggiungere qualcosa che è successa. Ieri ero parecchio nervoso e ansioso così i miei amici mi hanno offerto alcuni tiri di una canna( intorno ai 5-6). Nei miei 22 anni non avevo mai fumato questa roba. Vorrei tornare indietro e non fare questi tiri ma non posso. Sia ieri che oggi avverto ansia oltre che un piccolo dolore al cervelletto ma non eccessivo. Eppure i miei amici non hanno avuto gli stessi effetti.
Fumano ogni giorno e sono pimpanti e non avvertono i miei sintomi.
Guardando in internet, ho visto che c'è la possibilità che quest'ansia derivata dai tiri di questa maledetta canna possa durare per molto tempo, anni addirittura. Io non toccherò mai più questa roba ma vorrei sapere se c'è la possibilità che quest'ansia non passi a causa di alcuni tiri. La mia prima ed unica volta.
[#12]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Episodio a parte, si è rivolto ad un nostro Collega per il disagio che ci ha palesato?
[#13]
Utente
Utente
Ho un appuntamento la prox settimana ma vorrei sapere se è possibile che quest'ansia a causa di una canna possa durare anni. Spero di non rimpiangere un'altro errore.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27
Gentile
La decisione più saggia è stata quella di recarsi da uno psicoterapeuta, non le basta uno psicologo e nel suo caso, non deve solo cercare strategie adattive a lungo termine, come per altri tipi di disturbo ed altre età, ma la riabilitazione.
Concordo con il Dr. Callina quando le dice che dovrebbe cominciare a credere in se stesso e nei suoi sogni e con la Dr.ssa Capozza quando le chiede di ricordare se é accaduto qualcosa di particolare tre anni fa ma anche quando le dice che con la psicoterapia puó cominciare a veder dipanati i suoi nodi ed aggiungo che con questo percorso potrà rispondere alle domande che pone qui ed alle quali già dal primo colloquio potrà dare qualche spiegazione in una posizione attiva, come ha ricordato un'altro collega. Si faccia fare una corretta ed accurata diagnosi e persegua degli obiettivi, uno alla volta li raggiungerà acquistando fiducia e imparando a conoscersi in un viaggio altrettanto affascinante di quello fatto in Inghilterra.
Cordialità

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)