Vaginismo

Egr. dottori,
Io e mia moglie stiamo lottando da diversi anni contro il vaginismo. La diagnosi e' stata espressa da diversi medici, ginecologi e psicologi, purtroppo pero' non siamo riusciti a risolvere il problema.
La problematica si e' manifestata con l'impossibilita' ad avere un rapporto penetrativo.
Inizialmente, sospettavo di essere io la causa della nostra difficolta', avendo comunque accusato una disfunzione erettile.
La diagnosi fu formulata da un andrologo, ma in seguito ad alcuni trattamenti ho riscontrato lenti, ma progressivi, miglioramenti. In principio, pensavo di non aver avuto alcun beneficio dalla cura, ma dopo due anni dalla sospensione delle terapie mi sono sentito meglio. Eseguiti pertanto due consulti ed un ecodoppler, quattro anni dopo le cure, e' stata esclusa la presenza della disfunzione, laddove e' stata confermata invece la diagnosi di vaginismo per mia moglie. La sua difficolta' si e' sin da subito manifestata con l'impossibilita' di far entrare anche un solo dito nella vagina. Successivamente abbiamo superato la soglia permettendo anche a due dita di penetrare, con difficolta' e dolore. diversamente da quanto avvenuto per il singolo dito, le due dita non sono giunte sino in fondo.
Nel prosieguo abbiamo fatto uso di alcuni dilatatori, senza ottenere risultati visibili; mia moglie avverte dapprima bruciore e dopo dolore. Lei ha anche uno scarso desiderio sessuale, verosimilmente legato alla paura del dolore e di non riuscire a superare il problema. Accusa, poi, anche una forma di apatia, sebbene risponda alla stimolazione clitoridea.
Vorrei ricevere dei pareri in proposito
grazie
[#1]
Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27
Gentile
Il fatto di avere già una diagnosi medica, psicologica e ginecologica, sulla quale mi sembra di capire che tutti sono concordi, fornisce almeno un punto di partenza sicuro, che accanto alla sua precisione e puntualità nella descrizione, consente di avere le indicazioni necessarie al conseguimento di obiettivi precisi.
Il piacere é un flusso di sentimenti, come é stato definito da Lowen, che va verso l'esterno in risposta all'ambiente, lo attribuiamo generalmente all'oggetto o alla situazione che provoca una simile risposta. Quindi la gente pensa al piacere in termini di una prestazione, sia essa sessuale, ludica o altro. Certamente c'é piacere in situazioni che stimolano un flusso del sentimento, ma il punto di vista che identifica la capacità di provare piacere con la situazione, é poco realistico, in quanto una cosa è piacevole soltanto quando siamo nello stato d'animo giusto per provarla.
Per questo il consiglio che posso darle é di suggerire a sua moglie, un percorso di psicoterapia breve e, se ritenete che questo sia il momento giusto, affiancarlo a lavori di coppia effettuati da specialisti seri. Legga fra i blog e troverà delle indicazioni a questo proposito.
Cordialità

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
il vaginismo, spesso correla con disfunzioni sessuali maschili come il deficit erettivo, in questi casi di compresenza si chiama infatti "matrimonio bianco".

La terapia da seguire potrebbe essere combinata: farmacoterapia per entrambi e terapia di coppia.

Il sintomo è solo la parte visibile di tanto altro che mantenete immodificato nella vostra coppia.

Le donne vaginismiche sono solitamente donne con dei nuclei fobici, con madri iperprotettive o ingombranti e con un iper-tono del muscolo elevatore dell'ano, sempre presente nel vaginismo.



Il sottofondo emozionale è la paura:
paura della paura, paura del dolore e paura della penetrazione.

In realtà il dolore, non viene quasi mai sperimentato, altrimenti si parlerebbe di “dispareunia”( dolore che la donna avverte nell'area della vagina o della pelvi durante un rapporto sessuale) , in realtà la donna si ferma molto prima del coito, impedendolo con tutte le sue forze fisiche e psichiche. ed ovviamente contraendo i muscoli che stanno all'ingresso della vagina.

Il dolore, viene immaginato ed anticipato nel sentire, sviluppando un "atteggiamento fobico", nei confronti della sessualità e del possibile rapporto penetrativo, ( dita e speculum incluse).

Spesso non vi è uno storico di educazione emozionale\sessuale ed un'educazione rigida, sessuofobica ed estremamente cattolica.

Un altro elemento è la paura anticipatoria e la memoria\ricordo del dolore.
La paura anticipatoria ed a volte la "memoria corporea" di pregressi fallimentari tentativi, attivano nella donna una risposta traumatica , che sfocia nell’evitamento dell’intimità, a volte anche extra-coito, paralizzando la sfera emozionale, affettiva e relazionale.
Sono donne che, solitamente, lamentano di sentire “come un muro” di cemento, che dall’ambiente vaginale, si estende a tutta la persona ed ovviamente la relazione


Le allego qualche lettura, ma se desidera, nel mio blog e sito, troverà tanto materiale sulle disfunzioni sessuali femminili



https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/861-sessualita-femminile-disfunzioni-cause-e-terapie.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1995-donne-e-sessualita-vergini-adulte-vaginismo-parte-seconda.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Utente
Utente
Gent.me dottoresse,
Vi ringrazio sentitamente per la tempestiva risposta.
Entrambi i consulti sono stati estremamente pregevoli; mi riservo di contattarVi.
Pregiati saluti
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