Rapporto di fiducia
Buongiorno,
ringraziandovi ancora una volta per la Vostra disponibilità, mi rivolgo a Voi per un consiglio sulla gestione del percorso che ho intrapreso da poco. Dopo tanti dubbi mi sono rivolta a uno psicologo per far luce su alcuni aspetti della mia vita e stare meglio con me stessa e con gli altri. Nella mia più totale inesperienza in materia però mi sono trovata in grandissima difficoltà quando la dottoressa mi ha fatto domande chiare e dirette su aspetti della mia vita di cui non avevo mai parlato a nessuno in precedenza e di cui mi vergogno profondamente. L'esito è stato tragico: soffro, mi sento incredibilmente stupida quando mi espongo con i miei ricordi e le mie paure, non riesco a spiegarmi come si deve, mi guardo in giro in preda all'imbarazzo e ho la bruttissima sensazione che la dottoressa non creda a quello che dico e che ogni tanto si spazientisca. Quando esco sono frastornata e penso che non avrò più il coraggio di andarci e al secondo colloquio, che è stato l'ultimo, non sono stata capace di dire la verità a una domanda fatta a bruciapelo. Inutile dire che mi sento malissimo, ci penso da due giorni (notte inclusa), volevo prendermi cura di me stessa e invece in questo modo mi sono innanzitutto tradita, e poi ho mentito a una persona che sarebbe lì per aiutarmi. Io voglio davvero fidarmi e collaborare. Ma ho paura del prossimo incontro e non so cosa fare. Se ammetto subito la bugia non verrò più creduta forse, anche se voglio davvero farmi aiutare e andare fino in fondo anche a costo di impiegare venti minuti a dare una risposta ma in tutta sincerità. Se non dico niente.. beh, a cosa sarà servita questa terapia? Io sono terrorizzata. So che a un professionista può non importare troppo se mento perché dopotutto è al lavoro e chiusa la porta dietro di me si "scorda" tutto come è giusto che sia per dedicarsi a qualcun altro, ma è l'idea di non essere più presa sul serio in quell'ora settimanale a me riservata che non sopporto.. mi fa stare peggio di prima delle sedute. Volevo chiederVi un consiglio sul da farsi e sapere se è normale secondo Voi sentirsi così ai primi incontri.
Grazie mille.
ringraziandovi ancora una volta per la Vostra disponibilità, mi rivolgo a Voi per un consiglio sulla gestione del percorso che ho intrapreso da poco. Dopo tanti dubbi mi sono rivolta a uno psicologo per far luce su alcuni aspetti della mia vita e stare meglio con me stessa e con gli altri. Nella mia più totale inesperienza in materia però mi sono trovata in grandissima difficoltà quando la dottoressa mi ha fatto domande chiare e dirette su aspetti della mia vita di cui non avevo mai parlato a nessuno in precedenza e di cui mi vergogno profondamente. L'esito è stato tragico: soffro, mi sento incredibilmente stupida quando mi espongo con i miei ricordi e le mie paure, non riesco a spiegarmi come si deve, mi guardo in giro in preda all'imbarazzo e ho la bruttissima sensazione che la dottoressa non creda a quello che dico e che ogni tanto si spazientisca. Quando esco sono frastornata e penso che non avrò più il coraggio di andarci e al secondo colloquio, che è stato l'ultimo, non sono stata capace di dire la verità a una domanda fatta a bruciapelo. Inutile dire che mi sento malissimo, ci penso da due giorni (notte inclusa), volevo prendermi cura di me stessa e invece in questo modo mi sono innanzitutto tradita, e poi ho mentito a una persona che sarebbe lì per aiutarmi. Io voglio davvero fidarmi e collaborare. Ma ho paura del prossimo incontro e non so cosa fare. Se ammetto subito la bugia non verrò più creduta forse, anche se voglio davvero farmi aiutare e andare fino in fondo anche a costo di impiegare venti minuti a dare una risposta ma in tutta sincerità. Se non dico niente.. beh, a cosa sarà servita questa terapia? Io sono terrorizzata. So che a un professionista può non importare troppo se mento perché dopotutto è al lavoro e chiusa la porta dietro di me si "scorda" tutto come è giusto che sia per dedicarsi a qualcun altro, ma è l'idea di non essere più presa sul serio in quell'ora settimanale a me riservata che non sopporto.. mi fa stare peggio di prima delle sedute. Volevo chiederVi un consiglio sul da farsi e sapere se è normale secondo Voi sentirsi così ai primi incontri.
Grazie mille.
[#1]
Gentile ragazza,
dica subito alla terapeuta di aver mentito. Dichiarando questa cosa, sarà più facile per Lei ricevere aiuto, non abbia paura.
Dica anche quanto per Lei è difficile e di quanto si vergogna.
Tutto questo è materiale importante su cui lavorare.
Come crede che possa aiutarLa la psicologa se Lei non è aperta?
Inoltre tenga presente che capiamo le difficoltà dei ns. pz. di parlare di alcuni temi, di fare certe cose, di mettersi in alcune situazioni, ecc...
Ma il nostro lavoro non consiste nel giudicare, ma nel sospendere il giudizio e fornire soluzioni e spazi di riflessioni.
Pensi di più a se stessa.
Saluti,
dica subito alla terapeuta di aver mentito. Dichiarando questa cosa, sarà più facile per Lei ricevere aiuto, non abbia paura.
Dica anche quanto per Lei è difficile e di quanto si vergogna.
Tutto questo è materiale importante su cui lavorare.
Come crede che possa aiutarLa la psicologa se Lei non è aperta?
Inoltre tenga presente che capiamo le difficoltà dei ns. pz. di parlare di alcuni temi, di fare certe cose, di mettersi in alcune situazioni, ecc...
Ma il nostro lavoro non consiste nel giudicare, ma nel sospendere il giudizio e fornire soluzioni e spazi di riflessioni.
Pensi di più a se stessa.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile utente, le sue sensazioni sono normalissime e molto comuni in un percorso terapeutico, psecialmente all'inizio quando nel corso dei primi incontri si costruisce la cosiddetta "alleanza terapeutica", ovvero una sorta di fiducia reciproca che può avvenire anche come lenta e faticosa conquista. Tutto quello che riporta fa parte del "gioco" terapeutico, la sua psicologa conosce bene queste dinamiche e le ripeto è normale che esse vi siano. L'unico modo per affrontarle è condividere nell'ambito delle sedute, poichè questi sentimenti, titubanze, apure ì, angosce e disorientamenti sono esattamente il materiale di lavoro. Esplori con la collega quali siano le paure che tutto ciò le ha suscitate, le sue emozioni, i suoi pensieri. NOn tema di "spazientire", il nostro lavoro si basa proprio su questi elementi che ha sperimentato.
Dr.ssa Rosa Francesca Capozza
Psicologa-Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia della Salute
[#3]
Ex utente
Vi ringrazio molto per i Vostri consigli.
Temo in un fraintendimento ("ho cambiato versione perché non mi piaceva il suo riscontro") ma anche io stessa sento la necessità di essere sincera e scusarmi e sono dispiaciutissima. Cercherò di esprimermi meglio che posso, vorrei tanto non essermi fatta prendere dal panico e aver mentito.
Temo in un fraintendimento ("ho cambiato versione perché non mi piaceva il suo riscontro") ma anche io stessa sento la necessità di essere sincera e scusarmi e sono dispiaciutissima. Cercherò di esprimermi meglio che posso, vorrei tanto non essermi fatta prendere dal panico e aver mentito.
[#6]
Stia serena, anche perchè alcuni aspetti che ha descritto probabilmente rientrano proprio nel Suo problema.
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html
Un cordiale saluto,
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html
Un cordiale saluto,
[#7]
Ex utente
Grazie, ho letto con attenzione e mi ritrovo in alcune cose. Forse questo aspetto della mia vita mi influenza anche su altri argomenti più o meno delicati che mi trovo a discutere. E vedere quanti muri ho costruito mi ha spiazzata più di tutto, mi sono vista tirarmi la zappa sui piedi con l'imbarazzo che regna sovrano. Mi chiedo se ci sarà un modo per mettersi tranquilli nel parlare di se stessi. Spero che sia tutto recuperabile! Grazie ancora.
[#8]
Gentile ragazza,
si lasci guidare dal terapeuta; ci vuole molta pazienza per affrontare e superare un disturbo psicopatologico, ma la parte attiva deve farla Lei, con piccoli passi: cominciare a parlare di questa inadeguatezza e vergogna con la terapeuta è solo il primo.
Cordiali saluti,
si lasci guidare dal terapeuta; ci vuole molta pazienza per affrontare e superare un disturbo psicopatologico, ma la parte attiva deve farla Lei, con piccoli passi: cominciare a parlare di questa inadeguatezza e vergogna con la terapeuta è solo il primo.
Cordiali saluti,
[#9]
Ex utente
Buonasera,
Volevo farvi sapere che ho seguito i consigli e aggiornarvi.
Ci sono state altre due sedute, la prima iniziata non proprio nel migliore dei modi causa il mio silenzio, ma poi le cose sono andate meglio, l'"ostilità" (se così si può chiamare) si è sciolta in un clima di dialogo e sono riuscita a uscire dallo studio serena. All'inizio dell'ultimo incontro la terapeuta mi ha lasciato un altro contatto, cosa che mi ha colta di sorpresa. Alla fine del colloquio mi ha poi inaspettatamente fissato un ultimissimo appuntamento a settembre. Dirò che mi sono sentita vagamente scaricata e una specie di palla al piede, e che ora mi toccherà ricominciare da capo, ma pensando obiettivamente immagino che ci possano essere varie ragioni per questo. Desidero ringraziarvi ancora per i vostri preziosi consigli e la vostra gentilezza.
Volevo farvi sapere che ho seguito i consigli e aggiornarvi.
Ci sono state altre due sedute, la prima iniziata non proprio nel migliore dei modi causa il mio silenzio, ma poi le cose sono andate meglio, l'"ostilità" (se così si può chiamare) si è sciolta in un clima di dialogo e sono riuscita a uscire dallo studio serena. All'inizio dell'ultimo incontro la terapeuta mi ha lasciato un altro contatto, cosa che mi ha colta di sorpresa. Alla fine del colloquio mi ha poi inaspettatamente fissato un ultimissimo appuntamento a settembre. Dirò che mi sono sentita vagamente scaricata e una specie di palla al piede, e che ora mi toccherà ricominciare da capo, ma pensando obiettivamente immagino che ci possano essere varie ragioni per questo. Desidero ringraziarvi ancora per i vostri preziosi consigli e la vostra gentilezza.
[#10]
Probabilmente non si tratta di "scaricarla", sebbene questa sia stata la Sua impressione, ma è probabile che la Collega Le abbia suggerito il nominativo di un Collega più esperto e adatto a seguirLa.
In ogni caso, dal momento che si è sentita "scaricata", ne parli con la terapeuta. E' possibile che faccia parte del Suo modo di leggere la realtà e di funzionare.
Un cordiale saluto,
In ogni caso, dal momento che si è sentita "scaricata", ne parli con la terapeuta. E' possibile che faccia parte del Suo modo di leggere la realtà e di funzionare.
Un cordiale saluto,
[#11]
Ex utente
Gliene parlerò la prossima volta allora. La problematica che mi riguarda risulta tra le competenze di questa attuale terapeuta e non di quella futura, per questo ero sorpresa. Sono d'accordo, penso c'entri il mio modo di vedere le cose (e il mio perenne senso di inadeguatezza), su cui vorrei anche lavorare in futuro. Comunque a parte le mie sensazioni, non dubito delle ragioni/valutazioni del caso e non metto in discussione le decisioni prese nei miei riguardi, per quello mi fido senz'altro - soprattutto dopo gli ultimi incontri. Non posso che ringraziarLa di nuovo per la grande disponibilità e per tutto il Suo aiuto.
[#13]
Ex utente
Buonasera,
Mi scuso per aver lasciato passare tanto tempo, ma il colloquio è stato a inizio settembre. In quella sede mi è stato fissato un altro appuntamento più avanti, in caso non fosse andata bene con la nuova terapeuta. Ma il primo colloquio è stato positivo oltre le mie previsioni, sono riuscita a rimanere tranquilla (e sincera). Ho un'ultima domanda, solo se posso chiedere, per curiosità. In questi casi capita che il "vecchio" terapeuta passi le informazioni sul paziente a quello nuovo?
Grazie nuovamente di tutto e buona serata.
Mi scuso per aver lasciato passare tanto tempo, ma il colloquio è stato a inizio settembre. In quella sede mi è stato fissato un altro appuntamento più avanti, in caso non fosse andata bene con la nuova terapeuta. Ma il primo colloquio è stato positivo oltre le mie previsioni, sono riuscita a rimanere tranquilla (e sincera). Ho un'ultima domanda, solo se posso chiedere, per curiosità. In questi casi capita che il "vecchio" terapeuta passi le informazioni sul paziente a quello nuovo?
Grazie nuovamente di tutto e buona serata.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 2.1k visite dal 10/07/2013.
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