Sensazione di inettitudine

Buongiorno dottori,
è difficile provare a descrivere le sensazioni che talora provo, e farlo probabilmente per me è l'ammissione dell'ennesima sconfitta. Sono un ragazzo di bell'aspetto e per questo apprezzato anche dalle ragazze, a scuola ho sempre dato il massimo e ricevuto il massimo, la mia condotta a casa è pressochè impeccabile, frequento la parrocchia... insomma chi mi vede e non mi conosce pensa spesso che sia perfetto.
La realtà naturalmente è molto più cruda e sotto l'armatura esterna la mia psiche è molto debole e turbata di continuo dal pensiero della mia inettitudine cronica.
Dicevo delle ragazze, bene, comincio subito col dire che per quanto mi possano apprezzare fisicamente o anche per quanto riesca a farle incuriosire caratterialmente, quando vado ad approfondire la conoscenza tutto quello che ottengo è puntualmente un "ti stimo come persona" o "sei una persona molto bella" o ancora "ti apprezzo tantissimo" ma poi con l'aggiunta di un "ma non credo che tu faccia per me" o "non ci riesco" o "non è scattata la scintilla". Potete immaginare come mi possa sentire dopo questo genere di parole che non fanno che acuire il mio senso di insoddisfazione e inadeguatezza. All'inizio facevo finta di niente, cioè preferivo chiudere gi occhi, ignorare che la responsabilità di ciò fosse mia e così riuscivo a vivere in maniera più serena; ora invece credo di aver raggiunto una consapevolezza critica tale per cui continuare ad illudermi è impossibile. Penso spesso che questi continui fallimenti (anche di natura proprio pratica, cioè sono un disastro nelle cose pratiche) dipendano dalle mie insicurezze ma soprattutto da una specie di freddezza emotiva che si manifesta appunto in una impossibilità di stringere un rapporto con l'altro sesso.
Non posso dire lo stesso per le amicizie "maschili" dal momento che per fortuna ho diversi amici che mi vogliono bene davvero e con i quali credo di aver trascorso alcuni tra i momenti più belli della mia vita.
Purtroppo questo non mi basta più, sento ormai l'esigenza di una relazione. Voglio rendere quanto più possibile chiara l'idea aggiungendo un ulteriore dettaglio.
Quando non mi sento con alcuna ragazza ho la sensazione di essere un'anima che vaghi nel limbo, soffocato da una pressante sensazione di sterilità; quando invece mi sento con qualche ragazza all'inizio tutto sembra andare per il meglio, poi più vado avanti e più sono sopraffatto da un'ansia di insuccesso, e quindi nel mio inconscio è quasi come se desiderassi che la cosa finisca al più presto per ripiombare di nuovo nel rassicurante e doloroso limbo della solitudine. Detto questo, ci tengo a sottolineare che non sono uno che non ha mai osato e rischiato , ma che rischiando ha perso e per questo ora è tremendamente disilluso.
Non ho mai parlato con nessuno di ciò (credo per orgoglio) e ho sempre tenuto tutto dentro, ora però ne ho sentito l'esigenza ed eccomi qui.
Vi ringrazio anticipatamente per tutti i consigli che sentirete di darmi.
Un saluto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"poi più vado avanti e più sono sopraffatto da un'ansia di insuccesso, e quindi nel mio inconscio è quasi come se desiderassi che la cosa finisca al più presto per ripiombare di nuovo nel rassicurante e doloroso limbo della solitudine"

Gentile ragazzo,

i tuoi timori ti fanno comportare di conseguenza e hai spiegato molto bene che cosa ti sucede.
Però è indispensabile spezzare questa sequenza che ti porta a soffrire nelle relazioni e che ti spinge a fare dei test che portano l'altro ad allontanarti.
Se da solo non ci riesci, un aiuto psicologico di persona potrebbe esserti utile.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6
Gentile ragazzo,

può dirci qualcosa in più delle sue relazioni passate?

Si è mai innamorato?

Quando queste ragazze le dicevano che in loro non era scattato nulla a lei invece era scattata la famosa scintilla?

Alle volte capita che più la si cerca quella determinata cosa e meno la si trova per una serie di fattori e diventa una ricerca affannata e caratterizzata da ansia e , come si sa, la troppa ansia genera solo danni.

Non costruisca la sua sicurezza usando il parametro del successo con le ragazze e l'essere in relazione.

Cordialmente

Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com

[#3]
Utente
Utente
Grazie,
Dr. Pileci lo so che potrebbe sembrare una contraddizione dopo essere venuto qui ma voglio riuscire a "cavarmela" da solo..
Dr Bruzzese io non posso dire di più su relazioni che non sono esistite, qualche uscita ma mai relazioni. Credo di essere stato una sola volta veramente molto preso ma non so se definirlo amore, anzi credo che se lo facessi farei morire qualche innamorato per il solo gusto di rivoltarsi nella tomba. Il confine tra la sofferenza per aver perso una persona che mi piaceva e la rabbia mista a delusione e tristezza per la mia incapacità di non aver saputo tenermela stretta si fa molto labile.
Nono non sono nemmeno il tipo che vuole costruire la sua sicurezza usando il parametro del successo con le ragazze,figuriamoci, il mio unico parametro è la tranquillità e la pace con me stesso.
Io continuo a credere che tutto questo sia colpa del fatto che sia spesso "freddo" e che manchi di senso pratico, per di più sono anche abbastanza timido e qualche volta (non sempre per la verità) finisco con l'essere impacciato.
Ripeto ho la stima di tutti, tranne che la mia per me stesso.

Saluti
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Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6
Mi sembra molto forte il giudizio tranciante che esprime nel finale "ho stima di tutti tranne la mia per me stesso".

Mi accodo all'invito della dott.ssa Pileci di chiedere un aiuto psicologico di persona per ritrovare una dimensione di stima e fiducia nelle proprie capacità ; per riuscire a valutare se stesso in modo olistico ed equilibrato senza far propendere la bilancia solo nell'ambito in cui si ritiene in difetto e inoltre anche per contenere questi suoi stati affettivi negativi che la deviano in percorsi valutativi disfunzionali.

Il fatto che lei afferma di non voler un aiuto "esterno" ma di volercela fare da solo potrebbe essere una resistenza che andrebbe meglio indagata...

Ci tenga aggiornati, se lo ritiene opportuno.




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Utente
Utente
Gentile Dr. Bruzzese,
ringrazio lei e la dottoressa Pileci per la vostra disponibilità e per le vostre indicazioni. Lo farò, vi terrò aggiornati.