Sintomo psicosomatico : muco in gola
Gentile Dottore sono una donna di 29 anni che dopo circa 6 anni dal primo attacco di panico,ho deciso di iniziare da due mesi un percorso costante di psicoterapia.Inizialmente cercavo di rimandare per una questione economica e perchè credevo di riuscire da sola ad uscire dalle mie paure,ma alla fine ho capito che non è cosi semplice e di fronte ad un minimo dispiacere ci ricado:l'ultimo risale a marzo,quando per una morte di un amico e la separazione dei miei in casa ho iniziato a soffrire di nodo in gola,inizialmente con paura di soffocare e quindi mangiavo di meno,tendevo a raschiare la gola fino ad irritarla.Poi paura di avere un tumore allo stomaco,o qualcosa che riguarda la causa di produzione di un muco sempre costante in gola,che tendo a deglutire e quando proprio non riesco ad esplellere.Il mio medico di base mi ha prescritto un chek up di analisi (emocromo,tiroide,tampone faringeo)che è risultato nella norma,ho rifiutato di fare la radiografia con bario perchè ho paura di ingerire quella sostanza,ma lui mi ha detto che il mio problema è di origine nervosa (anche se non capisco la natura del muco,che c'è dato che l'espello).Anche la mia psicologa ritiene che organicamente sto bene e che il mio muco dipende da altri fattori.
In me però c'è una parte che mette in discussione quello che dicono,nonostante sia consapevole di enfatizzare i miei sintomi,che si presentano sempre dopo aver mangiato o prima,quindi quando devo fare qualcosa che mi turba "mangiare" perchè ho avuto paura di strozzarmi,ed ora invece del muco che si produce.Averto anche a tratti dolori di stomaco.Io in questi due mesi non so se son migliorata,ma la mia diffidenza si ripercuote anche sul mio percorso psicoteraupetico nutrendo poco fiducia anche se devo ammettere che riesco a controllarmi meglio,dopo due anni di università sono riuscita a vincere la paura dell'esame.
Può dunque l'ansia,fatto irrazionale,essere cosi razionale al punto da generare un sintomo,un qualcosa di concreto?Ci sono stati altri soggetti ansiosi che hanno avuto i miei stessi sintomi quali ,alla mattina con il risveglio gola irritata,appena mangio qualcosa mi si crea del muco,deglutire spesso,soprattutto quando ci penso?Inoltre la mia psicoterapia consiste nel farmi parlare,mi ha dato due test da formulare a casa però nessun altro esercizio,o qualcosa da poter fronteggiare.Ho bisogno quindi di un confronto o di un parere,dato che speravo che la psicoterapia cognitivo comportamentale agiva diversamente e risultasse più imminente.
La ringrazio per la risposta
Cordiali Saluti
In me però c'è una parte che mette in discussione quello che dicono,nonostante sia consapevole di enfatizzare i miei sintomi,che si presentano sempre dopo aver mangiato o prima,quindi quando devo fare qualcosa che mi turba "mangiare" perchè ho avuto paura di strozzarmi,ed ora invece del muco che si produce.Averto anche a tratti dolori di stomaco.Io in questi due mesi non so se son migliorata,ma la mia diffidenza si ripercuote anche sul mio percorso psicoteraupetico nutrendo poco fiducia anche se devo ammettere che riesco a controllarmi meglio,dopo due anni di università sono riuscita a vincere la paura dell'esame.
Può dunque l'ansia,fatto irrazionale,essere cosi razionale al punto da generare un sintomo,un qualcosa di concreto?Ci sono stati altri soggetti ansiosi che hanno avuto i miei stessi sintomi quali ,alla mattina con il risveglio gola irritata,appena mangio qualcosa mi si crea del muco,deglutire spesso,soprattutto quando ci penso?Inoltre la mia psicoterapia consiste nel farmi parlare,mi ha dato due test da formulare a casa però nessun altro esercizio,o qualcosa da poter fronteggiare.Ho bisogno quindi di un confronto o di un parere,dato che speravo che la psicoterapia cognitivo comportamentale agiva diversamente e risultasse più imminente.
La ringrazio per la risposta
Cordiali Saluti
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Gentile utente i suoi quesiti sembrano proprio espressione di ansia. Più cerca informazioni più alimenta le sue paure
(..)In me però c'è una parte che mette in discussione quello che dicono,nonostante sia consapevole di enfatizzare i miei sintomi(..)
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2649-professione-ipocondriaco-l-arte-di-crearsi-malattie.html
(..)In me però c'è una parte che mette in discussione quello che dicono,nonostante sia consapevole di enfatizzare i miei sintomi(..)
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2649-professione-ipocondriaco-l-arte-di-crearsi-malattie.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente, oltre a condividere quanto esposto dal collega, le consiglio di riportare in terapia i suoi dubbi e perplessità, poichè tale tipo di condivisione è parte integrante della stessa. E' normale che in una relazione terapeutica vi siano dubbi, resistenze , sentimenti contrastanti, essi son "materiale di lavoro" su cui appunto lavorare il terapeuta e lei. E' importante che i "nodi" della relazione non restino inespressi e quindi irrisolti proprio per evitare che anche solo inconsapevolmente essi finiscano con il boicottare i tentativi di miglioramento. Comunichi al suo terapeuta le sue titubanze, questo darà nuova linfa al vostro percorso. Consideri inoltre che non esistono protocolli standard da applicare in maniera univoca e generica a chiunque, ma ogni tecnica trova la sua configurazione nella specificità di quel rapporto terapeutico e dei suoi componenti.
Dr.ssa Rosa Francesca Capozza
Psicologa-Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia della Salute
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>>> Può dunque l'ansia,fatto irrazionale,essere cosi razionale al punto da generare un sintomo,un qualcosa di concreto?
>>>
Sì. Se si pensa che gran parte di ciò che capita agli uomini è frutto dell'irrazionalità, piuttosto che della razionalità, lo si capisce facilmente. Ogni razionalità non può che basarsi su una irrazionalità. Legga tuttavia qui per capirlo meglio:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/378-ansia-e-sensazioni-strane.html
-----
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Quella che lei sta facendo non sembrerebbe proprio una terapia cognitivo-comportamentale, dato che oltre ai test avrebbe già dovuto ricevere compiti e prescrizioni da mettere in atto, per risolvere la sua paura. Le suggerisco di parlarne con la sua terapeuta.
Può anche leggere qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
>>>
Sì. Se si pensa che gran parte di ciò che capita agli uomini è frutto dell'irrazionalità, piuttosto che della razionalità, lo si capisce facilmente. Ogni razionalità non può che basarsi su una irrazionalità. Legga tuttavia qui per capirlo meglio:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/378-ansia-e-sensazioni-strane.html
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https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Quella che lei sta facendo non sembrerebbe proprio una terapia cognitivo-comportamentale, dato che oltre ai test avrebbe già dovuto ricevere compiti e prescrizioni da mettere in atto, per risolvere la sua paura. Le suggerisco di parlarne con la sua terapeuta.
Può anche leggere qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
Gentili Dottori vi ringrazio per le immediate risposte.Ho letto i link indicati, per farmi un'idea anche della terapia cognitivo-comportamentale,e mi sono annotata tutti i dubbi da presentare alla mia psicologa.
Nell'ultimo incontro,avvenuto ieri,le ho parlato principalmente del mio sintomo psicosomatico,del muco che ho paura di non controllare e del dolore allo stomaco,che mi riportano pensieri tragici,quali tumore,e automaticamente diffidenza sia nella diagnosi del mio medico di base che nell'operato della psicologa.Le ho chiesto quali esercizi dovrei fare:mi ha risposto che già scrivere costantemente,nel momento del bisogno e non solo,su un diario le mie emozioni è un esercizio.Poi abbiamo valutato questa mia natura diffidente che ovviamente si ripercuote anche sul mio percorso,soprattutto quando non vedo risultati dopo circa due mesi di psicoterapia.Mi ha consigliato di espormi piano piano al cibo,di iniziare a mangiare quelle cose che mi piacciono o non mi agitano,e di provare a cercare un'alternativa,un hobby,una lettura che non sia universitaria ma qualcosa di ludico,di piacere personale.
Io sono consapevole che se mangio a pranzo con il mio compagno ho una reazione diversa al cibo,anche se si produce il muco (ormai è lui il mio nemico,la mia paura):solo lavando i piatti,ad esempio,riesco a calmarlo,devo quindi distrarmi.Succede però che se sono da sola,o con mia madre ad esempio (con la quale,dalla psicoterapia,è emerso che ho una mancanza di fiducia che risale all'infanzia) ho paura di non riuscire a controllarmi.
Ho chiesto inoltre alla dottoressa quale sia una tecnica per imparare il soggetto alla solitudine,soprattutto in questi casi,quando si presentano delle paure che non riusciamo a gestire:perchè credo che se imparassi a stare da sola,risolverei metà dei miei problemi: non sarei costretta a confrontarmi con persone che a tratti mi irritano,potrei gestirmi la mia vita senza dover dipendere dagli altri,e non avrei paura di mangiare o della presenza del muco(il quale scaturisce anche al solo pensiero di saper di dover restare sola)con dolori di stomaco,diarrea..da qui la paura di malattie.
Chiedo scusa se mi sono dilungata,ma tendo a fornire un quadro semi-completo della mia situazione,almeno con i tratti fondamentali,in modo che se ci fosse un consiglio o anche un esercizio che mi possa aiutare,sarei lieta di accettarlo.
Cordiali Saluti
Nell'ultimo incontro,avvenuto ieri,le ho parlato principalmente del mio sintomo psicosomatico,del muco che ho paura di non controllare e del dolore allo stomaco,che mi riportano pensieri tragici,quali tumore,e automaticamente diffidenza sia nella diagnosi del mio medico di base che nell'operato della psicologa.Le ho chiesto quali esercizi dovrei fare:mi ha risposto che già scrivere costantemente,nel momento del bisogno e non solo,su un diario le mie emozioni è un esercizio.Poi abbiamo valutato questa mia natura diffidente che ovviamente si ripercuote anche sul mio percorso,soprattutto quando non vedo risultati dopo circa due mesi di psicoterapia.Mi ha consigliato di espormi piano piano al cibo,di iniziare a mangiare quelle cose che mi piacciono o non mi agitano,e di provare a cercare un'alternativa,un hobby,una lettura che non sia universitaria ma qualcosa di ludico,di piacere personale.
Io sono consapevole che se mangio a pranzo con il mio compagno ho una reazione diversa al cibo,anche se si produce il muco (ormai è lui il mio nemico,la mia paura):solo lavando i piatti,ad esempio,riesco a calmarlo,devo quindi distrarmi.Succede però che se sono da sola,o con mia madre ad esempio (con la quale,dalla psicoterapia,è emerso che ho una mancanza di fiducia che risale all'infanzia) ho paura di non riuscire a controllarmi.
Ho chiesto inoltre alla dottoressa quale sia una tecnica per imparare il soggetto alla solitudine,soprattutto in questi casi,quando si presentano delle paure che non riusciamo a gestire:perchè credo che se imparassi a stare da sola,risolverei metà dei miei problemi: non sarei costretta a confrontarmi con persone che a tratti mi irritano,potrei gestirmi la mia vita senza dover dipendere dagli altri,e non avrei paura di mangiare o della presenza del muco(il quale scaturisce anche al solo pensiero di saper di dover restare sola)con dolori di stomaco,diarrea..da qui la paura di malattie.
Chiedo scusa se mi sono dilungata,ma tendo a fornire un quadro semi-completo della mia situazione,almeno con i tratti fondamentali,in modo che se ci fosse un consiglio o anche un esercizio che mi possa aiutare,sarei lieta di accettarlo.
Cordiali Saluti
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Non potrà ricevere consigli pratici né tantomeno esercizi da qui, è proibito dalla deontologia e dai regolamenti del sito.
>>> Le ho chiesto quali esercizi dovrei fare:mi ha risposto che già scrivere costantemente,nel momento del bisogno e non solo,su un diario le mie emozioni è un esercizio.
>>>
La tenuta di diari di vario genere può entrare a far parte di vari tipi di psicoterapia, anche della cognitivo-comportamentale, ma di per sé non basta per dire che lei stia facendo una TCC.
Se il suo nemico n° 1 è la paura del muco e l'attenzione eccessiva ai segnali del corpo, è a quella che andrebbe rivolto il lavoro terapeutico in primo luogo. Il diario va bene, l'esposizione graduale va bene, ma occorrerebbe altro, almeno da un punto di vista prettamente breve strategico.
>>> Le ho chiesto quali esercizi dovrei fare:mi ha risposto che già scrivere costantemente,nel momento del bisogno e non solo,su un diario le mie emozioni è un esercizio.
>>>
La tenuta di diari di vario genere può entrare a far parte di vari tipi di psicoterapia, anche della cognitivo-comportamentale, ma di per sé non basta per dire che lei stia facendo una TCC.
Se il suo nemico n° 1 è la paura del muco e l'attenzione eccessiva ai segnali del corpo, è a quella che andrebbe rivolto il lavoro terapeutico in primo luogo. Il diario va bene, l'esposizione graduale va bene, ma occorrerebbe altro, almeno da un punto di vista prettamente breve strategico.
[#6]
Utente
Buongiorno Dottore,anche io mi rendo conto che ciò non basta, come strumenti, per fronteggiare questa mia paura,pur essendo consapevole dei tanti fattori che hanno influenzato e influenzano il mio modo di fare.Conosco il mio limite,la paura di stare sola e di fare le cose da sola,ed ora che esiste questo fattore del muco che mi turba quando sono in compagnia e soprattutto quando sto da sola,entro in un circolo vizioso.La mia dottoressa ritiene che sia giusto un'analisi più lucida della mia situazione,passata e presente,per poi attivare delle alternative,e da sempre mi ha detto che sarebbe stato un percorso lento e lungo,graduale.
Non nego che c'è quel dubbio di cambiare psicologo però temo che questo potrebbe essere un mio ennesimo segnale di diffidenza,che attuo anche quando mi viene detto che non ho nulla di organico e chiedo ulteriori analisi,oppure cerco conferme da altri specialisti.
La ringrazio dell'attenzione che mi sta rivolgendo
Cordiali Saluti.
Non nego che c'è quel dubbio di cambiare psicologo però temo che questo potrebbe essere un mio ennesimo segnale di diffidenza,che attuo anche quando mi viene detto che non ho nulla di organico e chiedo ulteriori analisi,oppure cerco conferme da altri specialisti.
La ringrazio dell'attenzione che mi sta rivolgendo
Cordiali Saluti.
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Fa bene a sospettare che il dubbio sul cambiare psicologo potrebbe significare in realtà un bisogno di fuga. D'altra parte se non sta ottenendo i risultati che desidera, ha tutto il diritto di sentire altre campane.
Nei disturbi d'ansia del tipo che riferisce si può intervenire anche velocemente nello sbloccare i sintomi, per via psicoterapeutica. Può essere necessario un certo tempo per consolidare i risultati, ma se la collaborazione del paziente è massima, in genere in una media di 10 sedute distribuite in un periodo da pochi mesi a un anno è possibile far tutto:
http://www.giuseppesantonocito.it/risultati.htm
Nei disturbi d'ansia del tipo che riferisce si può intervenire anche velocemente nello sbloccare i sintomi, per via psicoterapeutica. Può essere necessario un certo tempo per consolidare i risultati, ma se la collaborazione del paziente è massima, in genere in una media di 10 sedute distribuite in un periodo da pochi mesi a un anno è possibile far tutto:
http://www.giuseppesantonocito.it/risultati.htm
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 97.5k visite dal 08/07/2013.
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