Una spina nel cuore

Gentile dottore,
un "uragano" si è letteralmente abbattuto sulla nostra famiglia. Fino a pochi mesi fa eravamo una famiglia serena, con un reddito soddisfacente, 2 figli che studiano. Da 20 anni circa mio marito conosce un consulente al quale, nel corso degli anni, ha affidato varie somme che ci hanno sempre fruttato buoni investimenti. Qualche mese fa scoppia la "bomba": non si sa come, nè perchè, i soldi nostri e di altre persone (tra le quali nostri familiari, portati da noi) svaniti! Inutile dire che ci ha praticamente lasciato sul lastrico e, cosa ancora più tragica, abbiamo coinvolto, come dicevo, anche mia sorella che si trova in difficoltà economiche e quella somma rappresentava parte di una eredità familiare. Finora abbiamo potuto nascondere come stanno realmente le cose, ma, quando verrà il momento della loro restituzione, avremo l'ingrato compito di raccontargli l'accaduto. Mio marito sta veramente impazzendo all'idea che se loro si trovano in questa situazione è a causa sua, che lui ha fatto da garante per questa persona che credeva seria e onesta ed invece ha truffato tutti. Premesso che si è sempre trattato di attività lecite, per ora l'ipotesi di poter recuperare qualcosa sembra quasi nulla. Non sappiamo davvero come contenere questa ansia e rimorso che ci sta consumando giorno dopo giorno. Abbiamo anche paura, in un certo senso, della reazione di mio cognato che non è tipo tranquillo ed equilibrato psicologicamente. Come affrontare quel momento? Come arginare questi sensi di colpa che ci stanno uccidendo? So bene che quel discorso provocherà sofferenza e non passa un minuto senza che io pensi al triste giorno in cui daremo questa notizia, è come andare al patibolo....
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
comprendo il suo sentire e il suo sconforto, purtroppo la fase di crisi che stiamo attraversando ha comportato numerosi episodi simili al suo.
Però non potevate prevedere ciò che sarebbe accaduto, vi siete comportati onestamente e in buona fede, nel tentativo di suggerire un buon investimento.

Dunque rifletterei un po' sui vostri sensi di colpa, che sembrano davvero appesantirvi e pesare nel farvi prevedere reazioni forti.
Potreste intanto informarvi, se già non l'avete fatto, se e quali azioni sarebbero possibili a livello legale per poter eventualmente arginare le perdite.
Credo che parlare apertamente di quanto è successo (che non è dipeso dalla vostra volontà, ma da fattori intervenienti esterni) unitamente alle possibili soluzioni disponibili, favorirebbe il vostro compito. Sarebbe forse meglio prima che possano scoprire in modo autonomo la realtà della situazione.

In che rapporti è con sua sorella?
Cosa la spaventa rispetto a suo cognato? In che senso non è equilibrato?
Come mai ancora non si sono accorti di nulla?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Gentile dottoressa, la ringrazio innanzitutto per la pronta risposta. Stiamo cercando, anche insieme alle altre persone coinvolte, di trovare una soluzione a questa tragica vicenda, ma non è semplice in quanto molto complessa e anche gli eventuali risvolti giudiziari, che - come ultima ipotesi - andremo a prendere in considerazione, sappiamo bene, purtroppo, raramente portano ad un soddisfacimento economico per le vittime di queste malefatte. I rapporti con mia sorella sono buoni, ma c'è da tener presente i caratteri piuttosto controversi sia suo che di suo marito, senza contare il figlio disoccupato. Sono fondamentalmente pessimisti, con uno spiccato senso del vittimismo, anche se dovrei dire che queste caratteristiche sono prevalenti in lui piuttosto che in mia sorella. Infatti, nel corso degli anni, ha sempre tollerato e minimizzato certe sue manifestazioni ed esagerazioni su cose di poco conto che lo hanno portato, appunto, ad eccessi violenti - per fortuna non di tipo fisico. Lei, per paura di perderlo (o forse anche perchè non indipendente dal punto di vista economico) ha sempre subito e coperto tutto ciò. Ora può capire il nostro profondo disagio nel pensare al momento in cui dovremo raccontargli la verità. Pensi che lei - tanto per farle un esempio - per non farlo innervosire e per paura di un eventuale problema di cuore, di nascosto, prima di una partita della sua squadra, gli dà delle gocce tranquillanti! Forse dovremo dirglielo gradatamente, altrimenti, mi dica lei, ci suggerisca un modo meno traumatico. Loro non ne sono al corrente per il semplice fatto che i contatti con questa persona li abbiamo sempre tenuti noi, perchè appunto era un "amico" di mio marito.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> risvolti giudiziari, che - come ultima ipotesi - andremo a prendere in considerazione, sappiamo bene, purtroppo, raramente portano ad un soddisfacimento economico per le vittime di queste malefatte
>>>

Non è detto. I vostri avvocati di fiducia sapranno dirvelo meglio, ma se la persona in questione non è irreperibile e dispone di fondi, dovrebbe essere tenuto a rifondervi.

A mio parere, occorrerebbe investire energie per prima cosa proprio negli aspetti giudiziari della questione, NON come ultima ipotesi, aprendo il gioco al più presto con le persone che avete coinvolto prima che possa passare troppo tempo e diventare così meno probabile che i fondi affidati al "consulente" vadano irrimediabilmente perduti.

Poi o durante, se servirà, certamente anche il lato psicologico della questione potrà essere affrontato.

Parlatene prima con il vostro medico, senza bisogno di spiegargli la cosa nei dettagli. Ma non fate passare altro tempo.

E la prossima volta ricordatevi la regola numero uno dell'investimento: mai mettere tutte le uova nello stesso paniere.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Grazie. Purtroppo dicevo come ultima ipotesi la denuncia proprio perchè sappiamo che la persona in questione attualmente ha davvero poco a disposizione, anche in considerazione del numero dei creditori che dovrà andare a soddisfare. Dimenticavo di dire che ho un genitore molto anziano al quale la cosa dovrà essere detta e mi chiedo se riuscirà a superare questo trauma. Non riuscirei a sopravvivere al rimorso se dovesse succedergli qualcosa. Di certo penso che la cosa migliore sia dirglielo gradatamente, arrivare alla verità a poco a poco, non crede?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Lei definisce i suoi parenti "fondamentalmente pessimisti", ma se devo dirle la verità è lei che sta apparendo come una persona pessimista, portatrice di una visione apocalittica delle cose. Spina nel cuore, tranquillanti, morire, mi chiedo cosa succederà, violenza. Queste sono alcune delle parole che lei stessa ha usato e che definiscono abbastanza bene il modo in cui lei vede le cose. Probabilmente la vostra famiglia è tutta un po' immersa in questo vissuto colpevolizzante e tetro, ma dato che abbiamo la possibilità di comunicare solo con lei, è solo di lei che si può parlare.

Quindi, se domanda a me cosa sia giusto fare, gliel'ho già detto: prendere le necessarie precauzioni, ma andare avanti e affrontare il problema, anziché dare per scontato che tutti debbano morire appena verranno a sapere dell'accaduto.
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Utente
Utente
Mi rendo conto che in 2 righe non si possa avere una visione oggettiva di quella che è una vita e la realtà che stiamo vivendo, però mi permetto di dissentire su quanto dice, infatti se ci sono 2 persone ottimiste di natura, quelle siamo noi - mio marito ed io. Probabilmente proprio per questo siamo incappate in questa terribile avventura, a pensar male, in questo caso, avremmo fatto davvero bene! Viceversa, la famiglia di mia sorella ha sempre vissuto pensando in negativo, dichiarando la loro sfortuna su questa o quella cosa. Così facendo si sono, al contrario, ritrovati ad essere aiutati economicamente ora dai miei genitori, ora dai suoceri e anche da noi. Quindi i miei timori sono ampiamente giustificati, non è pessimismo se, come dicevo sopra, mia sorella arriva a dare al marito delle gocce per tranquillizzarlo prima di una partita di calcio!
Ovviamente giornalmente stiamo cercando di trovare la strada per risolvere questo grosso problema, ma è davvero complicatissimo, anche perchè lui un momento dice che intende collaborare con noi tutti, un altro momento non ci risponde neanche al telefono.
L'unica cosa che mi interessa, aldilà dei soldi persi o meno, è come rendere questa notizia il meno traumatica possibile, come aiutarli ad affrontare questo shock.
Grazie ancora
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Mi permetta di dissentire con il suo dissentire. I consulti che ha inserito in passato danno l'idea di una persona tendente alle preoccupazioni.

>>> L'unica cosa che mi interessa, aldilà dei soldi persi o meno, è come rendere questa notizia il meno traumatica possibile, come aiutarli ad affrontare questo shock
>>>

Invece un'altra persona, al suo posto, sarebbe andata su tutte le furie per i soldi persi e avrebbe messo al primo posto l'obiettivo di come fare a recuperarli.

In altri termini, di fronte a ciò che vi è successo la RABBIA sarebbe stata una reazione più sana della paura.

Ma se lei si preoccupa dello schock che i suoi familiari potrebbero avere apprendendo dell'accaduto, come fossero vasi di porcellana delicatissima, questo è un altro esempio di quanto le sto dicendo.

Quanto alla possibilità del "contagiarsi" degli atteggiamenti in famiglia, rilegga uno dei consulti che inserì tempo fa qui in psicologia:

https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/272612-curiosita-della-psiche.html

Ha ragione a dire che è difficile capirsi bene in due righe. Probabilmente vedendola di persona lei mi apparirebbe come la persona più solare ed entusiasta di questo pianeta, però le parole che usa qui suggeriscono altro.
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Utente
Utente
A detta di chi mi conosce sono una persona molto battagliera, che difficilmente si arrende di fronte alle difficoltà, che non aggira mai l'ostacolo, ma lo affronta di petto. Questo è quanto ho fatto finora nella mia vita. La rabbia l'ho tirata fuori subito, alla notizia di quanto ci stava succedendo, poi non è che sia sfumata nel tempo, anzi, viviamo in perenne tensione e cercando di gestire queste nostre emozioni negative. Mi stupisco, al contrario, di come le altre persone coinvolte, talvolta, manifestino un atteggiamento quasi remissivo e indolente nel voler agire. Io e mio marito passiamo le giornate, per così dire oltre a lavorare, ad industriarci su come risolvere la situazione!