Gestione rabbia nel bambino
Gentili dottori, il mio bambino ha 2 anni e da qualche tempo, quando riceve un NO o una limitazione (solo da noi genitori) reagisce tirandosi i capelli o mordendosi le dita con forza, quasi come se fosse un attacco isterico.
A volte morde o alza le mani direttamente con noi.
Siamo un po' avviliti perché non sappiamo proprio come reagire. Ignorare queste manifestazioni? O contenere con un abbraccio? O dirgli che così non si fa?
Capiamo bene che il bambino deve imparare a gestire queste prime "frustrazioni" ma vorremmo agire nel modo migliore, per il suo bene.
Grazie, un saluto
A volte morde o alza le mani direttamente con noi.
Siamo un po' avviliti perché non sappiamo proprio come reagire. Ignorare queste manifestazioni? O contenere con un abbraccio? O dirgli che così non si fa?
Capiamo bene che il bambino deve imparare a gestire queste prime "frustrazioni" ma vorremmo agire nel modo migliore, per il suo bene.
Grazie, un saluto
[#1]
Gentile Signora,
il suo bambino sta crescendo e inizia ad imparare, piano piano, a divenire autonomo.
E' proprio intorno ai due anni, i cosiddetti "terribili due anni", che un bimbo diventa più ostinato, spesso anche più aggressivo.
L'opporsi e i no gli servono per procedere nel percorso di separazione -individuazione, un processo che accompagna l'intero arco dell'età evolutiva e la conquista dell'autonomia, con modalità differenti di espressione secondo la fase di crescita.
Dunque se in questo periodo il suo bimbo è particolarmente ostinato e oppositivo, ma nei limiti, non v'è nulla di cui preoccuparsi.
I no necessari vanno fatti rispettare, come dovrebbe essere opportuno fargli capire che non si alzano le mani e non si morde.
Occorre comprendere e saper gestire questi comportamenti con buon senso, senza drammatizzare e non rinunciando comunque a guidare ed educare il bambino.
Imparando con l’esperienza a distinguere quando e come è necessario intervenire per dire a nostra volta i no che lo aiuteranno a crescere.
Com'è il clima familiare? Come reagite quando sbaglia?
Frequenta il nido o cosa? Chi lo accudisce?
Ci può dire di più sul vostro rapporto con lui e sul vostro stile educativo?
il suo bambino sta crescendo e inizia ad imparare, piano piano, a divenire autonomo.
E' proprio intorno ai due anni, i cosiddetti "terribili due anni", che un bimbo diventa più ostinato, spesso anche più aggressivo.
L'opporsi e i no gli servono per procedere nel percorso di separazione -individuazione, un processo che accompagna l'intero arco dell'età evolutiva e la conquista dell'autonomia, con modalità differenti di espressione secondo la fase di crescita.
Dunque se in questo periodo il suo bimbo è particolarmente ostinato e oppositivo, ma nei limiti, non v'è nulla di cui preoccuparsi.
I no necessari vanno fatti rispettare, come dovrebbe essere opportuno fargli capire che non si alzano le mani e non si morde.
Occorre comprendere e saper gestire questi comportamenti con buon senso, senza drammatizzare e non rinunciando comunque a guidare ed educare il bambino.
Imparando con l’esperienza a distinguere quando e come è necessario intervenire per dire a nostra volta i no che lo aiuteranno a crescere.
Com'è il clima familiare? Come reagite quando sbaglia?
Frequenta il nido o cosa? Chi lo accudisce?
Ci può dire di più sul vostro rapporto con lui e sul vostro stile educativo?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Signore,
ciò che descrive rientra pienamente nella fase di sviluppo che il vostro bambino sta vivendo e, come ha precisato Lei, si tratta di trovare il modo più adeguato per rispondere a queste sue manifestazioni un po' teatrali.
In linea di principio, il messaggio che dovreste fargli passare è duplice: da un lato che siete voi ad avere il comando in ogni situazione e dall'altro che gli volete tanto bene (cose che magari nella sua testolina paiono contraddittorie...).
Naturalmente prima di tutto dovete essere convinti voi stessi della vostra autorità: lui vi sta mettendo alla prova per conoscere i suoi e i vostri limiti.
Deve sapere che ci sono confini che non deve superare, tipo l'alzarvi le mani, anche se è arrabbiato. La rabbia è un'emozione e, in virtù di questo, positiva perché fornisce informazioni a noi stessi e agli altri su come un certo evento o una certa situazione ci fa stare. Tutte le emozioni sono utili, ma non tutti i comportamenti che ne conseguono sono buoni o accettabili.
Potreste scrivere su un cartellone che lui stesso colorerà le tre semplici e inderogabili regole della rabbia che gli rammenterete al bisogno:
- non fare male a se stessi
- non fare male agli altri
- non rovinare gli oggetti
La vostra reazione non sarà univoca, ma di volta in volta, secondo il vostro giudizio, potrete ignorare, calmare o isolare, sempre restituendogli la legittimità del suo sentire e l'illegittimità (eventuale) del suo operare. Rinforzatelo invece con lodi e coccole quando utilizza (o trova spontaneamente) le strategie alternative di gestione di questo suo turbolento stato emotivo.
Saluti.
ciò che descrive rientra pienamente nella fase di sviluppo che il vostro bambino sta vivendo e, come ha precisato Lei, si tratta di trovare il modo più adeguato per rispondere a queste sue manifestazioni un po' teatrali.
In linea di principio, il messaggio che dovreste fargli passare è duplice: da un lato che siete voi ad avere il comando in ogni situazione e dall'altro che gli volete tanto bene (cose che magari nella sua testolina paiono contraddittorie...).
Naturalmente prima di tutto dovete essere convinti voi stessi della vostra autorità: lui vi sta mettendo alla prova per conoscere i suoi e i vostri limiti.
Deve sapere che ci sono confini che non deve superare, tipo l'alzarvi le mani, anche se è arrabbiato. La rabbia è un'emozione e, in virtù di questo, positiva perché fornisce informazioni a noi stessi e agli altri su come un certo evento o una certa situazione ci fa stare. Tutte le emozioni sono utili, ma non tutti i comportamenti che ne conseguono sono buoni o accettabili.
Potreste scrivere su un cartellone che lui stesso colorerà le tre semplici e inderogabili regole della rabbia che gli rammenterete al bisogno:
- non fare male a se stessi
- non fare male agli altri
- non rovinare gli oggetti
La vostra reazione non sarà univoca, ma di volta in volta, secondo il vostro giudizio, potrete ignorare, calmare o isolare, sempre restituendogli la legittimità del suo sentire e l'illegittimità (eventuale) del suo operare. Rinforzatelo invece con lodi e coccole quando utilizza (o trova spontaneamente) le strategie alternative di gestione di questo suo turbolento stato emotivo.
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Gentile Signora
Premesso che concordo con quanto riferitole dalla collega Rinella, le consiglio il gioco come antidito per far sostenere le frustrazioni al suo bambino. La saggezza della psicologia dell'età evolutiva e non solo, insegna che attraverso il gioco é possibile alleggerire il fardello di situazioni spesso non facili. In proposito ho pubblicato due testi Editi dalle Edizioni Armando nella Collana Meduco Psico Pedagogica Diretta dal neuropsichiatra Giovanni Bollea, che ci ha lasciati da poco. Pubblicheró a breve un articolo su questo sito e, se vuole, può dare una occhiata. Risponda pure alle domande della collega sulla sua situazione familiare e se poi nel tempo le cose non dovessero cambiare, per maggior sicurezza valuti la possibilità di far fare al suo bambino i test diagnostici per verificare se possono sussistere sintomi di una Sindrome di Asperger. Non si allarmi, molti bambini e anche molti adulti c'è l'hanno e ci convivono benissimo. Serve solo ai genitori per avere maggior consapevolezza di alcuni comportamenti dei figli, ma per adesso provi con gli strumenti a sua disposizione e veda come procede.
Cordialità
Premesso che concordo con quanto riferitole dalla collega Rinella, le consiglio il gioco come antidito per far sostenere le frustrazioni al suo bambino. La saggezza della psicologia dell'età evolutiva e non solo, insegna che attraverso il gioco é possibile alleggerire il fardello di situazioni spesso non facili. In proposito ho pubblicato due testi Editi dalle Edizioni Armando nella Collana Meduco Psico Pedagogica Diretta dal neuropsichiatra Giovanni Bollea, che ci ha lasciati da poco. Pubblicheró a breve un articolo su questo sito e, se vuole, può dare una occhiata. Risponda pure alle domande della collega sulla sua situazione familiare e se poi nel tempo le cose non dovessero cambiare, per maggior sicurezza valuti la possibilità di far fare al suo bambino i test diagnostici per verificare se possono sussistere sintomi di una Sindrome di Asperger. Non si allarmi, molti bambini e anche molti adulti c'è l'hanno e ci convivono benissimo. Serve solo ai genitori per avere maggior consapevolezza di alcuni comportamenti dei figli, ma per adesso provi con gli strumenti a sua disposizione e veda come procede.
Cordialità
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)
[#4]
Utente
Grazie per le gentili risposte! In parte mi rincuorate... La nostra situazione famigliare è tranquilla, il mio bambino al mattino va al nido, al pomeriggio sta a casa, 90% del tempo con me. È un bambino affettuoso e giocherellone, al nido va volentieri. Le maestre non hanno riscontrato particolari situazioni di rabbia, a volte tirava i capelli alle bambine un po'per gioco e un po'per sfida ma appena veniva richiamato smetteva senza particolari sceneggiate.
Sinceramente più che la sberla (che forse è il suo modo, non corretto, di esprimere il dissenso), a noi preoccupa questa forma di "autolesionismo" (alle volte abbiamo reagito ignorando il comportamento, altre parlandogli, mai con il cosiddetto "scapaccione" in quanto contrari a questa forma di educazione).
Una volta tranquillizzato torna normale come sempre.
Spero davvero sia solo una fase...
Grazie ancora,un saluto
Sinceramente più che la sberla (che forse è il suo modo, non corretto, di esprimere il dissenso), a noi preoccupa questa forma di "autolesionismo" (alle volte abbiamo reagito ignorando il comportamento, altre parlandogli, mai con il cosiddetto "scapaccione" in quanto contrari a questa forma di educazione).
Una volta tranquillizzato torna normale come sempre.
Spero davvero sia solo una fase...
Grazie ancora,un saluto
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E' davvero possibile che sia solo una fase, l'importante a mio parere è non farsi travolgere emotivamente dalle reazioni del bimbo, in modo da contenere le sue angosce, mantenere un atteggiamento fermo quando necessario, come è stato già espresso da qui anche dai preziosi suggerimenti della Collega dott.ssa Scalco.
Può ad esempio esservi utile la lettura di un libriccino agevole ma a mio parere ben fatto: "Cosa sapere su tuo figlio di due anni" Edizioni Erickson
Molti auguri per il vostro "lavoro" di genitori e per il vostro bimbo
Può ad esempio esservi utile la lettura di un libriccino agevole ma a mio parere ben fatto: "Cosa sapere su tuo figlio di due anni" Edizioni Erickson
Molti auguri per il vostro "lavoro" di genitori e per il vostro bimbo
[#6]
Gentile Signora,
incapricci dei bambini e la scarsa tolleranza alle frustrazioni, appartiengono alle normali fasi di crescita di ogni bambino.
L' età di suo figlio, è " l' età di no", quindi delle prime ribellioni e manifestazioni di quote di autonomia.
Coerenza nei messaggi educativi, rimpoverì autorevoli, che non contengano quote di aggrevvività, niente sensi di colpa per i no e tanto amore
incapricci dei bambini e la scarsa tolleranza alle frustrazioni, appartiengono alle normali fasi di crescita di ogni bambino.
L' età di suo figlio, è " l' età di no", quindi delle prime ribellioni e manifestazioni di quote di autonomia.
Coerenza nei messaggi educativi, rimpoverì autorevoli, che non contengano quote di aggrevvività, niente sensi di colpa per i no e tanto amore
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.5k visite dal 08/07/2013.
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