Dipendenza affettiva e crisi di identità
Salve
Sono un ragazzo di quasi 22 anni che ha subito da cinque giorni una separazione unilaterale da parte della propria partner (di 2 anni in meno).
Io e lei avevamo un rapporto totalizzante; condividevamo infatti ogni mio hobbie e passione; oltre che ovviamente tanto tanto tempo. Tutto ciò andava avanti da quasi 4 anni con mia piena soddisfazione, data dai continui feedback positivi che ricevevo da lei (anche di recente).
Sono stato abbandonato dopo un litigio (come ne avevamo avuti tanti) dovuto a questioni relative agli investimenti (in materia di tempo e risorse mentali) da dare alla relazione (io ne pretendevo da lei). Al telefono in un momento molto delicato della mia vita, mi sono sentito dire "non ti amo più".
Oggi mi ritrovo praticamente svuotato di me stesso, e la cosa assume dimensioni tali da far si che io non riesca più a gestire alcuna azione della mia giornata che in un modo o nell'altro riconducevo alla relazione.
Gli stati d'ansia mi hanno portato a perdere totalmente il sonno (ho dovuto ricorrere ad un integratore di melatonina e valeriana per riprendere a dormire) e ad avvertire un costante sentimento di incomunicabilità con il prossimo (che già prima provavo ma da cui mi difendevo con il piano condiviso con la mia amata).
Non riesco a dedicarmi a nessuna delle azioni lavorative (studio) od hobbistiche con cui riempivo la giornata prima senza provare un senso di scivolamento verso un baratro che ho sondato non avere fondo.
Mi sento esautorato dalla mia stessa vita e voglio chiedere qui quale sia il tipo di specialista al quale io debba rivolgermi per fare qualche passo nella direzione della mia stabilità psicologica, sociale e quindi affettiva.
grazie
Sono un ragazzo di quasi 22 anni che ha subito da cinque giorni una separazione unilaterale da parte della propria partner (di 2 anni in meno).
Io e lei avevamo un rapporto totalizzante; condividevamo infatti ogni mio hobbie e passione; oltre che ovviamente tanto tanto tempo. Tutto ciò andava avanti da quasi 4 anni con mia piena soddisfazione, data dai continui feedback positivi che ricevevo da lei (anche di recente).
Sono stato abbandonato dopo un litigio (come ne avevamo avuti tanti) dovuto a questioni relative agli investimenti (in materia di tempo e risorse mentali) da dare alla relazione (io ne pretendevo da lei). Al telefono in un momento molto delicato della mia vita, mi sono sentito dire "non ti amo più".
Oggi mi ritrovo praticamente svuotato di me stesso, e la cosa assume dimensioni tali da far si che io non riesca più a gestire alcuna azione della mia giornata che in un modo o nell'altro riconducevo alla relazione.
Gli stati d'ansia mi hanno portato a perdere totalmente il sonno (ho dovuto ricorrere ad un integratore di melatonina e valeriana per riprendere a dormire) e ad avvertire un costante sentimento di incomunicabilità con il prossimo (che già prima provavo ma da cui mi difendevo con il piano condiviso con la mia amata).
Non riesco a dedicarmi a nessuna delle azioni lavorative (studio) od hobbistiche con cui riempivo la giornata prima senza provare un senso di scivolamento verso un baratro che ho sondato non avere fondo.
Mi sento esautorato dalla mia stessa vita e voglio chiedere qui quale sia il tipo di specialista al quale io debba rivolgermi per fare qualche passo nella direzione della mia stabilità psicologica, sociale e quindi affettiva.
grazie
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Gentile Ragazzo,
in linea generale, la rottura di un rapporto comporta sofferenza e dolore, è una perdita che necessita di essere elaborata in un certo arco temporale.
Tuttavia lei riferisce una relazione totalizzante per mezzo della quale si difendeva da un pregresso <sentimento di incomunicabilità con il prossimo> .
Per questo è davvero opportuno che lei si rivolga ad un nostro collega in presenza, poiché la rottura del suo rapporto, oltre al dolore che comporta la perdita e i movimenti depressivi che ne fanno parte tocca un nervo scoperto, un disagio che non ha affrontato, ma solo tamponato e lasciato da parte.
Si può rivolgere ad un professionista privato oppure al servizio pubblico, presso il Consultorio Familiare - Spazio Giovani della sua ASL, non occorre prescrizione medica.
Se necessita di ulteriori informazioni restiamo in ascolto.
Cari saluti
in linea generale, la rottura di un rapporto comporta sofferenza e dolore, è una perdita che necessita di essere elaborata in un certo arco temporale.
Tuttavia lei riferisce una relazione totalizzante per mezzo della quale si difendeva da un pregresso <sentimento di incomunicabilità con il prossimo> .
Per questo è davvero opportuno che lei si rivolga ad un nostro collega in presenza, poiché la rottura del suo rapporto, oltre al dolore che comporta la perdita e i movimenti depressivi che ne fanno parte tocca un nervo scoperto, un disagio che non ha affrontato, ma solo tamponato e lasciato da parte.
Si può rivolgere ad un professionista privato oppure al servizio pubblico, presso il Consultorio Familiare - Spazio Giovani della sua ASL, non occorre prescrizione medica.
Se necessita di ulteriori informazioni restiamo in ascolto.
Cari saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.6k visite dal 30/06/2013.
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