Depressione o stress?
Salve, ho 24 anni e sono sposata con 3 bambini. La prima figlia l'ho avuta a 20 anni e gli altri a distanza di pochi mesi (la più piccola ha 1 anno). Ma nonostante queste meraviglie non sono felice...mi sento vuota, non ho voglia di fare nulla, non mi occupo dei miei bambini come dovrei e vorrei. Mio marito non sa nulla (anche se in verità una volta durante un forte litigio glielo avevo detto ma penso che lui l'abbia preso come un mio tentativo di passare per "vittima"). Insomma mi sento una fallita e vorrei solo andarmene. La mattina faccio moltissima fatica ad alzarmi, e non faccio praticamente nulla fino a metà pomeriggio, poi siccome mio marito torna verso le 17.30, cerco di sistemare la casa come meglio posso per non fargli capire che in realtà ho passato la giornata sul divano. E mi sento terribilmente in colpa per questo perchè so i sacrifici che fa al lavoro per garantirci ciò di cui abbiamo bisogno, mentre io no. penso che quando potrò finalmente andare a lavorare le cose miglioreranno, o forse mi illudo solamente...
Ho molta paura...non vorrei essere caduta in qualcosa più grande di me da cui non penso di uscire da sola.
Secondo voi è possibile che si tratti di depressione post-parto?anche se il tutto non è cominciato con la nascita di uno dei bambini in paricolare, ma è andata piano piano degenerando e ora non ce la faccio più, perchè vedo le altre mamme felici che giocano con i loro bambini e invece io non ne sono capace...in più mio marito non fa altro che criticarmi continuamente perchè la casa è in disordine o perchè non ho fatto quello o quest'altro.
E' solo un periodo di stress o è già depressione?nel secondo caso, come posso uscirne?a chi posso rivolgermi senza rischiare di essere imbottita di farmaci?
Vi prego aiutatemi...grazie
Ho molta paura...non vorrei essere caduta in qualcosa più grande di me da cui non penso di uscire da sola.
Secondo voi è possibile che si tratti di depressione post-parto?anche se il tutto non è cominciato con la nascita di uno dei bambini in paricolare, ma è andata piano piano degenerando e ora non ce la faccio più, perchè vedo le altre mamme felici che giocano con i loro bambini e invece io non ne sono capace...in più mio marito non fa altro che criticarmi continuamente perchè la casa è in disordine o perchè non ho fatto quello o quest'altro.
E' solo un periodo di stress o è già depressione?nel secondo caso, come posso uscirne?a chi posso rivolgermi senza rischiare di essere imbottita di farmaci?
Vi prego aiutatemi...grazie
[#1]
Gentile Signora,
non ci dice come stava prima delle maternità, se avere tre bimbi in un arco di tempo così ravvicinato sia stata una scelta condivisa con suo marito, un caso, altro ..
E' evidente, al di là di tutto, che l'impegno richiesto da tre maternità e dall'accudire e crescere tre bimbi piccoli, sia dal punto di vista fisiologico che psicologico, richieda una grande quantità di risorse ed energia.
Suo marito le è stato vicino durante gravidanza e nell'accudimento dei bimbi?
Ha avuto il supporto di familiari, amici, parenti?
La sua vita è solo casa, figli e marito?
Lavorava in precedenza?
Cosa è cambiato nel vostro rapporto dopo la nascita dei bambini?
Da quanto riferisce mi sembra di capire che il rapporto con suo marito non sia sereno e che lei non riesca a comunicargli il suo disagio per i suoi sensi di colpa, il timore forse di non essere compresa...
Data la condizione di malessere che ci ha espresso, è raccomandata una visita specialistica per una valutazione diretta della sua condizione e per riflettere sul percorso idoneo ad affrontare efficacemente i disagi espressi e a ritrovare migliore benessere.
E' importante sia per lei, sia per i suoi figli, la serenità della mamma è molto importante per una loro buona ed equilibrata crescita.
Se vuole aggiungere altro o necessita di ulteriori informazione restiamo in ascolto.
Cari saluti
non ci dice come stava prima delle maternità, se avere tre bimbi in un arco di tempo così ravvicinato sia stata una scelta condivisa con suo marito, un caso, altro ..
E' evidente, al di là di tutto, che l'impegno richiesto da tre maternità e dall'accudire e crescere tre bimbi piccoli, sia dal punto di vista fisiologico che psicologico, richieda una grande quantità di risorse ed energia.
Suo marito le è stato vicino durante gravidanza e nell'accudimento dei bimbi?
Ha avuto il supporto di familiari, amici, parenti?
La sua vita è solo casa, figli e marito?
Lavorava in precedenza?
Cosa è cambiato nel vostro rapporto dopo la nascita dei bambini?
Da quanto riferisce mi sembra di capire che il rapporto con suo marito non sia sereno e che lei non riesca a comunicargli il suo disagio per i suoi sensi di colpa, il timore forse di non essere compresa...
Data la condizione di malessere che ci ha espresso, è raccomandata una visita specialistica per una valutazione diretta della sua condizione e per riflettere sul percorso idoneo ad affrontare efficacemente i disagi espressi e a ritrovare migliore benessere.
E' importante sia per lei, sia per i suoi figli, la serenità della mamma è molto importante per una loro buona ed equilibrata crescita.
Se vuole aggiungere altro o necessita di ulteriori informazione restiamo in ascolto.
Cari saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
Buonasera, grazie di avermi risposto subito.
Prima di diventare mamma lavoravo, poi è nata la prima bimba (voluta)e ci siamo trasferiti. Da allora non ho più potuto lavorare ne cercare lavoro perchè poi sono arrivati gli altri 2 bimbi (l'ultima in effetti non era attesa, infatti stavamo per utilizzare un metodo contrccettivo ma sono rimasta incinta prima).
Mio marito durante la prima gravidanza era attentissimo alle mie esigenze e voleva sempre sentire se si muoveva o no, mentre con le successive l'attenzione è andata calando fino quasi a scomparire. Con i bambini non mi aiut molto, ma nonostante glielo ripeta spesso non capisce (o non vuole capire). Non ha mai cambiato un pannolino, o dato da mangiare ai bambini. Anche quando andiamo in giro non muve un dito nel caricare/scaricare i bimbi, anche se ultimamente è migliorato. L'unica che mi aiuta un po è mia mamma, ma anche lei lavora e non ha molto tempo.
Con mio marito stiamo cercando di riprendere un po il rapporto che avevamo prima tramite un servizio di conseling famigliare della nostra parrocchia, ma effettivamente non riesco ancora a confidarmi con mio marito di queste cose sia perchè non credo che possa capirmi sia perchè non credo che a lui interessino i miei problemi (anche se questta è una mia opinione)
magari ne parlero al mio medico di famiglia e vedro il da farsi
grazie
Prima di diventare mamma lavoravo, poi è nata la prima bimba (voluta)e ci siamo trasferiti. Da allora non ho più potuto lavorare ne cercare lavoro perchè poi sono arrivati gli altri 2 bimbi (l'ultima in effetti non era attesa, infatti stavamo per utilizzare un metodo contrccettivo ma sono rimasta incinta prima).
Mio marito durante la prima gravidanza era attentissimo alle mie esigenze e voleva sempre sentire se si muoveva o no, mentre con le successive l'attenzione è andata calando fino quasi a scomparire. Con i bambini non mi aiut molto, ma nonostante glielo ripeta spesso non capisce (o non vuole capire). Non ha mai cambiato un pannolino, o dato da mangiare ai bambini. Anche quando andiamo in giro non muve un dito nel caricare/scaricare i bimbi, anche se ultimamente è migliorato. L'unica che mi aiuta un po è mia mamma, ma anche lei lavora e non ha molto tempo.
Con mio marito stiamo cercando di riprendere un po il rapporto che avevamo prima tramite un servizio di conseling famigliare della nostra parrocchia, ma effettivamente non riesco ancora a confidarmi con mio marito di queste cose sia perchè non credo che possa capirmi sia perchè non credo che a lui interessino i miei problemi (anche se questta è una mia opinione)
magari ne parlero al mio medico di famiglia e vedro il da farsi
grazie
[#3]
Gentile Signora,
a meno che i colloqui di counselling familiare della vostra parrocchia siano sostenuti con uno psicologo dubito che servano a qualcosa, in assenza delle competenze tecniche necessarie per intervenire in un caso delicato come il vostro (ma anche in qualunque altro caso, poiché la consulenza di coppia è una prestazione psicologica che richiede ovviamente di essere svolta da uno psicologo).
Lei è una mamma giovanissima che in breve tempo si è dovuta fare carico di ben 3 bambini e che non ha l'aiuto che le servirebbe: come potrebbe essere serena?
Immagino che la sua quotidianità sarebbe molto pesante anche se lei non stesse sul divano per mancanza di motivazione: se l'alternativa al divano fosse meno stressante e a lei quindi più gradita probabilmente troverebbe qualche forza in più per seguire casa e bambini, ma da come si descrive sembra che si senta prigioniera e non protagonista delle scelte che ha fatto.
Forse si aspettava che la situazione evolvesse diversamente e che suo marito non si defilasse come poi ha fatto, ma è comprensibile che la prima gravidanza porti con sé una carica emotiva legata alla novità che le gravidanze successive perdono e il partner a volte deve essere richiamato ai propri doveri quando si tratta di compiti sicuramente poco gradevoli (come cambiare pannolini o alzarsi la notte).
Quando ha avuto bisogno di qualcosa o il desiderio che lui fosse più coinvolto e presente gliel'ha chiesto, o si è in parte aperta solo quando avete litigato?
Se non gli chiede quello che vorrebbe da lui è perchè si sente in colpa perché lui lavora e mantiene la famiglia, e quindi lei ritiene che non sia giusto chiedergli altro?
a meno che i colloqui di counselling familiare della vostra parrocchia siano sostenuti con uno psicologo dubito che servano a qualcosa, in assenza delle competenze tecniche necessarie per intervenire in un caso delicato come il vostro (ma anche in qualunque altro caso, poiché la consulenza di coppia è una prestazione psicologica che richiede ovviamente di essere svolta da uno psicologo).
Lei è una mamma giovanissima che in breve tempo si è dovuta fare carico di ben 3 bambini e che non ha l'aiuto che le servirebbe: come potrebbe essere serena?
Immagino che la sua quotidianità sarebbe molto pesante anche se lei non stesse sul divano per mancanza di motivazione: se l'alternativa al divano fosse meno stressante e a lei quindi più gradita probabilmente troverebbe qualche forza in più per seguire casa e bambini, ma da come si descrive sembra che si senta prigioniera e non protagonista delle scelte che ha fatto.
Forse si aspettava che la situazione evolvesse diversamente e che suo marito non si defilasse come poi ha fatto, ma è comprensibile che la prima gravidanza porti con sé una carica emotiva legata alla novità che le gravidanze successive perdono e il partner a volte deve essere richiamato ai propri doveri quando si tratta di compiti sicuramente poco gradevoli (come cambiare pannolini o alzarsi la notte).
Quando ha avuto bisogno di qualcosa o il desiderio che lui fosse più coinvolto e presente gliel'ha chiesto, o si è in parte aperta solo quando avete litigato?
Se non gli chiede quello che vorrebbe da lui è perchè si sente in colpa perché lui lavora e mantiene la famiglia, e quindi lei ritiene che non sia giusto chiedergli altro?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Gentile Signora,
sottolineo il parere della Collega dott. Massaro sul counseling familiare presso la parrocchia.
Da quale figura è seguita?
Meglio sarebbe dal mio punto di vista che ricorresse al Consultorio Familiare ASL del suo territorio o altra struttura pubblica, anche perché la sua condizione di malessere meriterebbe di essere seguita a livello specialistico, e non solo di coppia, in modo efficace.
Ecco il link per informazioni ASL della sua città
http://www.aslmn.it/
Ci faccia sapere se crede
Un caro saluto
sottolineo il parere della Collega dott. Massaro sul counseling familiare presso la parrocchia.
Da quale figura è seguita?
Meglio sarebbe dal mio punto di vista che ricorresse al Consultorio Familiare ASL del suo territorio o altra struttura pubblica, anche perché la sua condizione di malessere meriterebbe di essere seguita a livello specialistico, e non solo di coppia, in modo efficace.
Ecco il link per informazioni ASL della sua città
http://www.aslmn.it/
Ci faccia sapere se crede
Un caro saluto
[#5]
Utente
salve, non ricordo se la persona che ci segue è psicologa o no, il lavoro che stiamo facendo verte principalmente sul dialogo di coppia, su come affrontare le discussioni ed i litigi e sul maggior coinvolgimento di mio marito nella cura dei bambini ed effettivamente abbiamo notato già qualche progresso (fin'ora abbiamo fatto pochi incontri).
Mio marito si è dimostrato abbastanza disponibile anche se la strada è ancora lunga, non capisce cio che passo io tutti i giorni con i bambini perchè non ha mai avuto modo di provarlo sulla pelle (cosa che farà prima o poi) . credo che sia più un "problema" mio, cioè come lei ha detto non riesco a chiedere a mio marito di aiutarmi perchè lui già lavora (ed anche perchè quelle poche volte che l'ho fatto non ha fatto i salti dalla gioia) e questo discorso riesco a tirarlo fuori solo quando litighiamo. Ma questa fatica a chiedere aiuto non ce l'ho solo con lui ma anche con mia mamma o altre persone in generale, un po perche preferisco fare da sola ma sopratutto perchè penso di dare fastidio, di non meritarmi l'aiuto di nessuno e perchè penso di riuscire da sola visto che mia mamma l'ha fatto a suo tempo. In più facendo le cose controvoglia (quando non me le dimentico), spesso commetto errori di distrazione (parlo di errori nel seguire la contabilità famigliare, le bollette, ecc) e mio marito ovviamente si arrabbia, finiamo per litigare, gli dico che ho troppe cose da fare e che non riesco a seguire tutto, ma lui dice che è compito mio occuparmi dei bambini, della casa e di tutto ciò che le ruota intorno fino a quando non lavorerò anch'io...fortunatamente questi litigi sono molto diminuiti sia di numero che di intensità da quando frequentiamo il counseling.
Penso che mi rivolgerò all'asl appena ne troverò il coraggio perchè un po mi vergogno ed ho paura di quello che mi possono dire...tipo che sono malata ecc.
Grazie
Mio marito si è dimostrato abbastanza disponibile anche se la strada è ancora lunga, non capisce cio che passo io tutti i giorni con i bambini perchè non ha mai avuto modo di provarlo sulla pelle (cosa che farà prima o poi) . credo che sia più un "problema" mio, cioè come lei ha detto non riesco a chiedere a mio marito di aiutarmi perchè lui già lavora (ed anche perchè quelle poche volte che l'ho fatto non ha fatto i salti dalla gioia) e questo discorso riesco a tirarlo fuori solo quando litighiamo. Ma questa fatica a chiedere aiuto non ce l'ho solo con lui ma anche con mia mamma o altre persone in generale, un po perche preferisco fare da sola ma sopratutto perchè penso di dare fastidio, di non meritarmi l'aiuto di nessuno e perchè penso di riuscire da sola visto che mia mamma l'ha fatto a suo tempo. In più facendo le cose controvoglia (quando non me le dimentico), spesso commetto errori di distrazione (parlo di errori nel seguire la contabilità famigliare, le bollette, ecc) e mio marito ovviamente si arrabbia, finiamo per litigare, gli dico che ho troppe cose da fare e che non riesco a seguire tutto, ma lui dice che è compito mio occuparmi dei bambini, della casa e di tutto ciò che le ruota intorno fino a quando non lavorerò anch'io...fortunatamente questi litigi sono molto diminuiti sia di numero che di intensità da quando frequentiamo il counseling.
Penso che mi rivolgerò all'asl appena ne troverò il coraggio perchè un po mi vergogno ed ho paura di quello che mi possono dire...tipo che sono malata ecc.
Grazie
[#6]
Gentile Signora,
indubbiamente lei fatica da quanto ci dice a chiedere aiuto, tuttavia suo marito certo non la facilita nel compito.
Probabilmente il modello familiare e forse una scarsa stima di sé contribuiscono al suo atteggiamento...ipotizzo
Comunque non si dia ogni responsabilità di quanto accade, ciascuno dei partner contribuisce a determinare con il proprio atteggiamento e le modalità di porsi con l'altro ciò che accade nella coppia.
Non tema di essere giudicata o etichettata nell'incontrare uno psicologo. Assenza di giudizio, clima accogliente ed empatico, caratterizzano il lavoro di questa figura professionale.
Dunque non esiterei a rivolgermi al Consultorio proprio per avere un aiuto adeguato volto ad affrontare efficacemente questo delicato periodo in vista di miglior benessere personale e di coppia.
Ci tenga informati se crede.
Cari auguri
indubbiamente lei fatica da quanto ci dice a chiedere aiuto, tuttavia suo marito certo non la facilita nel compito.
Probabilmente il modello familiare e forse una scarsa stima di sé contribuiscono al suo atteggiamento...ipotizzo
Comunque non si dia ogni responsabilità di quanto accade, ciascuno dei partner contribuisce a determinare con il proprio atteggiamento e le modalità di porsi con l'altro ciò che accade nella coppia.
Non tema di essere giudicata o etichettata nell'incontrare uno psicologo. Assenza di giudizio, clima accogliente ed empatico, caratterizzano il lavoro di questa figura professionale.
Dunque non esiterei a rivolgermi al Consultorio proprio per avere un aiuto adeguato volto ad affrontare efficacemente questo delicato periodo in vista di miglior benessere personale e di coppia.
Ci tenga informati se crede.
Cari auguri
[#7]
"questa fatica a chiedere aiuto non ce l'ho solo con lui ma anche con mia mamma o altre persone in generale, un po' perchè preferisco fare da sola ma soprattutto perchè penso di dare fastidio, di non meritarmi l'aiuto di nessuno e perchè penso di riuscire da sola visto che mia mamma l'ha fatto a suo tempo"
Qualcuno le ha fatto pesare in passato il fatto di aver chiesto un aiuto (in qualunque contesto)?
Le è stato insegnato che ognuno si deve arrangiare da sé, tranne casi eccezionali?
Qual è l'atteggiamento di sua mamma quando le chiede una mano nella gestione dei bambini?
Qualcuno le ha fatto pesare in passato il fatto di aver chiesto un aiuto (in qualunque contesto)?
Le è stato insegnato che ognuno si deve arrangiare da sé, tranne casi eccezionali?
Qual è l'atteggiamento di sua mamma quando le chiede una mano nella gestione dei bambini?
[#8]
Utente
Buonasera dott.ssa Massaro, non ricordo di preciso un episodio in cui qualcuno mi ha fatto pesare di avergli chiesto aiuto...penso che essere la prima di 4 fratelli abbia contribuito a rendermi più indipendente già da bambina visto che i miei lavoravano e rimanevamo a casa con mia nonna. Anche da adolescente mi facevo mille scrupoli nel chiedere ai miei genitori di stare fuori fino a tardi o per più sere consecutive, e a volte rinunciavo ad uscire pur di non chiedere il permesso a loro. E la stessa cosa succede ora, preferisco arrangiarmi pur di non chiedere aiuto a qualcuno. Mi sento come se le mie esigenze fossero un peso per gli altri perchè quando chiedo un favore a mio marito, a mia mamma o a mio papa mi sembra di intuire in loro del fastidio. Così con il passare del tempo ho diminuito drasticamente le richieste di aiuto (anche se ora ho molto più bisogno rispetto a quando avevo solo una bambina), con meno aiuti si sono accumulate le cose da fare e ad un certo punto mi sono arresa... mi sento come se dovessi scalare una montagna altissima senza gambe o braccia, so che se riuscissi ad andare dall'altra parte troverei un bellissimo prato fiorito, ma allo stesso tempo sono scoraggiata dall'idea di dover affrontare una scalata simile in quelle condizioni. Ora mi sento in trappola, sono esaurita, faccio fatica a fare ogni cosa, mi sento inutile e incapace perchè quel poco che riesco a fare lo faccio male.
[#9]
Gentile Signora,
a quanto sembrerebbe lei ha imparato che esistono i doveri, ma non i diritti.
Ha dovuto probabilmente arrangiarsi da sola e rinunciare a chiedere per non essere di peso agli altri.
Però continuare in questo modo, con le mille fatiche e compiti di una mamma con tre bimbi piccoli e la responsabilità di una casa da portare avanti, come vede, non è più possibile < mi sento come se dovessi scalare una montagna altissima senza gambe o braccia>
Sarebbe pertanto utile che riflettesse anche su questi punti nell'ambito di un percorso psicologico.
Cari saluti
a quanto sembrerebbe lei ha imparato che esistono i doveri, ma non i diritti.
Ha dovuto probabilmente arrangiarsi da sola e rinunciare a chiedere per non essere di peso agli altri.
Però continuare in questo modo, con le mille fatiche e compiti di una mamma con tre bimbi piccoli e la responsabilità di una casa da portare avanti, come vede, non è più possibile < mi sento come se dovessi scalare una montagna altissima senza gambe o braccia>
Sarebbe pertanto utile che riflettesse anche su questi punti nell'ambito di un percorso psicologico.
Cari saluti
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.1k visite dal 28/06/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.