Non lo sò ...

Salve a tutti.

Mi trovo a scrivere qui per parlare ed avere un confronto su ciò che sto vivendo.

Sono una studentessa di medicina che si sente una fallita. Sto studiando ciò che ho sempre sognato, infatti non è questo il problema, medicina è da sempre il mio sogno.

Il problema è che sono fuoricorso. Questo mi avvilisce, mi condiziona, mi sminuisce, mi sento un essere inferiore. Molti dei miei ex compagni di corso, sono giunti alla laurea. Vedo queste persone che magari un tempo si trovavano nelle mie stesse difficoltà, andare avanti, mentre io mi sento sempre allo stesso punto, non riesco ad ottimizzarmi. Sono lenta e, aggiungerei, stupida. Inizio ad invidiare chi ottiene buoni risultati, chi ottiene ciò che io vorrei.

Quello che posso aggiungere, ma che non voglio assolutamente utilizzare come scusa, è che ho vissuto periodi psicologicamente non proprio buoni. Problemi in famiglia che continuano ad incidere sulla qualità di vita, come sempre, del resto. Alcuni eventi passati che credo abbiano influenzato il mio carattere in maniera tale da limitarmi. Sono ansiosa, pochi amici e poca vita sociale, anzi, direi quasi nulla.

Quello che sento è una stanchezza mentale. Sono stanca. Vorrei prendermi una vacanza, in realtà da me stessa. Sono stanca, ma non di studiare. Anche se a volte sembra che sia demotivata.


Con queste poche righe, nelle quali ho sicuramente dimenticato di parlare di molti momenti "importanti" non mi aspetto di certo una soluzione ai miei problemi, ma qualche suggerimento, consiglio generale, domande, che mi permettano di interrogarmi e cercare una motivazione a questa invidia, e a questo blocco.

Grazie

[#1]
Dr.ssa Sara Siniscalchi Psicologo, Psicoterapeuta 41
Gentile Utente,

mi colpisce molto il duro giudizio che lei da di se stessa "Sono lenta e, aggiungerei, stupida"...e mi sembra che il suo focus sia totalmente su ciò che non riesce a fare piuttosto che su ciò che ha fatto finora e ciò che sa fare.

è possibile che lei abbia delle aspettative molto elevate rispetto a se stessa? e che il non riuscire ad adeguarsi a queste aspettative la avvilisca e la affatichi molto?

Se così fosse la stanchezza mentale di cui parla troverebbe la spiegazione in questo suo continuo cercare di soddisfare le aspettative e di "fare di più".
è forse legato a questo la frase in cui lei afferma "vorrei prendermi una vacanza da me stessa"?.


Cordiali saluti

Dr.ssa Sara Siniscalchi
Psicologa e Psicoterapeuta
http://www.gioiosamente.it

[#2]
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Avevo delle aspettative, ormai non ne ho più su di me, perchè sò che non riuscirò a soddisfarle. Sono fuoricorso quasi ad anni alterni ed ho iniziato con un anno di ritardo per via dei test di ingresso (anche qui, non aver passato il test la prima volta, mi ha fatto cadere in una incertezza e angoscia sul futuro, passai un anno a studiare per il successivo test e, nonostante riuscii a superarlo, per me era comunque una sconfitta trovarmi in un'aula con persone "più brave di me") e lei capirà che, essendo una facoltà di sei anni, sia piuttosto angosciante, almeno per me, il fatto di rallentare ulteriormente. E di pesare economicamente sulla mia famiglia, questo contribuisce al senso di colpa.

Il problema credo che sia in parte questo, la fatica di non arrivare dove vorrei e come vorrei e la fatica di non accettare questo limite. La domanda che mi pongo spesso è perchè io non riesca a prendere un ritmo che sia diverso da quello che ho ora. Mi sento rallentata, sfibrata.

Prendermi una vacanza da me stessa si riferisce in parte a questo voler fare di più, in parte a questa angoscia, ansia, che provo ormai in materia università. In parte anche ad altri problemi che credo contribuiscano alla stanchezza mentale.

Il punto è che adesso spreco energie ad invidiare gli altri e a pensare a quanto io non sia capace e a quanto sia inferiore. Ed è uno spreco, me ne rendo conto.

La ringrazio
[#3]
Dr.ssa Sara Siniscalchi Psicologo, Psicoterapeuta 41
Gentile Utente,

lei afferma:

"Il punto è che adesso spreco energie ad invidiare gli altri e a pensare a quanto io non sia capace e a quanto sia inferiore. Ed è uno spreco, me ne rendo conto."

è proprio così, questo sicuramente le toglie energia e se lei si sente stanca, "rallentata e sfibrata" è naturale che non riesca ad assumere ritmi diversi da quelli che ha ora...
anche il non accettare questo "limite" di certo non la aiuta, probabilmente la appesantisce ancor più.

Non accettare il limite mi fa ipotizzare che le pretese nei suoi confronti siano troppo elevate e cercare di soddisfare delle aspettative senza riuscirci può affaticare molto.

Più che chiedersi perchè non riesce a prendere un ritmo diverso, sarebbe utile chiedersi "come fare per uscire da questo stato di stanchezza?".
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo per discutere di questo, del suo senso di fallimento ed anche per migliorare la sua autostima (poichè è molto critica e svalutante con se stessa).

Infine lei afferma:
"pesare economicamente sulla mia famiglia, questo contribuisce al senso di colpa"

Il senso di colpa appesantisce e potrebbe contribuire alla sensazione di affaticamento. Come mai è così pesante per lei gravare economicamente sulla sua famiglia? Sente qualche pressione?

Cordiali saluti
[#4]
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Non sento pressioni, o meglio, non in senso esplicito. La pressione che sento è la delusione che leggo negli occhi e nelle espressioni di mia madre, in primis, e di altre persone. E' una delusione che appesantisce quella che già provo nei miei confronti. Il lato economico comincia a pesarmi perchè sto per compiere ventisette anni, a quest'età dovrei aver finito l'università, invece non sò per quanto andrà avanti. Mi sento in difetto, questo mi porta a percepire un senso di spreco, come se la mia famiglia stesse sprecando soldi per me. Per questo stavo anche meditando di lasciare la casa in affitto e riprendere la vita da pendolare.

Il punto è questo. Ho quasi ventisette anni ed il percorso è lungo. Questo mi porta a provare paura ed angoscia.

Ha ragione, la domanda da pormi è : come uscire da questo stato di stancheza.

In realtà stavo pensando di rivolgermi ad uno psicologo, ho sempre rimandato perchè, stupidamente, ho sempre pensato che, intraprendere un percorso, non è semplice, questo mi avrebbe distratto ulteriormente dallo studio. Infatti ho sempre rimandato ma il punto principale è questo, affrontare e non lasciarmi trascinare ancora.
[#5]
Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6
Gentile ragazza,

Dalle righe che ha scritto mi sembra che abbia "investito" moltissimo su questa laurea, che è divenuta un elemento focale nella sua vita sotto vari aspetti , arrivando a sacrificare moltissimo ( scrive di non avere quasi una vita relazionale ...) Cosa rappresenterebbe per se stessa la fine di questo percorso?

come può affrontare un percorso impegnativo come quello che ha intrapreso se si sente stanca?

E... più è stanca e più rallenterà, più rallenterà e più sarà stanca se ho ben compreso questo loop in cui è incappata.

Non sprechi energie nel pensare ai percorsi altrui, vada avanti per la SUA strada magari più lenta ma non per questo meno VALIDA !

Cordialmente,






Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com

[#6]
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Salve Dr.Bruzzese, indubbiamente ho investito molto in questo corso di studio, proprio perchè è il mio sogno, terminare sarebbe, appunto, realizzare un sogno. Tuttavia, non posso dire di aver sacrificato la mia vita sociale per lo studio, in quanto non ne ho mai avuta una così intensa. Quindi se mi trovo con pochi amici, è perchè negli anni non sono stata in grado di relazionarmi e di concedermi una vita sociale, indipendentemente dallo studio. Le cause hanno radici profonde, dal modo in cui sono stata cresciuta che mi ha portato sempre ad isolarmi.

Il problema è non pensare ai percorsi altrui, perchè non è così semplice. Di mio, posso impegnarmi, ma non dipende solo da me, perchè ci sono milioni di fattori esterni che spostano di nuovo l'attenzione sugli altri e mi portano, poi, a fare un disastroso paragone. Certamente, se fossi psicologicamente più forte e non avessi problemi irrisolti, non ne farei un problema, anche questo è vero.

Io non riesco a vedere il mio percorso come qualcosa che possa essere ugualmente valido, anche per il modo in cui le persone, compagni di corso, conoscenti, persone in generale, valutano questa situazione. O meglio, il fatto che tutti pensino che se sono in ritardo, voglia dire che non ci arrivo, non capisco, è una cosa da perdenti. Ecco, nemmeno questo aiuta. E capisco anche che dovrò reagire.

Grazie
[#7]
Dr.ssa Sara Siniscalchi Psicologo, Psicoterapeuta 41
Da ciò che afferma sembra molto importante per lei il giudizio degli altri, al punto che il modo in cui lei si valuta dipende molto da come la valutano le persone che la circondano.

Anche questo a mio avviso contribuisce al suo disagio e merita di essere affrontato con uno specialista.

"In realtà stavo pensando di rivolgermi ad uno psicologo... il punto principale è questo, affrontare e non lasciarmi trascinare ancora."

La scarsa stima di sé e il malessere che lei manifesta meritano attenzione e non possono trovare un grande aiuto in un consulto on line. Sono contenta per lei se decide di rivolgersi ad uno psicologo per affrontare il suo disagio e provare ad uscirne.

Le faccio i miei migliori auguri.

Un caro saluto.
[#8]
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Ho contattato una psicologa e sono in attesa di conferma per il primo colloquio che non potrà esserci prima della fine del mese.

Adesso però ho una serie di impegni e questa stanchezza mi sta massacrando.