Cinque anni fa, ho incontrato un uomo di cui mi sono innamorata follemente
Proverò a spiegare brevemente la mia situazione affettiva attuale che mi sta logorando
Ho cinquantatre anni, che non dimostro, un lavoro gratificante un figlio di ventitre anni che ormai lavora fuori casa,e…la mia vita pare un gran disastro…
ma comincio dal principio…
Cinque anni fa, ho incontrato un uomo di cui mi sono innamorata follemente.
Entrambi separati (io con figlio che viveva con me; lui con figlia a custodia alternata) dopo meno di un anno, decidiamo di convivere.
Lui è fantastico, mi porta ai Caraibi, Parigi, Sicilia; mi fa regali costosi, è premuroso, generoso, gentile e la mia vita diventa una vita da favola.
Quasi da subito, però, emergono discussioni che se pur banali, rompono il nostro equilibrio.
Devo sempre fare le cose con lui, non posso prendermi del tempo per stare con mio figlio, non posso sentire amici perché è geloso, non posso non passare il we sempre con lui.
Se non rispondo al cellulare è perché chissà dove sono, non è normale dimenticarlo in macchina (!); mi controlla la posta elettronica, i messaggi sul cellulare le carte di credito, pilotando in questo modo la mia vita.
E quel che è peggio non vuol sentire spiegazioni.
Se litighiamo, lui si chiude nel suo mutismo, mangia per i fatti suoi, dorme sul divano, non mi parla torna a casa tardi.E io sto male da morire..
Critica sempre il mio operato, quello che fa lui è sempre giusto, e nessuno fa le cose bene come lui. Minaccia all'autostima ad alto livello...
A questo aggiungiamo una figlia subdola e viziata che lo pilota a suo piacimento e mio figlio che non sopportandolo è andato a vivere da solo.
Un anno fa ho preso la decisione e l'ho lasciato. ma da quel momento lui non ha smesso di cercarmi e implorarmi di tornare. io determinata all'inizio ho perso per strada le motivazioni continuando cosi a vederlo senza stare davvero bene con lui e senza una motivazione forte... fiducia zero, intesa zero. ma quando realizzo di lasciarlo veramente sono colta dall ansia...della solitudine, del non aver amici, del dover affrontare da sola la vita.
E' come se questa relazione malata avesse stabilito nella sua patologia una dipendenza nonostante tutto. Ma è possibile? dove è finita quella donna volitiva e determinata che ero?
razionalmente so che devo chiudere, ma emotivamente mi manca la forza, che paradossalmente avevo trovato lo scorso anno andando a vivere da sola.
l'incredibile è che lui vorrebbe tornare a convivere e sposarmi...
mi sento confusa, agitata, e mi chiedo...non chiudo per comodità? perchè non sappia più affrontare la vita da sola come ho fatto per tanti anni?per paura della solitudine?per tutte queste cose insieme?
confido in una vostra risposta illuminante..grazie mp
Ho cinquantatre anni, che non dimostro, un lavoro gratificante un figlio di ventitre anni che ormai lavora fuori casa,e…la mia vita pare un gran disastro…
ma comincio dal principio…
Cinque anni fa, ho incontrato un uomo di cui mi sono innamorata follemente.
Entrambi separati (io con figlio che viveva con me; lui con figlia a custodia alternata) dopo meno di un anno, decidiamo di convivere.
Lui è fantastico, mi porta ai Caraibi, Parigi, Sicilia; mi fa regali costosi, è premuroso, generoso, gentile e la mia vita diventa una vita da favola.
Quasi da subito, però, emergono discussioni che se pur banali, rompono il nostro equilibrio.
Devo sempre fare le cose con lui, non posso prendermi del tempo per stare con mio figlio, non posso sentire amici perché è geloso, non posso non passare il we sempre con lui.
Se non rispondo al cellulare è perché chissà dove sono, non è normale dimenticarlo in macchina (!); mi controlla la posta elettronica, i messaggi sul cellulare le carte di credito, pilotando in questo modo la mia vita.
E quel che è peggio non vuol sentire spiegazioni.
Se litighiamo, lui si chiude nel suo mutismo, mangia per i fatti suoi, dorme sul divano, non mi parla torna a casa tardi.E io sto male da morire..
Critica sempre il mio operato, quello che fa lui è sempre giusto, e nessuno fa le cose bene come lui. Minaccia all'autostima ad alto livello...
A questo aggiungiamo una figlia subdola e viziata che lo pilota a suo piacimento e mio figlio che non sopportandolo è andato a vivere da solo.
Un anno fa ho preso la decisione e l'ho lasciato. ma da quel momento lui non ha smesso di cercarmi e implorarmi di tornare. io determinata all'inizio ho perso per strada le motivazioni continuando cosi a vederlo senza stare davvero bene con lui e senza una motivazione forte... fiducia zero, intesa zero. ma quando realizzo di lasciarlo veramente sono colta dall ansia...della solitudine, del non aver amici, del dover affrontare da sola la vita.
E' come se questa relazione malata avesse stabilito nella sua patologia una dipendenza nonostante tutto. Ma è possibile? dove è finita quella donna volitiva e determinata che ero?
razionalmente so che devo chiudere, ma emotivamente mi manca la forza, che paradossalmente avevo trovato lo scorso anno andando a vivere da sola.
l'incredibile è che lui vorrebbe tornare a convivere e sposarmi...
mi sento confusa, agitata, e mi chiedo...non chiudo per comodità? perchè non sappia più affrontare la vita da sola come ho fatto per tanti anni?per paura della solitudine?per tutte queste cose insieme?
confido in una vostra risposta illuminante..grazie mp
[#1]
Gentile signora,
è probabile che quest'uomo e questa relazione tossica abbiano fatto attorno a Lei terra bruciata e se Lei era sempre controllata per tutte le questioni che ha elencato, forse ad un certo punto ha lasciato perdere gli amici e la vita sociale...
Però, oltre questo, è anche vero che gli altri possono fare (nel senso che sono liberi) ciò che vogliono... come mai Lei si è infilata in una relazione del genere? E come mai non riesce serenamente a svincolarsi?
Da qui io non lo posso sapere, ma l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di persona è importante.
Ci pensi.
Saluti,
è probabile che quest'uomo e questa relazione tossica abbiano fatto attorno a Lei terra bruciata e se Lei era sempre controllata per tutte le questioni che ha elencato, forse ad un certo punto ha lasciato perdere gli amici e la vita sociale...
Però, oltre questo, è anche vero che gli altri possono fare (nel senso che sono liberi) ciò che vogliono... come mai Lei si è infilata in una relazione del genere? E come mai non riesce serenamente a svincolarsi?
Da qui io non lo posso sapere, ma l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di persona è importante.
Ci pensi.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
"io ero sola da tanto tempo...forse qsto ha creato una mia debolezza."
è probabile che le cose stiano così, ma non solo: in genere uomini che poi si rivelano aggressivi, all'inizio sono bravi a capire tutte le debolezze dell'altro.
In merito al fatto di imparare a svincolarsi è una questione che si affronta in una psicoterapia, anche perchè mi pare ci sia una chiara dinamica vittima- carnefice che va definita e spezzata.
Da qui non è possibile fare terapia.
Saluti,
è probabile che le cose stiano così, ma non solo: in genere uomini che poi si rivelano aggressivi, all'inizio sono bravi a capire tutte le debolezze dell'altro.
In merito al fatto di imparare a svincolarsi è una questione che si affronta in una psicoterapia, anche perchè mi pare ci sia una chiara dinamica vittima- carnefice che va definita e spezzata.
Da qui non è possibile fare terapia.
Saluti,
[#4]
O forse non chiude perché quest'uomo con il suo agire le fa sperare in un cambiamento? O forse perché con il suo implorare e il chiederle di sposarla si dimostra dipendente a sua volta e la fa sentire indispensabile?
O forse perché azzerando i rapporto sociali e subendo critiche ha finito per dargli credito e sentirsi da volitiva e determinata a debole, isolata e incapace?
D'altra parte cinque anni in questo modo, in cui vengono assecondate le richieste irragionevoli del partner, non sono pochi e sembrano proprio essere stati in grado di indebolirla, destabilizzarla e confonderla.
Anch'io le suggerisco di rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta scelta più che mai opportuna per comprendere e spezzare le dinamiche che l'hanno trattenuta e tuttora, malgrado tutto, la trattengono in un rapporto sperequato e malato, riuscire ad uscirne e a riprendere in mano la sua vita.
Cari saluti
O forse perché azzerando i rapporto sociali e subendo critiche ha finito per dargli credito e sentirsi da volitiva e determinata a debole, isolata e incapace?
D'altra parte cinque anni in questo modo, in cui vengono assecondate le richieste irragionevoli del partner, non sono pochi e sembrano proprio essere stati in grado di indebolirla, destabilizzarla e confonderla.
Anch'io le suggerisco di rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta scelta più che mai opportuna per comprendere e spezzare le dinamiche che l'hanno trattenuta e tuttora, malgrado tutto, la trattengono in un rapporto sperequato e malato, riuscire ad uscirne e a riprendere in mano la sua vita.
Cari saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.6k visite dal 27/06/2013.
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