Dalle sedute è emersa una mia paura a "perdere il controllo", a lasciarmi andare

Buongiorno.
Sono una ragazza di 20 anni e nell'ultimo anno ho sofferto di ansia e depressione correlatamente ad un'esperienza relazionale vissuta molto male.
Premetto che due anni fa ho vissuto una storia che mi ha logorato dentro (mi sono riconosciuta molto nella descrizione di "DOC da relazione", se esiste): il rapporto era nato con insicurezza, e ho continuato a chiedermi se amassi o meno il ragazzo con cui stavo. L'insicurezza è in poco tempo diventata ossessione, mi interrogavo continuamente sui miei sentimenti per lui, e dall'ossessione e dalla frustrazione delle mancate risposte è scaturita la depressione. Non sapevo che tutto questo fosse accaduto anche ad altri, fatto sta che trovata la forza di interrompere la relazione con questo ragazzo, che mi amava da impazzire, ho cominciato a star meglio e il problema si è risolto.
L'anno scorso ho rivisto quello che è un tempo è stato il mio migliore amico: da parte sua c'è sempre stato un sentimento molto profondo nei miei confronti, ma io, nonostante ci fossimo baciati qualche anno fa, non avevo mai acconsentito a stare con lui. Dal nostro incontro lo scorso anno è scaturita l'attrazione, abbiamo cominciato a frequentarci ma io non ero convintissima: avevo provato attrazione fisica, ma non mentale. Temendo di ricadere nella trappola della storia precedente, ho chiesto ai miei genitori di poter consultare uno psicologo. Dalle sedute è emersa una mia paura a "perdere il controllo", a lasciarmi andare. Ma la "relazione" ha continuato, per poi finire da lì a poco tempo: continuavo a ripetere al ragazzo con cui stavo che non ero sicura dei miei sentimenti con lui, così comprendendo la situazione lui mi ha lasciata. Se da parte mia c'è stata paura e ritrosia, da parte sua, tuttavia, c'è stata fretta, c'è stato il "voglio tutto e subito", insomma tendeva a bruciare le tappe.
Da quando mi ha lasciata mi sono ammalata: ho sofferto inizialmente di attacchi d'ansia, di depressione, e ho cominciato ad avere pensieri ossessivi ricorrenti (ES: dubitavo delle mie facoltà mentali). Ora sono in cura da uno psichiatra e prendo antidepressivi e ansiolitici. La situazione è andata progressivamente migliorando.Avevo anche conosciuto un altro a cui mi sono invece serenamente interessata.
Qualche giorno fa (dopo 6 mesi che ci siamo lasciati) ho "deciso", tranquillamente, di rivedere questo ragazzo. Non pensavo sarebbe scattato qualcosa, ma quando mi ha accarezzato ho provato una sensazione molto bella, mi sentivo attratta. Inaspettamente questo mi manda nel panico.Crisi,pianto,paura di impazzire. Rivelo ai miei genitori il motivo della mia "ricaduta": si sono arrabbiati dicendo che "andavo a cercarmela", che non devo mettermi in una situazione che in precedenza mi ha fatto soffrire.Ora che ci penso,concordo,ma mi chiedo comunque: riavvicinarmi sentimentalmente a lui sarebbe possibile (dato quello che ho provato) o, essendo stata lui la causa di tutto questo, devo lasciar perdere e guardare avanti?Grazie in anticipo.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara ragazza,

che tipo di diagnosi ha ricevuto dallo psichiatra presso cui è in cura?
Riesce a definire meglio la paura che ha provato quando si è sentita attratta da questo ragazzo, qualche giorno fa?

Forse il suo problema è riconducibile a una paura di lasciarsi andare, come detto dalla psicologa che aveva contattato in passato, ma se così fosse non è evitando le situazioni in cui questo timore si verifica che potrà risolvere le sue difficoltà.

Mettersi alla prova e cercare di vincere la paura potrebbe essere un sistema più efficace che non vivere "in una campana di vetro" in cui le relazioni vengono negate per il timore che possano di nuovo verificarsi le reazioni che ci descrive.

Il suo psichiatra non le ha consigliato una psicoterapia da affiancare alla cura farmacologica?

Come sono le altre sue relazioni sociali?

Cosa fa nella vita? Studia? Lavora?

Come sono i rapporti con i suoi familiari?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

il DOC da relazione non esiste, nel senso che è probabile che quello che è accaduto sia semplicemente un disturbo d'ansia che ti fa dubitare di alcune situazioni, per esempio sui sentimenti che ti legano ad un ragazzo ("...il rapporto era nato con insicurezza, e ho continuato a chiedermi se amassi o meno il ragazzo con cui stavo...").

Anche la psicologa che ti ha vista ha notato una certa tendenza all'ansia, se non ho capito male: il tema del controllo è piuttosto critico per gli ansiosi e la paura di perdere il controllo probabilmente ti fa attuare tutta una serie di comportamenti che però rafforzano queste paure.

Come il Collega, anch'io penso che dovresti farti aiutare da un terapeuta per imparare a superare queste paure.

Non ho capito se il trattamento con la psicologa psicoterapeuta è stato interrotto o ancora in atto...

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Gentili Dr. Callina e Dr.ssa Pileci,
vi ringrazio moltissimo per avere risposto. Lo psicologo che ho frequentato ha individuato nella mia rigidità la paura, appunto, di "lasciarmi andare". Presto l'ansia è cresciuta, e ha contaminato altri aspetti della mia vita: ho sviluppato la paura irrazionale di non riuscire a leggere, o a studiare, o in generale a concentrarmi sullo studio (studio medicina, e lo studio è sempre stato qualcosa a cui tengo molto) o di non riuscire a seguire un telegiornale. . E' stato allora che i miei genitori hanno deciso di mandarmi in cura da uno psichiatra (uno dei migliori della mia città, a quanto dicono). Così, fidandomi del medico e abbandonando lo psicologo (è stata una scelta mia, a causa degli elevati costi delle sedute) ho intrapreso una cura farmacologica. Ho chiesto al medico se fosse il caso di affiancare alle cure la psicoterapia, e la risposta è stata "aspettiamo di vedere se stai meglio". Le ansie irrazionali che si erano sviluppate indipendentemente dalla relazione (ma comunque in correlazione con essa e con la sua rottura) sono gradualmente diminuite, e ho ricominciato a studiare. Sono stata gradualmente meglio, finchè non ho rivisto questo ragazzo. Sono convinta del fatto che non sia lui in sè il problema, ma come io ho vissuto la storia, quindi non credevo avrei di nuovo sofferto. E invece qualche giorno dopo aver vissuto un momento di tenerezza con questo ragazzo di nuovo è salita la paura, paura che idee ossessive penetrassero nella mia mente e che non mi lasciassero studiare (sono sotto esami), paura forse di rivivere ciò che ho già vissuto. Mia madre mi ha detto che dovrei stare alla larga da una situazione che ha creato in me disagio (e quindi da lui), in modo da non rivivere lo stesso incubo. La mia domanda è: tagliando i ponti con questo ragazzo (cosa che forse farei indipendentemente dalle mie ansie) potrei comunque risolvere, anche a distanza di tempo, questi problemi anche senza una cura psicoterapeutica? So che sarebbe la cosa migliore da fare, ma ha dei costi elevatissimi e non vorrei chiedere ai miei genitori una simile cifra.. Credo di avere imparato ad "ammorbidirmi", infatti per qualche mese mi sono relazionata con un ragazzo in modo completamente e assolutamente sereno, senza ansie di nessun genere, anzi in modo molto positivo. Credete sia dunque possibile tagliare il passato e ricominciare a star bene senza guardarsi indietro, o la psicoterapia risulterebbe comunque indispensabile? In quest'ultimo caso troverei comunque il coraggio di chiedere ai miei genitori di affrontare questa spesa: ciò che è più caro sia a me che a loro, in questo momento, è la mia salute.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
" Mia madre mi ha detto che dovrei stare alla larga da una situazione che ha creato in me disagio (e quindi da lui), in modo da non rivivere lo stesso incubo. La mia domanda è: tagliando i ponti con questo ragazzo (cosa che forse farei indipendentemente dalle mie ansie) potrei comunque risolvere, anche a distanza di tempo, questi problemi anche senza una cura psicoterapeutica? "

In genere l'evitamento di ciò che ci fa paura amplifica e parecchio le nostre paure e quindi non è una buona strategia.
Pare che la cura farmacologica abbia avuto successo, ma si attiva in Lei qualcosa in situazioni critiche (che sono sempre le stesse, se ho capito bene) che potrebbe essere visto e messo a fuoco con uno psicologo psicoterapeuta.
Provi ad informarsi anche presso l'ASL oppure a considerare anche terapie più brevi.

Saluti,
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Utente
Utente
Vi ringrazio moltissimo dell'aiuto!
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara ragazza,

non posso che concordare con la collega, dr.ssa Pileci su tutti i punti.

Le auguro che possa presto trovare il giusto equilibrio e, se crede, in futuro ci aggiorni sugli sviluppi.

Un caro saluto