Come capire se a parlare è lui o la sua psicologa

Inizio premettendo di essere priva di qualsiasi conoscenza specifica della psicologia...non sono mai stata da uno specialista di tale categoria quindi potrei sembrare una sciocca. Sono stata lasciata dopo tre anni e mezzo di relazione vivendo prima un calvario di tre mesi dovuti al malessere del mio ragazzo. Il tutto è partito da un litigio conseguito da un problema "sotto le lenzuola" da parte sua...dopo di esso abbiamo avuto rapporti esaurienti, ma in lui tutto è cambiato...mettendo in discussione ogni aspetto e persona della sua vita, me in primis. Dopo pause di riflessione prima cercate da lui e poi da me, eravamo arrivati al punto di risolvere a placare i suoi pensieri ossessivi insieme facendosi aiutare dapprima da un neurologo, amico di famiglia che gli diede il consiglio di non abbandonare me su due piedi ma di fare mente locale dei suoi problemi personali (università che non piace ma scelta solo per seguire le orme del padre, rapporto della madre nei suoi confronti freddo e disturbi alimentare della sorella) e successivamente analizzare il suo rapporto con me. Sotto anche mio consiglio si decise di consultare una psicologa...da qui in poi è nato in lui il pensiero che il suo stare male era dovuto solo ed esclusivamente a me...prima ero io il male ma poteva guarire e ritornare da me, poi voleva essermi solo amico, poi voleva solo studiare senza avere rapporti di qualsiasi genere che non riguardassero l'università ed infine si è reso conto di non amarmi più. Dopo una pausa di due settimane in cui non ci siamo visti e parlati ci siamo confrontati per l'ultima volta dicendo oltre di non amarmi più anche di non avermi mai amato, che il nostro rapporto è stato solo oppressione, che non ha mai vissuto, che ha buttato tutte le nostre foto e ricordi dal momento che gli erano indifferenti, che tutte le sue promesse affettive e di vita erano cose tanto per dire in quelle circostanze, in definitiva che è tutto da cancellare! Per di più mi ha detto che anche se stessi di fronte a lui non mi vedeva. Da qui il mio problema: la psicologa basandosi solo su questo suo periodo di crisi lo ha indotto ad eliminare il problema alla radice invece di soffermarsi di più?! Anche perchè lui dice di non affrontarmi nelle sue sedute però intanto mi ha lasciata facendomi vedere un comportamento poco consono di una persona seguita da uno specialista nel modo opportuno...nel senso che si può capire di non amare più una persona ma non reagendo in modo tale da eliminarla totalmente dalla propria vita come se 3 anni e mezzo nulla fossero stati...i ricordi rimangono ma lui anche quelli vuole cancellare. Non so se si sia capito bene il mio dubbio...ma spero in una risposta.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

posso rassicurarti sul fatto che lo psicologo NON ha alcun potere di cambiare nessuno e per fortuna!

Piuttosto mi pare che la questione sia tutta tua e che riguardi esclusivamente la grande fatica che stai facendo ad accettare che il tuo ex ragazzo abbia maturato col tempo l'idea di rompere la relazione con te. Ovviamente non so dirti che cosa sia scattato in lui (la consapevolezza di altri bisogni?), ma non è possibile pensare che lo psicologo possa fare un tale lavaggio del cervello... chi lo accetterebbe?

Preciso che non sarebbe neppure etico, ma ad ogni modo se davvero le cose stanno così, accetteresti di tornare con uno che si lascia convincere da terzi a lasciarti?

Forse tu hai idealizzato quel ragazzo e ancora non riesci a chiudere e capisco quanto sia difficile, ma prima ti farai una ragione e prima potrai riprendere in mano la tua vita.

Non andare a cercare spiegazioni improbabili, ti fai solo del male...

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Giuseppina Ribaudo Psicologo 97
Gentile Utente,
il ragazzo sta facendo un percorso con alti e bassi.
noi non possiamo sapere che lavoro sta facendo la collega o meno tale per cui lui decide di non voler stare più con lei. "da qui in poi è nato in lui il pensiero che il suo stare male era dovuto solo ed esclusivamente a me."
Penso che il ragazzo abbia una storia familiare "difficile".
Lei in che modo pensa essergli stata vicino? Cosa ha portato il Vs rapporto (a lei e a lui?)

Dr.ssa Giuseppina  Ribaudo

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta! So di non riuscire a chiudere e di avere molto da lavorare con me stessa...ma la sua decisione è stata troppo repentina, prima che iniziasse il tutto avevamo problemi ma problemi "banali" che affliggono tutte le coppie...e poi il vedere il suo totale rifiuto nei miei confronti (ha abbandonato anche l'università, ultimo filo conduttore che lo riportava a me) ed il fatto di non vedere il bello che abbiamo vissuto ma anzi ostinarsi che niente di bello c'è stato mi ha fatto cadere il pensiero che forse con la sua psicologa non sta lavorando tanto bene.
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Utente
Utente
Dr.ssa Giuseppina Ribaudo, io ho cercato di stargli vicino sfruttando le mancanze familiari...e prima dell'inizio di tutto lui mi ha sempre detto e fatto capire di essere diventata una persona molto importante, una persona che non si focalizzava nell'essere solo la fidanzata. Ho provato ad essergli solo amica pur di non vederlo stare male in modo tale da non avere obblighi affettivi e concentrarsi sui suoi problemi...e sembrava andare bene prima della seconda sua seduta dalla psicologa. Io sono convinta che quest'abbandono sia giusto per lui...per vivere una nuova vita forse più "libera", ma fino a che punto può essere ritenuto giusto il modo in cui mi ha lasciata? nel senso se lui si è convinto di non amarmi più perchè reputare che tutto sia stato "malato"? questo non me lo aspetterei da una persona in cura...dovrebbe si rendersi conto con l'ausilio di una psicologa che forse il suo malessere era nato da me ma perchè cancellare e non accettare il passato e andare avanti? cioè lei se si trovasse un paziente che lascia il proprio partner pensando che sia stato tutto falso e nocivo, sottovalutereste la cosa non analizzandola??
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Dr.ssa Giuseppina Ribaudo Psicologo 97
" io ho cercato di stargli vicino sfruttando le mancanze familiari"
Forse questa è un'aspettativa troppo alta per una coppia: due persone si incontrano dopo aver fatto un "giusto svincolo" dalla propria famiglia perchè pensano di aver interiorizzato tutti quei valori che la famiglia ha dato loro per continua re a camminare da soli.

Quali sono stati i momenti di reciprocità nella coppia (ovvero quando Lei non ha fatto da "figura genitoriale"?)?
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Utente
Utente
Dr.ssa Giuseppina Ribaudo la ringrazio per l'attenzione. Per la domanda la risposta è da un pò...ho iniziato a sentirmi di essergli vicina il più possibile quando una notte scoppiò in lacrime nel mio letto per la prima volta. So di avere molto da analizzare anch'io e chiudere il capitolo definitivamente, ma il mio dubbio rimane sempre lo stesso...se il problema ero io perchè non si sono fermati su questo nelle sue sedute piuttosto che sradicarmi dalla radice?
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Dr.ssa Giuseppina Ribaudo Psicologo 97
Penso che è spiegato proprio nell'inversione di ruoli e di posizioni:
lei ha dato al suo ragazzo quello che a lui mancava dalla sua famiglia. Ma questo legame non è quello che deve esserci in una coppia.
Il/La partner deve essere un elemento in più della Nostra vita e non può (non deve per la salute stessa della persona) dare o compensare quello che la famiglia ha mancato.

é probabile che a lui serviva una figura accudente che in Lei ha trovato ma Lei, gentile utente, deve volere di più e di meglio. Deve volere un rapporto alla pari. L'accudimento dell'altro è una bella cosa ma non può coprire mancanze più ancestrali.

Sono qui per ricevere un Suo commento.
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Utente
Utente
Non nego che sia questo il motivo principale o uno dei tanti ma mi sarebbero dovuti far noto. Io sono stata lasciata dicendo "non ti amo più, e questo mio mancato sentimento ha creato in me il mal di vivere", capisco che nella vita ci sono infiniti modi di lasciare anche più banali ma il mio dubbio sorge dal fatto che è una persona in cura da uno specialista e di conseguenza avrebbe potuto analizzare con me la cosa facendolo dapprima con la psicologa. La cosa che da ignorante della materia non capisco è che se il problema ero io perchè non far entrare la mia figura nelle sue sedute? si può operare semplicemente asportando il problema senza affrontarlo? Da notare che quando mi parlò della sua prima seduta mi disse di dover affrontare prima i suoi problemi familiari e di me no perchè non ero più parte della sua vita.
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Dr.ssa Giuseppina Ribaudo Psicologo 97
Dipende il lavoro che sta facendo la psicologa, qual è l'obiettivo che hanno condiviso.
La psicologa non dice quello che si deve o no fare. Si aiuta la persona a trovare il proprio benessere.

Perchè Lei lega il fatto la fine del Vostro rapporto con il lavoro psicologico?

"si può operare semplicemente asportando il problema senza affrontarlo?": è Lei il "problema" di cui parla?

Certo che per Lei sarà stato duro essere stata lasciata dalla persona a cui Lei aveva dedicato tanto tempo prezioso.. per questo Suo dolore si dovrebbe ripercorrere la Vostra storia.

Ci vuole spiegare che trascorsi avete avuto?

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Utente
Utente
tralascio i primi due anni e mezzo perchè non avevamo nessun problema se non litigi da "fidanzati" che si risolvevano dopo poche ore, ci siamo conosciuti all'università quindi studiavamo insieme e se pure fosse diventato un vederci continuo non avevamo problemi di monotonia o cose simili, come molti giudicavano...ci fu un periodo che cambiammo comitiva ed anche se non li frequentavamo costantemente stavamo bene, in definitiva settimana insieme e week-ed con amici nulla di più normale, ad un tratto la sorella mi chiese di aiutarla ad avere un rapporto migliore con il fratello (come già detto ha sofferto di anoressia) e da lì in poi la nostra comitiva era diventata lei ed il suo compagno, tanto che l'anno scorso facemmo le vacanze con loro...fu una settimana agonizzante, io personalmente ero stizzita dai comportamenti ossessivi della sorella ed oltre questi si aggiungeva il fatto che rimanevamo in casa tutti i giorni a causa di malesseri fisici di irrilevante importanza sia del mio ragazzo che della sorella. Tornati dalle vacanze abbiamo dovuto abbassare la testa sui libri in quanto ci mancavano 4 esami alla laurea e il tutto era diventato pesante, non riuscivamo a gestire la situazione: pressioni perchè eravamo fuori corso, pressioni perchè ci restavano gli esami più tosti con docenti molto esigenti, pressioni provenienti da mia madre che a modo suo cercava di spronarci. In conclusione vivevamo solo di questo e non si usciva neanche più...abbiamo cercato di affrontare il problema e pensavamo di poterlo superare definitivamente laureandoci ma poi ci fu la sera della defaillance. Ora io so che questo è stato il problema...ma era solo questo, non posso credere che non si sarebbe potuto risolvere...perchè l'amore c'era!
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Utente
Utente
ho provato a sintetizzare il tutto ma è comunque molto approssimato ed ho tralasciato forse i ragionamenti che facevamo cioè stavamo bene quando non pensavamo all'università...tanto che avevamo immaginato nel dettaglio eventuali progetti futuri...lui è sempre stato convinto che io fossi la donna della sua vita ed io che lui fosse l'uomo della mia pur avendo solo 24 anni...e ricordo che la settimana prima vedendo una coppia litigare pensammo di essere la coppia perfetta...per questo io non posso concepire che dopo la seconda seduta per lui sia cambiato tutto repentinamente, anzi non ha avuto neanche lo scrupolo di ricordare quello di bello che ci era stato, ora non oso disturbare ulteriormente questo consulto quindi vi lascio informando che sono arrivata alla conclusione di chiedere aiuto ad uno specialista.
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