Ansie e tristezza
Salve, tutto é cominciato 5anni fa quando avevo 20anni. Il mio ragazzo con cui avevo una storia abbastanza lunga e seria é morto in un incidente stradale, mi é crollato il mondo addosso. Ho passato 2anni quasi sempre a casa piangendo e le poche volte che uscivo mi sentivo in colpa. Dopo 2anni sono riuscita grazie agli amici a sciogliermi Un po, anche se tutt'ora vivo con continue ansie e tristezza, da allora é tutto cambiato. La situazione famigliare nn aiuta per niente, abbiamo gravi problemi finanziari a casa e mia madre ha seri problemi di salute che vanno affrontati giornalmente. Dopo tanto tempo qualcosa di positivo era arrivato, una bellissima nipotina, ma anche lei mi e stata portata via, aveva un mese ed é morta all'improvviso. Non riesco piu a sopportare tutto questo ho bisogno di aiuto
[#1]
Cara ragazza,
Quello che racconta della sua vita e' davvero molto triste e comprendo che lei abbia bisogno di aiuto. Pur così giovane, ha già conosciuto aspetti tragici dell'esistenza, che vanno a sommarsi ai problemi di salute di sua madre e a quelli finanziari. Mi rendo conto che non riesca più a sopportare tutto questo. Di quello che scrive, sono colpita anche dal senso di colpa che l'affliggeva quelle poche volte che si dava il permesso di uscire. Come mai si sentiva in colpa? Non era naturale, per lei, cercare di sollevarsi dal suo stato depressivo? Le rimane difficile pensare a se stessa e alla sua voglia legittima di essere contenta e di divertirsi? Si fa coinvolgere molto dai problemi degli altri? Com'è' attualmente la una vita relazionale extra familiare? Cosa fa nella vita? Studia, lavora? Ci dica qualcosa di più di se stessa.
Un caro saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia
Quello che racconta della sua vita e' davvero molto triste e comprendo che lei abbia bisogno di aiuto. Pur così giovane, ha già conosciuto aspetti tragici dell'esistenza, che vanno a sommarsi ai problemi di salute di sua madre e a quelli finanziari. Mi rendo conto che non riesca più a sopportare tutto questo. Di quello che scrive, sono colpita anche dal senso di colpa che l'affliggeva quelle poche volte che si dava il permesso di uscire. Come mai si sentiva in colpa? Non era naturale, per lei, cercare di sollevarsi dal suo stato depressivo? Le rimane difficile pensare a se stessa e alla sua voglia legittima di essere contenta e di divertirsi? Si fa coinvolgere molto dai problemi degli altri? Com'è' attualmente la una vita relazionale extra familiare? Cosa fa nella vita? Studia, lavora? Ci dica qualcosa di più di se stessa.
Un caro saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#2]
Gentile Ragazza,
il senso di colpa che abita in lei a seguito delle malattie e morti improvvise che hanno caratterizzato la sua vita affettiva, necessita del dovuto ascolto e della dovuta elaborazione.
Uno psicologo, anche in convenzione, potrebbe aiutarla a rimettere ordine nel suo dolore, online è veramente impossibile poterla aiutare..
Si è innamorata ancora dopo la perdita?
il senso di colpa che abita in lei a seguito delle malattie e morti improvvise che hanno caratterizzato la sua vita affettiva, necessita del dovuto ascolto e della dovuta elaborazione.
Uno psicologo, anche in convenzione, potrebbe aiutarla a rimettere ordine nel suo dolore, online è veramente impossibile poterla aiutare..
Si è innamorata ancora dopo la perdita?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Scusate il ritardo della risposta. No sopratutto il primo anno dalla morte del mio ragazzo avevo sensi di colpa in tutto, le poche volte che uscivo pensavo lui non potesse farlo più e stavo male. Il problema e che tutto questo mi portava a forte mal di stomaco e vomito. Mi capita tutt'ora, per qualsiasi piccola ansia mi vengono vomiti. Per il momento non lavoro, non ho un fidanzato perché ho paura di una relazione anche se non riesco a capire il perché. Forse sono ancora troppo attaccata al passato mi tormenta. Ora mancava solo la perdita di mia nipote
[#4]
il secondo lutto, ha amplificato il vissuto del secondo, rinforzando il dolore e la sintomatologia psico-somatica.
E' naturale e conseguenziale la paura di una possibile relazione, dopo quello che ha passato, l'amore spesso si accompagna alla paura della perdita, dell'abbandono e della morte.
Si rivolga ad un Collega per il dovuto supporto
E' naturale e conseguenziale la paura di una possibile relazione, dopo quello che ha passato, l'amore spesso si accompagna alla paura della perdita, dell'abbandono e della morte.
Si rivolga ad un Collega per il dovuto supporto
[#5]
Cara ragazza,
Credo che, come dice lei, sia attaccata troppo al passato, poiché non ha ancora elaborato una perdita così importante e relativa a un'età in cui lei stava per svincolarsi, almeno psicologicamente, dalla sua famiglia. Da quello che scrive, evinco come lei tenda a farsi coinvolgere veramente tanto da quello che succede ai suoi familiari, non considerando se stessa come sarebbe, invece, opportuno. Sembra come lei si metta da parte in modo da rinunciare a una vita più serena e gratificante per lei come se credesse che, continuando a soffrire e a sacrificare se stessa, sarà di aiuto ai suoi. E' vero proprio il contrario! Anche io, come la Collega, le consiglio vivamente di rivolgersi a uno psicologo per una Consulenza e un eventuale percorso di elaborazione della doppia perdita.
Un cordiale saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia
Credo che, come dice lei, sia attaccata troppo al passato, poiché non ha ancora elaborato una perdita così importante e relativa a un'età in cui lei stava per svincolarsi, almeno psicologicamente, dalla sua famiglia. Da quello che scrive, evinco come lei tenda a farsi coinvolgere veramente tanto da quello che succede ai suoi familiari, non considerando se stessa come sarebbe, invece, opportuno. Sembra come lei si metta da parte in modo da rinunciare a una vita più serena e gratificante per lei come se credesse che, continuando a soffrire e a sacrificare se stessa, sarà di aiuto ai suoi. E' vero proprio il contrario! Anche io, come la Collega, le consiglio vivamente di rivolgersi a uno psicologo per una Consulenza e un eventuale percorso di elaborazione della doppia perdita.
Un cordiale saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.6k visite dal 21/06/2013.
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