Difficoltà ad esprimersi, malintesi e incomprensibilità
Buongiorno,
il mio problema è che da qualche anno noto una difficoltà d'espressione che mi crea parecchi disagi, sia con le persone che conosco che con gli sconosciuti. In pratica mi ritrovo a dover fare delle pause mentre parlo, o usare parole del vocabolario molto più semplici rispetto a quelle specifiche che invece vorrei usare. E' come se mi si formasse un vuoto nella testa e non riuscissi a continuare il mio discorso.
Coi miei amici adoro parlare delle mie emozioni, e con alcuni in particolare entro in una sfera più intima andando più a fondo nei miei pensieri e nelle miei sensazioni.. Eppure ecco, da un bel po' di tempo non ci riesco più. Col mio ragazzo non riesco quasi mai a dare sfogo alle mie ragioni durante i nostri litigi, e finisce che non riesco ad esprimere quello che sento veramente e, in assenza di controbattute, la discussione la "vince" lui, anche quando ho ragione io.
Questo problema mi capita anche quando devo esporre la trama di un libro o di un film, o riportando una semplice notizia letta da qualche parte: perdo le parole, non riesco a mettere in fila concetti e molto spesso la gente mi risponde "-In realtà non capito molto cosa hai detto"..
A lavoro creo un po' di confusione perché devo comunicare in maniera chiara e sbrigativa degli ordini da eseguire immediatamente, e invece le colleghe restano col dubbio, ritrovandosi a dover chiedere di nuovo cosa devono fare, rallentando tutto per colpa mia.
Mi sento una stupida e faccio la figura della stupida.. E non riesco a capire il perché, dato che non ho mai avuto questi problemi! Anzi! A liceo prendevo voti molto alti sia nei compiti in classe scritti che alle interrogazioni. Mi piaceva essere interrogata perché mettevo costantemente alla prova il mio lessico ed il mio esprimermi piaceva parecchio ai professori.. questo perché, a mio parere, sono stata abituata fin da piccola a leggere molto, a scrivere e ad ascoltare le persone. Ho fatto due anni di università dove il mio voto non scendeva mai al di sotto del 26. Oltretutto comincio ad avere problemi di memoria e di attenzione, che come immaginerete aggravano solo la situazione a lavoro e col mio ragazzo che giustamente si arrabbia quando cado dalle nuvole dopo la terza volta che mi dice una cosa!..
A settembre volevo riprendere l'università per studiare "Lingue e letterature moderne", ma non vi nascondo la paura di non farcela per queste problematiche che proprio non riesco a superare.
Qualche parere? Vi ringrazio anticipatamente.
il mio problema è che da qualche anno noto una difficoltà d'espressione che mi crea parecchi disagi, sia con le persone che conosco che con gli sconosciuti. In pratica mi ritrovo a dover fare delle pause mentre parlo, o usare parole del vocabolario molto più semplici rispetto a quelle specifiche che invece vorrei usare. E' come se mi si formasse un vuoto nella testa e non riuscissi a continuare il mio discorso.
Coi miei amici adoro parlare delle mie emozioni, e con alcuni in particolare entro in una sfera più intima andando più a fondo nei miei pensieri e nelle miei sensazioni.. Eppure ecco, da un bel po' di tempo non ci riesco più. Col mio ragazzo non riesco quasi mai a dare sfogo alle mie ragioni durante i nostri litigi, e finisce che non riesco ad esprimere quello che sento veramente e, in assenza di controbattute, la discussione la "vince" lui, anche quando ho ragione io.
Questo problema mi capita anche quando devo esporre la trama di un libro o di un film, o riportando una semplice notizia letta da qualche parte: perdo le parole, non riesco a mettere in fila concetti e molto spesso la gente mi risponde "-In realtà non capito molto cosa hai detto"..
A lavoro creo un po' di confusione perché devo comunicare in maniera chiara e sbrigativa degli ordini da eseguire immediatamente, e invece le colleghe restano col dubbio, ritrovandosi a dover chiedere di nuovo cosa devono fare, rallentando tutto per colpa mia.
Mi sento una stupida e faccio la figura della stupida.. E non riesco a capire il perché, dato che non ho mai avuto questi problemi! Anzi! A liceo prendevo voti molto alti sia nei compiti in classe scritti che alle interrogazioni. Mi piaceva essere interrogata perché mettevo costantemente alla prova il mio lessico ed il mio esprimermi piaceva parecchio ai professori.. questo perché, a mio parere, sono stata abituata fin da piccola a leggere molto, a scrivere e ad ascoltare le persone. Ho fatto due anni di università dove il mio voto non scendeva mai al di sotto del 26. Oltretutto comincio ad avere problemi di memoria e di attenzione, che come immaginerete aggravano solo la situazione a lavoro e col mio ragazzo che giustamente si arrabbia quando cado dalle nuvole dopo la terza volta che mi dice una cosa!..
A settembre volevo riprendere l'università per studiare "Lingue e letterature moderne", ma non vi nascondo la paura di non farcela per queste problematiche che proprio non riesco a superare.
Qualche parere? Vi ringrazio anticipatamente.
[#1]
Cara ragazza,
quando e per quale motivo ha interrotto l'università?
Prima di cominciare ad avvertire questo disagio è successo qualcosa di particolare nella sua vita?
Ha contattato il suo medico per valutare che non ci siano condizioni fisiche che influenzino tale disagio?
Dalla sua scheda risulta una condizione di sottopeso. Sono corretti i dati inseriti?
Un caro saluto
quando e per quale motivo ha interrotto l'università?
Prima di cominciare ad avvertire questo disagio è successo qualcosa di particolare nella sua vita?
Ha contattato il suo medico per valutare che non ci siano condizioni fisiche che influenzino tale disagio?
Dalla sua scheda risulta una condizione di sottopeso. Sono corretti i dati inseriti?
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Utente
Intanto la ringrazio per l'attenzione.
Dunque, mi iscrissi all'università 5 anni fa e diedi 7 esami.. Non moltissimi in due anni, ma a quel tempo lavoravo molto ed i tempi erano abbastanza stretti. Ad ogni modo cercavo comunque di frequentare le lezioni, studiare e ritagliare del tempo per i miei interessi e durante quell'arco di tempo devo dire di aver avuto periodi stancanti ma gratificanti, sia dal punto di vista universitario che lavorativo.
Ancora oggi posso dire che ciò che mi spinse a lasciare l'università fu la mancanza di entusiasmo che mi accompagnò per tutta la seconda annualità. Il fatto è che volevo fare esperienze "pratiche", viaggiare, lavorare, buttarmi in situazioni nuove (che è sempre stata una prerogativa del mio carattere.. quello di cambiare, dico).. e perciò la voglia di fare, unita a una sorta di sfiducia verso l'obiettivo "laurea" (considerando anche il paese in cui vivo) mi portarono a prendere quella decisione. Ed il fatto che voglia riprendere dopo tutto quel tempo non sta a significare un pentimento al quale voglio rimediare, né di sfruttarla a vantaggio del problema a cui vi ho sottoposto, sebbene possa in qualche modo risolverlo. Il mio timore è di non riuscire a superarlo. Mi svilisce il non riuscire ad esprimermi correttamente.. a volte sembra che la gente non mi prenda sul serio perché quando parlo esito troppo, confondo una parola con l'altra, sbaglio i tempi verbali e lascio i "puntini di sospensione", sperando che l'interlocutore capisca prima che noti il fatto che non riesca letteralmente a proseguire il discorso..
Dunque, mi iscrissi all'università 5 anni fa e diedi 7 esami.. Non moltissimi in due anni, ma a quel tempo lavoravo molto ed i tempi erano abbastanza stretti. Ad ogni modo cercavo comunque di frequentare le lezioni, studiare e ritagliare del tempo per i miei interessi e durante quell'arco di tempo devo dire di aver avuto periodi stancanti ma gratificanti, sia dal punto di vista universitario che lavorativo.
Ancora oggi posso dire che ciò che mi spinse a lasciare l'università fu la mancanza di entusiasmo che mi accompagnò per tutta la seconda annualità. Il fatto è che volevo fare esperienze "pratiche", viaggiare, lavorare, buttarmi in situazioni nuove (che è sempre stata una prerogativa del mio carattere.. quello di cambiare, dico).. e perciò la voglia di fare, unita a una sorta di sfiducia verso l'obiettivo "laurea" (considerando anche il paese in cui vivo) mi portarono a prendere quella decisione. Ed il fatto che voglia riprendere dopo tutto quel tempo non sta a significare un pentimento al quale voglio rimediare, né di sfruttarla a vantaggio del problema a cui vi ho sottoposto, sebbene possa in qualche modo risolverlo. Il mio timore è di non riuscire a superarlo. Mi svilisce il non riuscire ad esprimermi correttamente.. a volte sembra che la gente non mi prenda sul serio perché quando parlo esito troppo, confondo una parola con l'altra, sbaglio i tempi verbali e lascio i "puntini di sospensione", sperando che l'interlocutore capisca prima che noti il fatto che non riesca letteralmente a proseguire il discorso..
[#3]
Utente
Ho dimenticato di rispondere alle altre sue domande..
Mhh pensandoci bene no, non ho subito traumi o avuto problemi di salute così gravi nel recente passato da imputarli a motivazioni plausibili di questo problema.
Non ho chiesto parere medico semplicemente perché vivo in un'altra città italiana da un paio di anni, ed il nuovo medico non sa nulla di me.
Potrei certo chiedere un consulto.
I dati inseriti sono corretti.. In effetti in questi ultimi mesi mangio malissimo, a causa del lavoro che faccio ho gli orari sballati e non ho quasi mai il tempo di prepararmi pasti sostanziosi. Quando posso ovviamente mi "sfogo" alla grande, cercando di reintegrare con carboidrati, frutta e pesce.
Ma non sto mai ferma e non riesco a metter su più chili di quelli che ho..
Mhh pensandoci bene no, non ho subito traumi o avuto problemi di salute così gravi nel recente passato da imputarli a motivazioni plausibili di questo problema.
Non ho chiesto parere medico semplicemente perché vivo in un'altra città italiana da un paio di anni, ed il nuovo medico non sa nulla di me.
Potrei certo chiedere un consulto.
I dati inseriti sono corretti.. In effetti in questi ultimi mesi mangio malissimo, a causa del lavoro che faccio ho gli orari sballati e non ho quasi mai il tempo di prepararmi pasti sostanziosi. Quando posso ovviamente mi "sfogo" alla grande, cercando di reintegrare con carboidrati, frutta e pesce.
Ma non sto mai ferma e non riesco a metter su più chili di quelli che ho..
[#4]
Cara ragazza,
da un punto di vista psicologico andrebbero indagate a fondo le motivazioni che la spingono a iscriversi nuovamente all'università.
Un'ipotesi che mi salta alla mente, ma che da qui non può che essere una delle tante ipotesi, è che questo calo di prestazioni cognitive che lamenta possa rappresentare, in qualche modo, un alibi inconsapevole che la tiene lontana dall'obiettivo universitario o, al contrario, la spinge verso di esso.
L'ambivalenza con cui descrive il suo approccio universitario, il desiderio del "fare pratico", la sfiducia verso l'obiettivo laurea, il timore di non riuscire a superare questa difficoltà, il desiderio di riprovarci... sono tutti elementi che si intrecciano in una dinamica complessa che meriterebbe maggiori approfondimenti.
Sempre da un punto di vista psicologico sarebbe utile comprendere come sono le sue relazioni affettive, amicali, familiari, lavorative... al fine di avere un quadro più preciso della sua persona che, come ogni altra, è unica ed irripetibile.
Tuttavia, prima di consigliarle un consulto con un collega psicologo di persona che possa aiutarla a dipanare gli aspetti squisitamente psicologici, vorrei invitarla ad effettuare approfondimenti sul piano medico.
Sarebbe utile una visita neurologica per escludere cause non psicologiche e, ritengo, non andrebbe sottovalutata anche la sua condizione di sottopeso.
Si rivolga al suo medico curante; forse è giunto il momento che la conosca e che sappia qualcosa di lei. Non crede?
Se necessita di ulteriori informazioni restiamo in ascolto.
Un caro saluto
da un punto di vista psicologico andrebbero indagate a fondo le motivazioni che la spingono a iscriversi nuovamente all'università.
Un'ipotesi che mi salta alla mente, ma che da qui non può che essere una delle tante ipotesi, è che questo calo di prestazioni cognitive che lamenta possa rappresentare, in qualche modo, un alibi inconsapevole che la tiene lontana dall'obiettivo universitario o, al contrario, la spinge verso di esso.
L'ambivalenza con cui descrive il suo approccio universitario, il desiderio del "fare pratico", la sfiducia verso l'obiettivo laurea, il timore di non riuscire a superare questa difficoltà, il desiderio di riprovarci... sono tutti elementi che si intrecciano in una dinamica complessa che meriterebbe maggiori approfondimenti.
Sempre da un punto di vista psicologico sarebbe utile comprendere come sono le sue relazioni affettive, amicali, familiari, lavorative... al fine di avere un quadro più preciso della sua persona che, come ogni altra, è unica ed irripetibile.
Tuttavia, prima di consigliarle un consulto con un collega psicologo di persona che possa aiutarla a dipanare gli aspetti squisitamente psicologici, vorrei invitarla ad effettuare approfondimenti sul piano medico.
Sarebbe utile una visita neurologica per escludere cause non psicologiche e, ritengo, non andrebbe sottovalutata anche la sua condizione di sottopeso.
Si rivolga al suo medico curante; forse è giunto il momento che la conosca e che sappia qualcosa di lei. Non crede?
Se necessita di ulteriori informazioni restiamo in ascolto.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 16.8k visite dal 17/06/2013.
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