Disforia di genere?

Salve a tutti,
non so più cosa fare per cambiare la mia situazione e stato di insofferenza permanente che ormai mi accompagna da anni e anni. Vorrei aggiungere che sono stata in analisi per 5 anni,ma i risultati sono stati molto scarsi e ho deciso di smettere circa 1 fa.
Spero tanto che qualcuno possa darmi qualche risposta competente e utile per me. Gliene sarei molto grata. Il mio problema consiste nel mio rapporto e percezione con la mia sessualità, con il mio essere femmina. I miei problemi sono tanti e penso che la causa sia una disforia di genere. Ho avuto sempre problemi ad accettarmi cm femmina.Quando ero piccola mi dava fastidio ricevere le attenzioni maschili e anzi mi facevano arrabbiare e facevo di tutto per passare inosservata. Un'attenzione particolare da parte di un maschio mi offendeva e mi faceva chiudere in me stessa. Alle elementari odiavo e provavo vergogna e inadeguatezza nel ballare davanti ai maschi della classe (le mie compagne di classe adoravano organizzare balletti da riproporre poi davanti all'intera classe maschile). Quando si organizzavano i classici "giochi della bottiglia" io mi rifiutavo sempre di partecipare. Ho avuto sempre grandissime difficoltà a socializzare e a mantenere dei rapporti di amicizia a lungo termine. Mi sono sempre sentita inadeguata e sbagliata. Quell'aspetto da dolce e delicata bambina che vedevo allo specchio non mi rappresentava perché io volevo sentirmi e vedermi forte e potente, anche fisicamente. Con i maschi ho sempre avuto un atteggiamento ostile e aggressivo. Quando ero piccola e giocavo con le Barbie mi piaceva immedesimarmi in Ken perché mi eccitavo e provavo forti emozioni nell'immaginare di provare le sue stesse sensazioni, fantasie e pulsioni nei confronti della Barbie. Praticamente io ero Ken e non la Barbie.A livello sessuale pratico,un disastro. Sono stata fidanzata a 15 anni per 5 mesi con un ragazzo verso il quale non provavo assolutamente attrazione fisica(volevo provare e testarmi) e in seguito 3 anni con un altro ragazzo (è stata una vera tortura psicologica e fisica e mi ci è voluto tanto tempo per avere il coraggio di lasciarlo e di ammettere che non stava funzionando). Non ho mai provato un orgasmo con un ragazzo né eccitazione. Provo fastidio nel toccarmi pensando ad un uomo, e mi da fastidio essere toccata e ed essere percepita dall'uomo in quanto femmina.Riesco a toccarmi e a provare piacere solo se mi estranio dal mio corpo e immagino un altro corpo femminile. Nelle fantasie sessuali e nell'atto pratico provo grande eccitazione e sono predisposta all'atto sessuale solo se immagino di essere l'uomo ;ciò mi viene così spontaneo che provo realmente(sia fisicamente che mentalmente)quello che proverebbe lui vedendo e toccando il corpo di una donna. Vivo tutto l'atto sessuale con la testa di un uomo nel corpo di un uomo. Esteriormente sono una donna e anche bella,ma dentro soffro da morire.Soffro di forte depressione,mi isolo e ho attacchi di panico. Aiutatemi!
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
i suoi genitori (o qualche suo famigliare) sono a conoscenza della situazione?
La terapia che ha seguito è stata incentrata sui temi che ha con chiarezza esposto qui o si è focalizzata su altro?
Credo che l'aiuto più efficace le potrebbe giungere da un Centro che si occupi nello specifico di tali problematiche, dove potrà trovare medici e psicologi che l'affiancheranno, con competenze interdisciplinari, in un percorso di chiarificazione della propria identità sessuale.
Qui potrà trovare, oltre a tanto materiale informativo, i recapiti delle principali strutture che se ne occupano:

http://www.onig.it/drupal6/?q=node/32


Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Sì, ai miei genitori gliene ho parlato più volte, ma non mi credono più di tanto, continuano a dirmi che sono solo molto confusa e tutto si risolverà con il tempo, ma io continuo a stare male e a non vivere..

Tutto ciò che ho detto qui l'ho riferito a suo tempo alla mia psicologa, però lei tendeva più che altro ad ascoltarmi molto e a darmi poche soluzioni pratiche... Non so cosa fare
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Ha provato a dare un'occhiata al sito (non solo la pagina degli indirizzi...) che le ho linkato sopra?
Le sarebbe possibile contattare una delle strutture segnalate, anche solo per iniziare a chiedere informazioni specifiche?
[#4]
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Il problema gentile Dottoressa è che ho paura di dare un dispiacere troppo grande ai miei genitori, soprattutto a mia madre...lei mi prende poco sul serio riguardo questo argomento. Come posso fare per farmi credere?
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Ma quindi il problema è più l'accettazione di se stessa o più la paura di deludere i suoi genitori?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Penso che innanzitutto dovrebbe avere Lei le idee molto chiare su di sé e non so se sia già così.
Comunque è decisamente positivo che ci sia tra voi una sorta di dialogo su questi argomenti e che non si sia costretti a vivere di bugie o di verità nascoste.
Quello dell'accettazione è un percorso che richiede tempo e va per gradi: non metta loro fretta e offra tutta la sua comprensione. Potrebbe essere che anche i suoi genitori necessiteranno in futuro di un supporto psicologico per riuscire a "metabolizzare" gli eventi. La vita è la sua e sta a Lei valutare quanto debba/possa essere condizionata dal giudizio dei suoi genitori.
Per dimostrare che fa sul serio e, soprattutto, per non intraprendere un difficile cammino in solitudine, potrebbe ad esempio chiedere a sua madre di accompagnarla nel Centro a voi più vicino per ritirare del materiale informativo da consultare insieme.
Oppure, in un momento di particolare vicinanza emotiva, potrebbe farle leggere questa sua richiesta....


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Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Dottor Santonocito, penso che sia entrambe le cose. Ma il problema è che ho provato tante, tantissime volte a parlarne con loro, soprattuto con mia madre, ma pensano che la mia sia solo molta confusione e poca esperienza, e non prendono sul serio quello che dico. Io mi sento come bloccata nella mia vita, demotivata e priva di stimoli.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Allora forse non sarebbe sbagliato dire che stai assorbendo la loro incredulità, soprattutto di tua madre, e in qualche modo facendola tua. Il fatto che lei si rifiuta di crederti ti rende più insicura e non fa altro che aggiungere confusione a frustrazione. Non vuoi deludere loro, ma non puoi ignorare ciò che senti, da sempre. Ed è questo dilemma a demotivarti e toglierti stimoli.

Diresti che questa descrizione ti corrisponde?
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Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6
Gentile ragazza,

le parole che ha scritto mi hanno toccato molto, immagino come trascinarsi tutto questo negli anni possa essere stato difficoltoso e pesantissimo per lei (arrivando anche a violentare se stessa relazionandosi con persone per cui non provava nulla e con una delle quali per 3 anni...!)

Non accenna però ad alcun tipo di relazione con una ragazza nonostante provi attrazione nei loro confronti. Cosa le ha impedito di vivere la sua sessualità in maniera autentica e che sentiva più propria? come mai non si è sperimentata con una ragazza per via della delusione che darebbe ai suoi genitori o a se stessa? Ci pensi...

Cosa rappresenterebbe per lei vivere la sua sessualità e la sua identità nel modo che sente più proprio?

Tanto più ascoltiamo la parte più profonda e autentica di noi stessi e tanto più proviamo a percorrere la strada della serenità. Solo se siamo noi i primi a comprenderci e ad "accettarci" anche gli altri con il tempo lo faranno.

Mi accodo all'invito della dott.ssa Scalco di consultare un centro specialistico anche tra quelli segnalati dal link.

Le auguro di trovare la sua strada e di percorrerla serenamente.




Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com

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Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Sinceramente ho sempre cercato di evitare ogni esperienza di questo tipo Dottor Bruzzese, perché penso di aver paura di dover prendere coscienza di una certa realtà. Per me inoltre il giudizio degli altri è fondamentale. Solo l'idea di non sentirmi accettata mi fa stare male. Penso sia anche paura di deludere me stessa e le mie aspettative. Vorrei che tutti questi problemi sparissero all'improvviso. Potrebbe essere questo mio non accettarmi nella mia vera sessualità ad aver causato e a causare tutto il mio malessere, la mia frustrazione, la mancanza di stimoli quotidiani,la perenne tristezza, senso di inadeguatezza e avversione verso me stessa e il mio corpo? Sono "normali" i pensieri che facevo da piccola e che ho adesso? Io credo di no
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Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6
"ho paura di prendere coscienza di una certa realtà"
"per me inoltre il giudizio degli altri è fondamentale"

Io direi che potrebbe cominciare proprio da qui, iniziare a lavorare sull'accettare se stessa, prendere consapevolezza di chi è realmente, imparare a sentirsi fino in fondo, cominciare ad essere e mostrarsi per quello che è e non cercare di apparire per quello che non è, anche perchè alla lunga diventa un gioco al massacro fatto di continue violenze contro se stessa, scindendo sempre di più la sua persona.

Il non potersi esprimere completamente per paura del giudizio altrui, il reprimersi completamente, il non viversi storie sentimentali/affettive, non poter raccontarsi a nessuno, certamente non aiutano il suo benessere psico-fisico anche se risulta impossibile per me rintracciare una eziologia dei sintomi che ci ha narrato soprattutto in questa sede.

Sarebbe opportuno, come le abbiamo consigliato, che lei consultasse di persona uno psicoterapeuta che possa accompagnarla in questo percorso.

Sul concetto di normalità potremmo stare a parlare una vita, la cosa più preziosa e normale in questo momento è il fatto che lei prenda in mano la sua vita e che tenti di stare bene, vivendo quello che tutti i ragazzi della sua età vivono. Un passo alla volta e con i suoi tempi ma non abbia paura di se stessa: non crede che dopo tutto quello che ha passato sia arrivato forse il momento di volersi bene e di provare ad affrontare se stessa in previsione di un auspicato benessere?







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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile ragazza,
la nostra identità di genere si costruisce dentro di noi e nel rispecchiamento con gli altri, soprattutto i genitori. La consiglierei di lavorare su di sè per il momento - con l'aiuto di uno psicologo specializzato in ciò - e di pensare alla reazione dei genitori solo successivamente. Prese assieme le due cose la bloccano nell'mmobilità, direi.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Lei parla di disforia di genere, chi ha fatto questa diagnosi?

L' identità di genere e le sue eventuali sofferenze, parte da lontano, dall' infanzia e dalle prime esperienze sessuate, la sua conoscenza ed accettazione diventano i pre requisiti per una sana e vibrante vita emozionale/ relazionale e sessuale .

Un approfondimento diagnostico, diventa indispensabile

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it