Superare un tradimento
Esattamente quattro anni fa scoprii per caso che mio marito mi tradiva. Al primo messaggio ricevuto per errore capii, ma non reagii perchè ero presa dalla mia depressione. Pareva quasi non mi importasse nulla, anzi, volevo vedere fin dove arrivava. Immaginavo che ci fosse un'altra persona, lo vedevo trafficare sempre con il cellulare anche quando stavamo io su un divano, lui sull'altro. A volte gli chiedevo cosa stesse facendo e lui mi rispondeva evasivamente. Premetto che non ho mai avuto l'abitudine di curiosare negli effetti personali suoi, come in quelli dei miei figli. La privacy per me è sacra. Purtroppo un giorno lui era fuori in giardino e il suo telefono prese a squillare. Nel dubbio se fosse il caso di alzarmi dal divano e rispondere o no, mi attardai a decidermi a farlo. Fu li che il telefono smise di squillare nell'istante in cui lo presi in mano e così mi apparve il messaggio che lui aveva inviato alla sua innamorata. Così com'era, senza toccare nulla lo portai in giardino ormai con in display oscurato e gli dissi che aveva squillato a vuoto. Al che lui lo prese in mano per vedere chi fosse e naturalmente gli apparve il testo che non aveva cancellato. Sbiancò, ma io feci finta di non essermi accorta di nulla. Continuai a comportarmi quasi normalmente ma ormai lui era divorato dal dubbio. Per il resto del pomeriggio mi lasciò il telefono nelle vicinanze, voleva capire subito se avessi letto. Voleva a tutti i costi provocare una mia reazione, che tardo' ad arrivare. Non so ancora adesso chi mi diede la forza per mantenermi calma. La sera tardi, presi con le mani che mi tremavano il cellulare e copiai in numero della "signora". Tramite internet ottenni i tabulati e con l'aiuto di un'amica seppi a chi fosse intestato. Iniziai così a giocare al gatto col topo. I miei silenzi lo annientavano, e alla mia mancanza di reazioni di nessun tipo si chiedeva se fosse solo una sua impressione, magari il suo senso di colpa a fargli credere che lo avessi scoperto. Non capiva. Dopo due settimane di travaglio, alla sua ennesima richiesta di spiegazioni sul mio comportamento distante non ne potetti più e gli dissi che si facesse l'esame di coscienza e si desse da solo la risposta. Per giorni feci finta di non sapere di chi si trattasse, alla fine le carte si scoprirono e mi disse che era stata solo un gioco di messaggi, di frasi prese da libri e cretinate varie. La confessione completa è arrivata due mesi fa. Come supponevo, c'erano stati degli incontri e avevano fatto sesso. Sono passati quattro anni, ma non riesco a perdonarlo. Sento il bisogno di picchiarlo, di chiamare il marito della signora e dirgli finalmente chi ha a fianco. Ma quando io scoprii la tresca, lui le disse che avevo scoperto tutto. Lei lo minacciò dicendo che lo avrebbe accusato di molestie sul lavoro se io avessi detto tutto al marito. Mi sentii le mani legate e mi fermai nella mia vendetta. Ma ora sono qui a soffrire ancora per questa storia che mi distrugge la vita. Aiutatemi.
[#1]
Gentile signora,
inizia la Sua mail dicendo di aver sofferto di depressione. Per quanto tempo?
Adesso è ancora in cura?
Probabilmente la malattia L'ha allontanata da Suo marito, ma adesso la relazione con lui com'è? Lei parla chiaramente di vendetta, ma che cosa cambierebbe concretamente nella Sua vita qualora riuscisse ad attuarLa? Come si vede se lo facesse? Pensa che riuscirebbe a stare meglio e soprattutto a dimenticare e perdonare?
Suo marito che atteggiamento ha a riguardo?
inizia la Sua mail dicendo di aver sofferto di depressione. Per quanto tempo?
Adesso è ancora in cura?
Probabilmente la malattia L'ha allontanata da Suo marito, ma adesso la relazione con lui com'è? Lei parla chiaramente di vendetta, ma che cosa cambierebbe concretamente nella Sua vita qualora riuscisse ad attuarLa? Come si vede se lo facesse? Pensa che riuscirebbe a stare meglio e soprattutto a dimenticare e perdonare?
Suo marito che atteggiamento ha a riguardo?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile Signora,
la scoperta di un tradimento è tra gli eventi più dolorosi e destabilizzanti per l'essere umano, che tra l'altro obbliga a dover fare bilanci e conti con quanto fino a quel momento era stato taciuto o ignorato.
Il perdono, anzi la parola perdono, contiene in sé la parola "danno" e "dono", cioè il danno subito e il dono relativo alla capacità di ricominciare, ma affinché tutto questo possa accadere, non è determinante la caccia alle streghe, cioè la ricerca del colpevole, ma la reale comprensione delle cause che hanno mosso le fila del tradimento.
Quando una coppia inizia a perdere le prime foglie, appaiono gli amanti, che rappresentano scorciatoie a tante altre problematiche che abitano la coppia .
Il tradimento, spesso si interpone silenzioso tra gli spazi vuoti di una coppia.
Secondo lei, quali erano i vostri spazi vuoti?
Quando vi siete smarriti?
Perché?
le allego qualche lettura, come spunto di riflessione...
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2460-coppie-e-tradimento-chi-tradisce-chi-ma-il-tradimento-e-utile.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2321-tradimento-e-sessualita-quando-si-tradisce-per-salvare-il-matrimonio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2251-come-superare-un-tradimento.html
-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2321-tradimento-e-sessualita-quando-si-tradisce-per-salvare-il-matrimonio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2287-insieme-per-i-figli-alibi-o-realta.html-
la scoperta di un tradimento è tra gli eventi più dolorosi e destabilizzanti per l'essere umano, che tra l'altro obbliga a dover fare bilanci e conti con quanto fino a quel momento era stato taciuto o ignorato.
Il perdono, anzi la parola perdono, contiene in sé la parola "danno" e "dono", cioè il danno subito e il dono relativo alla capacità di ricominciare, ma affinché tutto questo possa accadere, non è determinante la caccia alle streghe, cioè la ricerca del colpevole, ma la reale comprensione delle cause che hanno mosso le fila del tradimento.
Quando una coppia inizia a perdere le prime foglie, appaiono gli amanti, che rappresentano scorciatoie a tante altre problematiche che abitano la coppia .
Il tradimento, spesso si interpone silenzioso tra gli spazi vuoti di una coppia.
Secondo lei, quali erano i vostri spazi vuoti?
Quando vi siete smarriti?
Perché?
le allego qualche lettura, come spunto di riflessione...
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2460-coppie-e-tradimento-chi-tradisce-chi-ma-il-tradimento-e-utile.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2321-tradimento-e-sessualita-quando-si-tradisce-per-salvare-il-matrimonio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2251-come-superare-un-tradimento.html
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https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2321-tradimento-e-sessualita-quando-si-tradisce-per-salvare-il-matrimonio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2287-insieme-per-i-figli-alibi-o-realta.html-
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Ex utente
Grazie per l’attenzione.
Tutto è iniziato nel 2007. Dolori dappertutto, senso di spossatezza, formicolii agli arti, persino sul volto e sulla lingua. Incominciai a pensare di avere la SM. Ci furono delle indagini accurate che non portarono a nulla di ciò. Ero tanto triste e stanca di vivere che quasi mi auguravo che risultasse qualcosa così da essere lasciata in pace. Non avevo più voglia di andare in ufficio e passavo le mie giornate sdraiata sul divano, a guardare i pesciolini nell’acquario. Mi limitavo a fare il minimo in casa, senza voglia, pur non trascurando i miei doveri di moglie e madre. Era il mio 49° anno di età e per quanto riguarda i nostri rapporti intimi posso asserire che è stato il più bello e intenso in assoluto. Credo di essere stata innamorata di mio marito in quel periodo come non mai. La psichiatra mi prescrisse Cipralex, il cui unico effetto fu di ingrassare di 13 chili nel giro di poco tempo. Iniziai un percorso di psicoterapia e all’inizio sembrava andare un po’ meglio. Per farla breve cambiai psichiatra. Passai dal Cipralex al Welbutrin che sospesi quasi subito per crisi eccessive di pianto. Gli ultimi 2 anni ho assunto Fluoxeren da 20, 2 al dì e Xeristar solo la sera. A gennaio la dottoressa mi tolse xeristar e mi prescrisse Lamictal. Dopo fasi di miglioramento e regressione la dott mi ha fatto sospendere tutto gradualmente per vedere se fosse il caso di cambiare cura. Ora sto meglio, ho deciso che non voglio più medicine. Ho ricominciato la psicoterapia che avevo sospeso e posso dire che sto meglio. Lui mi è molto vicino, come pure i figli ma il mio chiodo fisso è que-sto grande dolore che mi porto dentro. Forse la mancanza di vendetta mi ha lasciato dentro una incompiuta elaborazione del lutto. So che non cambierebbe niente, non dimenticherei lo stesso, me lo dice anche il mio Psicologo, ma io non riesco a perdonarlo. Mi fa pena lui, per essersi lasciato coinvolgere in questo “incidente di percorso”, “pura vanità maschile” come lo definisce lui, e mi faccio pena io per la sofferenza che mi ha inflitto. Era tutto il mio mondo, lo è tuttora, ma quando sono sola piango e mi dispiaccio per me stessa. Posso continuare a vivere tra questi alti e bassi? Ieri sera mi auguravo un infarto per finalmente finire. Sono troppo vigliacca per suicidarmi perchè mi fa paura il dolore fisico e non voglio dare dispiacere ai miei figli. Il grande è Assistente Sociale e la piccola è laureata in Psicologia Clinica, in questi giorni impegnata con l’Esame di Stato a Torino. Loro mi adorano e non meritano una mamma così debole. Aspetto solo che tutto finisca al più presto.
Tutto è iniziato nel 2007. Dolori dappertutto, senso di spossatezza, formicolii agli arti, persino sul volto e sulla lingua. Incominciai a pensare di avere la SM. Ci furono delle indagini accurate che non portarono a nulla di ciò. Ero tanto triste e stanca di vivere che quasi mi auguravo che risultasse qualcosa così da essere lasciata in pace. Non avevo più voglia di andare in ufficio e passavo le mie giornate sdraiata sul divano, a guardare i pesciolini nell’acquario. Mi limitavo a fare il minimo in casa, senza voglia, pur non trascurando i miei doveri di moglie e madre. Era il mio 49° anno di età e per quanto riguarda i nostri rapporti intimi posso asserire che è stato il più bello e intenso in assoluto. Credo di essere stata innamorata di mio marito in quel periodo come non mai. La psichiatra mi prescrisse Cipralex, il cui unico effetto fu di ingrassare di 13 chili nel giro di poco tempo. Iniziai un percorso di psicoterapia e all’inizio sembrava andare un po’ meglio. Per farla breve cambiai psichiatra. Passai dal Cipralex al Welbutrin che sospesi quasi subito per crisi eccessive di pianto. Gli ultimi 2 anni ho assunto Fluoxeren da 20, 2 al dì e Xeristar solo la sera. A gennaio la dottoressa mi tolse xeristar e mi prescrisse Lamictal. Dopo fasi di miglioramento e regressione la dott mi ha fatto sospendere tutto gradualmente per vedere se fosse il caso di cambiare cura. Ora sto meglio, ho deciso che non voglio più medicine. Ho ricominciato la psicoterapia che avevo sospeso e posso dire che sto meglio. Lui mi è molto vicino, come pure i figli ma il mio chiodo fisso è que-sto grande dolore che mi porto dentro. Forse la mancanza di vendetta mi ha lasciato dentro una incompiuta elaborazione del lutto. So che non cambierebbe niente, non dimenticherei lo stesso, me lo dice anche il mio Psicologo, ma io non riesco a perdonarlo. Mi fa pena lui, per essersi lasciato coinvolgere in questo “incidente di percorso”, “pura vanità maschile” come lo definisce lui, e mi faccio pena io per la sofferenza che mi ha inflitto. Era tutto il mio mondo, lo è tuttora, ma quando sono sola piango e mi dispiaccio per me stessa. Posso continuare a vivere tra questi alti e bassi? Ieri sera mi auguravo un infarto per finalmente finire. Sono troppo vigliacca per suicidarmi perchè mi fa paura il dolore fisico e non voglio dare dispiacere ai miei figli. Il grande è Assistente Sociale e la piccola è laureata in Psicologia Clinica, in questi giorni impegnata con l’Esame di Stato a Torino. Loro mi adorano e non meritano una mamma così debole. Aspetto solo che tutto finisca al più presto.
[#4]
Gentile signora,
legga questo articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1726-risarcimento-emotivo-quando-nella-coppia-chiedere-scusa-non-basta.html
Saluti,
legga questo articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1726-risarcimento-emotivo-quando-nella-coppia-chiedere-scusa-non-basta.html
Saluti,
[#5]
Gentile Signora,
La sua storia emotiva e clinica denuncia quote di sofferenza notevoli...
Questo non giustifica il tradimento, ma può avere facilitato il cambiamento degli equilibri all' interno della coppia.
Una possibile terapia di coppia, credo potrebbe aiutarvi a ricostruire la vostra coppia ed a dare la forza ed. A trasformare la crisi in risorsa.
Il suicidio non è una soluzione, ma una scorciatoia....
Crede che suo marito sarebbe d' accordo?
La sua storia emotiva e clinica denuncia quote di sofferenza notevoli...
Questo non giustifica il tradimento, ma può avere facilitato il cambiamento degli equilibri all' interno della coppia.
Una possibile terapia di coppia, credo potrebbe aiutarvi a ricostruire la vostra coppia ed a dare la forza ed. A trasformare la crisi in risorsa.
Il suicidio non è una soluzione, ma una scorciatoia....
Crede che suo marito sarebbe d' accordo?
[#6]
Ex utente
Abbiamo già tentato di fare un percorso di coppia con il mio primo Psicoterapeuta. Quando però durante la seduta ho iniziato a inveirgli contro mio marito ha detto che non intendeva farsi insultare da me davanti agli altri. Si vergognava della crudezza dei miei discorsi, anche perchè lo Psicologo ci conosce. Così ho dovuto continuare da sola. A dire il vero quel percorso mi ha aiutato a superare tanti nodi che attendevano da anni di essere sciolti, ma questo del tradimento proprio non riesco a mandar giù. Mi duole, mi duole da morire!!! Quasi un dolore fisico!
Da circa tre mesi vado da un altro Psicoterapeuta e anche lui ha ammesso che sono ancora molto arrabbiata nonostante il fattaccio sia successo nel 2009. Ne parlo e ne parlo in continuazione. Ad ogni seduta si ripete la stessa storia. Anche lui mi ha detto che la coppia dovrebbe attingere la forza per trasformare la crisi in risorsa. Ma io non mi capacito. E' troppo forte il dolore. Sono cresciuta come una piantina alla sua ombra. Avevo solo 14 anni quando l'ho conosciuto e lui ha fatto di me la donna che sono oggi. Nel tempo lui si è indebolito, oltre al suo lavoro non ha saputo vivere con scioltezza la vita fuori del suo ambito lavorativo. Sempre rigido, mai frivolo, quando le cose escono fuori dagli schemi lui sbuffa. Sembra di avere una locomotiva in casa. Mai prende l'iniziativa di fare qualcosa di diverso. L'ho sempre seguito passo passo anche con consigli su come comportarsi in problemi di qualsiasi genere. Ero la sua mentore. Pareva non sapesse muoversi senza i miei consigli e il mio aiuto. ... Anche andare fuori città da solo non è capace. E poi? E poi ha saputo organizzarsi a trovare una casa dove portare la sua amante!!! Solo allora non ha avuto bisogno di me per pianificargli il tutto? Era perennemente sul lavoro e quando era a casa si estraniava col cellulare in mano sorridendo da solo. Mi pareva di vedere un adolescente alla sua prima cotta. Lo osservavo a sua insaputa. Io sapevo ma lui non se ne rendeva conto. Per scusarlo, a volte ho pensato che forse aveva bisogno di crearsi una bolla in cui rifugiarsi lontano dai mille problemi quotidiani lavorativi. Ma era proprio necessario farlo con una donna di 20 anni meno di lui e che tra l'altro era cresciuta con sua sorella più piccola, giocando alle barbie sul ballatoio dove abitava da ragazzo? Che vergogna! Quando ho saputo chi fosse l'ho giudicato alla stregua di un pedofilo. L'aveva vista crescere e non doveva permettersi una cosa simile, anche se come dice lui è stata lei a provocarlo. Per me lei o lui non fa differenza. Li vedo sporchi tutti e due. E il mio dolore non cessa.
Da circa tre mesi vado da un altro Psicoterapeuta e anche lui ha ammesso che sono ancora molto arrabbiata nonostante il fattaccio sia successo nel 2009. Ne parlo e ne parlo in continuazione. Ad ogni seduta si ripete la stessa storia. Anche lui mi ha detto che la coppia dovrebbe attingere la forza per trasformare la crisi in risorsa. Ma io non mi capacito. E' troppo forte il dolore. Sono cresciuta come una piantina alla sua ombra. Avevo solo 14 anni quando l'ho conosciuto e lui ha fatto di me la donna che sono oggi. Nel tempo lui si è indebolito, oltre al suo lavoro non ha saputo vivere con scioltezza la vita fuori del suo ambito lavorativo. Sempre rigido, mai frivolo, quando le cose escono fuori dagli schemi lui sbuffa. Sembra di avere una locomotiva in casa. Mai prende l'iniziativa di fare qualcosa di diverso. L'ho sempre seguito passo passo anche con consigli su come comportarsi in problemi di qualsiasi genere. Ero la sua mentore. Pareva non sapesse muoversi senza i miei consigli e il mio aiuto. ... Anche andare fuori città da solo non è capace. E poi? E poi ha saputo organizzarsi a trovare una casa dove portare la sua amante!!! Solo allora non ha avuto bisogno di me per pianificargli il tutto? Era perennemente sul lavoro e quando era a casa si estraniava col cellulare in mano sorridendo da solo. Mi pareva di vedere un adolescente alla sua prima cotta. Lo osservavo a sua insaputa. Io sapevo ma lui non se ne rendeva conto. Per scusarlo, a volte ho pensato che forse aveva bisogno di crearsi una bolla in cui rifugiarsi lontano dai mille problemi quotidiani lavorativi. Ma era proprio necessario farlo con una donna di 20 anni meno di lui e che tra l'altro era cresciuta con sua sorella più piccola, giocando alle barbie sul ballatoio dove abitava da ragazzo? Che vergogna! Quando ho saputo chi fosse l'ho giudicato alla stregua di un pedofilo. L'aveva vista crescere e non doveva permettersi una cosa simile, anche se come dice lui è stata lei a provocarlo. Per me lei o lui non fa differenza. Li vedo sporchi tutti e due. E il mio dolore non cessa.
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Gentile signora,
mi pare di capire che Lei abbia ancora tanta acredine e tanto dolore da tirare fuori, ma vorrei domandarLe in che modo lo psicoterapeuta La sta aiutando?
Quali potrebbero essere a Suo avviso gli scenari futuri da prendere in considerazione? Le Sue credenze Le impediscono di superare il tradimento? Prenderebbe in considerazione l'idea della separazione?
mi pare di capire che Lei abbia ancora tanta acredine e tanto dolore da tirare fuori, ma vorrei domandarLe in che modo lo psicoterapeuta La sta aiutando?
Quali potrebbero essere a Suo avviso gli scenari futuri da prendere in considerazione? Le Sue credenze Le impediscono di superare il tradimento? Prenderebbe in considerazione l'idea della separazione?
[#8]
Ex utente
Oggi sono pentita di non averlo buttato fuori di casa. Anche se poi so che lo avrei accolto di nuovo.
Noi ci siamo sempre amati, ognuno sapeva il pensiero dell'altro. Siamo stati l'invidia di tutti, sempre insieme tranne che nelle ore di lavoro. Perchè l'ha fatto? E come posso fare per superare questo scoglio? In sostanza sento di averlo perdonato, ma io mio dolore non mi da tregua. Ci penso in continuazione, è un tarlo ormai. Quando penso ai loro incontri mi sento morire. Su mia insistenza e con la promessa che poi non ne avremmo più parlato mi ha confessato tutto, anche dove si sono visti, quante volte e cosa e come lo hanno fatto.
Capita che dopo la mia seduta di psicoterapia mi sento più serena per qualche giorno, ma poi tutto riprende e incominciano i miei silenzi. Capisco anche la sua sofferenza nel vedermi così, ma non ci posso fare nulla.
Di separarmi non se ne parla, non voglio e non lo vuole neppure lui. E' fuori discussione. Ci amiamo ancora. Da qui la mia sensazione di essere intrappolata in questa gabbia di dolore e la necessità di finire.
E non pensare più.
Noi ci siamo sempre amati, ognuno sapeva il pensiero dell'altro. Siamo stati l'invidia di tutti, sempre insieme tranne che nelle ore di lavoro. Perchè l'ha fatto? E come posso fare per superare questo scoglio? In sostanza sento di averlo perdonato, ma io mio dolore non mi da tregua. Ci penso in continuazione, è un tarlo ormai. Quando penso ai loro incontri mi sento morire. Su mia insistenza e con la promessa che poi non ne avremmo più parlato mi ha confessato tutto, anche dove si sono visti, quante volte e cosa e come lo hanno fatto.
Capita che dopo la mia seduta di psicoterapia mi sento più serena per qualche giorno, ma poi tutto riprende e incominciano i miei silenzi. Capisco anche la sua sofferenza nel vedermi così, ma non ci posso fare nulla.
Di separarmi non se ne parla, non voglio e non lo vuole neppure lui. E' fuori discussione. Ci amiamo ancora. Da qui la mia sensazione di essere intrappolata in questa gabbia di dolore e la necessità di finire.
E non pensare più.
[#9]
Gentile Utente,
ha letto l'articolo che ho postato nella mia replica n. 4?
Cosa ne pensa?
Se vi amate ancora e avete preso la decisione di continuare a stare insieme, credo sia necessario lasciare andare la rabbia tutte le volte che la sente e imparare, con l'aiuto del terapeuta, ad utilizzarla come energia Suo vantaggio.
Saluti,
ha letto l'articolo che ho postato nella mia replica n. 4?
Cosa ne pensa?
Se vi amate ancora e avete preso la decisione di continuare a stare insieme, credo sia necessario lasciare andare la rabbia tutte le volte che la sente e imparare, con l'aiuto del terapeuta, ad utilizzarla come energia Suo vantaggio.
Saluti,
[#10]
Ex utente
Gentile Dottoressa Pileci,
ho letto l'articolo, capisco quello che vorrebbe che io capissi, ma...
"Dopo il torto, senza rendersene conto, chi lo ha subito mette in atto questa richiesta di rimborso emotivo semplicemente per nutrirsi della sofferenza del compagno, come una sorta di compensazione per quella subita. Tu mi hai fatto soffrire, ora è il tuo turno. E questa, inconsapevolmente, rappresenta la scelta peggiore che si possa fare. Una scelta che induce verso un circolo vizioso che spinge il partner a logorarsi e ad assumere atteggiamenti conseguentemente più confusi che, a loro volta, fanno aumentare il prezzo del risarcimento richiesto. Purtroppo, tale risarcimento rappresenta un’illusione, un’inutile speranza che la sofferenza del partner possa rimarginare la nostra ferita emotiva. In realtà, non ci si rende conto che la vera cura sta nel perdono!"
Mi ci ritrovo, ma proprio non riesco a dimenticare. Pochi istanti fa è venuto da me e mi ha chiesto per l'ennesima volta cosa avessi, il perchè sto male di nuovo. Mi ha detto che di questo passo rischiamo di ammalarci tutti, figli compresi. Che debbo reagire e ricominciare a vivere. Non si rende conto che ogni oggetto, persino la pianta che ho in giardino (che mi regalò anni fa la mamma di quella sciagurata) mi fanno tornare alla mente quella persona? Forse è proprio la mancanza di una reazione plateale e forte mi ha impedito di elaborare questo lutto.
Io l'ho perdonato ma il pensiero della loro tresca non mi da pace.
ho letto l'articolo, capisco quello che vorrebbe che io capissi, ma...
"Dopo il torto, senza rendersene conto, chi lo ha subito mette in atto questa richiesta di rimborso emotivo semplicemente per nutrirsi della sofferenza del compagno, come una sorta di compensazione per quella subita. Tu mi hai fatto soffrire, ora è il tuo turno. E questa, inconsapevolmente, rappresenta la scelta peggiore che si possa fare. Una scelta che induce verso un circolo vizioso che spinge il partner a logorarsi e ad assumere atteggiamenti conseguentemente più confusi che, a loro volta, fanno aumentare il prezzo del risarcimento richiesto. Purtroppo, tale risarcimento rappresenta un’illusione, un’inutile speranza che la sofferenza del partner possa rimarginare la nostra ferita emotiva. In realtà, non ci si rende conto che la vera cura sta nel perdono!"
Mi ci ritrovo, ma proprio non riesco a dimenticare. Pochi istanti fa è venuto da me e mi ha chiesto per l'ennesima volta cosa avessi, il perchè sto male di nuovo. Mi ha detto che di questo passo rischiamo di ammalarci tutti, figli compresi. Che debbo reagire e ricominciare a vivere. Non si rende conto che ogni oggetto, persino la pianta che ho in giardino (che mi regalò anni fa la mamma di quella sciagurata) mi fanno tornare alla mente quella persona? Forse è proprio la mancanza di una reazione plateale e forte mi ha impedito di elaborare questo lutto.
Io l'ho perdonato ma il pensiero della loro tresca non mi da pace.
[#11]
"Io l'ho perdonato ma il pensiero della loro tresca non mi da pace."
Gentile signora,
il vero perdono è quello che ci permette di andare avanti e di dimenticare il torto subito.
Perchè non prova a domandare alla Sua terapeuta in che modo può esserLe utile una terapia per questa problematica e che cosa può fare concretamente?
La Sua depressione del passato può incidere secondo la terapeuta?
Gentile signora,
il vero perdono è quello che ci permette di andare avanti e di dimenticare il torto subito.
Perchè non prova a domandare alla Sua terapeuta in che modo può esserLe utile una terapia per questa problematica e che cosa può fare concretamente?
La Sua depressione del passato può incidere secondo la terapeuta?
[#12]
Ex utente
Spesso mi chiedo se o fatto bene a farmi confessare tutto, ma non riuscivo a vivere con l'angoscia di non sapere tutto. Mi sentivo presa in giro. Volevo sapere a tutti i costi. Subito dopo le rivelazioni pareva di stare meglio, ma poi tutto è ricominciato peggio di prima. Riesco a mascherare per giorni e giorni ma poi crollo e mi chiudo nei miei silenzi e nella mia tristezza. Lui se ne accorge e si mortifica. Purtroppo non posso farci nulla, mi mortifico pure io a essere in questo stato. So che faccio male a tutti così facendo. Da qui il desiderio di sparire. ma sono una vigliacca.
Per quanto mi riguarda confido solo in Dio che metta fine a questa storia.
Per quanto mi riguarda confido solo in Dio che metta fine a questa storia.
[#13]
Gentile signora,
il momento di lasciare andare rabbia e amarezza è proprio questo:
"Riesco a mascherare per giorni e giorni ma poi crollo e mi chiudo nei miei silenzi e nella mia tristezza. Lui se ne accorge e si mortifica. "
Anzichè chiudersi nella tristezza e nei silenzi, dovrebbe cercare nuove startegie, con l'aiuto della terapeuta, che riescano ad aiutarLa maggiormente e ad essere più funzionali.
Invece più si chiude e meno riesce a vedere il fatto da un'altra prospettiva e a dare un senso. Chieda alla terapeuta che già La conosce.
Un cordiale saluto,
il momento di lasciare andare rabbia e amarezza è proprio questo:
"Riesco a mascherare per giorni e giorni ma poi crollo e mi chiudo nei miei silenzi e nella mia tristezza. Lui se ne accorge e si mortifica. "
Anzichè chiudersi nella tristezza e nei silenzi, dovrebbe cercare nuove startegie, con l'aiuto della terapeuta, che riescano ad aiutarLa maggiormente e ad essere più funzionali.
Invece più si chiude e meno riesce a vedere il fatto da un'altra prospettiva e a dare un senso. Chieda alla terapeuta che già La conosce.
Un cordiale saluto,
[#14]
Ex utente
Gentile dottoressa,
il mio psicoterapeuta mi ha messo di fronte a probabili scelte:
Come starei senza di lui?
Cosa cambierebbe per me se affrontassi la signora e spifferassi tutto al marito?
Mi dice che il problema è suo, non più mio, perchè io ho mio marito.
Mi dice che se stiamo ancora insieme è perchè mio marito ha fatto una scelta. Non ha scelto me?
Mi ha consigliato di riprendere a uscire con mio marito, cosa che non faccio da tempo perchè mi vergogno di farmi vedere con lui dopo quello che ha fatto. Odio farmi vedere da chi magari sa tutto! L'abito della tradita addosso non me lo deve vedere nessuno. Ero troppo orgogliosa del nostro rapporto inossidabile, invidiato da tutti.
Trentanni di matrimonio sempre insieme, legati come due adolescenti.
E adesso? Come faccio a dimenticare questo sgarbo? Ecco, il termine esatto è venuto fuori, uno sgarbo al mio amore verso di lui.
il mio psicoterapeuta mi ha messo di fronte a probabili scelte:
Come starei senza di lui?
Cosa cambierebbe per me se affrontassi la signora e spifferassi tutto al marito?
Mi dice che il problema è suo, non più mio, perchè io ho mio marito.
Mi dice che se stiamo ancora insieme è perchè mio marito ha fatto una scelta. Non ha scelto me?
Mi ha consigliato di riprendere a uscire con mio marito, cosa che non faccio da tempo perchè mi vergogno di farmi vedere con lui dopo quello che ha fatto. Odio farmi vedere da chi magari sa tutto! L'abito della tradita addosso non me lo deve vedere nessuno. Ero troppo orgogliosa del nostro rapporto inossidabile, invidiato da tutti.
Trentanni di matrimonio sempre insieme, legati come due adolescenti.
E adesso? Come faccio a dimenticare questo sgarbo? Ecco, il termine esatto è venuto fuori, uno sgarbo al mio amore verso di lui.
[#15]
Ex utente
Mi viene da piangere, maledizione! E piango tutte le mie lacrime di disperazione. Un altro giorno è passato con questo cancro che mi sta divorando dentro.
Mi rendo conto che ho sprecato un altro giorno a soffrire quando invece potrei lasciar perdere e ricominciare tutto. Ma sono inchiodata dal dolore che grida, mi stringe il petto e mi tormenta. è quasi un dolore fisico. Se solo ci fosse una medicina per guarire!
Mi rendo conto che ho sprecato un altro giorno a soffrire quando invece potrei lasciar perdere e ricominciare tutto. Ma sono inchiodata dal dolore che grida, mi stringe il petto e mi tormenta. è quasi un dolore fisico. Se solo ci fosse una medicina per guarire!
[#16]
Gentile signora,
se Lei ha capito, perchè lo ha sperimentato, che trascorrere un altro giorno in questa maniera non Le è stato di nessun aiuto, non crede di dover cambiare strategia partendo da ciò che FA?
FARE determinate cose che adesso non sta attuando (ad es. uscire) potrebbe aiutarLa a sperimentarsi in una modalità diversa e nuova che può essere la chiave per il cambiamento, ma c'è bisogno di insistere.
Faccia il punto della situazione con la terapeuta; non è giusto per Lei stare così male dopo tutto questo tempo e se non c'è riscontro e un cambiamento a breve, forse è il caso di valutare un'altra strada.
Un cordiale saluto,
se Lei ha capito, perchè lo ha sperimentato, che trascorrere un altro giorno in questa maniera non Le è stato di nessun aiuto, non crede di dover cambiare strategia partendo da ciò che FA?
FARE determinate cose che adesso non sta attuando (ad es. uscire) potrebbe aiutarLa a sperimentarsi in una modalità diversa e nuova che può essere la chiave per il cambiamento, ma c'è bisogno di insistere.
Faccia il punto della situazione con la terapeuta; non è giusto per Lei stare così male dopo tutto questo tempo e se non c'è riscontro e un cambiamento a breve, forse è il caso di valutare un'altra strada.
Un cordiale saluto,
[#17]
Ex utente
Sono le parole che mio marito mi ha detto poco fa.
Mi vien voglia di mollare tutto, psicoterapia compresa. Giovedì, al prossimo appuntamento gli dico che non intendo più andarci.
Tanto non cambia niente, il dolore è mio e nessuno riesce a consolarmi ne può togliermelo mai.
La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.
Mi vien voglia di mollare tutto, psicoterapia compresa. Giovedì, al prossimo appuntamento gli dico che non intendo più andarci.
Tanto non cambia niente, il dolore è mio e nessuno riesce a consolarmi ne può togliermelo mai.
La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.
[#18]
Pensa forse che Suo marito, per un errore commesso, non possa esprimere un parere molto sensato?
Mi pare di capire che anche Suo marito abbia molta voglia di ricominciare e che abbia palesemente scelto di continuare ad essere il Suo uomo.
Quindi potreste insieme partire da qui.
Mi pare che Lei abbia anche delle aspettative magiche in merito al cambiamento del Suo stato e del Suo umore, invece non è così; sarà Lei a doversi sforzare per lasciare andare la rabbia più volte e, a mio avviso, sarebbe utile ripartire a ricostruire insieme. I Suoi ricordi, invece, non fanno altro che demolire... e far male per prima a Lei.
" il dolore è mio e nessuno riesce a consolarmi ne può togliermelo mai. "
Per fortuna non funziona proprio così, altrimenti noi tutti saremmo distrutti da ciò che ci accade nella vita: questi momenti si possono superare.
Un cordiale saluto,
Mi pare di capire che anche Suo marito abbia molta voglia di ricominciare e che abbia palesemente scelto di continuare ad essere il Suo uomo.
Quindi potreste insieme partire da qui.
Mi pare che Lei abbia anche delle aspettative magiche in merito al cambiamento del Suo stato e del Suo umore, invece non è così; sarà Lei a doversi sforzare per lasciare andare la rabbia più volte e, a mio avviso, sarebbe utile ripartire a ricostruire insieme. I Suoi ricordi, invece, non fanno altro che demolire... e far male per prima a Lei.
" il dolore è mio e nessuno riesce a consolarmi ne può togliermelo mai. "
Per fortuna non funziona proprio così, altrimenti noi tutti saremmo distrutti da ciò che ci accade nella vita: questi momenti si possono superare.
Un cordiale saluto,
[#19]
Ex utente
Grazie,
spero di riuscire a reagire.
A volte ho l'impressione che mi voglia autopunire, che voglia infliggermi questa sofferenza immane, ma non riesco a percepirne il motivo.
Soffro come un animale, ma probabilmente non ho ancora toccato il fondo. Sogno di urlare, un giorno a tutti il mio dolore e piangere lacrime amare, invece mi tocca tacere per non nuocere agli altri.
Reprimendo, ancora una volta non ho pensato a me!
E' una vita che penso agli altri. Sono andata sempre in punta di piedi per non ferire nessuno, ma a che prezzo? Gli altri non hanno avuto rispetto per me e le mie esigenze, persino in questa situazione mi è toccato tacere, mio malgrado. Ma tant'è... vorrà dire che non ho saputo vivere. Buona notte Dottoressa, e grazie per le gentili parole.
spero di riuscire a reagire.
A volte ho l'impressione che mi voglia autopunire, che voglia infliggermi questa sofferenza immane, ma non riesco a percepirne il motivo.
Soffro come un animale, ma probabilmente non ho ancora toccato il fondo. Sogno di urlare, un giorno a tutti il mio dolore e piangere lacrime amare, invece mi tocca tacere per non nuocere agli altri.
Reprimendo, ancora una volta non ho pensato a me!
E' una vita che penso agli altri. Sono andata sempre in punta di piedi per non ferire nessuno, ma a che prezzo? Gli altri non hanno avuto rispetto per me e le mie esigenze, persino in questa situazione mi è toccato tacere, mio malgrado. Ma tant'è... vorrà dire che non ho saputo vivere. Buona notte Dottoressa, e grazie per le gentili parole.
[#20]
Gentile signora,
faccia molta attenzione alle parole che ha scelto e a tutte queste considerazioni emerse nella Sua ultima replica, perchè qui potrebbe esserci il nocciolo del problema e ciò che forse ha dato vita a tutto (tradimento). Mi riferisco al modo depressivo con il quale Lei sta nel mondo e percepisce se stessa e gli altri.
Io credo che in terapia dovrebbe parlare di tutto questo, più che del tradimento, che forse è una conseguenza. Ma Lei è particolarmente sensibile alla perdita, all'abbandono e questi temi sono critici per Lei.
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html
Un cordiale saluto,
faccia molta attenzione alle parole che ha scelto e a tutte queste considerazioni emerse nella Sua ultima replica, perchè qui potrebbe esserci il nocciolo del problema e ciò che forse ha dato vita a tutto (tradimento). Mi riferisco al modo depressivo con il quale Lei sta nel mondo e percepisce se stessa e gli altri.
Io credo che in terapia dovrebbe parlare di tutto questo, più che del tradimento, che forse è una conseguenza. Ma Lei è particolarmente sensibile alla perdita, all'abbandono e questi temi sono critici per Lei.
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html
Un cordiale saluto,
Questo consulto ha ricevuto 20 risposte e 6.2k visite dal 16/06/2013.
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