Dipendenza affettiva?

Salve,vi scrivo mossa dal bisogno di capire se la mia incapacità a lasciarmi alle spalle una storia, durata 4 anni e interrotta (a fatica) tre mesi fa ca.,possa essere la spia di una qualche forma di dipendenza affettiva e se,in quanto tale, sia consigliabile/necessario un percorso di psicoterapia. Per intenderci si è trattato di un rapporto molto intenso,simbiotico,tormentato (non sono mancate umiliazioni verbali ed episodi di violenza reciproca) da cui ho avvertito il bisogno di prendere le distanze nonostante il forte sentimento che tutt'ora mi tiene in qualche modo legata.
Documentandomi in merito, ho potuto riscontrare in me numerosi tratti in comune con soggetti affetti da disturbo dipendente della personalità e la mia storia familiare e personale,in effetti, potrebbero esserne la causa.
Figlia responsabile e coscienziosa di una madre evidentemente insoddisfatta e relativamente anaffettiva (mai violenta però), anoressica dai 16 ai 19 anni (uscita, da sola, dal tunnel per non so quale miracolo), brillante carriera scolastica e universitaria (almeno i primi anni,poi mi sono inspiegabilmente arenata) con alle spalle un abuso sessuale all'età di nove anni credo (di cui praticamente nessuno sa nulla).
Hic stantibus rebus.. che fare? posso sperare di uscirne da sola? perché non riesco a spezzare il legame col mio ex fidanzato? per dovere di cronaca tengo a precisare che negli ultimi mesi (in cui abbiamo affrontato l'argomento) le cose stavano migliorando in termini di fiducia reciproca e rispetto. Anzi,sembrava fossimo finalmente guariti dalle ossessioni che ci avevano devastato in passato ( merito ,forse,di una persona "sana" e amorevole, conosciuta in occasione di una "pausa", che mi ha riempita di gentilezze e trattata da principessa ma che ho poi allontanato per riprovarci con l'ex ,speranzosa in un lieto fine). Il problema è che non riuscivo più a sentirmi come un tempo..come se un qualche ingranaggio nella nostra relazione si fosse rotto. Come se di tutto quell' incendio non fosse rimasta che la cenere. Perché allora non riesco a lasciarlo andare? perché mi sento in colpa al solo pensiero di frequentare qualcun altro?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> posso sperare di uscirne da sola? perché non riesco a spezzare il legame col mio ex fidanzato?
>>>

La seconda domanda presuppone la prima, come spesso mostrano gli utenti che ci scrivono, ossia la speranza di potersi risolvere il problema da soli.

La risposta è lei stessa che può darla, ma piuttosto a questa domanda: finora, ci è riuscita? Quanto il suo livello di sofferenza le fa dire: "Ok, posso aspettare" o piuttosto: "Non posso più aspettare di risolvere questa questione?"

In base alle risposte che si darà potrà sapere se ha bisogno di un aiuto esterno o meno.

Nel frattempo può leggere quest'articolo della collega, proprio sulla dipendenza:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3488-dipendenza-affettiva-come-uscirne.html

Non è detto però che si tratti di dipendenza, o solo di essa. L'abuso subito, l'apparente perfezionismo e i trascorsi di anoressica (se non capisco male) potrebbero avere/aver avuto un ruolo altrettanto importante nel determinare il suo problema.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara utente,

può spiegare meglio in che senso ritiene di essere dipendente emotivamente dal suo (ex) fidanzato?
Lei cita il Disturbo Dipendente di Personalità, ma - posto che da qui non è accertabile la situazione - chi ne soffre ritiene di non potercela fare da solo in generale, e non i relazione ad un unico rapporto, come se fosse un bambino piccolo che senza la presenza e il supporto degli adulti non sopravvivrebbe.

L'abuso sessuale che ha subito da bambina merita grande attenzione e deve essere elaborato con un percorso psicologico perchè ha inevitabilmente lasciato in lei degli strascichi per quanto riguarda la concezione di sè stessa, e potrebbe influenzarla per quanto riguarda il legame patologico che ha instaurato e che non riesce a spezzare con un partner violento.

Chiaramente la breve esperienza che ha fatto con un ragazzo di tutt'altro tipo le ha permesso di vedere sotto una luce diversa il suo ex, ma questa esperienza non le ha consentito i rompere con lui, bensì l'ha portata a illudersi di possedere nuove strategie per aggiustare quella relazione, invece di investire nella potenziale nuova storia.

Com'è erano/sono i rapporti con suo padre?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
come ha risolto l'anoressia?

I rapporti fusionali, parassitari e simbiotici, quando terminano si trasformano in lacerazioni, più che in separazioni...il percorso di ripresa delle parti psichiche proiettate sull'altro, custodite e fatte nascere dall'altro, è duro, faticoso e complesso....

le allego una lettura

http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Utente
Utente
Innanzitutto GRAZIE per la tempestività delle vostre risposte.

Gentile Dr.ssa Randone,l'articolo da lei allegato è proprio uno di quelli cui mi riferivo quando dicevo di essermi documentata in merito alle dipendenze affettive (m'era capitato casualmente d'imbattermici giorni fa) e in cui mi rispecchio PIENAMENTE,anche relativamente alla scelta del partner (problematico allo stesso modo, rigido e anaffettivo anche lui come mia madre (sarà un caso?) probabilmente per via di un lutto mai elaborato e metabolizzato: la perdita IMPROVVISA del padre in età adolescenziale che l'ha inevitabilmente costretto a diventare troppo in fretta l"uomo di casa".

Ciò che vorrei fosse chiaro è che,prima di porvi fine,questo rapporto si era molto evoluto,in positivo intendo :gli episodi di aggressione verbale e fisica che hanno caratterizzato i primi due anni, per quanto dolorosissimi e duri a dimenticarsi,non erano che un ricordo lontano (merito ,sicuramente,di un periodo di allontanamento ,durato 10 mesi, che ci ha permesso di riflettere su certe storture e assurdità che hanno sconvolto entrambi. A tal proposito rispondo alla Dr.ssa Massaro: Il mio partner non è un violento. E' stata l'esasperazione a portarci al limite. Piuttosto è un soggetto che definirei "severo","chiuso" e che purtroppo ha inconsciamente trascinato me,socievole di natura, in quel vortice che, ahimè, vivevo come porto sicuro o "utero caldo" per citare la Dr.ssa Randone finché non ho cominciato ad avvertirne il peso,motivo della seconda rottura).
La breve frequentazione, poi ,con colui che definisco "il mio faro" (per via dell'amorevolezza riservatami e della leggerezza tipica di una persona sana e matura sentimentalmente),come ha perfettamente descritto la Dr.ssa Massaro, anziché spingermi nella sua direzione, mi ha portata a credere di poter recuperare la mia vecchia relazione,forte dei nuovi strumenti in mio possesso: fiducia assoluta e rispetto. Allora sono tornata,entusiasta di condividere con la persona che credevo d'amare tutto ciò che avevo sperimentato fuori. Il problema? la terribile sensazione di accanimento nel voler aggiustare qualcosa di irrimediabilmente compromesso: percezioni ovattate e insoddisfazione frutto del confronto con un passato brillante. Non eravamo più noi. Cosi ho deciso, a fatica, di chiudere con la persona che credevo fosse quella giusta,nonostante tutto.
Adesso? sono bloccata oltre a sentirmi in colpa ,ogni giorno,per averlo abbandonato.

Quanto al mio passato da anoressica,cara Dr.ssa Randone, non so che dirle: ne sono uscita da sola. Sarà stata la visione di una mia foto che, ai tempi, mi ritraeva in tutta la mia nuda gracilità a spaventarmi (allo specchio invece mi vedevo grassa) o l'occlusione intestinale da eccesso di mele e cereali .le uniche cose di cui mi nutrivo,ammazzandomi poi in palestra.


Il rapporto con mio padre? Beh,grazie a lui so suonare il piano,la chitarra, ho studiato danza ,frequentato una scuola di nuoto e chi più ne ha più ne metta. è un entusiasta della vita ma anche lui, temo ,insoddisfatto. Fortuna che ha la sua musica che gli permette di evadere dalla ruotine casa/lavoro- lavoro/casa (che poi significa moglie musona). Si è sempre ammazzato di lavoro per noi,per non farci mancare nulla quindi non posso che provare estrema gratitudine.

Quando ho parlato di dipendenza affettiva in relazione a me e al rapporto col mio ex fidanzato intendevo riferirmi sia a questo legame che sembra non volersi spezzare (come ho già detto, mi sento in colpa alla sola idea di frequentare qualcun altro,come se lo stessi tradendo. Significa forse che ancora non mi sono rassegnata all'idea che sia finita? che ancora mi ostino a voler recuperare il nostro rapporto?) sia alle modalità con cui abbiamo vissuto questa relazione e, in ultimo al timore, di essere un "soggetto predisposto" visti i miei trascorsi.

Preciso:
- non odio mia madre. Abbiamo solo modi di ragionare OPPOSTI.
- Credo di poter dire che l'episodio dei nove anni abbia contribuito a non farmi sentire troppo "pulita",ragion per cui,probabilmente,ho accettato per lungo tempo di essere appellata dal sucitato ex fidanzato nei modi peggiori.
-Temo che in casa siano mancati "fisicità" (abbracci,carezze,ecc ecc) e dialogo.

Che mal di testa.

Grazie ancora per l'attenzione prestatami.




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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Un trascorso da anoressica, da cui è venuta fuori da sola, quindi senza sanare le ferite che hanno fatto si che l'anoressia si manifestasse, potrebbe rappresentare un tallone d'Achille per la sua psiche e relazioni.

Un articolo, anche se si è ritrovata in più punti, non è bastevole per mettere a fuoco i punti su cui poter lavorare; uno psicologo credo potrebbe darle una mano d'aiuto.
Cari auguri
[#6]
Utente
Utente
Certo, ne sono consapevole. Le svariate letture sono valse più da campanello d allarme che mi ha condotta a chiedere il vostro esperto parere.
Grazie e buona giornata.
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