Ansia attacchi di panico
Salve sono un ragazzo di 30 anni. Dalla scorsa estate, durante una vacanza all'estero, a metà agosto, mi sono imbattuto in un incubo a ciel sereno che mai mi sarei aspettato. Ho avuto la mia prima crisi di ansia con forti e ripetuti attacchi di panico tutta la notte. Sul momento e per tanto tempo ho pensato fosse stata l'opera di un colpo di calore. Il giorno dopo sono rientrato in Italia e per alcuni giorni sono stato bene. Ad inizio settembre ho avuto un secondo attacco e da li ho iniziato una marea di esami medici visto che iniziavo ad avere vertigini, confusione mentale, difficoltà di concentrazione, stanchezza somatizzata (rm encefalo, esami sangue,EEG,prova da sforzo,tiroide,visita otorino, tre visite neurologiche, una psichiatrica) e tutti mi hanno detto la stessa cosa. Che è solo ansia e a livello non somatico non avevo nulla essendo gli esami perfetti. Non a caso quando giocavo a calcio, cosa che adoro, stavo e sto benissimo.Anche il lavoro mi ha sempre tenuto la testa impegnata malgrado penso sia per me parziale fonte di stress (faccio l'educatore con disabili). Convivere con quattro mesi di ansia somatizzata è stata dura ma ho cercato di affrontare i miei problemi. Da fine dicembre dopo visita neurologica urgente ho iniziato a prendere metà pastiglia di Entact 5 mg. 10 mg non li reggo mi viene mal di pancia e altro. La cura doveva essere di 6 mesi scemando piano piano la dose da giornaliera a 3 volte a settimana in accordo con il medico di base. Proprio in questa fase dove stavo diminuendo il farmaco ho avuto tra ieri e altro ieri due crisi grossissime associate ad insonnia. Sono in malattia per 3 giorni. Da 3 mesi circa sto andando anche dallo psicologo ma ho molta paura di non farcela. Il mio lavoro è anche molto delicato ma non posso permettermi di perderlo. Vi chiedo un consiglio su cosa posso fare in aggiunta a quel che sto facendo. Ho affrontato alcune paure durante questi mesi e le ho vinte (nuovi viaggi malgrado il malessere mi sia venuto lontano da casa all'estero, stare in mezzo alla gente, corsi post lavorativi in aule con altre persone) ma mi sembra che la mia mente a volte non voglia aiutarmi e trovi paure ovunque, in primis ora perdere il lavoro. LA NOTIZIA MIGLIORE è CHE PERO' ASSUMENDO IL FARMACO NON PROVO PIù VERTIGINI, OCCHI LUCIDI E CONFUSIONE MENTALE. VORREI ESSERE SERENO PER CIO' MA NON CI RIESCO PERCHè LA MIA MENTE IN QUESTI DUE GIORNI PENSA SEMPRE A COSE NEGATIVE E NUOVE IN PRIMIS LA PAURA DI PERDERE IL LAVORO. Vi chiedo un consiglio. Prima non avevo mai avuto problemi del genere. Ho molta paura e ansia. Grazie.
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Il consiglio è di continuare con le cure specialistiche che ha iniziato. La soluzione ai problemi psicologici è sempre nel mondo reale, difficilmente potrà arrivarle online.
Però, dal punto di vista psicoterapeutico, esistono alcune forme di terapia particolarmente indicate per l'ansia acuta. Di che tipo è quella che sta facendo lei?
Però, dal punto di vista psicoterapeutico, esistono alcune forme di terapia particolarmente indicate per l'ansia acuta. Di che tipo è quella che sta facendo lei?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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Utente
Al momento sono circa 3 mesi e mezzo che sto andando da uno psicologo- psicoterapeuta. Normalmente le sedute sono di un'ora dove io inizio a parlare a ruota libera e lui interviene al bisogno per focalizzare l'attenzione su cose che ho appena detto riflettendone insieme. Di solito parto sempre io liberamente a parlare a ruota libera. Mi sto trovando molto bene a livello umano ma forse devo sforzarmi di ascoltarlo di più invece di focalizzarmi tanto su quel che ho da dire. E' come se una parte di me sa perfettamente che è solo ansia e che non sono problemi effettivamente reali e gravi ed un'altra parte vive per tenere alimentati questi problemi creandomi un'ansia da controllo totale su tutto, molto forte. Lo psicologo mi ha fatto notare che tengo troppo, molto, al parere altrui, al giudizio altrui e sono molto esigente con me stesso in modo fuori luogo dato che cmq sia mi sono laureato, ho un lavoro, uno stipendio, ho ottenuto altri titoli extrascolastici. Ho una paura esagerata della solitudine anche questa fuori luogo secondo lo psicologo e retaggio del passato che pero' ora non c'è più. Ho amici stupendi una famiglia che mi sta aiutando ma cerco di essere sempre molto puntiglioso con me stesso. Per esempio: mi dico tutte queste cose si, sono vere, pero' ad ora non hai la ragazza. Il mio cervello sta andando molto più veloce della mia lingua e si focalizza su cose negative o su cose dove o sono vulnerabile o non mi sento ad un livello alto o perfetto. Mi è stato consigliato di fare anche esercizi di rilassamento tipo yoga paralleli alle sedute. Al momento non li ho valutati facendo già sport ma se possono servire iniziero' eccome.
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Gli esercizi di rilassamento possono essere utili, ma il superamento dell'ansia acuta si può ottenere più velocemente e in modo focalizzato ricevendo compiti specifici, cosa che nella terapia che sta facendo lei forse sta mancando. Questo non vuol dire che non sarà efficace, ma è possibile che richieda un po' più di tempo.
Per l'ansia sono molto adatti approcci come il comportamentale e il breve strategico, che può trovare descritti qui per sommicapi:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Per l'ansia sono molto adatti approcci come il comportamentale e il breve strategico, che può trovare descritti qui per sommicapi:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
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Utente
La ringrazio tantissimo. Leggero' dopo questa risposta immediatamente l'articolo da lei gentilmente postato. Qualche piccolo compito mi è stato affidato dallo psicologo del tipo una seduta per l'altra sentire con me stesso cosa provo quando ho del dolore. Cercare di scavare a fondo. Ma è molto molto complicato e forse mi sono focalizzato troppo sul cosa dire a lui invece di essere più attento a sue risposte. Le chiedo solo una cosa. Io faccio un lavoro delicato, ossia faccio l'educatore e lavoro con persone disabili. Di questi tempi abbandonare il lavoro è cosa folle ma secondo Lei quanto potrebbe essere legato al fatto di fare un lavoro delicato e stressante sia per mente che corpo sotto certi aspetti. Vengo da anni di studi e corsi e non vorrei avere esagerato con situazioni di studio e lavoro stressanti. Sto cercando di autoimpormi che abbandonare il lavoro per risolvere i miei problemi di ansia è follia totale ma come lei puo' immaginare sono molto spaventato e ho paura di finire nel baratro e non voglio assolutamente.
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Se il suo lavoro le piace, allora è probabile che l'ansia le derivi solo da una sua predisposizione naturale: ha l'ansia perché è una persona tendenzialmente ansiosa.
Se invece il suo lavoro non le piace, o l'ambiente è sub-ottimale - tipo conflitti con colleghi o superiori - allora questo potrebbe essere una fonte di stress.
In ambedue i casi è comunque possibile fare molto, attraverso l'aiuto adatto.
Se invece il suo lavoro non le piace, o l'ambiente è sub-ottimale - tipo conflitti con colleghi o superiori - allora questo potrebbe essere una fonte di stress.
In ambedue i casi è comunque possibile fare molto, attraverso l'aiuto adatto.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.6k visite dal 10/06/2013.
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