Paura di sé stessi

Comincio ad avere paura. Davvero molta paura.
Non so cosa mi accadrà, cosa ne sarà di me alla fine di tutto questo...se tutto questo finirà mai.
Mi sono persa. Ho perso la bussola e non so più dove andare. Non è solo smarrimento, è che non so neanche più dove vorrei essere.
Non è solo incertezza, è che non mi importa più andare da nessuna parte, fare qualcosa, essere qualcuno. Non mi importa più di niente, provo molta rabbia, molto sconforto...ma anche tanta indifferenza per quello che mi dicono gli altri, per quello che accade intorno a me, come se non mi riguardasse più.
Sono stanca di tutto, mi sembra inutile e anche controproducente imepgnarmi in qualcosa, faticare nella speranza di ottenere risultati e andare avanti.
Non voglio rischiare di sperare o illudermi più, anche perché davvero non credo più in niente, in nessuno e soprattutto, non credo più in me stessa.
Mi sono resa conto di essere più debole, più inetta, più mediocre di quello che credevo e non è facile da accettare.
Il mondo non mi fa spazio eppure continua ad aspettarsi da me che io viva e agisca, che faccia cose di cui non capisco più l'importanza.
A che scopo cercare un lavoro se non c'è? A che scopo accettarne uno che mi renderà schiava e infelice? A che scopo impegnarmi ad essere retta e onesta, disponibile e leale con chi amo se poi indietro non mi torna nulla?
Ho perso il mio amore che per un anno mi ha tenuta senza riuscire a corrispondere ai miei sentimenti...diceva che avrebbe voluto tanto, ma forse erano solo menzogne. Per lui è stato facile rinunciare a me, la sua vita scorre indifferente, solo con più tempo libero da occupare...e che stando a una mia amica ha già occupato con un'altra,anche se lui nega.
Mentre stavamo insieme gli ho dato tutta la fiducia che avevo e ho accettato cose che prima non avrei mai accettato solo perché io in lui credevo davvero...anche se probabilmente lo avevo sopravvalutato.
Perché ho scelto di fidarmi di qualcuno che mi diceva che non riusciva ad innamorarsi ma che voleva solo e soltanto me e che con me stava bene? La sua depressione era la mia giustificazione, solo così potevo accettare la mia debolezza, la mia incapacità a lasciarlo e smettere di amarlo.
Direi che ho sbagliato tutto, visto come è andata.
Non sopporto più amiche che conosco da dieci anni perché mi sono resa conto che alcune di loro crescendo sono peggiorate, sono diventate stupide, noiose, prive di interesse ma anche di cose interessanti da dire; altre si sono rivelate egoiste e incapaci di starmi vicine quando io ne avevo bisogno. Tutte hanno giudicato con molta facilità e poco garbo la mia storia d'amore, la mia prima relazione lunga...come se dall'alto delle loro esperienze disastrose che nella maggioranza dei casi non gli hanno insegnato niente, fossero in diritto di darmi consigli e opinioni non richieste.
Molte negli ultimi anni mi hanno ferita.
Tutte le persone che amo mi feriscono, per primi i miei genitori. Sono troppo stanca e disillusa non so come fare.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
è ancora seguita dalla psicologa?

Se si che tipo di percorso sta seguendo?
Come si trova con la sua curante?
Le ha riportato tutto quanto ha esposto qui a noi?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149 11
cara ragazza, ho riletto la sua posta, c'è in lei un crescendo di disperazione e di rabbia, perchè la depressione è appunto aggressività introiettata, ma l'aggressività è una forza buona utile che va spesa per sè,per ottenere obbiettivi possibili..
i francesi la chiamano " elan vital" le consiglio di farsi curare e di chiedere alla sua psicologa, con la quale mi auguro abbia un rapporto affettivo , di chiarezza ed appoggio se non ritenga farle aggiungere da uno psichiatra un po' di antidepressivo, poco, come si faceva una volta con le macchine, si tirava l'aria..
UN PICCOLO AIUTO FARMACOLOGICO per ripartire.
Si voglia bene, lei sembra una bella persona, intelligente, sensibile,mi dispiace sentirla soffrire così, diamo una svolta, senza rimuginare , analizzare,per recuperare le sue belle qualità non viste o incomprese da questo ragazzo, centrato sul sè e per riprendersi un pezzo di cielo...Noi siamo qui e l'aspettiamo..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#3]
Utente
Utente
Si sono ancora in cura, la mia psicologa della asl segue il metodo cognitivo comportamentale...con lei cerco di aprirmi ma non è sempre facile. Lei vorrebbe che io cambiassi il mio modo di giudicare me stessa per recuperare l'autostima e cerca di riportare alla ragione i miei discorsi deliranti...la prossima settimana mi farà parlare con lo psichiatra per valutare se ho bisogno di farmaci...io un po' li temo perché ho paura di non poterne poi più fare a meno...ma sento che stavolta farmi forza da sola non può bastare, sono troppo fuori di me.
Mi vergogno per essere andata completamente fuori di testa semplicemente per la fine di una storia...ma è come se questa fosse stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso...è come se si fossero scoperchiati tutti i vasi in cui nascondevo tutto il mio dolore, tutti i miei traumi, tutte le mie paure e tutta la mia pazzia.
Tutti i miei problemi con me stessa e con la mia famiglia e con i ragazzi e con il mondo sono ripiombato nella mia vita e hanno devastato tutto quello che hanno trovato sul loro cammino, come uno tsunami.
Non riesco ad accettare tutte le contraddizioni del mio ex anche se lo so benissimo che lui per primo ha grossi problemi con se stesso e con la sua vita...così come so che non era al mio livello né di maturità né culturale...eppure io mi concentravo sempre sui suoi pregi e volevo crederei lui, nel potenziale umano che nascondeva e reprimeva e soprattutto volevo credere alle sue parole perché ero convinta che alla fine si sarebbe sbloccato e sarebbe uscito dal suo limbo, ovviamente per sé stesso, ma con me a fianco...e mi avrebbe amata.
Dopo storie che facevo finire ancora prima che iniziassero, dopo un ex di 6 anni più grande di me ma ancora vergine che più che amarmi mi idolatrava in maniera anche a tratti inquietante, dopo tante cotte non corrisposte, dopo aver perso la verginità tardi (26 anni) con uno che non ho più rivisto....dopo tutto questo finalmente una persona bella e interessante si interessava a me e mi dava affetto e me lo tirava fuori con una facilità mostruosa.
Io con lui ho scoperto cosa vuol dire innamorarsi, cosa vuol dire fare l'amore e non solo sesso, quanto sia bello essere dolci e affettuosi e anche vulnerabili...ma scoprirlo con qualcuno che non poteva andare oltre un certo limite mi ha ucciso.
Ho amato una persona problematica come la più classica delle crocerossine.
Sono disgustata da me stessa per questo. Ho dato tutto a questa persona, davvero tutto e lui per primo lo riconosce...ma non è bastato. Non è servito a niente e mi vergogno di aver voluto sperare in lui, in noi...che donnetta debole e bisognosa sono? Credevo di essere forte e razionale, invece sono più fragile e matta di tutte l persone che ho intorno.
Ho paura di non liberarmi più di questo dolore, sono terrorizzata all'idea di incontrarlo da qualche parte con un'altra...io so che alla fine lui uscirà dalla sua depressione e vivrà meglio di me, me lo sento.
Ho paura per il mio futuro, ho paura del mondo del lavoro, ho paura di fallire perché se non ho successo neanche lì, cosa mi resta? Credevo almeno di avere un buon cervello e le doti per fare qualcosa di buono ma adesso non ci credo più...
Ho paura anche del fatto che presto o tardi tutte le mie amiche si sistemeranno e io diventerò solo un contorno, un'accessorio per loro e passerò molti giorni da sola.
Non riesco a liberarmi di questi pensieri, sono terrorizzata dall'idea di morire dentro per sempre e lasciare solo una pallida ombra di quello che ero, priva dell'entusiasmo e del piacere di vivere che prima mi avevano trascinata fuori da tanti momenti bui.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149 11
Cara ragazza, ho riletto la sua posta , a partire da quella di quel Natale.. e trovo, mi scusi, che lei ha avuto pazienza, pazienza, fin troppa, e adesso deve averne un pò con se' stessa, si fidi dell'aiuto farmacologico che le verrà proposto,sono farmaci sperimentati, mezzo mondo li usa.. non succede niente.
Io avrei cominciato a preoccuparmi già a quel Natale, d'accordo tutti sembrano felici a Natale , ma non è poi così vero .. quindi cosa faceva questo suo lui per diventarlo.. troppo centrato sul sè fin da allora.. Lei gli ha dato amore, fiducia , slancio e intelligenza, adesso lo lasci andare, con una pastiglia di cinismo e usi tutte le sue belle qualità per sè.. bisogna anche imparare ad essere selettivi nella vita, ad aspettarsi un ritorno, altrimenti la gente si abitua a prendere e basta..
Cosa è successo nella sua vita, nella sua infanzia perchè lei pensi di meritarsi così poco ed essere sempre così oblativa..?
Comunque adesso si cambia, se lo prometta..
[#5]
Utente
Utente
Credo dipenda dal fatto che il rapporto tra i miei genitori non funzionava e; anche se loro lo hanno nascosto fino ai miei sedici anni quando si sono separati, io lo percepivo. Mio padre non amava mia madre o forse si ma a modo suo...è una persona con molti limiti e non sa essere presente quando si ha bisogno di lui.
Credo di aspettarmi che tutti mi possano abbandonare come ha fatto lui e credo di essere una persona che pensa di non essere mai abbastanza per gli altri...per questo e anche perché questa è la mia indole, io sono sempre disponibile e vicina alle persone a cui viglio bene e proietto su di loro i miei stessi comportamenti credendo che tutti siano capaci come me di dare...anche se molti, come il mio ex, sono molto più bravi a prendere.
Io in lui ho visto molte qualità positive ed ero convinta che se lo avesse voluto sarebbe diventato un uomo fantastico..probabilmente lui neanche lo capisce e, soprattutto, non lo vuole, perché è più facile piangersi addosso, non fare niente per nessuno, tenere tutti a distanza e non amare piuttosto che affrontare i propri blocchi e superarli.
La cosa che mi fa più male è che lui mi ha lasciata in tutta fretta e senza preavviso e probabilmente proprio perché ha capito che non poteva essere all'altezza della persona che io vedevo in lui...
Ha ragione quando dice che ho avuto fin troppa pazienza con lui...ma lui è stato il mio primo vero amore, non potevo fare altrimenti.
Adesso mi sento usata e gettata via anche se probabilmente lui non poteva davvero andare oltre.
Il mio lato autodistruttivo continua a pensare che sia colpa mia che non sono stata capace di farmi amare e, soprattutto, continuo a pensare che lui presto sarà felice e magari persino innamorato (anche se per come sta, razionalmente non sembra un futuro così prossimo) mentre io resterò sola, spaventata e infelice come mi sento adesso...con il mondo che si aspetta solo che io trovi una collocazione, e mia madre che si aspetta solo che io accetti un lavoro qualsiasi così non dovrà più preoccuparsi di mantenermi.
Io però sono in pezzi e non posso corrispondere a queste aspettative. Amare una persona come il mio ex mi ha fatto capire che tutto l'impegno del mondo spesso non porta a nessun risultato.
[#6]
Utente
Utente
Salve, vi scrivo dopo un po'di tempo per aggiornarvi.

Continuo a stare molto male, mi forzo ad uscire, provo a stare con le mie amiche e continuo a cercare lavoro...ma tutto senza entusiasmo, con continue crisi di pianto e il sottile terrore di non uscirne e di desiderare ogni giorno di più di sparire.
Ho ricevuto un email che mi avvertiva di non essere stata scelta per uno stage per il quale avevo fatto un buon colloquio perché non avevo tutte le competenze richieste e così sono sprofondata ancora di più nello sconforto.

Avevo appuntamento per agosto con la psichiatra (purtroppo i tempi della asl sono spesso lunghi) ma oggi la mia psicologa mi ha vista davvero troppo male e si è prodigata per farmi incontrare subito con qualcuno...un'ora dopo sono uscita dal dsm con una ricetta con su scritti ben 3 farmaci:
-il CIPRALEX da prendere tutti i giorni dopo colazione. Devo iniziare con una goccia e aumentare gradatamente ogni giorno fino ad arrivare a 10.
-il LEXOTAN, 10 gocce in caso di bisogno (ovvero quando ho grosse crisi? Sinceramente non so ben valutare cosa si intenda per bisogno...vorrei evitare di aggrapparmi troppo a questi farmaci)
-e per dormire il SONIREM in caso di necessità. Io però questo credo non lo comprerò perché le difficoltà ad addormentarmi ce le ho sempre avute, non sono aumentate adesso...e anche i risvegli notturni mi capitavano anche prima. Sicuramente lo dirò alla psicologa domani (perché ha preferito darmi un appuntamento anche domani visto come stavo oggi e per sapere cosa mi ha detto lo psichiatra) e lo riferirò anche allo psichiatra la prossima settimana.

Cercando su internet non mi sembra che questi farmaci abbiano interazioni con la pillola, voi me lo potreste confermare? Anche se sono single e non ho rapporti, la prendo per curare il mio acne e per controllare la mia ipermenorrea.

Sono molto spaventata dall'idea di dover ricorrere a questi farmaci ma mi rendo conto che sono troppi mesi che sto troppo male e, soprattutto, mi accorgo di non riuscire ad uscirne semplicemente con la razionalità perché mi manca proprio la voglia di lottare.
Spero mi possa bastare il Cipralex, e spero sia vero quello che mi ha detto il medico, ovvero che è un farmaco che non fa ingrassare, perché dati i miei vecchi disturbi alimentari, mantenere la linea per me è importantissimo.

Sono sconvolta, non credevo di arrivare a questo punto, al bisogno di antidepressivi.
[#7]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
gentile Ragazza,
se lo psichiatra ha valutato la sua condizione e le ha prescritto il trattamento farmacologico riportato, significa che ne ha ravvisato l'opportunità.
Le prescrizioni date dallo specialista andrebbero seguite scrupolosamente, unitamente al percorso psicoterapico, se intende ritrovare un migliore benessere.
Comunque noi psicologi non siamo medici e non ci ocuppiamo di farmaci. Perplessità e dubbi in merito alla farmacoterapia dovrebbero essere esposti allo specialista prescrivente, se crede può postare la sua richiesta qui in area Psichiatria.

Un caro saluto
[#8]
Utente
Utente
Ho iniziato a prendere il cipralex da 3 giorni, partendo da una goccia per arrivare a 3 oggi, quindi immagino che le sensazioni strane che ho siano più che altro autosuggestione...però nella mia testa continuo a chiedermi se davvero mi farà bene...alla fine la mia vita è questa, il mio modo di viverla e di giudicarla può davvero cambiare con un farmaco? Come faccio a credere di nuovo che qualcosa di bello potrà accadermi, che la mia vita non sarà tutta uguale al mio presente? Che dimenticherò il mio ex e troverò qualcuno di cui innamorarmi allo stesso modo e da cui essere ricambiata? Che troverò un lavoro che mi renda soddisfatta di me stessa?
Se guardo al mio futuro vedo solo nero. Trovare un lavoro nel campo che mi interessa era già difficile prima della crisi, adesso è molto peggio...ho sempre creduto che sarei riuscita a dare un senso alla mia vita con il mio lavoro...ma probabilmente resterò disoccupata ancora a lungo e alla fine dovrò arrendermi a fare un lavoro qualsiasi, di quelli che ti permettono di mantenerti ma non ti danno nessuna gratificazione personale. E magari mi licenzieranno pure da lì visto l'andazzo del Paese.
In amore non ho mai avuto fortuna...quando finalmente trovo qualcuno che sembra volermi per quella che sono e di cui riesco finalmente ad innamorarmi, ecco che in realtà questa persona non riesce ad andare oltre l'affetto, mi fa scontare tutto il suo malessere e la sua immaturità e alla fine mi butta via come l'immondizia.
Non riesco a credere a quelle tiritere che tutti ci diciamo, che la ruota gira, che lui non mi meritava e troverò la "persona giusta", che se non mi arrendo prima o poi verranno riconosciuti i miei meriti e troverò la mia strada...ma sono solamente parole e il mondo è pieno di persone buona ma sole e infelici che per tutta la vita continuano a sperare in qualcosa di meglio, fino al giorno della loro morte.
Se vivere è tutto qui, allora ha davvero senso resistere fino alla fine? Bastano dieci gocce di una medicina potenzialmente ricca di orribili effetti collaterali a farmi cambiare idea?
Il mio disincanto adesso è totale, non credo in niente e in nessuno. Non posso contare su nessuno e tutto intorno a me mi sembra inutile e insignificante. Io mi sento inutile e insignificante. Non credo in me stessa e sono terrorizzata perché restare con queste sensazioni, questo dolore e questa rabbia per tutta la vita è molto peggio che morire.
[#9]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149 11
Cara ragazza, lasci fare al cipralex il suo lavoro ed anche allo psichiatra, non tutto è così nero intorno a lei, viva giorno per giorno e poi si vedrà, senza pensare, temere..lo lasci andare questo sciupafemmine che non la merita, come dicono le nonne..
Un abbraccio
[#10]
Utente
Utente
Grazie dottoressa, mi ha fatta sorridere :)
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