Difficoltà di relazione (con l'altro sesso, con tutti gli altri, con me stesso)

Gentili dottori,
Parto dalle cose certe: sono una persona profondamente insicura, più nello specifico mi sono accorto con il tempo che questa sensazione di inadeguatezza, che io stesso mi rendo conto sia spropositata, corrisponda di fatto a un sentirmi debole, inetto, sia psichicamente che fisicamente. Sono cresciuto in una famiglia numerosa, problematica, molto chiusa, tutt'ora in grosse difficoltà economiche e in generale in un contesto che credo abbia agevolato la mia tendenza caratteriale a isolarmi. Però ho comunque avuto, specialmente in infanzia, fino al periodo delle scuole medie, la mia porzione di felicità, seppur con certe anomalie. Ma con il passare del tempo, da un lato ho visto cambiare, come è ovvio, me stesso, dall'altro ho visto rimanere immutato il mio ruolo, sentirmi sempre meno capace di crescere, di integrarmi, ho iniziato a sentire la frustrazione di un'indipendenza (auto)negata, facendo propositi e trincerandomi nella rassicurante solitudine, finché non ho preso consapevolezza che era tutto un comodo espediente per mentire a me stesso. Io ho sempre trovato difficile la vita di gruppo, tendenzialmente ho sempre avuto poche amicizie, "singole" e strette. Ora la cosa che soffro di più è l'assenza di un rapporto di coppia o comunque di relazioni con l'altro sesso. Fondamentalmente mi ritengo una persona molto emotiva, sensibile e timida, ma se un tempo questo si traduceva in un semplice arrossire, oggi, in alcuni periodi e/o situazioni, mi capita di sudare molto, di tremare, di soffrire di un'ansia prolungata. Da un altro punto di vista, inoltre, credo che il mio carattere mi abbia portato ad essere molto freddo affettivamente, quasi a temere il contatto fisico. In generale per tornare al punto, ho maturato la convinzione che in qualche modo, inconsciamente, io mi ritenga poco "uomo", a causa di una sensazione di inettitudine, tanto fisica, dovuta di certo alla mia notevole magrezza, quanto sociale, dovuta questa (penso) da un lato ai fattori familiari ed economici di cui parlavo, dall'altro sicuramente alla mia tendenza a essere passivo, a evitare di espormi, a eludere gli ostacoli invece di superarli. Tutto questo mi rende ancora più debole. Eppure sento sempre più pressante l'esigenza di affetto. Mi ritengo una persona intelligente e interessante, mi riconosco del potenziale, e allo stesso tempo, quando a sabotarmi non sono gli eventi esterni, tendo ad auto-sabotarmi, ad esempio anche nella vita studentesca, credendo forse di difendermi. Ma vorrei tanto cambiare le cose. Vivo spesso slanci di entusiasmo che poi si spengono puntualmente in una cocente e frustrante disillusione, alterno speranza e depressione, ma in generale vedo le cose che pian piano peggiorano, anche se mi sforzo di andare contro la mia "natura". Ma quando arrivo al punto in cui mi rendo conto che esponendomi un altro po' rischierei di soffrire, vengo sopraffatto dalla paura. Vorrei vivere una relazione autentica. Ma mi sento emotivamente analfabeta.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
L' analfabetismo emotivo e sessuale è curabile, stia sereno.
Proveniamo da un' assenza di educazione emozionale e sessuale, da scarsa comunicazione emotiva familiare, quindi oltre alle sue difficoltà familiari, intrapsichiche e relazionali, anche il momento storico non l' aiuta di certo.
Credo che il primo passo da dover fare, lei lo abbia già fatto, cioè accettare di avere una difficoltà ed una limitazione che le compromette e danneggia la vita di relazione, emotiva e di coppia.
Il secondo, potrebbe essere quello di chiedere aiuto ad un professionista, che possa tenerla per mano, durante la disamina delle sue difficoltà al fine di aiutarla a " crescere " sia psichicamente che dal punto di vita affettivo/ relazionale

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo,

hai descritto molto bene come sono andate le cose e quali comportamenti hai messo in pratica per cercare di gestire le tue paure e le tue insicurezze.
Ti sei reso conto che quei comportamenti non hanno portato alcun successo.

Dici infatti: "trincerandomi nella rassicurante solitudine, finché non ho preso consapevolezza che era tutto un comodo espediente per mentire a me stesso."
Hai ragione: per chi ha un problema come il tuo la solitudine rassicura tantissimo, perchè non si è sottoposti a stress di alcun tipo (es rotture di una relazione, rifiuti, conflitti da risolvere, critiche, ecc...), ma si paga un prezzo altissimo: l'essere soli appunto e soprattutto la spiegazione che molto spesso ci si dà è quella di sentirsi e ritenersi del tutto inadeguati e rifiutati dagli altri.

In realtà noi abbiamo molto potere, non certo sugli altri, ma su cosa fare accadere nella nostra vita in termini di cambiamenti personali e nelle relazioni con gli altri: siamo noi che possiamo scegliere se isolarci e scappare oppure no davanti a paure.

La buona notizia è che tutto questo è modificabile e imparabile: s'impara a stare con gli altri.

Leggi qui:


https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica