Disturbi della percezione
Buongiorno,
ho 24 e da quando ho circa 12 anni soffro di un disturbo che ho tenuto nascosto per lungo tempo, non sapendo esattamente come spiegarlo.Oggi mi sono imbattuta in un consulto da voi dato e credo di soffrire di derealizzazione, i miei sintomi sono circa come quelli descritti dalle persone che ne soffrono ma non esattamente:
sostanzialmente è come se la mia percezione sia legata a ricordi che non riesco esattamente a far emergere e spesso, ho delle specie di "visioni": mi rendo conto che non siano reali, è come un dejàvu ma io so che non ho mai vissuto nulla di simile. sono immagini in bianco e nero di scene di vita quotidiana ma alterate, nel senso che mi capita in casa ma la casa è diversa, le persone sono diverse, le scene non sono mai accadute. Negli anni sono poi riuscita a "mettere insieme dei pezzi" cioè ricordo, non distintamente, cosa succede. Tutto questo è accompagnato da attimi di forte nausea e una sorta di bruciore che attraversa il braccio destro. il tutto sembra durare pochi istanti. sempre negli anni sono riuscita quasi a controllare questo disturbo fino a farlo sparire e farlo tornare quando decidevo.il problema è che ora (mi è successo anche qualche mese fa dopo il rientro da un'esperienza di studio all'estero durata 2 mesi) questa sensazione mi accompagna diciamo tutto il giorno,meno "violenta" delle "crisi" ma è come se il mio subconscio cercasse di far riemergere ricordi dal passato e tutto questo comporta ovviamente una sensazione molto strana, quasi di inquietudine.
Al liceo ne ho parlato con una psicologa e col mio medico ma non credo di essere stata presa troppo sul serio,successivamente ne parlai col mio professore di filosofia(laureato in psicologia) lui mi disse che credeva di aver capito ma io, non vedendolo preoccupato, non gli chiesi più nulla.
Sono una persona abbastanza ansiosa e tendo a farmi venire mal di stomaco per ogni sciocchezza che mi accade ma sono perfettamente in salute e ho una vita normale.
Voi credete che il mio disturbo possa essere definito derealizzazione?
mi ha molto confortato credere di non essere l'unica al mondo a soffrirne,
vi ringrazio anticipatamente, cordialità
ho 24 e da quando ho circa 12 anni soffro di un disturbo che ho tenuto nascosto per lungo tempo, non sapendo esattamente come spiegarlo.Oggi mi sono imbattuta in un consulto da voi dato e credo di soffrire di derealizzazione, i miei sintomi sono circa come quelli descritti dalle persone che ne soffrono ma non esattamente:
sostanzialmente è come se la mia percezione sia legata a ricordi che non riesco esattamente a far emergere e spesso, ho delle specie di "visioni": mi rendo conto che non siano reali, è come un dejàvu ma io so che non ho mai vissuto nulla di simile. sono immagini in bianco e nero di scene di vita quotidiana ma alterate, nel senso che mi capita in casa ma la casa è diversa, le persone sono diverse, le scene non sono mai accadute. Negli anni sono poi riuscita a "mettere insieme dei pezzi" cioè ricordo, non distintamente, cosa succede. Tutto questo è accompagnato da attimi di forte nausea e una sorta di bruciore che attraversa il braccio destro. il tutto sembra durare pochi istanti. sempre negli anni sono riuscita quasi a controllare questo disturbo fino a farlo sparire e farlo tornare quando decidevo.il problema è che ora (mi è successo anche qualche mese fa dopo il rientro da un'esperienza di studio all'estero durata 2 mesi) questa sensazione mi accompagna diciamo tutto il giorno,meno "violenta" delle "crisi" ma è come se il mio subconscio cercasse di far riemergere ricordi dal passato e tutto questo comporta ovviamente una sensazione molto strana, quasi di inquietudine.
Al liceo ne ho parlato con una psicologa e col mio medico ma non credo di essere stata presa troppo sul serio,successivamente ne parlai col mio professore di filosofia(laureato in psicologia) lui mi disse che credeva di aver capito ma io, non vedendolo preoccupato, non gli chiesi più nulla.
Sono una persona abbastanza ansiosa e tendo a farmi venire mal di stomaco per ogni sciocchezza che mi accade ma sono perfettamente in salute e ho una vita normale.
Voi credete che il mio disturbo possa essere definito derealizzazione?
mi ha molto confortato credere di non essere l'unica al mondo a soffrirne,
vi ringrazio anticipatamente, cordialità
[#1]
La derealizzazione non è un disturbo, è un sintomo.
Essa può essere presente in varie condizioni psicopatologiche, frequentemente nell'ansia.
>>> è come se il mio subconscio cercasse di far riemergere ricordi dal passato
>>>
Questa è una sua interpretazione, che potrebbe benissimo non corrispondere al vero. La memoria può giocare brutti scherzi e ciò che crediamo in buona fede di ricordare, in realtà può essere un falso ricordo.
L'ansia può esprimersi con sintomi somatici come nausea, sensazioni corporee strane e sintomi dispercettivi, come appunto la derealizzazione o la depersonalizzazione:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/378-ansia-e-sensazioni-strane.html
-----
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
In ultima analisi definire la cosa come un problema dipende dal livello di sofferenza che le provoca. A lei questa cosa infastidisce molto o non così tanto?
Essa può essere presente in varie condizioni psicopatologiche, frequentemente nell'ansia.
>>> è come se il mio subconscio cercasse di far riemergere ricordi dal passato
>>>
Questa è una sua interpretazione, che potrebbe benissimo non corrispondere al vero. La memoria può giocare brutti scherzi e ciò che crediamo in buona fede di ricordare, in realtà può essere un falso ricordo.
L'ansia può esprimersi con sintomi somatici come nausea, sensazioni corporee strane e sintomi dispercettivi, come appunto la derealizzazione o la depersonalizzazione:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/378-ansia-e-sensazioni-strane.html
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https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
In ultima analisi definire la cosa come un problema dipende dal livello di sofferenza che le provoca. A lei questa cosa infastidisce molto o non così tanto?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
la ringrazio per l'immediata risposta.
diciamo che ho pensato di tutto. dall'avere un tumore al cervello fino all'essere completamente impazzita. posso dire di non essere felice di vivere questi episodi ma sicuramente se sapessi che sono legati a problemi di ansia potrei cominciare a non vederli più come un problema ma proverei a conviverci più serenamente.
diciamo che ho pensato di tutto. dall'avere un tumore al cervello fino all'essere completamente impazzita. posso dire di non essere felice di vivere questi episodi ma sicuramente se sapessi che sono legati a problemi di ansia potrei cominciare a non vederli più come un problema ma proverei a conviverci più serenamente.
[#3]
Per saperlo con esattezza deve fare visite e colloqui di persona. Se i curanti che ha visto finora non l'hanno presa molto sul serio, li cambi.
Tenga presente che i professionisti adatti per una valutazione di questo tipo sono psichiatra e psicologo.
Se le venisse diagnosticato un disturbo d'ansia, tentare di conviverci potrebbe significare tentare di controllarlo, ovvero il tentativo più comune di gestione che però invece di risolvere il problema spesso lo aggrava, perché la persona si trova a combattere contro se stessa e le sensazioni sgradevoli di cui è preda. S'innesca un ulteriore circolo vizioso che confonde ancor di più.
Se è un disturbo d'ansia ha senso curarlo, non tentare di gestirlo da sola.
Tenga presente che i professionisti adatti per una valutazione di questo tipo sono psichiatra e psicologo.
Se le venisse diagnosticato un disturbo d'ansia, tentare di conviverci potrebbe significare tentare di controllarlo, ovvero il tentativo più comune di gestione che però invece di risolvere il problema spesso lo aggrava, perché la persona si trova a combattere contro se stessa e le sensazioni sgradevoli di cui è preda. S'innesca un ulteriore circolo vizioso che confonde ancor di più.
Se è un disturbo d'ansia ha senso curarlo, non tentare di gestirlo da sola.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.2k visite dal 02/06/2013.
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