Depressione, gelosia, blocco mentale

Buongiorno, ho già chiesto nella sezione psichiatria ma forse è meglio qui... Sto andando da un anno da una psicologa una volta ogni 2 settimane. Durante la seduta mi sento molto meglio, questo ottimismo può durare anche per 1 o 2 giorni non di più perchè ricomincio a stare male e ricado nelle mie paure: gelosia (quando il mio ragazzo guarda le altre in giro ma anche in TV, quando parla con loro, se ci scherza); la paura di non riuscire a studiare e di conseguenza di dare gli esami (sono al I anno di scienze dell'educazione), paura che non sarò mai in grado di fare qualcosa di buono nella mia vita o semplicemente cose che mi piacciono. Ho paura di vivere e mi sento inferiore alle altre ragazze. Quando faccio amicizia con qualcuno probabilmente mi aspetto di ricevere di più di quello che un'amicizia può dare e quindi finisco per credere di non interessare all'altra persona o anche di starle antipatica. Insieme a tutti questi pensieri però ho anche l'impressione di essere superiore, più matura delle persone che ho intorno. Mia madre mi ha sempre detto che io ero molto matura e molto responsabile ma io non mi sono MAI sentita così. Quando sono a casa da sola sto male, non vivo, vorrei fare qualunque cosa pur di non essere a casa mia. Se sono a casa non faccio niente, mi butto giù e finisco per chiamare il mio moroso piangendo. La mia giornata tipo quando non sono a lezione e quando non vedo il moroso consiste nel dormire il più possibile al mattino, anche fino alle 14, svegliarmi con l'ansia perchè non so cosa farò nella mia giornata, pranzare, e poi penso a cosa potrei fare, penso che potrei leggere un libro che mi piace o studiare, intanto che penso a cosa fare guardo la TV, quindi mi viene la gelosia a vedere le donne che ci sono in TV, quindi penso che vorrei essere come loro perch sicuramente piacerei di più al mio moroso, quindi penso che non dovrei più mangiare e mi arrabbio con me stessa perchè l'ho appena fatto e mi odio, mi viene il nervoso e mi torna fame, quindi penso che non posso andare avanti così e mangio di nuovo. Dopo tutto questo sono ancora lì sulla mia sedia a pensare a cosa potrei fare: penso che potrei studiare, ma se studio non mi va, ma è vero che non mi va o ho solo paura di non capire quello che leggo come mi succede ultimamente? Tutti questi pensieri mi bloccano SEMPRE e quando sono al culmine di questa ansia penso che sarebbe meglio se morissi perchè la smetterei di stare così tanto male e di avere tutta questa confusione in testa e di essere un peso per l'unica persona con cui voglio stare. Mia mamma ha appena avuto un tumore alle ovaie ma adesso sta bene, mia sorella di 14 anni ha un disturbo del linguaggio e sembra una bambina di 8 anni e mio padre è come se non esistesse, non è mai con noi e non parliamo mai, anzi se non parlo con lui sto meglio. Ormai odio la mia famiglia e litigo sempre con mamma e sorella, sto bene SOLO con il mio moroso. Dovrei chiedere al medico degli antidepressivi? Avete qualche consiglio?
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

probabilmente la Sua inquietudine è dovuta alla situazione familiare che descrive, che non è il terreno più fertile per sviluppare sicurezza in se stessi.

In particolare l'assenza del padre, che sia sul piano fisico o sul piano emotivo e affettivo, è uno degli anelli più deboli della catena.

Il che è in contrasto con la figura del padre come riferimento principale per affrontare le complicazioni che la vita presenta.

In una situazione del genere Lei ha bisogno di essere forte e questa forza non la troverà certo nei farmaci, in altre sostanze o dormendo fino a tardi.

Piuttosto, provi a reagire, pensando a cosa potrebbe fare per fronteggiare la situazione, magari diventando Lei un riferimento saldo per la mamma e la sorella.

Trovi anche il modo per fare presente a Suo padre che <<non è mai con noi e non parliamo mai>>, e che questo è uno svantaggio per tutta la famiglia.

Inoltre, anche trovare un'occupazione, magari part time, può aiutare a migliorare le proprie capacità di autonomia e di organizzazione che in situazioni del genere sono molto preziose.




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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile ragazza,
le sedute non hanno un effetto di beneficio momentaneo, ma effettuano un lavoro di fondo sulla sua psiche, che darà i suoi frutti nel tempo, ci vuole pazienza e costanza.

Il disagio che lei racconta, sembra partire da lontano, dalla sua infanzia, dinamiche familiari, ecc...


Dovrebbe cercare di analizzare questi punti con la sua terapeuta, avrà sicuramente più elementi di noi, per poterla aiutare..
Non ci dice se ha passioni, interessi, hobby, altro....

Le allego una lettura, a proposito di gelosia.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1894-gelosia-sana-o-patologica.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Grazie mille! Per rispondere al Dr. Repici, secondo me ha ragione su tutto, ho pensato anche io tutte queste cose e ne ho già parlato con la mia psicologa, anche del fatto che potrei diventare io un modello di cambiamento per mia mamma. Per quanto riguarda mio papà invece credo che sia molto difficile cambiare le cose: prima di tutto ho paura a parlare con lui perché non l'ho mai fatto, ho paura di farlo sentire in colpa e allo stesso tempo sono molto arrabbiata con lui. Sono sicura che se ci provassi comincerei a piangere e non riuscirei a dire molto, probabilmente non è giusto ma mi sentirei in colpa perché lo sto facendo sentire io colpa.. Riprendendo anche la risposta della dottoressa Randone, non ho detto niente sui miei hobby proprio perché non ne ho: la sensazione è che ogni cosa che potrei fare dal praticare sport o addirittura Lavorare potrebbe piacermi, ma il mio passato è fatto di sogni e progetti (ovviamente piccoli data la mia età) MAI portati a termine o addirittura cominciati e questo mi impedisce di impegnarmi in qualunque cosa. La paura di fallire o di vedere che progetto e progetto e poi non faccio proprio nulla è grandissima e non mi abbandona mai..
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

chedo che varrebbe la pena che approfondisse con la Sua psicologa le ragioni della paura che prova nei confronti di Suo padre.

Paura che non è propria di un rapporto che dovrebbe invece essere sereno.

Non dice per quali ragioni lui <<non è mai con noi e non parliamo mai>>, però credo che vi siano ben poche attenuanti per una cosa del genere.

Sono anche convinto che migliorando il rapporto con Suo padre, la Sua autostima e la sicurezza in se stessa migliorerebbero drasticamente.

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Utente
Utente
È stato gentilissimo a rispondermi. Cercherò di parlare di più di mio papà alla psicologa. Io nei miei percorsi di psicoterapia ne ho già parlato. Secondo me lui mi assomiglia molto e quindi posso solo ipotizzare il perché di questi suoi comportamenti mettendomi nei suoi panni: credo che si vergogni, che si senta in imbarazzo o inadeguato come padre, anche se non so il perché. Quando ero più piccola passavo più tempo con lui ma sempre in silenzio senza dire una parola perché avevo paura che mi sgridasse. Ho cominciato ad essere contenta quando non c'era lui (lavora dal mattino con pausa a pranzo fino a sera) sia perché avevo paura e con il senno di poi anche perché mia mamma faceva lo stesso. Più volte mi ha parlato in modo negativo di lui quando ero piccola e quindi si era creata una sorta di alleanza tra me e lei, e entrambe sbuffavamo quando rientrava.. Tutto questo è andato avanti però crescendo cominciavo a pensare "non dovrebbe essere così, non è una famiglia normale, dovrebbe sforzarsi di parlarmi o dovrei parlarci io" ma adesso sono stanca. Non ho voglia di sentirmi sempre in colpa perché non metto a posto le cose con lui, senza contare che per me sarebbe la difficoltà più grande da affrontare e ho deciso di lasciar perdere, di provare a costruirmi da sola quello che mi è mancato a causa sua. Continuo ad essere bloccata però.. Comunque non c'è un motivo per cui lui faccia così, semplicemente a pranzo vuole ascoltare in pace la tv, quindi io e mia sorella non dovremmo esserci perché parliamo e la sera quando torna, uguale. Finito di mangiare va nella sua stanza a guardare la tv. Questo da quando è nata mia sorella perché prima era quasi uguale, con la differenza che ogni tanto stavo con lui ma senza aprire bocca. Tutte le volte che si rivolge a me o che io gli chiedo qualcosa lui finisce per arrabbiarsi, quindi chiaramente lo evito.Crede che sia impossibile per me cambiare senza aver affrontato la questione con mio papà?
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Il cambiamento in sé non è impossibile ma sarà comunque molto impegnativo.

Sarebbe invece auspicabile che _entrambi_ riusciste a incontrarvi e a capirvi, altrimenti è come stare da soli.

Credo che anche Suo padre trarrebbe beneficio dal consultare uno psicologo relativamente al proprio comportamento, che mi fa pensare a una fuga da qualcosa.

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Utente
Utente
La sensazione che ho io è che sia mio papà che mia mamma fuggano dalla loro responsabilità verso la famiglia e da quella di genitori. Mia mamma forse perchè non ha mai avuto l'appoggio emotivo che cercava in mio papà e mio papà forse per le sue insicurezze. Vivono in una loro realtà che è fuori dal normale. Per fare un esempio, mia sorella di 14 anni appena compiuti è libera di mangiare tutto il giorno tutte le schifezze che vuole e sono sicura che pur essendo più bassa pesa molto di più di me (io peso 65kg). Questo è evidente. Ho provato a dire a mia mamma che non va bene, che deve rendersene conto anche lei, oltre per la questione della salute, perchè quando crescerà diventerà ancora più grossa e potrebbe avere problemi di autostima che potrebbero portarla ad avere disturbi dell'alimentazione come è quasi successo a me. Mia mamma ha risposto che non è vero, che è solo robusta ma non fa niente perchè è normale alla sua età. Io capisco che lei sia stanca di avere addosso tutte le respnsabilità perchè non ha aiuti da mio papà, ma quelle che ne risentiranno siamo solo io e mia sorella (forse, perchè con i problemi che ha potrebbe anche non rendersene mai conto) e mi fa arrabbiare. Detto ciò non credo che sia possibile neanche nominare la parola "psicologo" in casa mia. Mia madre che è evidentemente repressa e depressa dice che lei è felice così e non ne ha bisogno, con mio papà non parlo quindi non so cosa potrebbe pensare, ma non credo che avrò il coraggio di parlare con lui.. E' già tanto che posso andarci io perchè ho insistito.. C'è qualcosa che posso fare senza dover trascinare la mia famiglia da qualche psicologo? Comunque cercherò un metodo per accennare la cosa anche se ssecondo me sarà inutile..
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Lei ha certamente le idee molto chiare riguardo alla Sua famiglia.

Se anche i Suoi genitori avessero le idee altrettanto chiare, probabilmente la situazione sarebbe diversa per tutti voi, perché riuscireste a capirvi l'un l'altro senza la necessità di ricorrere ad aiuti esterni.

Eventualmente, faccia presente in casa che il lavoro degli psicologi è proprio quello di aiutare le persone a chiarire meglio le proprie perplessità.

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Utente
Utente
Cercherò certamente di farlo. La ringrazio per le sue risposte. Crede che migliorando le condizioni in casa mia potrebbe diminuire anche la mia gelosia ossessiva? Se non dovessi riuscire a migliorarle, non c'è niente da fare per la gelosia a parte sopportarla?
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Nella gelosia c'è anche una certa dose di insicurezza, e questo rimanda alla mia prima risposta e alle successive.

Aggiungo che in un rapporto tra due persone deve esserci anche una certa fiducia reciproca, che è invece data dalla sicurezza in se stessi e nell'altro.

Solitamente un rapporto senza fiducia non dura a lungo.