Disturbo paranoide e manie persecutorie senza via d'uscita
Gentili dottori,
Vi scrivo perchè sono molto allarmato dalla situazione di mio fratello (22 anni).
Da qualche tempo ha sviluppato una convinzione radicale e indistruttibile di essere perseguitato dai nostri genitori, in particolare da mio padre. La situazione nel tempo non migliora, ma peggiora progressivamente. Ha dei comportamenti che ormai rasentano l'assurdo; continua a dire con odio che loro lo controllano, si sente spiato, accerchiato, sotto attacco. Ha eliminato tutti i suoi pochi amici dalla sua vita. Ha eliminato qualsiasi forma di comunicazione online. Non ha interessi, non ha passioni, non gli interessa nulla. Inizia anche ad avere comportamenti imbarazzanti, per esempio cerca di creare negli altri il sospetto di essere controllati, manipolati, spiati, sfruttati.
Perde gli oggetti o non si ricorda dove li ha poggiati e questa è una scusa per accusare con violenza inaudita il padre di averglieli rubati. I litigi furiosi si susseguono a cadenze regolari, circa una volta alla settimana; sembra che lo soddisfino, e sono occasione di riversare una quantità di insulti al limite dell'inimmaginabile soprattutto contro il padre.
Di sera si chiude in camera sua e utilizza sedie e scope per bloccare la porta. Non parla di sè, se non in maniera affettata e formale, come se avesse il terrore di lasciare informazioni personali agli altri. Asseconda chi gli da' consigli come fosse uno stupido facendo finta di dargli corda, me compreso.
E' aggressivo, insulta furiosamente i miei, specificamente mio padre, ha iniziato ad inventare vicende inesistenti per poterlo attaccare ad ogni occasione, cerca intenzionalmente il litigio, ha iniziato anche a fare degli strani dispetti negando poi di essere stato lui.
Per favore ditemi cosa posso fare, i miei genitori sono allibiti e spaventati, hanno cercato di far intervenire prima una psicologa dalla quale loro stessi sono andati in prima persona, ma lui ha rifiutato, poi gli hanno consigliato di parlare con una psichiatra se avesse voluto parlare a qualcuno di esterno dei suoi problemi, ma ha rifiutato di nuovo, poi hanno cercato altre persone che potessero convincerlo a chiedere aiuto ma tutto ciò non ha fatto altro che moltiplicare esponenzialmente le sue manie persecutorie, in un certo senso appagando la sua convinzione di essere circondato da nemici che vogliono distruggerlo.
La situazione è invivibile, possibile che non ci sia più alcuna speranza? Come si fa a farlo ragionare? Potrebbe nascondere un problema terribile di cui si rifiuta di parlare e sfoga la frustrazione in questo modo?
Vi scrivo perchè sono molto allarmato dalla situazione di mio fratello (22 anni).
Da qualche tempo ha sviluppato una convinzione radicale e indistruttibile di essere perseguitato dai nostri genitori, in particolare da mio padre. La situazione nel tempo non migliora, ma peggiora progressivamente. Ha dei comportamenti che ormai rasentano l'assurdo; continua a dire con odio che loro lo controllano, si sente spiato, accerchiato, sotto attacco. Ha eliminato tutti i suoi pochi amici dalla sua vita. Ha eliminato qualsiasi forma di comunicazione online. Non ha interessi, non ha passioni, non gli interessa nulla. Inizia anche ad avere comportamenti imbarazzanti, per esempio cerca di creare negli altri il sospetto di essere controllati, manipolati, spiati, sfruttati.
Perde gli oggetti o non si ricorda dove li ha poggiati e questa è una scusa per accusare con violenza inaudita il padre di averglieli rubati. I litigi furiosi si susseguono a cadenze regolari, circa una volta alla settimana; sembra che lo soddisfino, e sono occasione di riversare una quantità di insulti al limite dell'inimmaginabile soprattutto contro il padre.
Di sera si chiude in camera sua e utilizza sedie e scope per bloccare la porta. Non parla di sè, se non in maniera affettata e formale, come se avesse il terrore di lasciare informazioni personali agli altri. Asseconda chi gli da' consigli come fosse uno stupido facendo finta di dargli corda, me compreso.
E' aggressivo, insulta furiosamente i miei, specificamente mio padre, ha iniziato ad inventare vicende inesistenti per poterlo attaccare ad ogni occasione, cerca intenzionalmente il litigio, ha iniziato anche a fare degli strani dispetti negando poi di essere stato lui.
Per favore ditemi cosa posso fare, i miei genitori sono allibiti e spaventati, hanno cercato di far intervenire prima una psicologa dalla quale loro stessi sono andati in prima persona, ma lui ha rifiutato, poi gli hanno consigliato di parlare con una psichiatra se avesse voluto parlare a qualcuno di esterno dei suoi problemi, ma ha rifiutato di nuovo, poi hanno cercato altre persone che potessero convincerlo a chiedere aiuto ma tutto ciò non ha fatto altro che moltiplicare esponenzialmente le sue manie persecutorie, in un certo senso appagando la sua convinzione di essere circondato da nemici che vogliono distruggerlo.
La situazione è invivibile, possibile che non ci sia più alcuna speranza? Come si fa a farlo ragionare? Potrebbe nascondere un problema terribile di cui si rifiuta di parlare e sfoga la frustrazione in questo modo?
[#1]
Psicologo
Gentile Ragazzo,
vista la gravità della situazione è necessario quanto prima l'intervento di uno psichiatra. Trattandosi probabilmente di una fase acuta del disturbo, suo fratello non ha la consapevolezza dei propri disagi e questo giustifica il suo rifiuto di sottoporsi alle cure necessarie.
Qualora lo psichiatra lo ritenga necessario potrà procedere con l'accertamento sanitario obbligatorio
vista la gravità della situazione è necessario quanto prima l'intervento di uno psichiatra. Trattandosi probabilmente di una fase acuta del disturbo, suo fratello non ha la consapevolezza dei propri disagi e questo giustifica il suo rifiuto di sottoporsi alle cure necessarie.
Qualora lo psichiatra lo ritenga necessario potrà procedere con l'accertamento sanitario obbligatorio
[#2]
Gentile ragazzo, in genere, non c'è nessun problema terribile nascosto tranne il delirio del quale si è affetti. Una valutazione psichiatrica è assolutamente necessaria, ma in caso di rifiuto bisogna ponderare l'idea di un ricovero obbligatorio (se la situazione diventa invivibile).
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
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