Ossessione per un vecchio amore
Buongiorno.
Vorrei un parere spassionato su una circostanza che ormai mi perseguita da troppo tempo per poterla definire “normale” o transitoria, a mio parere.
Ma non so come spiegarmela.
Ho 42 anni, una bimba meravigliosa di quasi 2, un compagno, un lavoro tranquillo….
Diciamo una situazione apparentemente serena, anche se non sfavillante.
Ho alle spalle un passato sentimentale abbastanza “allegro”, nel senso che ho avuto molte relazioni (delle quali solo due o tre sono da me considerate degne di nota), tutte con uomini oggettivamente “ambìti”, belli, benestanti, colti; tutte storie troncate da me, spesso per noia, per senso di sfida, per testare i miei orizzonti, per “delirio di onnipotenza”, come io sono solita dire.
Spesso ho lasciato e ripreso più volte lo stesso uomo, per il semplice gusto di vedere fino a che punto arrivasse la sua abnegazione nei miei confronti…
Ebbene, vengo al punto.
Si tratta del mio ex fidanzato storico, quello con cui ho vissuto una lunga, spensierata, pulita, dolce storia di Amore durata tutti gli anni dell'Università, il quale si è sposato alla fine del 2009, ed ha avuto una pupa 3 mesi dopo, pubblicandone ampio e (fin troppo) commosso reportage fotografico su Facebook….
Mi ero scordata della di lui esistenza del tutto, o quasi, fino al 4/11/08, quando lui mi chiamò all'improvviso per salutarmi e sapere come stessi (aveva recuperato il numero da un amico comune) tenendomi al cellulare mezz'ora; da allora ci siamo scambiati qualche mail di auguri, qualche scarno e formale sms di aggiornamento...
Da quel momento, però, nella mia mente, nella mia fantasia, nei miei sogni, nei miei ricordi, la sua figura è piano piano riemersa, ha ripreso forma, si è resa protagonista di un crescendo di invasione graduale, fino all’esplosione incontrollata coincisa con la nascita della sua bambina…
Ho riesumato ricordi che credevo morti e sepolti, li ho strappati dall'abisso degli anni trascorsi, dai lustri che avevano gettato tonnellate di polvere su di essi, e me li sono rivissuti come in un nitidissimo film, in cui solo il finale mi rimane oscuro ed incomprensibile e nebuloso (fui io ad allontanarlo, dando un enorme dispiacere ai miei, ma non ricordo il perché…mio leggendaria smania di “gettare il cuore oltre l’ostacolo” a parte, che mi fa perdere interesse in tutto ciò che non è più da conquistare)...
Guardando quelle foto della nascita della bimba, spesso ritraenti la coppia (rectius: famiglia) felice assieme ai genitori di lui ed ad altri personaggi facenti parte del mio vissuto e della mia gioventù, mi sono sorpresa, proprio io, arrogante, piena di me, razionale al limite della freddezza, sicura e fiera, a provare la sgradevolissima e poco onorevole sensazione che un’altra (sua moglie) stesse vivendo per un puro errore, per un “inceppamento” di un qualche ingranaggio del Fato, una vita che il Destino aveva disegnata per me e destinata a me.
Mi vedo protagonista di un film alla "Sliding Doors" o "Family man"...
E’ normale, adesso, questa mia specie di fissazione?
Mi domando principalmente in che termini lui si ricordi ancora di me, se anche per lui ho un cassetto riservato e particolare nell’armadio della memoria…se gli scappa un sorriso dolce ripensando a me, alla nostra gioventù, a quel periodo così intenso…adesso che la sua vita è perfetta, da tutti i punti di vista…
La mia paura (davvero, si tratta di PAURA…) è che i ricordi che mi riguardano siano per lui nebulosi, vaghi, quasi del tutto cancellati (e che probabilmente è davvero così ne ho avuto conferma qualche volta che ultimamente gli ho lanciato qualche amichevole “amo”, tipo chiedergli se si ricordava di una certa foto o di un certo episodio), mentre io adesso mi ricordo TUTTO, di quel periodo, tutto è riemerso dalla memoria, ed ogni luogo della mia città (dove ora lui non vive più), mi riporta indietro ogni ora, ogni minuto a quegli anni, mi rammenta anche le frasi esatte che in certe circostanze e luoghi ci siamo detti…
Che senso ha tutto ciò?
Credevo che una volta che avessi realizzato anche io il tanto agognato sogno di diventare mamma, certe sensazioni sarebbero piano piano sfumate…invece mia figlia è nata l’anno dopo della sua (per inciso poi lui ne ha fatta anche un’altra…), ma nulla di questa mia ossessione è cambiato…
Sottolineo in tutta sincerità che non si tratta di Amore o simili (almeno lo spero bene…), ci mancherebbe, semmai di sentimenti di affetto, stima, struggente rimpianto per quel che è stato, per quel momento storico che abbiamo condiviso, per quel periodo in cui tutto poteva ancora succedere, in cui avevamo mille chances davanti a noi.... un’era della vita in cui si affronta tutto non pensando al domani e con la consapevolezza che qualsiasi cosa accada c’è sempre la possibilità ed il tempo per cambiare le carte in tavola….chiamiamola incoscienza…
L'idea che adesso "i giochi siano fatti" non riesco ad accettarla...e questo non c'entra per nulla con la sua coppia, il suo matrimonio, la sua famiglia, che sono topics che non mi riguardano da nessun punto di vista...
Può essere questa una interpretazione?
Oppure dipende dal fatto che io e lui non ci siamo mai veramente detti “addio” con spiegazioni razionali?
Che dopo 5 anni di crescita in simbiosi ci siamo semplicemente allontanati senza vivere un congruo periodo di crisi? (lui partì subito dopo, obtorto collo e non del tutto convinto, per una lunga esperienza di lavoro all’estero….e quella è stata la sua fortuna professionale, suppongo…)
Ma perché tutto ciò mi torna alla mente adesso, e così vivo, così nitido, così amaro, così poco sopportabile?
Cosa me ne importa di che fine ha fatto un tizio che non vedo da 14 anni?
E come mai questo chiodo fisso proprio con lui, e con nessun altro, anche se ce ne sarebbero fra i miei ex di personaggi che hanno costruito delle vite e delle famiglie brillanti, dopo che li ho lasciati?
Sto fatto di S. mi mette in cattiva luce ed in imbarazzo con me stessa...io non mi son mai paragonata a nessuno, non ho mai desiderato la “roba” degli altri, men che meno la VITA degli altri!!!
…ma – amaro ammetterlo - mi sento così piccina, così fallimentare, rispetto a quel che lui ha saputo costruire negli anni.
E non parlo tanto di professione (per quanto il suo ruolo, al contrario del mio, sia di grande prestigio, di grande visibilità – anche internazionale – di grande valore economico…), quanto di SERENITA’ in senso lato, io perennemente insoddisfatta e sprezzante verso chi “si accontenta”, io sempre in divenire, sempre alla ricerca di sfide nuove, di qualcosa di più stimolante…io sempre orgogliosamente vincente nei confronti delle competizioni che mi sono posta, ma forse, mi duole dirlo, perdente nei confronti della vita se globalmente considerata ed osservata nel suo insieme…
Non ho mai avuto dubbi sul fatto che il destino avesse in serbo per lui una esistenza ed una carriera sfolgoranti e che NULLA gli sarebbe stato negato, se solo avesse desiderato qualcosa, ma un conto è immaginarseli così, in astratto, certi scenari, conscia che appartengono ad un’era lontanissima nel futuro spazio/temporale, un conto è toccar con mano che il futuro E’ QUI, e che lui sta dimostrando adesso, da uomo maturo quale è, quel che io ho sempre sospettato, auto-raccontandomi che la cosa non mi riguardasse, ovvero che è fra le persone più valide che io abbia mai incrociato nella mia vita, e da TUTTI i punti di vista, e che i miei avevano ragione a darmi della pazza, quando lo lasciai.
Credo di esser contenta per lui, che oggettivamente penso che meriti quel che ha, ed io stessa, le rare volte che ho pensato a lui prima dell’inizio di questo delirio, gli ho augurato di cuore il meglio del meglio….
….e allora cosa è questa sensazione nuova, che mi fa orrore, che non mi appartiene, questa acidità che sento nelle fauci???
…cosa è questo tardivo, inopportuno, sgradevole, stupido, irrazionale, infantile, "revisionismo storico"?
...mi domando perchè ci lasciammo all'epoca e come sarebbe stata la mia vita se fossimo rimasti assieme.
Lo so perfettamente che comunque fra noi doveva presumibilmente finire (non ci credo molto nelle coppie che durano, se formate a poco più di 20 anni di età), ma ugualmente mi sorprendo a fantasticare, a ricordare, a immaginare la sua vita adesso (per “adesso” intendo in ogni istante), dove sia, cosa faccia, cosa pensi, cosa ricordi.....boh....è solo egocentrismo, il mio?
Tutti i giorni, nessuno escluso, “googlo” più volte il suo nome al pc, cerco sue notizie, ho indagato in ogni modo lecito e so TUTTO su sua moglie e la di lei famiglia (ha presente la coppia PERFETTA, senza un’ombra, FE-LI-CE, serena, senza il benché minimo problema, neppure economico? Sua moglie, non a caso, si permette l’enorme lusso di non lavorare, tenendo comunque un ragguardevole tenore di vita), cerco loro foto al computer, sono famelica nei confronti della sua vita, ma anche di quella dei suoi amici (che un tempo erano anche i miei…) e della sua famiglia di origine (ho incontrato suo padre, qualche volta, ultimamente, e mi tremano le mani al suo cospetto…); lo sogno pressoché tutte le notti, in contesti afferenti il nostro passato, ma anche il nostro presente (ed in questi casi, nei sogni è sempre cortese e distaccato, come nella realtà, quando ci scambiamo attualmente le mails…), quotidianamente immagino il giorno in cui ci rincontreremo (cosa abbastanza idiota, dato che fra un mese saranno 10 anni esatti che non ci incontriamo per strada: non è un accadimento statisticamente così probabile..) e programmo il look che sarebbe opportuno avere in quella circostanza per apparire al meglio di me e colpirlo in qualche modo; non parlo tanto e non solo di sex appeal, quanto di immagine di donna realizzata, risolta, pacata, piacente, serena….per scardinare il ricordo che potrebbe avere di me: della ragazzina bizzosa, viziata e turbolenta che ero anni fa….
Che succede?
Davvero dipende dal terrore di constatare che il mondo evolve, che la gente (nella fattispecie persone che, adesso mi pare evidente, in qualche modo considero parte di me) va avanti, mentre io, per la mia smania di continua mutevolezza, forse proprio per far sì che nulla cambi (mi scuso per la psicologia di bassa lega cui mi auto-sottopongo in questo momento per la prima volta), mi ritrovo adesso in una relazione di cui evidentemente non sono soddisfatta appieno (ma chi lo è del tutto??) ma che non posso gettare da un giorno all’altro come ero solita fare prima, dato che ora ho una famiglia….
E forse neanche lo vorrei fare, con la maturità (tardiva) che ho raggiunto, e che mi fa apprezzare un po’ di “pace”, di calma, di quotidianità “standard”, e non lo farei mai anche a causa del fatto che adesso non ho più tutte le opportunità che avevo prima: la mia bellezza sfiorisce, per il trascorrere inesorabile del tempo ed anche e soprattutto perché il mio attuale tenore di vita (dopo decenni passati a spendere in frivolezze, abiti e cure estetiche di ogni genere), grazie alle scarse possibilità dell’uomo con cui ho poi deciso di “mettere la testa a posto”, non mi permette più di curarmi come un tempo… (Mi sono “accontentata”, venendo punita dei miei trascorsi glamour con una vita tutt’altro che agiata, per una sorta di legge del contrappasso? Forse, pensandoci col senno di poi….)
H.D. Thoreau diceva: "C'è un solo tipo di successo: quello di fare della propria vita ciò che
si desidera."…forse io non tollero che lui sia riuscito in questa grande impresa, mentre io, nel cercare di capire ciò che volevo, mi ritrovo ad aver ridimensionato di brutto le mie aspettative, i miei sogni, la mia vita in generale…
Tutta questa irrazionale ossessione, questo mio continuo rimuginare così poco spiegabile si tradurrebbe quindi in una bruttissima e poco dignitosa parola, che nel mio vocabolario credevo non esistesse, ovvero INVIDIA?
Non ci voglio e non ci posso credere, è una cosa che mi fa orrore, non fa parte di me…
Mi scuso per la prolissità dell’esposizione.
Vorrei un parere spassionato su una circostanza che ormai mi perseguita da troppo tempo per poterla definire “normale” o transitoria, a mio parere.
Ma non so come spiegarmela.
Ho 42 anni, una bimba meravigliosa di quasi 2, un compagno, un lavoro tranquillo….
Diciamo una situazione apparentemente serena, anche se non sfavillante.
Ho alle spalle un passato sentimentale abbastanza “allegro”, nel senso che ho avuto molte relazioni (delle quali solo due o tre sono da me considerate degne di nota), tutte con uomini oggettivamente “ambìti”, belli, benestanti, colti; tutte storie troncate da me, spesso per noia, per senso di sfida, per testare i miei orizzonti, per “delirio di onnipotenza”, come io sono solita dire.
Spesso ho lasciato e ripreso più volte lo stesso uomo, per il semplice gusto di vedere fino a che punto arrivasse la sua abnegazione nei miei confronti…
Ebbene, vengo al punto.
Si tratta del mio ex fidanzato storico, quello con cui ho vissuto una lunga, spensierata, pulita, dolce storia di Amore durata tutti gli anni dell'Università, il quale si è sposato alla fine del 2009, ed ha avuto una pupa 3 mesi dopo, pubblicandone ampio e (fin troppo) commosso reportage fotografico su Facebook….
Mi ero scordata della di lui esistenza del tutto, o quasi, fino al 4/11/08, quando lui mi chiamò all'improvviso per salutarmi e sapere come stessi (aveva recuperato il numero da un amico comune) tenendomi al cellulare mezz'ora; da allora ci siamo scambiati qualche mail di auguri, qualche scarno e formale sms di aggiornamento...
Da quel momento, però, nella mia mente, nella mia fantasia, nei miei sogni, nei miei ricordi, la sua figura è piano piano riemersa, ha ripreso forma, si è resa protagonista di un crescendo di invasione graduale, fino all’esplosione incontrollata coincisa con la nascita della sua bambina…
Ho riesumato ricordi che credevo morti e sepolti, li ho strappati dall'abisso degli anni trascorsi, dai lustri che avevano gettato tonnellate di polvere su di essi, e me li sono rivissuti come in un nitidissimo film, in cui solo il finale mi rimane oscuro ed incomprensibile e nebuloso (fui io ad allontanarlo, dando un enorme dispiacere ai miei, ma non ricordo il perché…mio leggendaria smania di “gettare il cuore oltre l’ostacolo” a parte, che mi fa perdere interesse in tutto ciò che non è più da conquistare)...
Guardando quelle foto della nascita della bimba, spesso ritraenti la coppia (rectius: famiglia) felice assieme ai genitori di lui ed ad altri personaggi facenti parte del mio vissuto e della mia gioventù, mi sono sorpresa, proprio io, arrogante, piena di me, razionale al limite della freddezza, sicura e fiera, a provare la sgradevolissima e poco onorevole sensazione che un’altra (sua moglie) stesse vivendo per un puro errore, per un “inceppamento” di un qualche ingranaggio del Fato, una vita che il Destino aveva disegnata per me e destinata a me.
Mi vedo protagonista di un film alla "Sliding Doors" o "Family man"...
E’ normale, adesso, questa mia specie di fissazione?
Mi domando principalmente in che termini lui si ricordi ancora di me, se anche per lui ho un cassetto riservato e particolare nell’armadio della memoria…se gli scappa un sorriso dolce ripensando a me, alla nostra gioventù, a quel periodo così intenso…adesso che la sua vita è perfetta, da tutti i punti di vista…
La mia paura (davvero, si tratta di PAURA…) è che i ricordi che mi riguardano siano per lui nebulosi, vaghi, quasi del tutto cancellati (e che probabilmente è davvero così ne ho avuto conferma qualche volta che ultimamente gli ho lanciato qualche amichevole “amo”, tipo chiedergli se si ricordava di una certa foto o di un certo episodio), mentre io adesso mi ricordo TUTTO, di quel periodo, tutto è riemerso dalla memoria, ed ogni luogo della mia città (dove ora lui non vive più), mi riporta indietro ogni ora, ogni minuto a quegli anni, mi rammenta anche le frasi esatte che in certe circostanze e luoghi ci siamo detti…
Che senso ha tutto ciò?
Credevo che una volta che avessi realizzato anche io il tanto agognato sogno di diventare mamma, certe sensazioni sarebbero piano piano sfumate…invece mia figlia è nata l’anno dopo della sua (per inciso poi lui ne ha fatta anche un’altra…), ma nulla di questa mia ossessione è cambiato…
Sottolineo in tutta sincerità che non si tratta di Amore o simili (almeno lo spero bene…), ci mancherebbe, semmai di sentimenti di affetto, stima, struggente rimpianto per quel che è stato, per quel momento storico che abbiamo condiviso, per quel periodo in cui tutto poteva ancora succedere, in cui avevamo mille chances davanti a noi.... un’era della vita in cui si affronta tutto non pensando al domani e con la consapevolezza che qualsiasi cosa accada c’è sempre la possibilità ed il tempo per cambiare le carte in tavola….chiamiamola incoscienza…
L'idea che adesso "i giochi siano fatti" non riesco ad accettarla...e questo non c'entra per nulla con la sua coppia, il suo matrimonio, la sua famiglia, che sono topics che non mi riguardano da nessun punto di vista...
Può essere questa una interpretazione?
Oppure dipende dal fatto che io e lui non ci siamo mai veramente detti “addio” con spiegazioni razionali?
Che dopo 5 anni di crescita in simbiosi ci siamo semplicemente allontanati senza vivere un congruo periodo di crisi? (lui partì subito dopo, obtorto collo e non del tutto convinto, per una lunga esperienza di lavoro all’estero….e quella è stata la sua fortuna professionale, suppongo…)
Ma perché tutto ciò mi torna alla mente adesso, e così vivo, così nitido, così amaro, così poco sopportabile?
Cosa me ne importa di che fine ha fatto un tizio che non vedo da 14 anni?
E come mai questo chiodo fisso proprio con lui, e con nessun altro, anche se ce ne sarebbero fra i miei ex di personaggi che hanno costruito delle vite e delle famiglie brillanti, dopo che li ho lasciati?
Sto fatto di S. mi mette in cattiva luce ed in imbarazzo con me stessa...io non mi son mai paragonata a nessuno, non ho mai desiderato la “roba” degli altri, men che meno la VITA degli altri!!!
…ma – amaro ammetterlo - mi sento così piccina, così fallimentare, rispetto a quel che lui ha saputo costruire negli anni.
E non parlo tanto di professione (per quanto il suo ruolo, al contrario del mio, sia di grande prestigio, di grande visibilità – anche internazionale – di grande valore economico…), quanto di SERENITA’ in senso lato, io perennemente insoddisfatta e sprezzante verso chi “si accontenta”, io sempre in divenire, sempre alla ricerca di sfide nuove, di qualcosa di più stimolante…io sempre orgogliosamente vincente nei confronti delle competizioni che mi sono posta, ma forse, mi duole dirlo, perdente nei confronti della vita se globalmente considerata ed osservata nel suo insieme…
Non ho mai avuto dubbi sul fatto che il destino avesse in serbo per lui una esistenza ed una carriera sfolgoranti e che NULLA gli sarebbe stato negato, se solo avesse desiderato qualcosa, ma un conto è immaginarseli così, in astratto, certi scenari, conscia che appartengono ad un’era lontanissima nel futuro spazio/temporale, un conto è toccar con mano che il futuro E’ QUI, e che lui sta dimostrando adesso, da uomo maturo quale è, quel che io ho sempre sospettato, auto-raccontandomi che la cosa non mi riguardasse, ovvero che è fra le persone più valide che io abbia mai incrociato nella mia vita, e da TUTTI i punti di vista, e che i miei avevano ragione a darmi della pazza, quando lo lasciai.
Credo di esser contenta per lui, che oggettivamente penso che meriti quel che ha, ed io stessa, le rare volte che ho pensato a lui prima dell’inizio di questo delirio, gli ho augurato di cuore il meglio del meglio….
….e allora cosa è questa sensazione nuova, che mi fa orrore, che non mi appartiene, questa acidità che sento nelle fauci???
…cosa è questo tardivo, inopportuno, sgradevole, stupido, irrazionale, infantile, "revisionismo storico"?
...mi domando perchè ci lasciammo all'epoca e come sarebbe stata la mia vita se fossimo rimasti assieme.
Lo so perfettamente che comunque fra noi doveva presumibilmente finire (non ci credo molto nelle coppie che durano, se formate a poco più di 20 anni di età), ma ugualmente mi sorprendo a fantasticare, a ricordare, a immaginare la sua vita adesso (per “adesso” intendo in ogni istante), dove sia, cosa faccia, cosa pensi, cosa ricordi.....boh....è solo egocentrismo, il mio?
Tutti i giorni, nessuno escluso, “googlo” più volte il suo nome al pc, cerco sue notizie, ho indagato in ogni modo lecito e so TUTTO su sua moglie e la di lei famiglia (ha presente la coppia PERFETTA, senza un’ombra, FE-LI-CE, serena, senza il benché minimo problema, neppure economico? Sua moglie, non a caso, si permette l’enorme lusso di non lavorare, tenendo comunque un ragguardevole tenore di vita), cerco loro foto al computer, sono famelica nei confronti della sua vita, ma anche di quella dei suoi amici (che un tempo erano anche i miei…) e della sua famiglia di origine (ho incontrato suo padre, qualche volta, ultimamente, e mi tremano le mani al suo cospetto…); lo sogno pressoché tutte le notti, in contesti afferenti il nostro passato, ma anche il nostro presente (ed in questi casi, nei sogni è sempre cortese e distaccato, come nella realtà, quando ci scambiamo attualmente le mails…), quotidianamente immagino il giorno in cui ci rincontreremo (cosa abbastanza idiota, dato che fra un mese saranno 10 anni esatti che non ci incontriamo per strada: non è un accadimento statisticamente così probabile..) e programmo il look che sarebbe opportuno avere in quella circostanza per apparire al meglio di me e colpirlo in qualche modo; non parlo tanto e non solo di sex appeal, quanto di immagine di donna realizzata, risolta, pacata, piacente, serena….per scardinare il ricordo che potrebbe avere di me: della ragazzina bizzosa, viziata e turbolenta che ero anni fa….
Che succede?
Davvero dipende dal terrore di constatare che il mondo evolve, che la gente (nella fattispecie persone che, adesso mi pare evidente, in qualche modo considero parte di me) va avanti, mentre io, per la mia smania di continua mutevolezza, forse proprio per far sì che nulla cambi (mi scuso per la psicologia di bassa lega cui mi auto-sottopongo in questo momento per la prima volta), mi ritrovo adesso in una relazione di cui evidentemente non sono soddisfatta appieno (ma chi lo è del tutto??) ma che non posso gettare da un giorno all’altro come ero solita fare prima, dato che ora ho una famiglia….
E forse neanche lo vorrei fare, con la maturità (tardiva) che ho raggiunto, e che mi fa apprezzare un po’ di “pace”, di calma, di quotidianità “standard”, e non lo farei mai anche a causa del fatto che adesso non ho più tutte le opportunità che avevo prima: la mia bellezza sfiorisce, per il trascorrere inesorabile del tempo ed anche e soprattutto perché il mio attuale tenore di vita (dopo decenni passati a spendere in frivolezze, abiti e cure estetiche di ogni genere), grazie alle scarse possibilità dell’uomo con cui ho poi deciso di “mettere la testa a posto”, non mi permette più di curarmi come un tempo… (Mi sono “accontentata”, venendo punita dei miei trascorsi glamour con una vita tutt’altro che agiata, per una sorta di legge del contrappasso? Forse, pensandoci col senno di poi….)
H.D. Thoreau diceva: "C'è un solo tipo di successo: quello di fare della propria vita ciò che
si desidera."…forse io non tollero che lui sia riuscito in questa grande impresa, mentre io, nel cercare di capire ciò che volevo, mi ritrovo ad aver ridimensionato di brutto le mie aspettative, i miei sogni, la mia vita in generale…
Tutta questa irrazionale ossessione, questo mio continuo rimuginare così poco spiegabile si tradurrebbe quindi in una bruttissima e poco dignitosa parola, che nel mio vocabolario credevo non esistesse, ovvero INVIDIA?
Non ci voglio e non ci posso credere, è una cosa che mi fa orrore, non fa parte di me…
Mi scuso per la prolissità dell’esposizione.
[#1]
Cara Utente,
un paio di sue frasi, nella sua lunga ed analitica descrizione di sè, mi colpiscono particolarmene:
<<Spesso ho lasciato e ripreso più volte lo stesso uomo, per il semplice gusto di vedere fino a che punto arrivasse la sua abnegazione nei miei confronti…>>
<< io sempre in divenire, sempre alla ricerca di sfide nuove, di qualcosa di più stimolante…io sempre orgogliosamente vincente nei confronti delle competizioni che mi sono posta>>
Non le sembra che il meccanismo che la sua mente mette in atto nei confronti di questo suo ex sia il medesimo?
Non si tratta forse, anche questa volta, di una nuova sfida da cui si sente attratta?
Forse razionalmente non comprometterebbe il suo matrimonio immaginando di poter "conquistare" il suo ex fidanzato; tuttavia sembra evidente, e lei ne sembra consapevole, che non sia totalmente soddisfatta del suo ménage familiare attuale.
Forse è per questa ragione che cerca di immaginare qualcosa di diverso, che la sua fantasia, diurna e notturna, galoppa in direzione di quel vecchio amore, forse...
Mi sembra che lei abbia fatto molte ipotesi e, credo, che tutte possano essere prese in considerazione per comprendere le ragioni di quella che lei chiama ossessione.
Sarebbe utile capire quanto sia palpabile la sua insoddisfazione ed, eventualmente, cercare di risolverla con l'aiuto di un collega di persona.
Come sono i rapporti con suo marito?
Un caro saluto
un paio di sue frasi, nella sua lunga ed analitica descrizione di sè, mi colpiscono particolarmene:
<<Spesso ho lasciato e ripreso più volte lo stesso uomo, per il semplice gusto di vedere fino a che punto arrivasse la sua abnegazione nei miei confronti…>>
<< io sempre in divenire, sempre alla ricerca di sfide nuove, di qualcosa di più stimolante…io sempre orgogliosamente vincente nei confronti delle competizioni che mi sono posta>>
Non le sembra che il meccanismo che la sua mente mette in atto nei confronti di questo suo ex sia il medesimo?
Non si tratta forse, anche questa volta, di una nuova sfida da cui si sente attratta?
Forse razionalmente non comprometterebbe il suo matrimonio immaginando di poter "conquistare" il suo ex fidanzato; tuttavia sembra evidente, e lei ne sembra consapevole, che non sia totalmente soddisfatta del suo ménage familiare attuale.
Forse è per questa ragione che cerca di immaginare qualcosa di diverso, che la sua fantasia, diurna e notturna, galoppa in direzione di quel vecchio amore, forse...
Mi sembra che lei abbia fatto molte ipotesi e, credo, che tutte possano essere prese in considerazione per comprendere le ragioni di quella che lei chiama ossessione.
Sarebbe utile capire quanto sia palpabile la sua insoddisfazione ed, eventualmente, cercare di risolverla con l'aiuto di un collega di persona.
Come sono i rapporti con suo marito?
Un caro saluto
[#2]
Utente
Egregio Dottore,
innanzitutto la ringrazio della sua cortese risposta.
Quindi, se ho ben capito, lei focalizzerebbe l'attenzione sulla mia presunta insoddisfazione di coppia, giusto?
Effettivamente mi sento a tratti molto sola nel gestire le questioni familiari (mio marito non c'è mai, e quando c'è è abbastanza concentrato su se stesso); inoltre ho accanto un uomo molto poco incline alla passionalità intesa come coinvolgimento affettivo insenso lato, un po' per sua indole personale, un po' per un certo "raffreddamento" che c'è stato nei miei confronti a causa di miei comportamenti di anni addietro nei suoi confronti; ma credo che tutto ciò sarebbe molto meglio tollerato da me se la nostra situazione economico-sociale fosse un po' più florida.
Mentre concentrare quotidianamente la propria vita solo sul sacrificio e sul dovere non è divertente per nessuno, specie forse per chi, come me, era abituato anche ad avere senza grossa fatica discrete quantità di "superfluo" e di gratificazioni frivole a livello personale.
A questo punto però mi chiederei perchè questa mia ossessione riguardi proprio quell'ex e non magari altri, altrettanto realizzati come mariti, padri, professionisti...
Forse, provo a rispondermi alla luce anche degli spunti che lei mi ha dato, perchè da un lato questa persona incarna un periodo di totale spensieratezza e gioventù perduta, ed inoltre lo avverto talmente sereno, innamorato, pienamente felice nel suo menage che la "sfida" a cui lei accenna si prefigurerebbe ancor più interessante....
Può darsi che la chiave sia qui, dottore?
E le stesse cause devo ricercare anche in questo mio essere così concentrata nello sperare ed immaginare che lui ancora si ricordi di me?
Grazie ancora per la sua attenzione.
innanzitutto la ringrazio della sua cortese risposta.
Quindi, se ho ben capito, lei focalizzerebbe l'attenzione sulla mia presunta insoddisfazione di coppia, giusto?
Effettivamente mi sento a tratti molto sola nel gestire le questioni familiari (mio marito non c'è mai, e quando c'è è abbastanza concentrato su se stesso); inoltre ho accanto un uomo molto poco incline alla passionalità intesa come coinvolgimento affettivo insenso lato, un po' per sua indole personale, un po' per un certo "raffreddamento" che c'è stato nei miei confronti a causa di miei comportamenti di anni addietro nei suoi confronti; ma credo che tutto ciò sarebbe molto meglio tollerato da me se la nostra situazione economico-sociale fosse un po' più florida.
Mentre concentrare quotidianamente la propria vita solo sul sacrificio e sul dovere non è divertente per nessuno, specie forse per chi, come me, era abituato anche ad avere senza grossa fatica discrete quantità di "superfluo" e di gratificazioni frivole a livello personale.
A questo punto però mi chiederei perchè questa mia ossessione riguardi proprio quell'ex e non magari altri, altrettanto realizzati come mariti, padri, professionisti...
Forse, provo a rispondermi alla luce anche degli spunti che lei mi ha dato, perchè da un lato questa persona incarna un periodo di totale spensieratezza e gioventù perduta, ed inoltre lo avverto talmente sereno, innamorato, pienamente felice nel suo menage che la "sfida" a cui lei accenna si prefigurerebbe ancor più interessante....
Può darsi che la chiave sia qui, dottore?
E le stesse cause devo ricercare anche in questo mio essere così concentrata nello sperare ed immaginare che lui ancora si ricordi di me?
Grazie ancora per la sua attenzione.
[#3]
Cara Utente,
<<Quindi, se ho ben capito, lei focalizzerebbe l'attenzione sulla mia presunta insoddisfazione di coppia, giusto?>>
in realtà potrebbe anche essere che l'insoddisfazione di coppia sia causa ed effetto allo stesso tempo; probabilmente il focus su cui concentrare l'attenzione è il suo personale "modo di funzionare", unico e irripetibile come quello di chiunque altro.
Dal suo racconto, infatti, emerge una sorta di continua insoddisfazione, rappresentata dalla continua ricerca di nuove mete, di nuovi stimoli, di nuove sfide relazionali.
Ci sarebbe, forse, da chiedersi come mai, nonostante le molte opportunità che ha avuto con i suoi precedenti partner oggi realizzati socialmente ed economicamente, lei abbia alla fine scelto un uomo che non incarna queste caratteristiche; caratteristiche che lei sembra molto apprezzare e che, in una certa misura, rimpiange.
Perché proprio lui? Difficile dirlo, anche se la sua analisi mi sembra valida e condivisibile:
<<ed inoltre lo avverto talmente sereno, innamorato, pienamente felice nel suo menage che la "sfida" a cui lei accenna si prefigurerebbe ancor più interessante....>>
Quale miglior sfida della conquista di un uomo apparentemente irraggiungibile e "incorruttibile"?
A queste considerazioni aggiunga che il caso glielo "ha servito su un piatto d'argento", in un momento in cui, forse, era particolarmente vulnerabile.
Non ultimo, credo che quando lei dice:
<<struggente rimpianto per quel che è stato, per quel momento storico che abbiamo condiviso, per quel periodo in cui tutto poteva ancora succedere, in cui avevamo mille chances davanti a noi.... un’era della vita in cui si affronta tutto non pensando al domani e con la consapevolezza che qualsiasi cosa accada c’è sempre la possibilità ed il tempo per cambiare le carte in tavola….chiamiamola incoscienza…>>
vada a toccare un punto interessante.
Se la sua insoddisfazione attuale è legata anche al tipo di vita che non c'è più (situazione economico-sociale. spensieratezza, frivolezze, etc.), simbolicamente quest'uomo potrebbe rappresentare ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere.
Un caro saluto
<<Quindi, se ho ben capito, lei focalizzerebbe l'attenzione sulla mia presunta insoddisfazione di coppia, giusto?>>
in realtà potrebbe anche essere che l'insoddisfazione di coppia sia causa ed effetto allo stesso tempo; probabilmente il focus su cui concentrare l'attenzione è il suo personale "modo di funzionare", unico e irripetibile come quello di chiunque altro.
Dal suo racconto, infatti, emerge una sorta di continua insoddisfazione, rappresentata dalla continua ricerca di nuove mete, di nuovi stimoli, di nuove sfide relazionali.
Ci sarebbe, forse, da chiedersi come mai, nonostante le molte opportunità che ha avuto con i suoi precedenti partner oggi realizzati socialmente ed economicamente, lei abbia alla fine scelto un uomo che non incarna queste caratteristiche; caratteristiche che lei sembra molto apprezzare e che, in una certa misura, rimpiange.
Perché proprio lui? Difficile dirlo, anche se la sua analisi mi sembra valida e condivisibile:
<<ed inoltre lo avverto talmente sereno, innamorato, pienamente felice nel suo menage che la "sfida" a cui lei accenna si prefigurerebbe ancor più interessante....>>
Quale miglior sfida della conquista di un uomo apparentemente irraggiungibile e "incorruttibile"?
A queste considerazioni aggiunga che il caso glielo "ha servito su un piatto d'argento", in un momento in cui, forse, era particolarmente vulnerabile.
Non ultimo, credo che quando lei dice:
<<struggente rimpianto per quel che è stato, per quel momento storico che abbiamo condiviso, per quel periodo in cui tutto poteva ancora succedere, in cui avevamo mille chances davanti a noi.... un’era della vita in cui si affronta tutto non pensando al domani e con la consapevolezza che qualsiasi cosa accada c’è sempre la possibilità ed il tempo per cambiare le carte in tavola….chiamiamola incoscienza…>>
vada a toccare un punto interessante.
Se la sua insoddisfazione attuale è legata anche al tipo di vita che non c'è più (situazione economico-sociale. spensieratezza, frivolezze, etc.), simbolicamente quest'uomo potrebbe rappresentare ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere.
Un caro saluto
[#4]
Gentile Signora,
un consulto online non consente di esplorare a fondo il vissuto e la sfera emotiva, anche perché contiene regole e limiti.
Solitamente, come le ha detto il Collega, il passato riaffiora, quando c'è un presente lacunoso, che consente di offrirgli lo spazio necessario.....
Lei inizia scrivendo:
"Ho 42 anni, una bimba meravigliosa di quasi 2, un compagno, un lavoro tranquillo….
Diciamo una situazione apparentemente serena, anche se non sfavillante."
Forse questa troppa tranquillità, le fa ricordare il passato, quando era più seduttiva e con meno serenità......
un consulto online non consente di esplorare a fondo il vissuto e la sfera emotiva, anche perché contiene regole e limiti.
Solitamente, come le ha detto il Collega, il passato riaffiora, quando c'è un presente lacunoso, che consente di offrirgli lo spazio necessario.....
Lei inizia scrivendo:
"Ho 42 anni, una bimba meravigliosa di quasi 2, un compagno, un lavoro tranquillo….
Diciamo una situazione apparentemente serena, anche se non sfavillante."
Forse questa troppa tranquillità, le fa ricordare il passato, quando era più seduttiva e con meno serenità......
[#5]
Utente
Egregio Dottor Callina,
mi sono chiesta anche io come mai io abbia deciso di costruire la mia vita con il mio attuale marito, nonostante molte volte io pensi di lui quel che lei ha acutamente capito dalle mie poche righe.
La risposta che mi sono data è duplice: innanzi tutto, dopo vari “tira e molla” da parte mia, lui circa tre anni fa mi significò che si era stancato di essere lasciato e preso continuamente e che mi stava finalmente dimenticando. Questo ha innescato una sorta di panico in me, e ho dovuto riprendermelo a tutti i costi, sposandolo e dimostrando così (a chi? Spesso mi son trovata nelle condizioni di dover vincere delle “sfide” che stavano solo nella mia testa) che stavolta facevo davvero sul serio e che ero cambiata e pentita di certi atteggiamenti superficiali, frivoli, irrispettosi dei sentimenti altrui.
D’altro canto ero e sono DAVVERO cambiata, perché lui, oltre ad essere una persona cui riconosco molti pregi, è probabilmente arrivato al momento giusto, quando ero sinceramente stanca di non aver pace, di non trovare mai un porto sicuro, di non avere la mia pacata serenità in cui rifugiarmi.
Me lo sono ripreso nonostante un suo problema di infertilità: ho rischiato seriamente di non aver mai figli (la bimba è nata a seguito di drammatiche cure), pur di tornar con lui, anzi, questo suo problema ha rafforzato in me la “sfida” di rivolerlo a tutti i costi, ha reso nella mia mente più significativo il “passaggio” da una vita cinica ed egoista ad una in cui avrei dimostrato amore incondizionato anche a scapito dei miei sogni.
E tutt’ora, mi sento sinceramente orgogliosa di quello che sono (diventata?).
Mia mamma più volte mi ha detto che è stupita e che trema al chiedersi quanto possa durare questo mio stato di maturità, serietà, affidabilità, concretezza, positività, pacatezza.
Io invece sono molto fiera del mio piccolo nucleo familiare, di aver abbandonato frivolezze e frenesie di ogni genere per dedicarmi 24h/24 alla cura della casa, della bimba, delle incombenze di ogni tipo ed ai salti mortali che conciliare tutto ciò con il lavoro mi comporta, specialmente non potendo contare su nessun appoggio, di alcun genere.
Credo francamente che il mio matrimonio sia per parte mia “al sicuro” molto più di altri, essendo io arrivata a certe scelte dopo un percorso di un certo tipo, in età matura.
Le lamentele che ho da fare sul conto di mio marito e su certe sue caratteristiche sono più o meno nella media di quelle che qualsiasi donna ha da fare sul suo compagno, solo che in più rispetto a chi si è accontentata per disperazione dell’unico uomo che la abbia mai guardata avvinghiandosi a lui dopo 20 anni di singletudine forzata, io ho l’inevitabile amarezza del confronto, anche economico: in senso assoluto non alla mia famiglia non manca nulla, in senso relativo, il mio tenore di vita si è ridimensionato enormemente, ma se non patissi questa “relatività”, anche questo tema sarebbe senz’altro meno pesante.
Ma, come lei stesso intuisce nella sua risposta, credo che mai metterei a repentaglio questa stabilità, questa pace, cui sono arrivata dopo un percorso così tortuoso.
….e allora perché domandarmi pressoché ogni minuto cosa penserebbe il mio ex di quel che faccio in quel momento?
Perché fantasticare così tanto sull’emozione di un nostro assai improbabile incontro casuale?
Sulle parole che sarebbe giusto dire, sull’atteggiamento più consono da tenere….
Mi sembra a volte di essere in cerca di apprezzamento da parte del mio ex, di riscatto ai suoi occhi, di lasciare un bel ricordo di me (un chiodo fisso che ho sempre avuto, fin da piccola, nei riguardi di chiunque abbia avuto qualsivoglia contatto di qualsiasi genere con me): l’idea che non si ricordi di me, o che peggio conservi la sgradevole memoria di una bamboccia inconcludente, isterica e viziata, mi fa star male.
E quando con la razionalità che mi contraddistingue (?) rifletto che a lui non interessa assolutamente nulla se io sono cambiata o no, che probabilmente a malapena si ricorda dove abitavo quando ci frequentavamo, che campa benissimo mandandomi poco più che una mail l’anno di auguri di Natale (per l’esattezza RISPONDENDO ai miei auguri: di sua sponte mi ha cercata solo due o tre volte durante il periodo della mia gravidanza, per sapere come le cose procedevano), che la sua vita è pienissima di impegni lavorativi, di viaggi continui di lavoro e non, e che non ha proprio spazio nella sua testa per farsi domande così sterili, mi sento male.
Sul serio, mi commuovo fino alle lacrime.
Passo le ore su google maps a guardare la casa dove vive adesso, per scorgere particolari, sussulto nello studiare dettagli come l’orologio che porta in certe foto che pubblica, immaginandomi il perché della scelta di un modello anziché di un altro, pretendendo di conoscere benissimo un uomo che, a rigor di logica, mi rendo conto, è per me ormai un estraneo, avendo fatto tante e tante di quelle esperienze da quando non ci vediamo più che di fatto hanno seppellito per sempre il ragazzino che amavo e che mi amava.
Forse è vero quel che lei dice quando afferma: “simbolicamente quest'uomo potrebbe rappresentare ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere”, mettendo se ho ben capito l’accento sull’angoscia del tempo che inesorabilmente passa non dando scampo e possibilità di rewind (la “seconda chance”, una porticina di sicurezza sempre aperta, quello che ho sempre anelato avere nella mia vita, qualsiasi tipo di decisione io prendessi, in qualsiasi campo), che poi in parte se ho capito bene è anche la tesi della Dottoressa Randone.
Se mi domando “come mai proprio lui?” forse la risposta potrebbe essere nella stima e ammirazione senza uguali che ho nei suoi confronti, nella perfezione idealizzata di cui ho ammantato la sua attuale esistenza, il che probabilmente comporta maggiore sofferenza al pensiero di essere stata dimenticata, di non avere un ruolo nella memoria di questa persona che vedo così perfetta, o peggio di avere lasciato un ricordo poco gradevole e nebuloso, non degno di nota.
Ammesso che questa disamina possa essere plausibile, cosa mi consigliereste per uscire da questa empasse?
A momenti mi crogiolo nei ricordi e nelle fantasticherie in modo romantico, piacevole, sognatore (ogni mattina in macchina, mentre vado al lavoro e alla radio sento una canzone che giudico adatta, me la immagino come colonna sonora di un nostro casuale incontro, ad esempio), a momenti mi irrito nel perder tempo in pensieri e azioni (tutte le varie ricerche che faccio continuamente) senza senso e senza costrutto, quando il da fare non mi mancherebbe….
mi sono chiesta anche io come mai io abbia deciso di costruire la mia vita con il mio attuale marito, nonostante molte volte io pensi di lui quel che lei ha acutamente capito dalle mie poche righe.
La risposta che mi sono data è duplice: innanzi tutto, dopo vari “tira e molla” da parte mia, lui circa tre anni fa mi significò che si era stancato di essere lasciato e preso continuamente e che mi stava finalmente dimenticando. Questo ha innescato una sorta di panico in me, e ho dovuto riprendermelo a tutti i costi, sposandolo e dimostrando così (a chi? Spesso mi son trovata nelle condizioni di dover vincere delle “sfide” che stavano solo nella mia testa) che stavolta facevo davvero sul serio e che ero cambiata e pentita di certi atteggiamenti superficiali, frivoli, irrispettosi dei sentimenti altrui.
D’altro canto ero e sono DAVVERO cambiata, perché lui, oltre ad essere una persona cui riconosco molti pregi, è probabilmente arrivato al momento giusto, quando ero sinceramente stanca di non aver pace, di non trovare mai un porto sicuro, di non avere la mia pacata serenità in cui rifugiarmi.
Me lo sono ripreso nonostante un suo problema di infertilità: ho rischiato seriamente di non aver mai figli (la bimba è nata a seguito di drammatiche cure), pur di tornar con lui, anzi, questo suo problema ha rafforzato in me la “sfida” di rivolerlo a tutti i costi, ha reso nella mia mente più significativo il “passaggio” da una vita cinica ed egoista ad una in cui avrei dimostrato amore incondizionato anche a scapito dei miei sogni.
E tutt’ora, mi sento sinceramente orgogliosa di quello che sono (diventata?).
Mia mamma più volte mi ha detto che è stupita e che trema al chiedersi quanto possa durare questo mio stato di maturità, serietà, affidabilità, concretezza, positività, pacatezza.
Io invece sono molto fiera del mio piccolo nucleo familiare, di aver abbandonato frivolezze e frenesie di ogni genere per dedicarmi 24h/24 alla cura della casa, della bimba, delle incombenze di ogni tipo ed ai salti mortali che conciliare tutto ciò con il lavoro mi comporta, specialmente non potendo contare su nessun appoggio, di alcun genere.
Credo francamente che il mio matrimonio sia per parte mia “al sicuro” molto più di altri, essendo io arrivata a certe scelte dopo un percorso di un certo tipo, in età matura.
Le lamentele che ho da fare sul conto di mio marito e su certe sue caratteristiche sono più o meno nella media di quelle che qualsiasi donna ha da fare sul suo compagno, solo che in più rispetto a chi si è accontentata per disperazione dell’unico uomo che la abbia mai guardata avvinghiandosi a lui dopo 20 anni di singletudine forzata, io ho l’inevitabile amarezza del confronto, anche economico: in senso assoluto non alla mia famiglia non manca nulla, in senso relativo, il mio tenore di vita si è ridimensionato enormemente, ma se non patissi questa “relatività”, anche questo tema sarebbe senz’altro meno pesante.
Ma, come lei stesso intuisce nella sua risposta, credo che mai metterei a repentaglio questa stabilità, questa pace, cui sono arrivata dopo un percorso così tortuoso.
….e allora perché domandarmi pressoché ogni minuto cosa penserebbe il mio ex di quel che faccio in quel momento?
Perché fantasticare così tanto sull’emozione di un nostro assai improbabile incontro casuale?
Sulle parole che sarebbe giusto dire, sull’atteggiamento più consono da tenere….
Mi sembra a volte di essere in cerca di apprezzamento da parte del mio ex, di riscatto ai suoi occhi, di lasciare un bel ricordo di me (un chiodo fisso che ho sempre avuto, fin da piccola, nei riguardi di chiunque abbia avuto qualsivoglia contatto di qualsiasi genere con me): l’idea che non si ricordi di me, o che peggio conservi la sgradevole memoria di una bamboccia inconcludente, isterica e viziata, mi fa star male.
E quando con la razionalità che mi contraddistingue (?) rifletto che a lui non interessa assolutamente nulla se io sono cambiata o no, che probabilmente a malapena si ricorda dove abitavo quando ci frequentavamo, che campa benissimo mandandomi poco più che una mail l’anno di auguri di Natale (per l’esattezza RISPONDENDO ai miei auguri: di sua sponte mi ha cercata solo due o tre volte durante il periodo della mia gravidanza, per sapere come le cose procedevano), che la sua vita è pienissima di impegni lavorativi, di viaggi continui di lavoro e non, e che non ha proprio spazio nella sua testa per farsi domande così sterili, mi sento male.
Sul serio, mi commuovo fino alle lacrime.
Passo le ore su google maps a guardare la casa dove vive adesso, per scorgere particolari, sussulto nello studiare dettagli come l’orologio che porta in certe foto che pubblica, immaginandomi il perché della scelta di un modello anziché di un altro, pretendendo di conoscere benissimo un uomo che, a rigor di logica, mi rendo conto, è per me ormai un estraneo, avendo fatto tante e tante di quelle esperienze da quando non ci vediamo più che di fatto hanno seppellito per sempre il ragazzino che amavo e che mi amava.
Forse è vero quel che lei dice quando afferma: “simbolicamente quest'uomo potrebbe rappresentare ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere”, mettendo se ho ben capito l’accento sull’angoscia del tempo che inesorabilmente passa non dando scampo e possibilità di rewind (la “seconda chance”, una porticina di sicurezza sempre aperta, quello che ho sempre anelato avere nella mia vita, qualsiasi tipo di decisione io prendessi, in qualsiasi campo), che poi in parte se ho capito bene è anche la tesi della Dottoressa Randone.
Se mi domando “come mai proprio lui?” forse la risposta potrebbe essere nella stima e ammirazione senza uguali che ho nei suoi confronti, nella perfezione idealizzata di cui ho ammantato la sua attuale esistenza, il che probabilmente comporta maggiore sofferenza al pensiero di essere stata dimenticata, di non avere un ruolo nella memoria di questa persona che vedo così perfetta, o peggio di avere lasciato un ricordo poco gradevole e nebuloso, non degno di nota.
Ammesso che questa disamina possa essere plausibile, cosa mi consigliereste per uscire da questa empasse?
A momenti mi crogiolo nei ricordi e nelle fantasticherie in modo romantico, piacevole, sognatore (ogni mattina in macchina, mentre vado al lavoro e alla radio sento una canzone che giudico adatta, me la immagino come colonna sonora di un nostro casuale incontro, ad esempio), a momenti mi irrito nel perder tempo in pensieri e azioni (tutte le varie ricerche che faccio continuamente) senza senso e senza costrutto, quando il da fare non mi mancherebbe….
[#6]
Perché proprio lui, non so dirle...magari il suo processo pregresso di idealizzazione, le ha fatto interiorizzare un ideale di uomo.
Analizzerei, ma non in questa sede, il suo bisogno di "esserci ancora" ed il perché.
Solitamente la fantasie, si insinuano ed attecchiscono, quando la realtà è poco appagante, hanno spesso un significato compensatorio.
Quindi o si gode il suo essere sognante fino a quando dura oppure effettua una consulenza chiarificatrice con uno psicologo.
Analizzerei, ma non in questa sede, il suo bisogno di "esserci ancora" ed il perché.
Solitamente la fantasie, si insinuano ed attecchiscono, quando la realtà è poco appagante, hanno spesso un significato compensatorio.
Quindi o si gode il suo essere sognante fino a quando dura oppure effettua una consulenza chiarificatrice con uno psicologo.
[#7]
Utente
La ringrazio infintamente, Dottoressa.
Anche io a momenti mi aspetto che il tutto si plachi o che almeno si attenui.
Ma se non c'è riuscito il felice sconvolgimento dell'evento della maternità, non so se sperarci ancora, che la cosa vada a morire da sola in tempi accettabili.
Credo piuttosto che, come lei stessa suggerisce, tutto questo mio elucubrare possa essere oggetto di un dialogo aperto in sede di consulenza con uno specialista.
Chissà che non riesca ad arrivare a capo di motivazioni profonde e recondite di ciò che al momento casserei semplicemente come irrazionale.
Grazie ancora del suo tempo.
Anche io a momenti mi aspetto che il tutto si plachi o che almeno si attenui.
Ma se non c'è riuscito il felice sconvolgimento dell'evento della maternità, non so se sperarci ancora, che la cosa vada a morire da sola in tempi accettabili.
Credo piuttosto che, come lei stessa suggerisce, tutto questo mio elucubrare possa essere oggetto di un dialogo aperto in sede di consulenza con uno specialista.
Chissà che non riesca ad arrivare a capo di motivazioni profonde e recondite di ciò che al momento casserei semplicemente come irrazionale.
Grazie ancora del suo tempo.
[#8]
Cara Utente,
<<Mi sembra a volte di essere in cerca di apprezzamento da parte del mio ex, di riscatto ai suoi occhi, di lasciare un bel ricordo di me (un chiodo fisso che ho sempre avuto, fin da piccola, nei riguardi di chiunque abbia avuto qualsivoglia contatto di qualsiasi genere con me)>>
forse, in una certa misura, è anche quello che sta cercando di fare con noi: lasciare un bel ricordo di sé, cercare apprezzamento per le sue innegabili capacità introspettive ed analitiche...
E' come se, la costruzione della sua identità dovesse necessariamente passare attraverso l'approvazione e l'ammirazione da parte dell'altro.
Il tema della "sfida", fortemente connesso a questo meccanismo, mi sembra centrale e questo credo sia un punto su cui varrebbe la pena di fare considerazioni molto più approfondite; come se accontentarsi, godere di ciò che si è, in primis, e di ciò che si ha, non rientrasse nelle sue categorie mentali abituali.
Credo, in accordo con la collega, Dr.ssa Randone, che il suo rifugiarsi nella fantasia e nel sogno, denoti un vissuto di realtà poco appagante che andrebbe analizzato in una sede più adeguata rispetto a quella che può essere una consulenza on line.
Vista la sua grande capacità di "leggersi dentro", credo che trarrebbe un grande beneficio da un consulto de visu con un collega della sua zona.
Un caro saluto
<<Mi sembra a volte di essere in cerca di apprezzamento da parte del mio ex, di riscatto ai suoi occhi, di lasciare un bel ricordo di me (un chiodo fisso che ho sempre avuto, fin da piccola, nei riguardi di chiunque abbia avuto qualsivoglia contatto di qualsiasi genere con me)>>
forse, in una certa misura, è anche quello che sta cercando di fare con noi: lasciare un bel ricordo di sé, cercare apprezzamento per le sue innegabili capacità introspettive ed analitiche...
E' come se, la costruzione della sua identità dovesse necessariamente passare attraverso l'approvazione e l'ammirazione da parte dell'altro.
Il tema della "sfida", fortemente connesso a questo meccanismo, mi sembra centrale e questo credo sia un punto su cui varrebbe la pena di fare considerazioni molto più approfondite; come se accontentarsi, godere di ciò che si è, in primis, e di ciò che si ha, non rientrasse nelle sue categorie mentali abituali.
Credo, in accordo con la collega, Dr.ssa Randone, che il suo rifugiarsi nella fantasia e nel sogno, denoti un vissuto di realtà poco appagante che andrebbe analizzato in una sede più adeguata rispetto a quella che può essere una consulenza on line.
Vista la sua grande capacità di "leggersi dentro", credo che trarrebbe un grande beneficio da un consulto de visu con un collega della sua zona.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 19.3k visite dal 29/05/2013.
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