Non riesco a prendere in mano la mia vita

Gentili dottori,
sono una ragazza di 25 anni e vi scrivo per parlarvi di quello che mi sta succedendo, perché da sola non riesco a capire.
Da poco meno di un mese è finita una lunga ed importante relazione durata sette anni.
La decisione l'ha presa lui poiché stava attraversando un brutto periodo ed ha scelto di allontanarsi da tutti rifugiandosi all'estero.
Nelle poche volte che ci siamo sentiti dopo la sua partenza, ha detto che vuole stare da solo, che sta cercando di ritrovare se stesso e che io non gli ho fatto nulla, oltrechè spronarmi saltuariamente a continuare la mia vita, dicendo che devo realizzare i miei sogni perché lui non ha potuto farlo.
Il problema è che io non riesco a fare più nulla. Mi trovo in una situazione di stallo dalla quale non riesco ad uscire.
Dovrei prendere di nuovo in mano la mia vita, ma non so da dove partire. Sono bloccata, non riesco a muovermi in nessuna direzione.
È quasi come se aspettassi l'arrivo di qualcuno che mi dica cosa fare; è come se attendessi delle indicazioni dall'esterno.
So che dovrei fare delle cose, ma non riesco, non riesco a partire. Non avverto più alcuna motivazione, non capisco perché "dovrei fare" ne tantomeno per chi. Sapere di doverlo fare per me stessa non basta. La consapevolezza c'è, ma non basta.
A volte penso di trovarmi di fronte ad un foglio bianco senza sapere come e perché dovrei riempirlo.
Forse dovrei iniziare un percorso di psicoterapia, ma ho paura di sembrare ridicola. Tempo che tutto ciò sia insignificante, che il terapeuta possa ritenere il mio caso stupido e banale, una cosa senza importanza da trattare con superficialità.

Voi cosa ne pensate?
Cosa dovrei fare?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza non ha motivo di temere di essere ridicola scegliendo una psicoterapia poichè il vissuto di abbandono scaturito da questa separazione può scatenare reazioni emotive più profonde. quindi sarebbe una scelta saggia.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"È quasi come se aspettassi l'arrivo di qualcuno che mi dica cosa fare; è come se attendessi delle indicazioni dall'esterno."

Gent.le ragazza,
non farà fatica a trovare persone disposte a darle consigli e suggerimenti, ma lei ha bisogno di metabolizzare una separazione che ha subito e che ha lasciato un vuoto relazionale, paradossalmente colmo di tante emozioni che meritano di essere accolte all'interno di uno "spazio protetto": la relazione terapeutica.
La condivisione di queste emozioni contribuirà emergere bisogni, aspettative e di conseguenza una nuova progettualità.
A tal proposito le consiglio la lettura di questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
non deve affatto percepirsi inadeguata o in imbarazzo, uno psicoterapeuta è il clinico di riferimento, per aiutarla ad elaborare il lutto correlato alla fine della sua relazione d'amore.

In totale assenza di giudizio e senza istruzioni per l'uso, troverà da sola, anzi con il terapeuta, la strada, per venir fuori da questo impasse emozionale e mal di vivere

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Utente
Utente
Gentili dottori,
vi ringrazio per le vostre celeri riposte.
Non so spiegarne il motivo, ma le vostre parole mi hanno procurato una piacevole sensazione di accoglienza.
Grazie, grazie davvero

A questo punto vorrei farvi delle domande per capire meglio come muovermi nella scelta del terapeuta:
quale approccio potrebbe risultare maggiormente funzionale nel mio caso?
meglio un terapeuta o una terapeuta?
potete consigliarmi qualche professionista che operi nella mia zona?

In passato ho fatto alcune sedute, ma in quel caso, la situazione non andò bene poiché non mi sentivo completamente accettata e considerata da lui.
Una volta, addirittura, sbagliò e si mise a guardare fuori dalla finestra. E così ho interrotto.
Non vorrei mi capitasse di nuovo
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Alle sue risposte, sacrosante, non posso rispondere perché sono scelte soggettive e personali....

Ogni orientamento, se il clinico è formato adeguatamente, iscritto all'albo, serio ed empatico, va bene....non vi sono orientamenti migliori degli altri.

Uomo o donna, anche qui dipende da lei, se si sente più a suo agio con un uomo o con una donna, provi, richiedendo qualche colloquio preliminare e scelga con serenità e calma.

Per la scelta del Collega, provi a mettere la sua città nel nostro portale, verranno fuori tanti professionisti, magari guardando la loro foto, leggendo i loro articoli, consulti, modus operandi, potrà orientarsi.
cari auguri
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile ragazza,
La sua relazione è finita da meno di un mese per cui il suo stato d'animo parrebbe normalmente connaturato ad una situazione di separazione. Dico "normalmente" nel senso che ancora non è trascorso quel tempo che serve ad una persona "normale" per superare una circostanza difficile. In questo senso io, in questo momento, non intravvedo una condizione clinica tale da dover richiedere una consulenza.
Le faccio tanti auguri.

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense