Forse una dipendenza affettiva e/o una philofobia...
Vorrei raccontare la mia storia sentimentale, durata poco (forse dura ancora).ho 30 anni,ero single da circa 2 anni e mezzo. Eterna fidanzata, con storie lunghe e difficili da sciogliere, terminate spesso perchè tradivo e lasciavo una persona per stare con l'altra.negli ultimi 6 anni ho però vissuto una storia di dipendenza affettiva molto dolorosa, conclusasi probabilmente senza alcuna fine dichiarata.una storia legata a una persona non disponibile, non pronta a costruire nulla.una persona che pensavo di amare, per la quale avrei mandato a monte i fidanzamenti con i ragazzi che mi trovavo.storia di relazioni parallele,dove io avrei lasciato sempre tutti per stare con lui..e lui non l'ha mai fatto, anzi cambiava fidanzata..ma non era mai per fidanzarsi veramente con me.ma non è di lui che voglio parlare.4 mesi fa, dopo piccole storielline di poco conto degli ultimi 2 anni,ho conosciuto un ragazzo che mi ha subito coinvolto nella sua vita,con una prospettiva di continuità..di costruzione.sin da subito. persona con carattere difficile, a tratti anaffettivo (escludendo la passionalità nella sfera sessuale), di poca relazione sociale, con la tendenza a sminuire l'altra,ad attaccare per paura di essere attaccato,con frecciatine o luoghi comuni.37 anni, insegnante:un bambino.in una prima fase della storia vedo in lui questi difetti ma vado avanti, perchè mostra una prospettiva di coppia,e a modo suo ha attenzioni.ho ancora paure dettate dalle storie passate, horr vacui, e lui lo percepisce.mi dice che non può fare le spese dei fantasmi del passato, nota in me insoddisfazione su tutto, che dovrei guardare a ciò che ho piuttosto che a ciò che non ho.e si arena.dopo questa presa di posizione cambia totalmente..in nome di un passato (già passati due anni da una sua ultima storia importante di 4 anni) che non deve più tornare. non vuole più psicosi, gente con "pazzie". comincia una discesa..non agisce più, fa in modo che io prenda in mano la situazione, che io organizzi, che io lo cerchi, lo riconquisti.io non reggo e inizio a lasciarlo ripetutamente. L'ho lasciato ben tre volte, non senza angoscia, perchè ormai mi sono innamorata di lui e vorrei che a ricostruire la storia fossimo in due. ogni volta ritorna indietro e si arena nuovamente: proviamo a normalizzare la storia ma faccio tutto io, cercandolo, chiamandolo, proponendogli le uscite.Lui mi chiede sempre di tornare, come se nulla fosse, di viverci la storia senza amplificare i problemi.Io lo riporto ai problemi, nella storia si lavora in due, ci si mette in discussione in due.In sostanza lui ha la capacità di proiettare su di me le responsabilità di questa storia in bilico: "se sarai meno aggressiva, io tornerò come prima". Si giustifica dicendo che il suo allontanamento è un gatto che si morde la coda, è dato dalla delusione che le cose vanno male. Mi dice che rivuole la persona di prima, allegra,risolta. io non lo sono più per lui. io devo cambiare per lui? devo risollevare io la storia?
[#1]
Gentile Utente,
storie sentimentali dolorose, scelte difficili, amori sofferenti, anche quest'ultima...qual'è il suo ruolo in tutto questo(di lei che scrive)?
Sembrerebbe questo il prodotto di una sofferenza che viene da lontano, dalle sue radici affettive, dalla sua storia personale e familiare...
Parrebbe un copione che tende a ripetersi, più che cambiare per quest'uomo ci sarebbe da comprendere cosa si cela dietro alle sue scelte affettive difficili, al suo modo di stare nei rapporti <eterna fidanzata...dipendenza affettiva...persone non disponibili ...tradivo e lasciavo una persona per stare con l'altra> cosa realmente lei vuole da un rapporto, se è disposta a concretizzare
Si è mai posta questi interrogativi?
storie sentimentali dolorose, scelte difficili, amori sofferenti, anche quest'ultima...qual'è il suo ruolo in tutto questo(di lei che scrive)?
Sembrerebbe questo il prodotto di una sofferenza che viene da lontano, dalle sue radici affettive, dalla sua storia personale e familiare...
Parrebbe un copione che tende a ripetersi, più che cambiare per quest'uomo ci sarebbe da comprendere cosa si cela dietro alle sue scelte affettive difficili, al suo modo di stare nei rapporti <eterna fidanzata...dipendenza affettiva...persone non disponibili ...tradivo e lasciavo una persona per stare con l'altra> cosa realmente lei vuole da un rapporto, se è disposta a concretizzare
Si è mai posta questi interrogativi?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Ex utente
il problema non è non concretizzare, ma volere concretizzare con persone sbagliate.
nel caso di quest'ultima e nel caso della storia di sei anni...inseguivo persone fondamentalmente non disponibili.
Nel caso di altre persone..mi sono fidanzata con chi mi rassicurava ma non mi dava stimoli. Esattamente come le donne che descrive la Norwood. Sono in analisi da 7 anni, ad oggi meno frequente perchè non vivo nel posto in cui sono nata. Sto per iniziare qui una nuova fase della terapia con un terapeuta più vicino al mio dmicilio.
Ieri non avevo altri caratteri a disposizione, ma procedo col dirle che purtroppo questa persona continua a farsi sentire, a chiedermi di chiarire di riprovarci. Ci prova cercando di mettere toppe, non affrontando il problema o caricando su di me le responsabilità. Della serie. "se tu sarai meno aggressiva io sarò più presente, come prima". Mi dice che è un gatto che si morde la coda, potrei dargli ragione. Ma non è possibile che per le prime poblematiche caratteriali la persona si sia arenata.
La storia si ricostruisce in due, non corteggiando l'altro e sperando che risponda alle mie reazioni.
So solo che ho fatto con lui l'amore perchè è venuto a casa mia, quasi in maniera forzata, e da lì ho ricominciato con le mie paure..mandandolo via.
"E' questo quello che vuoi?" mi ha detto. E io "Sì".
Vorrei che non tornasse, ho paura delle pressioni psicologiche, perchè forse onn sono più così innamorata come all'inizio.
Ieri il telefono non ha squillato..e io..sola, a casa..ero molto ma molto più serena.
nel caso di quest'ultima e nel caso della storia di sei anni...inseguivo persone fondamentalmente non disponibili.
Nel caso di altre persone..mi sono fidanzata con chi mi rassicurava ma non mi dava stimoli. Esattamente come le donne che descrive la Norwood. Sono in analisi da 7 anni, ad oggi meno frequente perchè non vivo nel posto in cui sono nata. Sto per iniziare qui una nuova fase della terapia con un terapeuta più vicino al mio dmicilio.
Ieri non avevo altri caratteri a disposizione, ma procedo col dirle che purtroppo questa persona continua a farsi sentire, a chiedermi di chiarire di riprovarci. Ci prova cercando di mettere toppe, non affrontando il problema o caricando su di me le responsabilità. Della serie. "se tu sarai meno aggressiva io sarò più presente, come prima". Mi dice che è un gatto che si morde la coda, potrei dargli ragione. Ma non è possibile che per le prime poblematiche caratteriali la persona si sia arenata.
La storia si ricostruisce in due, non corteggiando l'altro e sperando che risponda alle mie reazioni.
So solo che ho fatto con lui l'amore perchè è venuto a casa mia, quasi in maniera forzata, e da lì ho ricominciato con le mie paure..mandandolo via.
"E' questo quello che vuoi?" mi ha detto. E io "Sì".
Vorrei che non tornasse, ho paura delle pressioni psicologiche, perchè forse onn sono più così innamorata come all'inizio.
Ieri il telefono non ha squillato..e io..sola, a casa..ero molto ma molto più serena.
[#3]
<il problema non è non concretizzare, ma volere concretizzare con persone sbagliate.>
Si certo, ma alla fine riesce ad avere un rapporto stabile?
Vale a dire che lei continuerebbe a ripetere le stesse dinamiche, infatti ho parlato anche di scelte, occorrerebbe comprendere come mai queste scelte e altro come ho detto sopra.
Da qui con pochi elementi non possiamo dire molto di più, non la conosciamo direttamente e non abbiamo elementi sulla sua storia di vita, rilevabili solo direttamente.
Sono stati trattati questi temi con la sua terapeuta?
Ha avuto benefici dal percorso terapeutico svolto finora?
Di che orientamento teorico è il nuovo curante?
Si certo, ma alla fine riesce ad avere un rapporto stabile?
Vale a dire che lei continuerebbe a ripetere le stesse dinamiche, infatti ho parlato anche di scelte, occorrerebbe comprendere come mai queste scelte e altro come ho detto sopra.
Da qui con pochi elementi non possiamo dire molto di più, non la conosciamo direttamente e non abbiamo elementi sulla sua storia di vita, rilevabili solo direttamente.
Sono stati trattati questi temi con la sua terapeuta?
Ha avuto benefici dal percorso terapeutico svolto finora?
Di che orientamento teorico è il nuovo curante?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 29/05/2013.
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