Morte prenatale

Buongiorno,
circa 10 gg fa ho avuto la brutta notizia che il mio piccolo non c'era più. Ero alla 24 settimana e il suo cuoricino ha smesso di battere, a quanto pare senza un motivo preciso. Nel mese di luglio avevo già avuto un aborto ma ero all'8 settimana. Questa volta oltre al raschiamento ho dovuto fare un vero e proprio parto, ed è stato traumatico perchè dopo la fatica e il dolore non avevo nulla di bello "in cambio". A distanza di 10 giorni, nonostante sia ritornare quasi subito a lavorare per tenermi occupata, non riesco a non pensare a lui, non riesco a non piangere, non riesco a non cercare qualche colpa che possa aver causato tutto questo... Ho una sensazione di vuoto, mi manca terribilmente e vorrei tanto poter fare qualcosa per riaverlo con me. Sul momento, tra il dolore emotivo e quello fisico, ho deciso di non vederlo ma ora me ne pento amaramente e mi sembra di averlo trattato come un rifiuto, come qualcosa da togliere e buttare via... questo pensiero mi uccide.
E mi fa stare male il senso di colpa che mi sento dentro per aver (anche se involontariamente) fatto soffrire mio marito, mia figlia (che ha solo 5 anni e continua a chiedere perchè non c'è più il fratellino), i nonni e tutte le persone che mi vogliono bene e che ora sono in pena per me.
Sono una persona molto riservata, faccio fatica a esternare i miei sentimenti e anche in questo caso ho chiuso tutto il dolore nel mio cuore e non ne parlo con nessuno... finchè la sera non vado a letto e scoppio in crisi di painto.
Volevo sapere se secondo voi riuscirò a uscire da questo tunnel o se dovrei chiedere aiuto a uno specialista? Inutile dire che farei molta fatica anche ad aprirmi con un dottore e che vorrei farcela da sola... ma a volte mi spaventano questi sbalzi d'umore, questo pianto che non riesco a controllare, e non mi sembro nemmeno io.
Grazie per il tempo che mi dedicherete.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
comprendo il suo dolore, perdere un bimbo desiderato, immaginato, è un evento fortemente traumatico, un lutto da elaborare.

Una perdita porta sempre con sé movimenti depressivi e i sensi di colpa ne fanno parte. La sua riservatezza, la fatica ad esternare sentimenti e la sua profonda sofferenza non la aiutano a condividerle il suo dolore con le persone care che la potrebbero ascoltare e darle un po' di sostegno, così importante per alleviarlo almeno un po', anche se l'elaborazione del lutto richiede un certo lasso di tempo.

Anche se l'evento luttuoso è recente, un sostegno psicologico sarebbe comunque utile per aiutarla ad elaborare la perdita.

Se ci vuole aggiornare restiamo in ascolto

Cari saluti

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
gentile Signora,
la sindrome post-abortiva, è un evento doloroso, destabilizzante ed ha le stesse caratteristiche della sindrome post-traumatica da stress.

I disturbi possono comprendere: disturbi neurovegetativi, disturbi d’ansia, del tono dell’umore, del ritmo sonno veglia,dell’affettività, della sessualità, dell’alimentazione, del flusso ideico.

Il lutto sperimentato, oltre che un lutto reale per la perdita, è un lutto che correla al lutto dell'immaginario, al lutto del "bambino immaginato, desiderato", tanto atteso....

L’aborto va considerato sempre, come un evento traumatico in quanto produce un marcato stress ed evoca elementi mortiferi, azzera inoltre gli elementi di identificazione tra madre e bambino, mediante la negazione della gravidanza.

Un supporto psicologico, andrebbe valutato, si faccia tenere per mano, durante questo momento buio della sua esistenza, non è obbligatorio farcela da soli, chiedere aiuto e farsi aiutare.....a volte è la soluzione migliore e denota avere coraggio.....

Una madre che perde un bambino, qualunque esse siano le cause, deve sempre fare i conti con sentimenti di inadeguatezza, incapacità, sensi di colpa e responsabilità, come se inconsciamente si sentisse responsabile dell'accaduto..

Le auguro ogni bene

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile utente,
mi associo alle mie colleghe nel consigliarle un supporto psicologico che la aiuti ad elaborare il disagio e i sensi di colpa esposti nella sua richiesta di consulto.

Ciò probabilmente la renderebbe anche più forte e preparata nell'affrontare una futura eventuale gravidanza.

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#4]
Utente
Utente
Volevo ringraziare Voi dottoresse che mi avete dedicato il Vs tempo e la Vs esperienza.
Devo dire che in questi giorni sto un pò meglio: certo se comincio a pensare al piccolo e alle aspettative che mi ero creata, la lacrimuccia scende quasi subito... ma se riesco a tenere la mente distratta e mi butto a capofitto nell'amore per mio marito e mia figlia, riesco a stare abbstanza bene.
Mi rendo conto che ho ancora un equilibrio molto precario e che basta veramente poco per destabilizzarmi, ma piano piano credo di riuscire a gestire questo dolore e questa brutta esperienza.
Certo se dovessi vedere che gli alti e bassi sono frequenti, mi rivolgerò ad uno specialista per avere aiuto.
Ancora grazie per le vostre parole gentili.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Lieta di averla ascoltata, cari auguri
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Utente
Utente
Buongiorno,
torno a scrivervi per dare un "seguito" a chi si trovasse nella stessa situazione e avesse letto la prima parte del mio messaggio.
Sono passati più di due mesi e devo dire che purtroppo ci sono ancora molti alti e bassi: ci sono dei giorni in cui mi sembra di stare bene ma altre volte mi sento una tristezza infinita addosso, un senso di vuoto e tanta tanta rabbia dentro. Mi capita ancora di piangere senza un'apparente motivo e, anche se lo ammetto con molta vergogna, provo tanta invidia quando vedo una mamma con due bimbi. So che è sbagliato e che anzi dovrei ringraziare per la meravigliosa figlia cho ho già, ma è totalmente a livello inconscio.
La cosa che più mi preoccupa è che ancora ora, quando sento dei movimenti nella pancia (che possono essere fame, aria...) d'istinto mi sembra lui che si muove, oppure quando nel sono nel dormiveglia mi sembra di sentirlo che mi chiama...
Il fatto di non averlo mai sentito, mai visto, mai potuto abbracciare mi fa stare male!
In più io mi sono quasi convinta di non voler ritentare, per la paura di dover rivivere tutto questo, ma mio marito dice che gli piacerebbe tanto avere un altro figlio e che magari tra un paio d'anni, guarita la ferita, potremmo ritentare... e sentirlo dire così mi fa star male perchè mi sento come se non fossi stata capace di "portare a termine il nostro progetto", mi sento terribilmente in colpa e mi sento mortificata per aver fatto indirettamente soffrire la mia famiglia.
Sto valutando molto seriamente se andare a parlare con uno specialista perchè questi alti e bassi mi fanno star male, mi fanno vivere male la mia vita (mi isolo completamente, non parlo con nessuno, ho la lacrima facile) e a volte mi sento una matta (come quando "sento" che il piccolo mi chiama).
Per concludere: è un'esperienza davvero dura da vivere, anche se potrebbe sembrare esagerato (perchè è vero che purtroppo ci sono cose molto peggiori), ma ci vuole tanta forza, tanto coraggio e tanta pazienza per uscirne e ricominciare una vita "normale".
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signora,
Lo avrebbe già dovuto fare......il,dolore necessita di ascolti adeguati ed adeguate elaborazioni....
[#8]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
da quanto riferisce sta facendo fatica ad elaborare l'accaduto, inutile dirle da qui che non ne ha alcuna responsabilità, l'esperienza che ha subito è davvero dura da vivere, lo si comprende bene dai suoi vissuti: sensi di colpa, paure e tutto quanto ci ha esposto.

Non ci sembra esagerato: è il suo dolore e lo comprendiamo.
Non aspetti però altro tempo per farsi accompagnare in questo difficile momento dall'aiuto di un nostro collega.

Un caro saluto
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

quello che Lei descrive nella tragicità dell'evento è normale e rientra nel normale processo di elaborazione delle perdita.
E' normale sentirsi come si sente in questo breve tempo ed è normale.
Questa volta, come ha ben evidenziato, il coinvolgimento emotivo è stato maggiore proprio perchè c'è stato un maggiore coinvolgimento corporeo.
Ed è umano anche provare invidia, proprio perchè siamo esseri sociali ed osserviamo l'altro e ci confrontiamo con l'altro.
Un percorso di sostegno la può aiutare a reggere meglio la situazione ed a fare ordine.
> tanto coraggio e tanta pazienza per uscirne e ricominciare una vita "normale".
Su questo concordo pienamente con Lei. L'importante è che sia dia un tempo di elaborazione, considerando che un lutto prima di diventare patologico richiede almeno un anno.
Il fatto stesso che Lei sia in grado di descrivere il Suo vissuto è segnale di elaborazione ed anche la Sua frase finale è buon segno.
Si ricordi che non è sola, ma che siete in due, ed è quindi importante che siate Lei ed il Suo compagno ad elaborare ed a condividere i reciproci vissuti emotivi.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492